Bianconeri siamo noi
"Avvocato, oggi vince il migliore o la Juve?" - "Sono fortunato, spesso le due cose coincidono!"
"La squadra bianconera è un drago a sette teste, ne puoi tagliare sei dal suo collo, ma finisce che con l’unica rimasta ti divora. Sta scritto nel suo DNA" - Giovanni Trapattoni , il Giuanin Nazionale 14 trofei alla Juve da allenatore, nessuno come lui.
"Aspettatemi, non ci metterò molto" - Gilles Villeneuve alla sua famiglia prima di ogni Gran Premio
Post n°940 pubblicato il 12 Maggio 2008 da juvefc1897
Cari amici del blog, su queste pagine abbiamo vissuto, commentato e visto insieme di tutto e di più. La Juve Campione d'Italia, poi in B defraudata ma non annichilita, l'Italia Campione del Mondo, la Ferrari al cambio d'era, da Schumi a Kimi, fino ad arrivare ad oggi. Fino a quando il tempo si esaurisce e non ce n'è più abbastanza per poter essere presenti. Questo blog che partì nel settembre 2006, chiude qui per mancanza di tempo. Ma attenzione: i miei commenti sportivi (qualora interessassero ancora..) e tutte le notizie in tempo reale, saranno presenti nel portale da me diretto www.juvenews.net E lì che vi rimando e vi aspetto, con più intensità di prima. Ringrazio di cuore tutti coloro, belli e brutti, che hanno seguito e commentato in questo spazio bianconero. |
Se ne sta discutendo ormai da settimane ed è un insulto all'intelligenza perchè dinanzi ad un Alex così sarebbe alquanto stupido non tanto il fatto di lasciarlo a casa, ma pure di avere titubanze se chiamarlo o no. Che dovrebbe fare per meritarsi una convocazione senza se e senza ma? Stramerita, non solo perchè in questa stagione gli abbiamo visto fare praticamente di tutto: cavalcate lunghe più di metà campo, dribbling e ridribbling, scatto, corsa, punizioni potenti o col contagiri, linguacce, invenzioni. Non solo per questo, ma perchè stiamo parlando di un giocatore dall'esperienza internazionale senza eguali che magari i Quagliarella e Di Natale non hanno e possono rischiare nei momenti decisivi, di pagare. In oltre stiamo parlando di un Campione capace di fare gruppo, tenere unito lo spogliatoio (e abbiamo visto quanto sia stato importante il gruppo nelle storiche vittorie della Nazionale) col suo inimitatibile carisma. Non esistono nemmeno discussioni, Alex merita la quarta convocazione in azzurro per volare in Austria e Svizzera, disputando così il suo quarto campionato europeo in carriera, dopo il 1996, il 2000 e il 2004. Caso mai, la discussione sarebbe da fare sotto ben altri aspetti, molto più importanti. Gli eterni critici di Pinturicchio versione nazionale hanno sempre rimproverato (e goduto, visto che indossa e rappresenta la maglia tanto invidiata) accusandolo di non essere mai stato degno della Nazionale nelle sue prestazioni. Il fatto che poi sia il quinto goleador di sempre della storia dell'azzurro, poco conta, come gli 80 metri di corsa a Dortmund per infilare in rete il 2-0 ai Mondiali, tanto per dirne una delle 25 segnature. Eterni critici che non ricordano mai, parlando di Euro 2000, che si vince in 11 e si perde in 11. Innegabile che Alex se ne mangiò due clamorose,ma innegabile anche il paperone in difesa di Cannavaro che favorì il pareggio di Wiltord, innegabile che forse un Alex fuori forma si sarebbe potuto anche tenere in panchina. Come non ricordare che però, il Signor Del Piero nella semifinale contro l'Olanda, nella più totale sofferenza azzurra, arretrò fino al ruolo di terzino pur di difendere quell'Italia graziata dagli olandesi, allora peggiori solamente a noi italiani nelle battute dei calci di rigore. Irriducibili detrattori che scordano che il 90%, o quasi, di partite in nazionale di Del Piero sono state giocate completamente fuori ruolo, da esterno di centrocampo o da mezza punta. Quasi mai il suo ruolo naturale, la seconda punta. Eppure lui in quasi un decennio di azzurro ha comunque sopportato questo snaturamento, accettando con fatica in virtù di un amore per la maglia, cosa rara da altre parti al giorno d'oggi. Un decennio in azzurro e Roberto Donadoni, attuale cittì per volere dell'amico Albertini, nelle recenti apparizioni lo ha puntualmente schierato come esterno di centrocampo, snaturandolo come non mai. E poi, nelle partite seguenti, come in Georgia o in Ucraina, senza un perchè dritto in tribuna. Un maltrattamento indegno e umiliante, oltre che ingiusto e gratuito. Arrivando al dunque: pensiamo alla nazionale che dovrà affrontare la sfida degli Europei, pensiamo a Donadoni fissato con le due mezzepunte e l'unica punta, quell'insostituibile carroarmato qual'è Luca Toni. E pensiamo allo schieramento di Del Piero.Ancora lì, sacrificato fuori ruolo e nonostante prestazioni generose, silurato da cani e porci, parafulmine delle critiche a Donadoni e alla federazione per un possibile fallimento europeo. Pensabile che magari il Capitano chieda anche rassicurazioni dal cittì e un chiarimento, visto che le lamentele non le ha mai nascoste dopo, in particolare, l'Italia-Francia del Meazza. Dall'altra parte, difficile che il cittì vada a scombussolare un suo cavallo di battaglia nelle qualificazioni europee. Alex, da grande uomo sarebbe poi in grado di mandare giù anche questa e rispondere come ha sempre fatto, sul campo e anche fuori, sempre perchè comunque il suo amore e la sua abnegazione per la maglia della Nazionale non si discute e lui è capace di giocare a pallone infischiandosene dei critici del lunedì. Già, perchè potrebbe anche mandare al paese il mondo intero, ma lui h sempre preferito la realtà del campo, da cui sempre ne è uscito vincente nonostante gli viene sempre chiesto di dimostrare qualcosa, come se non bastasse quel bendidio che ha scritto e pennellato nella sua carriera. Ma cercando di pensarci prima dell'Europeo: converrebbe davvero ad Alex andare a fare un Europeo da esterno di centrocampo, subissato di insulti? Non sarebbe una tragedia se il nostro Capitano evitasse tutto ciò (a meno che Donadoni non gli dia la vera chance da seconda punta dopo un chiarimento), in vista della prossima pesante stagione che lo vedrà impegnato in Campionato, ma anche nei probabili preliminari di Champions League di agosto? Pensiamoci bene. La discussione non dev'essere se convocarlo o no, ma di farlo giocare Del Piero come deve giocare. Perchè un Alex così può veramente portare in alto questa Nazionale in una manifestazione dove ha vinto solo una volta e non ha mai sfigurato, salvo qualche eccezione. |
Già a Bergamo era stato centrato l'obiettivo, per l'aritmetica bisognava aspettare ieri, ma la sostanza era già stata ottenuta. La Juventus è qualificata ai preliminari di Champions League ed è irrangiungile da Fiorentina, Sampdoria e Milan. Brividi al pensiero che finalmente, da Agosto si tornerà a trattare l'argomento Coppa Maledetta e tornare a sognare la Finale. L'Inno della Coppa dei Campioni, le grandi trasferte. Sono ad un passo, perchè ancora ci sono i preliminari di mezzo. Le tre squadre elencate prima non ci possono più raggiungere, come detto. Quello che era prefissato come obiettivo stagionale, è stato centrato più che in pieno. Ovvero, entrare tra i primi 5. Cosa che i bauscioni in dirigenza hanno dimenticato nel periodo di crisi, quello delle facili crocifissioni per Claudio Ranieri. Cosa che, sopratutto Blanc, ribadiva nella scorsa estate, nel giro di quei cinque famosi anni. Il Mister stava quasi per essere giustiziato da tutti quando nella stretta vigilia di Marassi nominò la Coppa Uefa. In realtà non aveva fatto altro che ricordare quel che avevano chiesto i piani alti della dirigenza, che poi nei giorni che si sono accavallati, parlarono solamente di Champions League, mostrando incoerenza, quasi come se in realtà l'unico a parlare di Uefa sia stato Ranieri. Chi ha una memoria nemmeno troppo lunga può ricordarle certe dichiarazioni. Complimenti a Ranieri e alla squadra che ha centrato il suo obiettivo, senza mai rischiare troppo di scivolare indietro. Certezza matematica che è arrivata con le stesse proporzioni di un anno fa, ad Arezzo, per la promozione. Cinquina senza discussioni e tutti a casa. Con doppietta di Chiellini. Mai la Juventus aveva incanalato un filotto così positivo in questa stagione. 4 vittorie consecutive ma sopratutto 15 gol segnati e con partite giocate veramente bene. Un confronto molto cattivo con un certo passato: un ricordo dell'Inter comica di Mancini preFarsopoli, quella che vinceva e faceva belle partite, quando non aveva più niente a cui puntare a fine stagione. Nel momento sbagliato, troppo tardi. Beh, in realtà è un confronto troppo cattivo ed ingeneroso. Questa Juventus ha i fondamentali ed è costruita su certezze, anzi, monumenti come i suoi campioni. Sopratutto, ha una mentalità e vince le sfide contro le Grandi. E non è ancora troppo tardi per la matematica. Per la Roma domenica prossima a Marassi sarà durissima contro una Sampdoria che ha assolutamente la priorità di fare punti per rincorrere l'Europa nell'appassionante sfida a tre contro i viola e il Milan. La Juve, se mantiene questa concentrazione e questo ritmo record, è alla portata per 3 punti a Siena. Ricordiamoci sempre che gli scontri diretti contro la Roma, ci danno un piccolo vantaggio che nel caso si arrivasse appaiati, potrebbe giustiziare i giallorossi. Basta mantenere la concentrazione e non cadere nei discorsi extrasportivi e fantascientifici (dette anche "pippe mentali") di mercato e di obiettivi per la prossima stagione. Trappoloni. Una squadra con la mentalità della Juve non può mollare. L'obiettivo prefissato è stato ampiamente centrato. Ri-complimenti. Non si parli però di miracolo e non riattacchiamo con il discorso della neopromossa. Perchè se diamo alla Juventus Football Club e a gente come Del Piero, Buffon, Nedved, Camoranesi, Chiellini, Sissoko, Zanetti, Legrottaglie, Iaquinta e via dicendo, l'appellativo di neopromossi, non facciamo altro che offendere la loro dignità e la loro classe. Santi numi. Questa non era la Juventus stellare di 2 anni fa, ma non è assolutamente una squadra che ha fatto i miracoli. Ha ottenuto un buonissimo risultato, vero. Va applaudita e anche scrosciantemente. Non addirittura festeggiata, come giustamente ha detto Ranieri. Sarebbe troppo. Vero che ad inizio stagione regnava il discorso della firma per arrivare dove siamo arrivati ora. Vero però che quelli erano pronostici e dati scritti sulla carta. Poco o nulla di reale. Le gerarchie nel corso di un lungo cammino, come i campionati, possono anche mutare. Meriti a Ranieri perchè era al primo anno di Juventus (è un fattore importante psicologicamente) e che anno, ancora fresca di andirivieni in società e colpi di mercato, si e no, sballati e azzeccati. Ha avuto il merito e anche la fortuna di riscoprire Legrottaglie e di ricompattare un reparto difensivo che ad inizio stagione, allo stadio Olimpico di Roma si presentò con quei due grissini (non ce ne vogliano), di Criscito ed Andrade. Non ci fossero stati quei mezzi disastri difensivi di inizio stagione, oggi, forse i bianconeri avrebbero i numeri statisticamente per poter insidiare il primato dell'inter, migliore difesa del campionato. Insistere con Chiellini al centro è stata una mossa vincente, mentre in tanti lo invocavano come terzino sinistro. Ad oggi il Chiello è il migliore difensore centrale che abbiamo in Italia, alzi la mano chi ha il coraggio di dire il contrario. Merito al Mister di aver saputo costruire un gruppo sempre unito, lo dimostrano i nostri gol in cui la squadra si stringe in un abbraccio quasi collettivo. Un gruppo unito è un fattore vitale per una squadra (appunto, squadra) di calcio. Con i pezzi in disordine non si va mai da nessuna parte, nonostante la squadra possa essere composta pure dalle figurine più rare (Real Madrid degli ultimi anni, sempre fuori dalla Champions agli ottavi e l'Italia di Lippi o il Milan di Atene dello scorso anno, a contrario). Merito al Mister di aver gestito bene Del Piero: ok, meriti grossi anche al suo preparatore atletico personale, ma in questa stagione avete mai visto per caso Alex inbufalito, in particolare ad inizio stagione quando le cose non giravano per nulla nel verso giusto? Merito di essere l'allenatore dell'unica squadra che in questa stagione che ha battuto Inter, Roma e Milan. Meritando. La Juve non ha vinto quelle partite solo grazie ai meriti dei giocatori, perchè non si vince col pilota automatico. Ricordiamoci che oltre alle tante difficoltà che si possono incontrare in un primo anno in una Grande, ha avuto anche molti fattori contro. Infortuni su tutti, Camoranesi è l'illustre in primis. Proviamo solo minimamente a pensare cosa avrebbe ottenuto questa Juventus se Mauro German non fosse stato così afflitto dagli infortuni. Non solo Camoranesi, ma l'intera rosa. Poter contare su una scelta ristretta di uomini, come ha dovuto fare in gran parte del campionato, è differente dall'avere la completa e migliore rosa a disposizione. Cosa che tra l'altro è accaduta solo in questo finale di stagione. Sarà un caso che proprio adesso la squadra sta conoscendo il suo migliore momento di risultati e di forma? Meriti, ma anche demeriti, già ampiamente scritti in precedenza da chiunque. Tante partite iniziate male, con formazioni sbagliate in partenza e gestioni di alcuni giocatori che qualche perplessità ce l'hanno lasciata, come Tiago ed Almiron, anche se da contraltare c'è da segnalare che la personalità dei due non sia stata proprio quello dei leoni. Forse con il portoghese si sarebbe potuto insistere di più nel suo vero ruolo, in un centrocampo a tre in cui avrebbe ricoperto un ruolo da trequartista in fase più avanzata, invece del centrale davanti alla difesa. Senza forse, il Mister, per le non troppe chance che ha dato al portoghese, ha insistito sbagliando. Per le poche volte in cui l'ha provato nel ruolo giusto, qualcosa si è visto, come nelle occasioni di Palermo e Napoli. Non un'iradiddio però. L'impressione è che forse esista di meglio, in giro. Demeriti come i punti persi in provincia, che erano assolutamente alla portata di un piccolo sforzo in più rispetto allo squallore di certe partite e di certi primi tempi, occasioni d'oro perse per avvicinare la Roma e anche l'inter, che ha avuto il suo momento di crisi nera. E non ripartiamo con la tiritera:"Siamo una neopromossa, ci avresti mai messo la firma?". No, non si può mettere la firma per vedere punti gettati al vento in quantità di doppia cifra, sopratutto se portare a casa quelle sequenze di tre punti a partita era assolutamente alla nostra portata. Nel calcio non ci si può accontentare e mettere le firme, in particolare se ti chiami Juventus e se chi ti sta davanti inciampa contro l'ultima in classifica e si guarda allo specchio, beccandosi le rimonte ed hanno crisi d'identità. Che serva da lezione per il futuro. Si può sbagliare, tutti gli allenatori hanno diritto di poter riparare l'errore. Anche Trapattoni, Lippi e i più grandi vincenti del mondo hanno commesso i loro grandi errori in carriera, prima e dopo aver vinto. Per ora in questo finale di stagione Ranieri l'ha saputo fare e i risultati parlano a suo favore, visto che l'obiettivo da contratto è stato centrato. Non si può dire il contrario. Al baronetto di Trastevere era stato chiesto l'ingresso in Europa, lui l'ha portato a casa senza particolari patemi. Ha mancato lo scudetto, ma non si può fargliene una grossa colpa e non può essere definitiva fallimentare una stagione. Se la sua Juve, dovesse riuscire addirittura a scalzare la Roma o fosse riuscita addirittura ad arrivare allo scudetto, sarebbe andato oltre le aspettative e avrebbe portato qualcosa in più rispetto al suo reale obiettivo. Se la società esonerasse Ranieri per il mancato scudetto, il Mister avrebbe tutti i diritti di dire:"Ma come, prima a marzo mi chiedi la Uefa e ora mi cacciate che sono in Champions League?".La stagione della Juventus non dipendeva dal successo in una lotta scudetto, non si può affermare il contrario. E' stato un campionato dove la squadra voleva mostrare fin da subito di essere tornata e di saper farsi valere, con l'orgoglio infinito che li ha sempre contraddistinti. Una Juve emozionale che ha steso le altre Grandi, cosa che forse contava più di uno scudetto per quest'anno, perchè doveva mostrare che nonostante la tremenda scossa che abbiamo subito, ci siamo sempre lo stesso a spaventare il resto dell'Italia sportiva. Ebbene, questa Juve, c'è ed ha le basi per tornare ai fasti del passato, forse ancora più di prima, senza più la scusante patetica dei favori arbitrali. Essere una squadra competitiva. Questo bisognava capire in quest'annata. Un altro merito di questa Juve è stato proprio quello di non gettare la spugna dopo certe tramvate arbitrali che stendono la forza di volontà. Al contrario, sono ripartiti a martellare ancora più forte. Si può discutere e ridiscutere sugli errori della squadra e di Ranieri. Si, si può perchè sono errori e nel calcio, anche se sono difficili da mandare giù, si accettano. Ma in chiusura dell'analisi, non dobbiamo scordarci quelli che se definissimo errori arbitrali, probabilmente faremmo un grave torto alla nostra intelligenza. Poco più di 20 punti tolti con quelle malefatte e non stiamo sparando numeri a casaccio (basta rileggere e fare i conti, cosa che noi di Juvenews riproporremo a campionato chiuso). Se gli errori degli allenatori nel calcio ci stanno, gli arbitraggi come minimo scellerati di questo nostro campionato, detti anche "costruzioni malate di menti diaboliche", proprio no. Non esistono i gol annullati senza un perchè, i rigori stranetti negati, i rigori inventati fischiati contro, le gomitate da occhio nero passate liscie, i fuorigiochi chilometrici e i non fuorigioco contro le azioni juventine. Ricordiamocelo. Conclusione e voto finale alla stagione di Ranieri. 7,5. Voto che può diventare 8,5 o 9 nel caso dovesse arrivare il secondo posto. La stagione, da molto buona diventerebbe eccezionale. |
Si può dire che lo spettacolo vero, in catalogna l'abbiamo visto di sabato in quel finale di qualifica memorabile, grazie al padrone di casa e l'uomo di ghiaccio che guida la Rossa. In pratica, i due migliori piloti in circolazione schierati in prima fila, in un ipotetico duello che dura giusto l'attesa per la partenza. Diciamo anche purtroppo, perchè mancano le gare ad alti livelli di Alonso, francamente. La doppietta rossa è una non-novità di questo Gran Premio, quindi stavolta si parla prima di altro. Come appunto, di Fernando, che in qualifica, ma anche nella prima parte di gara ha dimostrato di che pasta sia fatto. Verissimo che ha avuto dei vantaggi avendo il serbatoio abbastanza scarico, ma la prima fila (a meno di un decimo da Kimi, spiccioli), l'ha ottenuta. Se l'è presa con quel catorcio di Renault che oggi è indietrissimo rispetto a Ferrari, Bmw, Mclaren ed è un passo dietro a Toyota e quasi Red Bull. Un pilota normale, una Renault con quel quantitativo di carburante l'avrebbe portata al massimo in quinta posizione. Infilarsi tra la scuderia che sta monopolizzando l'inizio di questo 2008, è cosa da Grandi. E solo uno della stessa levatura e della stessa classe poteva gelarlo in quel momento in cui ha sollevato ed agitato il pugno per esultare, per una parziale pole, come fece una volta Schumacher ad Imola. E nonostante la differenza sostanziale della Renault con le Mclaren, in gara, fin al primo pit stop, l'ex compagno di squadra l'ha tenuto ben dietro, con un distacco anche superiore al secondo. Avrebbe meritato di salire sul podio, perchè nonostante lui abbia in mano un catorcio, in tutto il campionato ha comunque portato a casa prestazioni vigorose e prodigiose, come l'avvio a Melbourne in cui ha rifilato un bello smacco a Ron Dennis o come il secondo giro in Bahrain, con Hamilton che gli è decollato nei posteriori. Invece è stato tradito dal motore, non è stato baciato dalla fortuna al contrario dei tempi Mondiali. L'ultima sua rottura del motore risale al Gp di Monza del 2006. Per i ferraristi, sopratutto quelli presenti all'autodromo (chi vi scrive era tra questi), quel fumo bianco fu accolto quasi come il gol di Grosso contro i tedeschi, per un tifoso di calcio. Oggi spiace un pò non vederlo poter lottare ai vertici. Contro questo Raikkonen e questa Ferrari sarebbe stato un duello straordinario, memorabile. Cavallino Rampante che, alle indicazioni che abbiamo raccolto da questo avvio di campionato, si può insidiare solo in qualifica alleggerendo gli scarichi. Dimostrazione lampante: Kubica in Bahrain e appunto, l'Alonso di sabato. Sennò, la fine è l'altra, vedi la Malesia. Massa e Raikkonen in prima fila e gli altri li becchiamo quasi a 8 decimi di ritardo. Oggi non ce n'era per nessuno, così come tre settimane fa e così come a Pasqua in Malesia. Le due Rosse, prima del terrificante botto di Kovalainen (identica dinamica di Hamilton al Nurburgring l'anno scorso, non è un caso) erano già imprendibili. L'impressione è che dopo la seconda Safety Car non abbiano tirato più di tanto. Più che l'impressione, anzi, è un dato di fatto. Nemmeno in Spagna nessuno è riuscito a tenere il passo di Raikkonen e delle Ferrari. Si sta prospettando il monopolio rosso, come ai tempi di Schumacher. Solo che qui la battaglia potrebbe essere aperta anche a Massa, a cui Kimi in partenza ha sbarrato le serrature, dopo aver bruciato la Renault di Fernando come un birillo. Massa ce la farà? Per ora è lui la speranza di coloro che vogliono divertirsi vedendo la Formula 1 (non come oggi, degno di una camomilla), è da lui che si chiede di attaccare in pista il compango di squadra e tenere aperto il compagno. Altrimenti questo Iceman non lo ferma nessuno. Ad oggi poi le smentite e l'imprevedibilità sono il pane dello sport, F1 inclusa. Attaccare, in pista. Sperando di non vedere le scintille e l'odio che in Mclaren ha dilagato nello scorso campionato. Arma che nell'anno passato è stata la carta per buttare via un Mondiale in cui a due gare dalla fine, si aveva un vantaggio di 17 punti su quello che poi, nel giro di quelle due restanti gare, diventava Campione del Mondo. Invece quel Mondiale per i due alfieri argentati finì nella sabbia di Shangai. Sabbia che, tanto per avvelenare un pò il finale di articolo, ancora consente a certa gente di presentarsi nel paddock oggigiorno, evitando una maxisqualifica che sarebbe stata sacrosanta. Ma nessuno poi avrebbe visto Interlagos 2007 e questo disastroso inizio di stagione. Nessuno, col senno di poi sta rimpiangendo nulla. Ad oggi, poi si vedrà (mani attente ai posti di combattimento). E poi, Juve. C'è poco o nulla da dire. Da quattro partite a questa parte si vince a mani basse (usando il gergo ciclistico, mica quello del pendolino di Mosca), campionato in discesa, dominio netto, gioco spumeggiante, gol a raffica. Come ai vecchi tempi. Si torna ufficialmente in Europa. E sempre ufficialmente (per chi ha voglia di tirarsi una martellata da quelle parti), per la prima volta dal 2005 a questa parte, possiamo dire matematicamente addio alle speranze tricolori. E stato un 5-2 senza discussioni, il primo tempo migliore di tutta la stagione, senza dubbio, la Lazio a cui interessa solo la finale di Coppa Italia non è mai scesa in campo. Senza discussioni, e quindi non le facciamo. Alla prossima. |
Il recupero di Juventus-Parma,a considerazione umanime di quasi tutti, cadeva a fagiuolo in un periodo evitabile, perchè la formazione allenata dall'ombra verticale aveva l'obbligo di portare punti a casa e si sa quanto le sfide delle ultime giornate di campionato contro le piccole siano sempre meglio non averle. Invece il buon Hector Helenio, quello del pugno sul petto, ne combina una peggio dell'altra (tiene fuori Cigarini e Lucarelli..) e il suo Parma non fa paura nemmeno ad una mosca. Non tira, non aggredisce, non corre.. non esiste. E la Juve giustizia senza nemmeno sudare più di tanto, con la grinta da Trofeo Pirelli o da ultimo giorno di scuola. Qualificazione ai preliminari di Coppa dei Campioni ormai in tasca, forse nemmeno 5 suicidi in altrettante 5 restanti partite possono toglierci quell'ingresso. Chiaro che lo diciamo con le mani ai posti di combattimento laddove il sole abitualmente non splende, però ormai si dovrebbe riuscire anche a superare le irrinunciabili scaramanzie. La partita più facile che i bianconeri hanno dovuto affrontare in questo campionato, con uno sforzo quasi minimo, sempre con il pallino del match in mano, con calma e ottima condizione fisica. Trezegol trova la prima rete del 2008 nello stadio Comunale, la più brutta della sua carriera, lo possiamo dire anche se non conta assolutamente niente. Diciamolo anche per regalare una minima soddisfazione a quei quattro beceri che si sono informati della partita vedendo pagina 201 di Televideo: il primo gol della Juve è irregolare, fuorigioco di Trezeguet. Lasciamoli illudere fin da subito così possono credere che senza quel gol il Parma avrebbe potuto vincere e Cobolli è amico di Collina e Gussoni e bla, bla e strabla, Juve cacca alè alè. Becerume a parte, gli spunti della serata di ieri li prendiamo dalla prestazione di Palladino, osservato speciale, novità nell'undici del Mister. Non vogliamo essere ingenerosi con lui, però di buono ieri sera gli abbiamo visto solo il gol, tra l'altro, stupendo, una genialata della lampada, bello per coraggio con cui di testa è andato in anticipo (ha rischiato grosso) e per la legnata di sinistro che si è infilata in rete. Però per il resto, per il fuori ruolo (va detto), Palladino, la prestazione non è andata in controtendenza con quelle delle sue ultime apparizioni di tante settimane fa. Cade sempre in facili, lenti, irritanti e sbagliati leziosismi che vanificano delle azioni che erano nate benissimo e che si sarebbero potute concludere in altrettanto modo, arrotondando ancor di più il risultato finale. E in più, non esulta alla sua rete. E perchè? Per rabbia? Per rivalsa nei confronti di qualcuno? Perchè pensa di averci zittito tutti? Per contestazione? E chi sei, cosa hai fatto? Quando l'umiltà non è proprio di casa. Altre cose da segnalare, la partita di Trezeguet, non solo per il gol, in particolare nel primo tempo lo si è visto partecipare molto di più nel gioco e nella circolazione di palla rispetto a tante altre volte. Del Piero si è risparmiato, al suo fianco. Difesa mai chiamata in causa una volta, bene Nocerino e Camoranesi centrali, felicità per aver rivisto in campo Marchionni dopo l'ennesmo infortunio disgraziato, l'augurio è che possa rimanere qui e potersela giocare con una regolarità che meriterebbe, senz'altro. Non c'è tanto da dire, è stata ordinaria amministrazione. Bello vedere che la tifoseria della curva ha intonato i cori per Claudio Ranieri. I Nostri vanno sostenuti, che a qualcuno piaccia o no. Buffon n.g., Grygera 6, Stendardo 6, Chiellini 6, Molinaro 6, Brazzo 6, Camoranesi 6,5, Nocerino 6, Palladino 6-, Trezeguet 6,5, Del Piero 5,5, Tiago sv, Marchionni sv, Nedved 6. Arbitro Banti 4,5: dopo il gol di Trezeguet da annullare, ricordiamo anche che Couto tira un bel sinistro in faccia a Chiellini. Sarà prova tv, perchè Banti non l'ha visto. L'avesse visto, sarebbe stato calcio di rigore per la Juventus. |
Milano, quella che secondo i tromboni del nord è diventata capitale del calcio a suon di brindisi tra Berlusconi e Moratti, per quanto riguarda la stagione 2007/2008, è stata annichilita dalla Juve. E pensate un pò ad una cosa: l'Inter, dopo averci sbattuto in Serie B e scippato di Ibra e Vieira (che, precisiamo, nessuno rimpiange) e gli scudetti, due anni dopo non è riuscita ancora a battere Madama, come sempre, umiliati; il Milan, stracampione d'Europa (con pieni meriti, per carità, non siamo quelli che parlano di "Trofei dell'Amicizia") che però un suo terzo ritorno in Serie B non l'avrebbe demeritato, oggi in classifica ci è ampiamente dietro e rischia pure di uscire dalla Coppa Uefa. Un'altra vittoria che va aldilà del significato calcistico e dei tre punti. Milano è bianconera, se ancora non lo si sapeva. L'ennesimo sabato sera di gala è terminato 3-2, ma sarebbe meglio dire 4-2, vista la rete da centrocampo a tempo scaduto di Sua Maestà Alex, che se fosse stata convalidata sarebbe suonata come l'umiliazione definitiva per il Milan. Vabbè. Enplein segnato lo stesso, tre vittorie su tre contro le altre tre grandi. Stavolta con la partita più emozionante delle tre, in rimonta, a differenza delle due vittorie in discesa contro inter e Roma. Partita molto nervosa e spezzettata, Juve che compensa in parte la vittoria buttata via un girone fa, colpendo sempre con concretezza al momento giusto, contro una squadra che ha senz'altro più mentalità ed esperienza rispetto alle due capoclassifica. Il confronto tra le sfide tra andata e ritorno contro le altre tre grandi, mostra quanto, almeno nelle grandi sfide, sia maturata la Juve. Chiudere il primo tempo con il gol del 2-2 è stato importantissimo per il morale, altrimenti sarebbe stato molto più duro uscire con i tre punti cominciando il secondo tempo in svantaggio. Il Milan, sopratutto nel primo tempo, dimostra di essere in un buono stato di forma, probabilmente dovuto all'assenza della preparazione in vista della Coppa dei Campioni. Squadra comunque pericolosissima, con ancora certi nomi molto stuzzicanti e temibili. In un certo senso questa sfida può essere stata ancora più dura rispetto alle vittorie contro Inter e Roma, che contro di noi si sono presentate con una condizione fisica non del tutto brillante e senza scalciare come cavalli dopati. Però va detto che sono riusciti a segnare le due loro reti grazie a dei regali della nostra difesa, sopratutto dalla fascia destra di Grygera. Lodevoli i fanatici di Pippo Inzaghi, che si esaltano per il senso del gol, il rapinatore d'area, il satanasso del gol e via canzonan dicendo, per due gol a porta vuota. Quando trionfa l'ipocrisia non ce n'è proprio per nessuno. Meglio, molto meglio inchinarsi a Re Alex, autore della prima gemma, trascinatore in forma Mundial, di nazionale ci pare pure stupido parlarne, va pure ad umiliare il Grande Maldini in occasione dell'azione che porta al 2-2 del Brazzo Salihamidzic, il nuovo Di Livio, il nostro Soldatino Jolly che ovunque lo metti, da qualche garanzia. E poi, abbiamo visto il miglior Camoranesi della stagione, sempre a farli e farci impazzire con le sue giocate e serpentine imprevedibili e imprendibili ,autore dei tre cross che valgono le tre pere al Diavolo. Si direbbe, giù il cappello.E dulcis in fundo, quella bestia di Momo, che oramai ci ha esaurito tutti gli appellativi. Notiamo una cosa più o meno tecnico-tattica. Ieri sera, altra sua monumentale prestazione, con affianco Tiago. Quando invece affianco ha avuto Nocerino, pure Momo ha balbettato un pochetto. Sarà magari un segno che Tiago non è così scarso? E delle parole dei compagni, anche quello un caso? Ieri sera, a mio parere, Ranieri l'unico errore in mezzo alle mosse azzeccate (come il Brazzo al posto di Pavel, in altri tempo vedevamo Palladino e ho detto tutto), è stata la posizione del portoghese, che è stato schierato nel 4-4-2 davanti alla difesa, modulo e posizione in cui non si è mai trovato bene in questa stagione e non si troverà mai, semplicemente perchè fuori ruolo. Tiago deve giocare più avanzato, quasi trequartista, in un centrocampo a tre: in questa stagione l'ha fatto in due scorci di partite, Palermo e Napoli. Le due sue migliori prestazioni in bianconero. Che sarà mai un caso? La prestazione del portoghese, non è stata poi del tutto negativa. Si infila in qualche azione, anche se comunque non guadagna la sufficienza. Ma con attenuanti validi. Non invece per Trezeguet, anche se comunque l'unica occasione che ha avuto ha propiziato il pareggio di Salihamidizic. Ma è sembrato più un fantasma ieri sera. Per la serie, inferiorità numerica. Un'inferiorità numerica che poi il Milan si è cercato da solo, rovinando e compromettendo la sua partita, con l'intervento di Bonera, degno del codice penale e di almeno 7 giornate di squalifica minimo, che avrebbe potuto tranciare la carriera di Sissoko. Siamo in Italia. Ma un appunto però ci vuole: ora siamo desiderosi di sentire l'uomo che ha sputtanato la sua immagine a Marsiglia, chiedere la tutela dei giocatori sugli interventi duri, come fece (giustamente) quando il suo Kaka le prendeva. Salvo sorprese, nessuno dei (suoi) giornalisti glielò chiederà e lui non ci penserà un attimo a scrivere minimo due righe di comunicato stampa. Meglio reclamare, reclamare e reclamare, come i loro cuginastri, per il fallo su Grygera che, se vogliamo dirla tutta, andava punito,sì, con il calcio di rigore, perchè il fallo di Maldini (più che spalla contro spalla è una spinta vera e propria, si possono dare anche i falli contro Maldini nel calcio, non pare ci sia una legge scritta) avviene dentro l'area. Forse sarebbe meglio pensare al loro presepe difensivo, macchè. Pensassero che nel secondo tempo non hanno fatto un tiro un porta, pensassero che hanno segnato due gol da noi regalati e non di più. No. Meglio rosicare alla grande, come specialità delle due milanesi quando si perde, anche se a differenza degli interisti, almeno i milanisti (la maggioranza, almeno, becerume a parte) su questo aspetto sono meno continui, a differenza dell'interista medio che piange e prova livore pure quando si vince. A proposito di interismo e interisti, visto che ormai l'argomento da Bar lo abbiamo centrato in pieno:loro erano quelli che, come sempre, prima degli Juve-Milan, dicono apertamente di sperare nello 0-0 stranoioso. Gli è proprio andata di lusso, dovendo purtroppo per loro assistere ad una delle partite più emozionanti della stagione. Chapeau. Attaccatevi al Brazzo, va. Ultima stilettata agli irriducibili antiRanieri: ok gli errori che ha commesso, (che tutti nel mondo fanno, pure Lippi) ma almeno un minimo Grazie ed un, anche se ridotto, merito, glielo vogliamo dare, al suo primo anno da Juventus, o no? Buffon 6,5, Grygera 5,5, Legrottaglie 5,5, Chiellini 5,5, Molinaro 5,5, Camoranesi 7,5, Sissoko 7,5, Tiago 5, Brazzo 10, Trezeguet 5,5, Re Alex 8, Stendardo 6,5, Iaquinta s.v., Nocerino 5: solo per quel fallo inutile al 94° che ha buttato tutto il Milan in avanti, fosse finita in gol? Arbitro 6 TUTTI I VIDEO, CLICCA QUI |
Post n°933 pubblicato il 09 Aprile 2008 da juvefc1897
E' finita anche per la Roma, mancava solamente l'ufficialità dei 90 minuti dell'inviolabile Old Trafford. Onore comunque a loro che ci hanno creduto nel teatro dei sogni, laddove nessuno nella storia è mai riuscito ad espugnarli oltre lo 0-1 (parentesi storica, la Juve fu la prima italiana della storia a vincerci, con un rigore di Del Piero,nel 1996 poco prima di sbarcare a Tokyo). Tre italiane (va là, stavolta inseriamo pure la colonia sudamericana interista) spazzate via dalle inglesi su tre nelle doppie sfide della fase finale. E' eloquente la disfatta dei club nostrani da un dato inequivocabile. 6 partite tra andate e ritorni, zero gol segnati, otto subiti. Inghilterra 8-0 Italia detto in soldoni. Un'italiana, il Milan, fuori perchè ormai non ne aveva più e il ciclo era chiuso, le altre due, Inter e Roma, perchè non sono ancora state in grado di impostare e capire come si gioca il calcio nel Torneo dalle Orecchie grosse. Una (l'inter) sono più di 40 anni che non lo capisce, l'altra (la Roma) alla fine ha un'esperienza abbastanza giovane in Champions. Meglio dei nerazzurri ha comunque saputo fare. Non era però un'impresa. La Roma è andata fuori dall'Europa al 90% per colpa della sua tremenda mancanza di concretezza e solidità, perchè la loro qualità di gioco non è poi così inferiore allo squadrone di Ferguson . Di occasioni d'oro, nell'andata dell'Olimpico ne hanno create e avute in ottima quantità. Sono state sprecate e il Manchester nelle prime due che ha creato, ha giustiziato e pure alla grande. Differenze di esperienza che fanno la differenza. Come dire, 22 anni da allenatore del Manchester United, Ferguson, contro l'ancora giovane Spalletti. Il Grande Maestro e un allievo che tanto ha ancora da imparare, prima di tutto, la concretezza, come stasera, quando De Rossi vicinissimo al farfallone Van Der Sar ha tentato il colpo di tacco, dopo aver calciato alle stelle un calcio di rigore che è atterrato 20 minuti dopo a Londra. Un penalty che avrebbe cambiato, perchè no, la questione qualificazione, creando quella pressione agli inglesi che invece non hanno avuto, basti pensare a Cristiano Ronaldo tenuto in panca, ovvero, il gioiello ad oggi numero uno al mondo, forse. Ma il rigore di Daniele De Rossi è l'emblema dell'eliminazione della Roma dalla Coppa dei Campioni e della quantità industriale di occasioni che sono state buttate al vento. E non è un discorso di Totti o mica Totti, perchè in Europa non ha mai saputo incidere più di tanto, lo dicono i numeri e i fatti. La Roma ne esce con una prestazione dignitosa, vero. Stesse parole che si dissero dopo l'1-0 del girone di qualificazione, ma con ancora occasioni sprecate, come Esposito con due terzi di specchio libero di porta a tempo quasi scaduto. Bisogna prendere ad esempio quel che è stato il Milan dell'anno scorso e quel che fu capace di combinare in semifinale contro i Red Devils. Due gol ad Old Trafford (quelli che sarebbero serviti ai giallorossi per andare ai supplementari) e il 3-0 nel ritorno a San Siro. Sacrosanto. Ad oggi, c'è solo da inchinarci alle squadre inglesi, che però, in nazionale scelgono un cittì italiano. Strano il calcio, no? |
Se li sono bevuti, senza pietà. Non stiamo parlando del succo di acqua di rose che viene sostituito allo Champagne per la festa del podio. Ma delle due Ferrari, di Kimi e Felipe e della F2008. Così sono incontrastabili, se non in qualifica dove si possono alterare le prestazioni con i vari quantitativi di carburante, come spesso ha fatto la Bmw, senza però toglierne meriti al team tedesco. Massa ha corso perfettamente, cambiando completamente registro dopo i disastri in Australia e Malesia. Ultima sua dichiarazione risale alla corsa malese, una dichiarazione anche con tanti errori, come in pista, ovvero "io non devo dimostrare nulla a nessuno". Sbagliato. Non lo ammetterà, ma ha capito fin da subito. E così ci piace. Velocissimo in qualifica, imprendibile in gara, fin dallo scatto del via, dove l'ottimo Kubica viene letteralmente bruciato. Eppoi, chi lo ha più beccato. Ritmo indemoniato di gara e primo alla bandiera scacchi. Chapeau. Ma la grande forza di questa Ferrari l'abbiamo vista dalla prestazione di Raikkonen nei primi tre giri. Al via il finlandese è stato protagonista di uno spettacolare duello a ruote fumanti con Kovalainen, risoltosi in più di tre curve. Alla prima curva della terza tornata, poi, infila all'esterno Kubica. Sorpasso bellissimo, esaltante inizio di gara. Da fenomeno. Da applauso scrosciante. Il dominio che le Rosse hanno impresso ieri si dovrebbe sintetizzare con la rivisitazione dei primi tre giri. Massa da secondo è primo in un niente, Raikkonen si prende di forza la seconda posizione, dopo essere partito solo quarto, in un circuito che lui non ha mai capito bene e non ha mai amato. Felipe adesso dovrà cominciare a fare filotto con queste prestazioni, perchè questa dev'essere la svolta definitiva per lui. Ci saranno esami molto più difficili per lui, magari negli altri circuiti, quasi tutti, dove Raikkonen riesce a trovare più feeling.E' la centesima vittoria di Luca Cordero di Montezemolo da presidente. E' una vittoria che in parte è anche merito del presidente del Cavallino, perchè subito dopo la Malesia, ha rincuorato Massa e dopo l'Australia l'intera squadra. "Siamo i migliori di tutti", sempre un concetto ripetuto con convinzione, anche nei momenti più duri, in cui Felipe è stato già dato come sicuro partente e sostituito da Alonso, Kubica o Vettel. Felipe ha ancora tutto da dimostrare, è in grado di essere un buon pilota degno della Ferrari. E' il nostro augurio. Non c'è nulla da fare. Presidenti che sanno dare morale ad una scuderia come Montezemolo, non ce ne sono. E' stata la gara dell'affermazione delle due BMW di Kubica ed Heidfeld e la continua crescita di stagione in stagione, si sta verificando anche quest'anno. Ieri le abbiamo viste nettamente superiori alle Mclaren. Quella di Kovalainen, ma sopratutto, quella di Hamilton, autore forse della gara peggiore della sua carriera in Formula 1. Sbaglia tutto. Senza il tc, canna in pieno la partenza e rimane impiantato, per poi partire. Sbaglia a premere i bottoni, come in Brasile. E poi sperona proprio Alonso, nei posteriori, compromettendo definitivamente tutta la sua gara, finendo in fondo al gruppo, come nello scorso Gp del Brasile. Solo che ieri non è nemmeno riuscito ad imprimere un ritmo tale da poter recuperare posizioni su Toyota, Red Bull, Renault e via dicendo. Anzi, degenera pure quando passa, con fatica, Fisichella e Sato sul rettilineo. Li manda al bel paese, con la solita vena d'arroganza, pari al suo grande talento. Come se Force India e Super Aguri si dovessero trasformare in zerbini con quattro ruote. La Mclaren attualmente è inferiore alla Ferrari non solo come velocità, ma pure come piloti. Hamilton non ha per niente cominciato bene questo campionato: ha vinto in Australia, ma è stato l'unico pilota del trenino che non ha avuto problemi ed intoppi nelle strategie, potendo portare un andamento piuttosto regolare. In Malesia, anche grazie alla squadra disastrosa nel pit stop, non è però riuscito a passare la Toyota di Jarno Trulli. E in Bahrain, come detto, non ha fatto punti. Sembra veramente passato un secolo dal Gran Premio di Melbourne. Salvo soprese, queste potrebbero essere le gerarchie del Mondiale. Magari, con un inedito duello rosso là davanti. JUVE, PARTITA STREGATA Possesso palla, statistiche in sovraimpressione prima del 3-2. 70% Juventus, 30% Palermo. E' stata l'immagine emblema della nostra stagione in provincia, mettiamoci forse il cuore in pace. Partita fotocopia a tante che si sono viste quest'anno, nella sostanza. L'andamento del match, però, è stato davvero pazzesco. Ma il calcio è un gioco talmente del piffero, che tali finali sono leggi, non scritte, ma frequenti. Succede quando una partita è così stregata e sbagliata dal principio, ahinoi, come sempre in questa stagione. Il Mister, purtroppo, sbaglia la formazione iniziale, schiera un Nocerino impresentabile, rispunta Camoranesi sulla fascia invece che centrale (grande contro l'inter). Dettaglio a scupolo cronistico: la Juve nel primo tempo non ha giocato. Dov'è la novità? Ranieri ad Italia 1, su domanda di Brandi, nega i primi tempi inesistenti della Juventus. Spiace, ma così si nega l'evidenza. Er baronetto de Trastevere ha poi il merito di sistemare meglio la squadra nel secondo tempo, con un centrocampo a tre e un indomito Tiago che per la seconda volta su due, nel ruolo che predilige, ha fatto il suo dovere. Sarà mica un caso? Come non è un caso che il primo tempo sia stato insipido e brutto e il secondo di ottimo calcio. A cui si aggunge anche una notevole iella. Va detto. Perchè la partita sarebbe stata sicuramente diversa se il nostro Pavel non avesse preso quella craniata, avrebbe dato sicuramente quel qualcosa in più che ci è mancato nel finale, visto un Vincenzo che purtroppo non è pervenuto. Juve che ha sbagliato molto là davanti, con Trezeguet (momento difficile il suo), ma anche qui non ha goduto della dea bendata, perchè per questione di millimetri Alex non ha onorato la sua presenza da numero 1 assoluto con una tripletta che avrebbe invece meritato, dopo aver trascinato la Juve insieme a Sissoko, ufficialmente più che una belva. Intoccabile. Del Piero, Sissoko, Tiago. Salviamo questi tre, bocciamo tutti gli altri. Camoranesi non ne azzecca una e avrebbe meritato l'espulsione in più d'una occasione. I tre gol del Palermo, suonano tanto come i regali della Domenica. Per carità, stupendo lo stile Del Piero di Amauri. Ma la difesa? Il secondo gol di Amauri, poi, è un concorso di colpa. Grygera umiliato sulla sinistra, Chiellini, nonostante sia un armadio rimane impalato, stacco di testa a centro area di Amauri, molto centrale e parabile, Gigi non è reattivo, ed è gol. Il terzo è un 6 al Superenalotto, traiettoria casuale e non cercata, quasi a flipper, alla cieca senza mirino, senza obiettivo. Gigi rimane fermo. Il tiro di Cassani è imparabile, però anche qui la reattività del nostro numero uno lascia dubbi, perchè solitamente lui tenta il tuffo. Invece non ci ha nemmeno provato. E' evidente che non sia in forma e che i guai alla schiena ne hanno condizionato la sua partita. Ma ci può stare che Gigi, per una volta su 200, non azzecchi le partite. E' una partita stregata in tutto, anche dal classico fattore arbitrale. Rigore netto su Camoranesi, buttato giù in area. Niente. Del Piero fermato solo davanti a Fontana per un fuorigioco che non c'è. I giocatori del Palermo, Tedesco in particolare, fanno a gara a chi fa più perdere tempo alla Juve, con i falli di svenimento e il finto fair-play che è diventato legge. Vince il Palermo, quindi. Tre tiri in porta, tre gol. Tanta, ma tanta sofferenza, tantochè sul 2-2 battevano i denti dai brividi. Succede che Del Piero prenda il palo interno su una traiettoria studiata e mirata, come Legrottaglie sul 2-1. Succede che Cassani faccia tombola. Ma come detto, emblema di questa Juve sono alcune statistiche impietose, che non vengono coperte dalla sfiga, dalla maledizione e dagli arbitraggi. 24 tiri totali, 2 gol. Possesso palla 70% a 30% fino al 3-2. Punti buttati via e arrivederci sogni di gloria. Ormai, visto che il discorso scudetto non ha ragione di esistere, non ci resta che sperare che questo possa magari diventare un baratto della sorte in vista della grande sfida, come dopo Empoli. Ci rimane questo.. Buffon 5, Grygera 5, Legrottaglie 5,5, Chiellini 5,5, Molinaro 5,5, Camoranesi 5, Nocerino 4,5, Tiago 6+, Sissoko 7,5, Del Piero 7,5, Trezeguet 5, Iaquinta 5. Arbitro 5 |
Continua la rassegna mondana dei Palloni d'Oro, Fifa World Player e dei del calcio per gettare tutti insieme cacca a profusione su Luciano Moggi, reo di non avergli dato chissà per quale motivo l'oppotunità di vestire bianconero, oltre al fatto di avere due ferri da stiro al posto dei piedi. Dopo Grabbi e Fresi (come direbbe Maurizietto Mosca, chi??), tocca al Romario del Salento, Fabrizio Miccoli. Nel suo interrogatorio di ieri, il quattro volte Pallone d'Oro ed ora monumento dell'attacco di Donadoni in vista degli Europei (e a proposito, il Barcelona ha proposto al Palermo uno scambio niente popodimenochè con Ronaldinho), dichiara che quel cattivone di Moggi gli proibiva perfino di indossare gli orecchini. Ma giustamente, quei mafiosi della Juve (va di moda e magari gli antijuventini che leggessero queste righe troverebbero uno svago per la giornata), avrebbero dovuto mandare a farsi benedire 109 anni di stile ed eleganza, per assecondare le esigenze di un tamarro (scusate il termine, ma ci vuole) e per giunta, scarso. E c'è stata gente che in quest'estate si stracciava le vesti per la sua cessione. Ma il culmine lo raggiunge in un'altra sua deposizione. Moggi gli impedì di festeggiare lo scudetto. Personalmente ci siamo appena accorti che Miccoli sia diventato, un giorno, Campione d'Italia. Nella Juventus, per sbaglio, militò per una sola stagione: 2003-2004. La formazione bianconera arrivò terza in campionato, dietro ad un grande Milan con un passo record e alla Roma. Fu l'ultimo anno del secondo ciclo di Marcello Lippi in panchina. Nel 2004-2005 militò in viola, dal quale dichiarò di godere per la sconfitta della Juve contro il Liverpool ai quarti di Coppa dei Campioni. Nelle due stagioni seguenti lo ritroviamo con la maglia del Benfica. E ora, è al Palermo, appunto. Ora ci chiediamo: Capello, non più tardi di qualche giorno fa, ha suscitato clamore per dei "Non ricordo..". Perchè Fabrizio Miccoli non viene querelato per FALSA TESTIMONIANZA, dopo aver raccontato di una festa tricolore che non c'è mai stata? |
Ah, quante ce ne sarebbero da dire, caro presidente (che non decide, che non firma, che non conta ma fa ridere, gli altri) Gigli Cobolli. A partire dagli scudetti scuciti senza alcun motivo, senza alcuna reazione, senza alcuna difesa. A consiglio di Fabio Vocalelli. Per non parlare del trofeo dello scudetto, quello nostro, quello dei 91 punti, quello di uno degli Inter-Juve 1-2, quello delle 9 vittorie nelle prime 9 partite, il ventinovesimo, proprio quello lì. Quella coppa diventata da oro in cartone e tu, caro Cobolli Gigli , lì, in piedi ad applaudire il passaggio di consegne verso il nemico numero uno. Non ricordiamo le minacce col vocione di Braccobaldo di andare al Tar, poi sciolte come neve al sole davanti al Gabibbo (ex, ma ancora attualissimo) dipendente di Moratti, a Roma. Che poi abbiamo pure fatto entrare nell'Ifil, dopo il massacro. Lui, che ha accettato la serie B, per la prima volta nella storia della Juventus e di conseguenza ammettendo colpe anche ancora nessuno di questo Mondo è riuscito a provare, autorizzando l'italietta dei rosiconi e dei piangina ad incollarci un'etichetta che invece è una loro esclusiva (lo dicono i fatti). Anzi,"scusaci, intero calcio italiano per il danno che abbiamo procurato!". Parole non mie. Lui, che ci indica come esempio morale Giacinto Facchetti, icona nerazzurra e non un Gaetano Scirea,un Giampiero Boniperti, un Avvocato o un Del Piero o i tanti altri che abbiamo avuto per il nostro Stile Juve. No, seguiamo l'esempio del numero tre nerazzurro che purtroppo, le sue belle telefonatine le faceva. Lui, che affermava che quelle giornate in Serie B erano un sogno.Uno che, in fondo, il campionato di Serie B non l'avevamo ancora vinto, ci mancava. Ah, quante ce ne sarebbero da dire su Cobollone, che da oggi dall'alto dei suoi disastri è in grado anche di assegnare patenti di juventinità a gente che a differenza sua, ha vissuto l'estate più triste di sempre, sportivamente parlando, con le lacrime agli occhi, dopo anni, chilometri, sudore, cuore e passione, di tifo bianconero. Di Serie A. E non abbiamo nemmeno voglia di andare oltre, per delle dichiarazioni rilasciate nel periodo della stagione più importante e decisivo, in cui una squadra e i suoi tifosi si devono unire. Ed invece, ecco che ci pensa il presidente (o presunto tale) a dividerli ancora di più. Stile Lotito. Noi di serie C. Ok, grazie sua Eccellenza.. |
La giornata di campionato di ieri, pur nonostante la Signora non abbia giocato, continua ad esserci pienamente favorevole. Sia indietro, sia avanti. E non è la prima volta che l'intero lotto di grandi gioca a nostro favore, perdendo e pareggiando quà e là. Segno che per gli altri sta incombendo n periodo, diciamo così, non del tutto favorevole. L'Inter pare vivere una tremenda agonia, con un gruppo semispaccato, con un allenatore (o presunto tale, in attesa di patentino) che deve vivere e convivere quotidianamente con quelle che paiono molto più che voci su Mourinho, con una condizione fisica della squadra decisamente critica, che sta azzoppando l'intero ambiente,anche psicologicamente (la gara contro la Lazio l'abbiamo vista tutti, no?). L'Inter delle ultime settimane, anzi, mesi, non ingrana più e forse non fa più paura a nessuno, ad oggi. E c'è un calendario tutt'altro che morbido però. A quattro punti dai Cartoni d'Italia abbiamo la Roma, che sarebbe una rivale molto più accreditabile se magari, nelle partite che contano per fare classifica, non giocasse specchiandosi in campo. La partita di Cagliari rappresenta in toto l'ennesima occasione sprecata di infliggere un pesantissimo colpo. Emblema l'immagine di quel colpo di tacco di Aquilani a tu per tu con i tre legni che delimitano la porta. Ha cercato il colpo delizioso, ma ha tralasciato una materia prima del calcio: la concretezza. Tanto è mancata alla Roma, quando serve. Ora la Roma avrà anche di mezzo il pesantissimo impegno di Coppa dei Campioni a Manchester, che dovrà per forza portare vie energie fisiche e psicofisiche alla squadra di Spalletti. Non tralasciando la Coppa Italia. Un pò di numeri. Per quelle che ad oggi sono le prime due della classe, le partite da qui alla fine del campionato, sono 7. Per la Juve, sono 8. -11 dall'Inter, -7 dalla Roma. Ma una partita in meno. Un rinvio che comunque potrà giovare ai bianconeri e alle condizioni fisiche di qualche pedina importante, uno su tutti, Gigi Buffon per i motivi che ben conosciamo tutti. Contiamo anche un altro fattore, molto importante: abbiamo un vantaggio negli scontri diretti sia sui giallorossi, sia sui nerazzurri. Ciò significa che in caso di arrivo a pari punti, saremmo noi ad avere la meglio. La Juventus, dopo la storica vittoria al Meazza, ha il morale alto e il gruppo è molto compatto. Nessuno pare si sia montato la testa, a differenza dei 6 punti contro Udinese e Roma. Dopo la vittoria attesa 2 anni, SuperGigi ha subito mandato la scossa al gruppo, guai a perdere la concentrazione. E Buffon è Buffon, non uno qualunque, uno che basta lo sguardo per mettere all'attenti l'intero reparto difensivo. Si può ancora guardare avanti, si deve guardare avanti. La Roma ha sempre creduto nella rimonta sull'Inter anche a -10 (minimo), perchè non potremmo farlo noi, sopratutto con la possibilità ghiotta che la prima e la seconda possano perdere grossi punti per strada. Sarebbe un errore non crederci, perchè altrimenti, dove sarebbe finito il grande carattere di questa squadra? Vanno messi sotto pressione quelli che ci sono davanti a noi, sopratutto in momenti così critici ,come quello dell'inter, che storicamente dinanzi alla grande sofferenza e alla grande difficoltà, crolla a picco. Una pressione che dobbiamo trasmettere segnando una svolta importante, cominciando a rimediare agli errori fatti in precedenza che sono costati punti, cominciando a costruire un filotto di vittorie che è possibile ottenere. In fondo, corsi e ricorsi, oltre che a ricordare che tanti sono gli esempi di rimonte clamorose, ricordiamo qualche frangente del magico scudetto 2001/2002. Il ritardo è lo stesso, gli errori di Lippi ci furono, lo scetticismo tra i tifosi era palpabile. Ma l'orgoglio di quella Juve (non poi così tanto diversa da quella attuale nel confronto tecnico) e la convinzione mai persa, portò a quella memorabile rimonta che ha scritto la storia del calcio ed una lezione per tutti. Rimediando agli errori e ai punti persi, che anche in quella stagione furono a buon numero. Come non ricordare le 6 partite consecutive senza vincere, come non ricordare le brutte partite contro le Grandi, contro cui ottenemmo una sola vittoria, per giunta solamente grazie ad una clamorosa autorete di Chamot. Quella Juve fu grande in provincia e in difficoltà con le Grandi, oggi pare il contrario. Non è ancora troppo tardi per rimediare. Crederci, crederci e ricrederci. Il destino bianconero, proprio come in quella stagione, lo capiremo dopo la sfida contro il Milan, ancora affamato di punti per andare in Coppa dei Campioni. Se la Juve, a quella sfida, riuscirà ad uscirne con qualche punto rosicchiata ad Inter e Roma, lo scudetto potrebbe diventare tutt'altro che un'utopia stavolta. Forza Juve, credo in te. In fondo, che senso avrebbe, ad oggi, esprimere scetticismo verso la squadra, se non a martellarsi i santissimi? |
Nel minestrone di ipocrisia andata ieri in scena nelle trasmissioni sportive, si è meno male riusciti anche a svoltare pagina al calcio giocato. L'assenza della Domenica Sportiva costringe il calciofilo a ripiegare solo su Controcampo Diritto di Replica (c'era la squadra del padrone che le ha prese e pure di brutto, non possiamo non vedere la trasmissione in tale occasione..), condotto da Alberto Brandi. Ospite particolare della serata di ieri sera, era Pietro Sermonti. Per chi non lo conoscesse, è un noto attore, protagonista, tra i film in cui ha partecipato, nella fiction "Un medico in famiglia". Ma in particolare, è nipote di Sussanna Agnelli, ovvero, sorella dell'Avvocato. L'attore, tifoso bianconero, è stato grande protagonista della puntata di ieri sera. Inanzitutto, esordisce dicendo che si era recato allo stadio Comunale, nel pomeriggio di Juve-Parma. Entrava nello stadio mentre la gente usciva. Sermonti poi dichiara di aver militato nella primavera della Juve anni fa e di avere come idolo un certo Michel Platini e di essere andato apposta per lui in pellegrinaggio nella sua terra Natale, per calciare le punizioni. Parentesi doverosa a proposito di Le Roi. Già in un'intervista a Sorrisi e Canzoni disse:«Tokyo, 8 dicembre 1985, finale di Coppa Intercontinentale. Juventus contro Argentinos Junior. Quel giorno un arbitro demente ha annullato a Platini il più bel gol della storia». Si torna a parlare di campionato, poi. Brandi lo interpella sulla classifica della Juventus. Risposta:"Ma quale scudetto,mi basta il 4' posto,dall'inizio del campionato guardo la 5' posizione.Potremmo sperare in un secondo posto ma il primo non esiste proprio,manco il secondo ma sperare è piu' lecito...". Solo un assaggio a quel che accade poco dopo. L'esplosione. Alberto Brandi gli ricorda che nella storia del calcio di esempi di grandi rimonte, ce ne sono stati. Sul palco della trasmissione, è presente Simone Inzaghi. Sermonti allora ne esce così:"Io a Simone l'ho abbracciato prima della trasmissione e poi lo ringrazio ancora. E' un santo. Ho un gatto a casa, l'ho chiamato 5maggio". Conseguente gragnola di fischi nei confronti del "gobbo tipico fastidioso e odioso" (come lo definisce Mosca). Alberto Brandi, divertito dal momento, devia il discorso verso quel che è successo una settimana fa, nella storica vittoria del Meazza. Chiede a Pietro Sermonti come ha vissuto la serata. "Inizialmente ero tra quei tifosi che tenevano il profilo basso per questa partita. Ma il gol di Camo in fuorigioco mi ha fatto godere tantissimo. E' stata la Pasqua più bella della mia vita". Sorriso a 32 denti. Gli chiedono chi preferisca nel duello Inter-Roma per lo scudetto::"vivo a Trastevere,io provo a dirmelo allo specchio da solo che se vince la Roma è meglio ma non ci credo nemmeno io.Se l'inter perdesse uno scudetto cosi in effetti sarebbe bello.,però si tratterebbe di non dormire per 2 mesi.Non lo so,è l'anno di B che c'ha fatto male..." Più tardi viene mostrato un frame del film che uscirà venerdi' con Claudio Bisio (tifoso del Milan) che racconta la trama,che parla di calcetto ed amori,poi aggiunge che non si spiega il motivo del calcetto al giovedi',ma subito fa chiarezza:il giovedi' perche' è prima del week-end e poi martedi' e mercoledi' c'è la champions,per forza il giovedi'. Ultima nota. Alberto Brandi si rivolge a Sermonti, definendolo un tifoso davvero tremendo. "Io amo la Juve, la amo..", replicherà.. Questo, per la cronaca. Non male, però.. |
Dalla festa alla rabbia, ancora. Scrivo in anticipo, rispetto alle solite domeniche del Comunale. Scrivo con un umore nerissimo, dopo circa 300 km buttati all'aria. Solitamente, la domenica in queste ore dopo il Comunale, la passo in tangenziale, nel viaggio di ritorno, con la radio accesa per ascoltare i commenti dagli spogliatoi e la moviola, storica, di Filppo Grassia di Radio1. Invece oggi, c'erano da ascoltare le partite, ma quelle degli altri. Una sensazione veramente squallida, con il sole ancora bello battente, altroche il solito tramonto delle cinque alle sei. Doveva essere il giorno della festa, scrivevo. Lo era, perchè c'era da festeggiare Re Alessandro Del Piero, il primo in tutto e per tutto, presenze e gol. C'era da portare entusiasmo alla squadra per lo sprint finale, dopo la storica vittoria al Meazza. Invece la sensazione è stata quasi la stessa provata un girone fa, per un gol annullato per chissà quale motivo a Vincenzo Iaquinta. Un urlo, una gioia, una festa strozzata sul più bello. Io di km ne ho fatti quasi 300, ma penso anche a coloro che vengono e organizzano addirittura dal Sud Italia, ai genitori che per la prima volta volevano portare a vedere dal vivo Del Piero, Buffon e compagni. Un sacrificio buttato via e tanta rabbia, per una Domenica (giorno di riposo dopo una strenua settimana di lavoro) sprecata. Ve lo possiamo dire, mettendoci una mano sul fuoco: la stragrande maggioranza dei tifosi che oggi hanno dovuto lasciare il Comunale, pensava la stessa cosa. Ovvero, è stata una decisione ingiusta, quella di rinviare il match. Ci spiace per la morte del ragazzo e rivolgiamo le nostre condoglianze. Però, qualcuno ci dovrebbe spiegare (come nella morte di Sandri) quale sia il nesso tra una fatalità come questa ed una partita di calcio. Con questo discorso, nessuno vuole mancare di rispetto verso le vittime di questa tragedia. Ci mancherebbe. Ma Matteo non è morto in un contesto calcistico, ma per una tragedia che accade purtroppo spesso nella vita quotidiana, giornalmente. Fa sensazione perchè stavolta il morto indossa una sciarpa della propria squadra del cuore al collo? Di tifosi sportivi al mondo ne esistono milioni e milioni e ne muoiono giornalmente, per diversi motivi. E allora che dovremmo fare, sospendere tutto per sempre? |
altri video su http://www.juvenews.net/ Ma non finisce qui. Ecco più di 20 foto a grande definizione, usabili anche come sfondo, che immortalano i momenti migliori dei gol vissuti a Diretta Stadio. La faccia funeraria di Elio Corno, gli urli di Claudio Zuliani, il balletto di Pietruzzo Anastasi, il piagnone Filippo Tramontana. Per ogni immagine, clic destro e "Salva con Nome". Consigliato. Come minimo. |
Kimi, così si guida! Pasqua indimenticabile, pure per la Ferrari. Una settimana dal disastro di Melborne, sette giorni che capolvolgono in toto le preoccupazioni e il pessimismo attorno al team di Maranello. Sette giorni, segno di una grande squadra. Come nei sette giorni tra il disastro del Fuji e il campionato riaperto a Shanghai. Se c'era una cosa che a giudizio umanime era stata salvata dalla trasferta australiana, era la velocità della Rossa, che consentiva all'ottimismo. Le qualifiche hanno visto fin da subito uno stradominio netto di Felipe Massa, più forte di 5 decimi rispetto a Kimi, mezzo secondo ed un giro di carburante come differenza. Ad un secondo le Mclaren, ma, a sorpresa, visto l'andazzo dello scorso anno, i giudici prendono la decisione, clamorosa ma sacrosanta, di punire Hamilton e Kovalainen. Eppure l'anno scorso l'inglesino aveva perso la misura delle regole e questo è stato il risultato: viziato e si è sentito autorizzato a firmare scorrettezze a raffica. Invece stavolta la mazzata è arrivata, cinque posizioni di retrocessione e le regole che cominciano ad essere finalmente rispettate, senza discussioni e code d'appello. Le regole, per una volta tanto, sono regole. Amen. La partenza vede Kimi scattare alla grande e prendere l'interno a Massa, più lento, ma che va a chiudere di forza il compagno di squadra, rischiando anche molto, non concedendogli mai di curvare davanti alla prima curva. Sembrava avergliela giurata. Felipe sembra esserci. Nello stesso frangente, un anno prima, si era fatto infilare dalle due Mclaren di Alonso ed Hamilton con una nonchalance da dilettante. Ora no. Non riuscirà però a distaccare Kimi, pur avendo il vantaggio di avere meno carburante. Quella di Iceman è stata una tattica che ha portato frutti a Silverstone e a Magnycours, nella scorsa stagione, oltre che ad Interlagos. Il distacco da Massa, fino al pit stop, non supera i 2 secondi, azzerati in un solo giro, da record. La tattica da vero e proprio Kaiser. Quella che nella F1 di oggi può portare al titolo Mondiale. Una guida perfetta, senza errori e sbavature e sempre con un ritmo di gara indiscutibile.Così si guida. Inchino. Nel secondo stint la situazione s'inverte: Kimi davanti è più leggero e Massa avrebbe un giro in più. Ma il finlandese fa vedere quanto sia ampia la differenza con il suo compagno di squadra, staccato nei tempi ed un duello che non avrebbe più ragione di esistere. Si arriverà quindi al fattaccio, Felipe sbaglia come non dovrebbe mai sbagliare un pilota della Rossa Rampante, ma sbaglia. Non lo ammette però. 0 punti in 2 gare. No comment. Il momento per lui è durissimo, sbaglia a ripetizione e l'etichetta di pilota non da Ferrari, gli si sta pericolosamente appiccicando sulle spalle. Questo per lui dev'essere l'anno della maturazione definitiva in lizza Mondiale, invece l'avvio è stato ancora peggiore di quello dello scorso campionato. Questo per lui è il momento più duro , senz'altro. Ma è qui che dovrà dimostrare di essere un pilota degno della Ferrari. Da qui deve ripartire e da qui deve reagire da campione. L'esame più probante, insomma. Dovrà ricominciare fin da subito perchè il Kimi visto oggi pare davvero più d'una spanna sopra di lui. Una gara perfetta, alla Schumacher, come già detto. Vince per la prima volta da Campione del Mondo con il numero uno sul musetto, in Malesia, circuito tradizionale e probante. Laddove a suon di parrucche rosse si festeggiò il titolo del 2000, arrivato dopo 21 anni di digiuno. Le Mclaren retrocesse hanno faticato parecchio: Hamilton chiude quinto, Kovalainen terzo, grazie alle tattiche ai box (dopo che però il primo pit stop ha compromesso la gara dell'inglese) e non ai sorpassi in pista che non si sono visti ai danni di Red Bull e Toyota, in particolare d'un eccezionale Jarno Trulli, finalmente in grado di dire la sua anche in gara, senza i soliti disgraziati problemi tecnici che mandano all'aria il grande lavoro nelle qualifiche. Da menzionare anche Kubica, che per la prima non è stato vittima di strategie che fanno il baffo ai giorni di delirio a Maranello. E lo si è visto. Questo è un pilota veramente con un grosso futuro.. |
La notte dell'apoteosi, la più sognata, cercata, sofferta, voluta, goduta, urlata. La più bella in assoluto, alla faccia di tutto e di tutti. Chi non è milanese, non può capire quanto da queste parti il successo vada nettamente oltre i 3 punti. Un valore al livello degli italiani in Germania al Mondiale di quasi due anni. Una vittoria che va aldilà del significato calcistico. 2 anni con i soliti faccioni da successo in televisione a predicare la loro solità onestà e presunta forza, 2 anni a subire da quelli che si chiamano bauscia, 2 anni con la colonia sudamericana a cantare che vincono sensa rubbare, 2 anni che tentano di farci rodere il fegato con quel mezzo campioncino che quando conta non la vede mai, 2 anni con i soliti striscioni a B, quella che loro non avrebbero nemmeno diritto di vedere visto che la loro residenza naturale sarebbe come minimo la D (è Pasqua, dai che siamo buoni). 2 anni con Elio Corno, Roberto Scarpini, Andrea Bosio, Nicola Berti, Danilo Sarugia, Giorgio Ravaioli, Ivan Zazzaroni, Franco Rossi, Beppe Bergomi (accipicchia come ha rosicato stasera!), Christian Recalcati, Enrico Bertolino, Evaristo scusate se insisto Beccalossi, Elisabetta Canalis (basta che usasse la bocca solo per quell'altro scopo e non diremmo niente però..) e tutto il trenino di onestoni supercampioni che ha trapanato i santissimi in questi mesi. Come contro il Liverpool, striscioni e cori già ritirati dopo nemmeno un'ora, con un clima degno di un Birra Moretti ed ecco che ritrovano il loro scopo di vita. Dopo la solita bausciaggine prepartita. Per la serie, siamo sempre con voi, non vi lasceremo mai. 2 anni, pesantissimi. Ma la Giustizia Divina, esiste, sempre, non sgarra mai. Ecco il gol che sancisce il record mondiale per fuorigioco del Camo. Chissenefrega, chissenefrega. Quant'è bello. Ed ecco la reincarnazione definitiva, riveduta, corretta e ancor più stupida di Gresko, ovvero, Burdisso, che qualche genio voleva alla Juve nell'ultima estate. Ecco quel colpo di testa alla Miroslav 5 maggio che Re David, ancora più elegantemente butta dentro. La Juve più bella della stagione, forse una delle migliori del dopoLippi, forse una delle migliori del dopoguerra, forse una delle migliori di sempre. Una resurrezione definitiva, vera e propria. Uno 0-6 mancato, una Juve che ha stradominato ovunque come non mai in una Scala del Calcio che l'Osservatorio del chissa che cosa vuole tingere solo di nerassurdo. Non ce la farà mai, nemmeno con la forza, perchè Milan l'è bianconera. Che vi piaccia, o no. Difesa insuperabile e gladiatoria, centrocampo finalmente quadrato e ben schierato con quel Camo lì al centro, luci e che luci, ma anche qualche ombra. Attacco letale con Trezeguet. Del Piero si mangia come minimo due gol fatti, ma detta tutta, non fa nulla. Come nulla ce ne importa delle almeno tre punizioni sparate al cielo. Propizia il regalo di Burdisso e manda in tilt smoking bianco, costretto alla patetica sceneggiata del fallo di svenimento, sul filo di una sportività che come sempre ha contraddistinto i 90 più recupero dei nostri eroi (Moratti dixit) di cartongesso. Non c'è troppo da dire. Alla fine, da un possibile 0-6 mancato, si è arrivato all'1-2 di Maniche, per altro, solo da noi regalato, perchè loro non sono mai arrivati a far paura, nemmeno ad un gattino. Massì, qualche regalino giusto perchè è Pasqua, giusto l'illusione ai soliti, incontrovertibili perdenti. Una beneficienza giusta. Ma fino ad un certo punto. Fischio finale e gioia, urli e pianti, di gioia. E zitti tutti. Anche i criticoni accaniti, con una dignità. Prima sconfitta casalinga in stagione per i morattiani. Scusate se è poco. Vi può bastare infliggere una severissima lezione di calcio ai Campioni di Taglia? Vi può bastare battere la Roma al ritorno e andare a testa alta all'Olimpico ed uscirne a testa alta? Vi può bastare, sopratutto se si parla di una neopromossa in pieno restyling? E' almeno meritevole del minimo rispetto, il signor Ranieri, cari scettici? Tutti dicevamo, dopo Empoli, che era inammissibile snobbare quella partita per preparare questa. E ora, cosa dire? Siete veramente ancora della stessa opinione? Occhio, vi cresce il naso. Perchè serate del genere, non hanno proprio prezzo. Grazie di esistere, fede. Buffon 10, Grygera 10, Chiellini 10, Legrottaglie 10, Molinaro 10, Camoranesi 10, Sissoko 10, Salihamidzic 10, Nedved 10, Del Piero 10, Trezeguet 10. Arbitro Farina 10 |
C'è quell'insostituibile strumento che permette di divertirsi sempre e risolvere una serata noiosa davanti alla tivvù. Si chiama telecomando, ha un'infinità di tasti. Ma la Juve è la Juve, nulla da fare. Eppure l'orripilante,orribile, noiosa, vomitevole, insipida, schifosa, orrenda partita di questa sera, non sarebbe nemmeno stato così sbagliato: in fondo avremmo visto il Milan beccarle in casa con la Samp, pure l'Inter che viene ripresa all'ultimo da Borriello, pure la viola travolta dal Napoli, pure la Roma che perde Er Derby all'ultimo secondo contro 'a Lazietta. Stasera abbiamo veramente toccato l'apice dei punti buttati via. Avremmo potuto riaprire la lotta per il secondo posto per l'ennesima volta. Macchè. Avremmo rosicchiato gli ennesimi punti all'Inter in caduta libera. Macchè. Avremmo staccato definitivamente la Fiorentina e il Milan. Macchè. Risultato ad occhiali, mai un tiro in porta, in casa della penultima in classifica, nella trasferta meno insidiosa (il pubblico empolese molto sparuto e silenzioso) qui dove pure il Milan è riuscito a farne tre. Una squadra tutto sommato mediocre, sopratutto senza Giovinco. Ma la Juve di questa sera, purtroppo, ha steccato nuovamente in una sfida che sulla carta la vedeva favorita. Tra le squadre in testa alla classifica ha avuto lo scontro più facile, ma in pratica la Juve non è mai scesa in campo, con un atteggiamento veramente rinunciatario, lentissimo, molle, quasi da biscottone scandinavo. Si salva la difesa fatta eccezione di Zebina. Male tutti gli altri, nessuno escluso. Malissimo Tiago, è tornato il fratello misterioso. Sbaglia di tutto, anche le cose più elementari. Certo che se ad ogni partita , rara, in cui lo fai giocare, gli cambi in continuazione i compagni di reparto, qualche problemina di affiatamento lo puoi avere. Ma non sia una scusante, assolutamente. Salihamidzic con due ferri da stiro al posto di due piedi. Camoranesi con quell'atteggiamento da calci nel sedere e nessuna voglia di scendere in campo, ossignur. Ranieri ha sostituito Molinaro neanche alla mezz'ora, non per problemi fisici, ma per non rischiare l'esplusione. Proprio in un periodo in cui il giocatore campano sembrava aver trovato una buona forma, dopo il buon spezzone contro il Napoli. Un giocatore che corre sempre e spinge sulla fascia. Sarebbe potuto servire, forse, dinanzi ad una penuria tale. Abbiamo poi visto, anzi, non abbiamo visto nemmeno un tiro in porta, nonostante per una buona mezz'ora sia stato inserito un bel tridente. Ancora male Nocerino, mentre Sissoko è rimasto in panca. Troppo evidente che questa partita sia stata snobbata per preparare la trasferta a casa dei Cartoni d'Italia. Evidente dall'atteggiamento e dai cambi che non ci sono stati. Non è una cosa positiva, invece. Una grande squadra come la Juventus NON può permettersi partite giocate con quest'atteggiamento, tassativamente. Una grande squadra costruisce i propri campionati sopratutto in Provincia non sgarrando quasi mai queste partite, infilando vittorie consecutive, a raffica. Segno che questa ancora non è una grande squadra e il passo non è stato fatto. Non cambierà il giudizio nel caso dovesse essere espugnato il Meazza. Tonfi del genere rimangono e pesano nell'economia del campionato. Non è stata la prima volta e lo sappiamo bene. Lo scudetto è stato buttato via, letteralmente, con queste partite qui, che hanno tanti fratellini nel cammino 2007/2008. Contiamo i match buttati via dalla Juve e non è un discorso campato in aria. Unica nota positiva dopo stasera, la difesa: sono tre partite che la porta di Gigi non corre rischi. Magra consolazione, ma speranza , quasi certezza,per Milano. Buonanotte, dopo stasera sarà più facile prendere sonno pure per gli insonni. Buffon n.g., Zebina 5, Legrottaglie 6, Chiellini 6,5, Molinaro n.g., Grygera 6, Camoranesi 4,5 , Nocerino 5, Tiago 4,5, Salihamidzic 5, Del Piero 5,5, Iaquinta 5, Trezeguet 5,Nedved n.g. Arbitro Rizzoli 4: l'arbitro più buono e bravo del mondo (come ce lo dipingono i media), ci nega il solito rigore grosso come una casa su Iaquinta. Ma non è nemmeno il caso di cercare l'alibi in questo rigore, diventa patetico. La partita è stata pareggiata per ben altri motivi. |
Ho avuto modo di riascoltare in mattinata la telecronaca tifosa (tifosa, ripetiamo), andata in onda su Premium Calcio, di Andrea Bonino e Paolo Brosio per Juventus-Napoli. Personalmente ho avuto modo di seguirli e riascoltarli in qualche partita casalinga e sempre nelle trasferte. Sono due veri juventini, soffrono veramente per la partita , azzeccati i soprannomi e ai gol bianconeri esultano e a dovere (spesso qui su Juvenews abbiamo pubblicato alcuni gol commentati dalla coppia). Però notiamo un grosso difetto, che alla lunga può diventare anche irritante al telespettatore. Nella telecronaca tifosa (tifosa, ripetiamo) di ieri sera, si è toccato il fondo per quanto riguarda i giudizi preventivi e per partito preso. Vittima ne è stato Tiago, che se dicessi che è stato esageramente bersagliato, sarei anche troppo buono. In particolare Brosio che alla media di ogni trenta secondi (non sto sparando), chiedeva la sostituzione di Tiago, sperava in una sua cessione, ci tocca sopportarlo, vediamo ora che combina, c'è un buco a centrocampo e vari bofonchiamenti di sottofondi, con Andrea Bonino che gli ha dato corda. Mai evidenziati nella cronaca diretta i buoni lanci e i passaggi di Tiago, che veniva magari confuso con un altro o peggio, si ignorava del tutto l'azione che veniva raccontata non appena un altro giocatore riceveva palla. Solo in quei pochissimi errori in cui è incappato il portoghese, si faceva il racconto dell'azione e via con i massacri. Annesse esaltazioni ai compagni, ma sempre con l'accenno polemico verso Tiago, "questi si che sono veri giocatori". Critiche alla mancanza di verticalizzazioni da parte di Tiago, proprio un secondo prima che partisse proprio un buon taglio in verticale, che naturalmente non viene riportato. Critiche esagerate e preventive, ma sopratutto gratuite vista la più che buona prestazione del portoghese, in particolare nel secondo tempo, in coincidenza con l'esplosione definitiva della pioggia di fango verso l'ex giocatore del Lione. Ma non è solo "bradipo" l'esempio di opinione per partito preso. Prendiamo ad esempio "lo sceriffo", Nocerino. Quante volte abbiamo sentito Brosio dargli del fenomeno? E quante volte lo abbiamo sentito criticarlo per le prestazioni molto scialbe che ultimamente sta facendo? Non è stata la prima partita in cui è stato bastonato Tiago, naturalmente. Ma almeno nelle precedenti un motivo c'era. Commenti ripetitivi come quelli di ieri sera, diventano noiosi e stancanti. Un vero e proprio accanimento. Eppure Andrea Bonino e Paolo Brosio, ci risultano stipendiati da Mediaset, per commentare da tifosi la Juventus ed incitarla. Io che sto scrivendo, non sono il tifoso che chiede una cronaca esaltata e con due fette di melanzane sugli occhi, perchè se c'è qualche appunto critico da fare, ben venga. Non quello accanito e gratuito però. Alla fine, c'è la libera scelta di sentire e comprare la cronaca che si vuole. Però Bonino e Brosio devono rappresentare la Juventus e gli juventini e li devono coinvolgere nel match. Accanirsi così contro un giocatore in difficoltà che sta cercando di conquistarsi la fiducia del club, è disgustoso, spiace dirlo, in particolare, lo ripeto ancora, se si tratta di rappresentare i tifosi bianconeri e trasportarli all'evento. Bisognerebbe ricordarsi che, piaccia o no, Tiago Cardos Mendes è un giocatore della Juventus, indossa la maglia bianconera come tutti gli altri, è un essere umano come tutti gli altri, gioca nella squadra come tutti gli altri, si allena come tutti gli altri e va sostenuto e tifato, come tutti gli altri. O no, cari telecronisti tifosi (tifosi, lo ripetiamo)? |
E' questa la Juve, non c'è niente da fare. Crederci fino alla fine, sempre e l'uomo simbolo della Zona Cesarini, va a segno. Ancora Vincenzone Iaquinta, non ci sono più elogi da etichettargli. Divino. Giustizia, vendetta, dopo quello che definire scippo, nell'andata, è un complimento.E' l'uomo più decisivo di questa stagione bianconera. Il gol più bello, l'azione più bella, la soddisfazione più bella, nel momento più bello, nell'attesa più bella. Contro quel Napoli di tuffatori e piagnoni, che pure hanno il coraggio di reclamare, nonostante quel tuffatore di scuola argentina,quale è Lavezzi. Stavolta l'arbitro non ha abboccato, non è sempre Natale. E poi, dopo i due rigori dell'andata e dopo i tre episodi dubbi in area di rigore a favore napoletano, bisognerebbe avere la bontà di tacere. Ma non solo, caro Reja: il Napoli in tutta la partita di azioni ne ha fatte solo una. Quella di Garics, solo davanti a Buffon, ma partito in evidente posizione irregolare.Tornando alla partita, questa Juve è più emozionale che bella, poco da dire. Ieri sera si è ripetuto un copione quasi arcinoto in questa stagione. Ranieri sbaglia qualche pedina, qualche schieramento, come Nocerino assolutamente fuori partita e ruolo e il Brazzo che non riesce a spingere ed incidere. E' mancata la spinta sulle fasce fino all'innesto di Molinaro. E poi, classico primo tempo nullo, per poi dare tutto nel secondo tempo.Non tutti i torti a Ranieri però, ieri sera ha più vinto che perso. Ha rimediato con cambi che poi sono risultati vincenti, come Iaquinta, bello fresco negli ultimi minuti che ha mandato in tilt, con la corsa, la tosta difesa napoletana. E' stata la mossa decisiva, assieme all'innesto di un buon Molinaro,più rinfrancato, decisivo nella ripartenza che vale il sigillo al match. Ma la notizia più lieta, a parte l'infinito San Vincenzo, arriva dalla buonissima prestazione di Tiago, dopo Vincenzo, il migliore in campo. Evidente, tantissimo, la sua maturazione all'interno del gruppo, come giustamente aveva rilevato Ranieri: lo si nota da quanti palloni e in quanti azioni ha messo lo zampino, ovvero, tante. Non si è limitato al compitino, stavolta si è comportato quasi come vorremmo. Quasi, perchè ancora non è al massimo. Ma questo Tiago, ci serve e ci piace. Mai un pallone buttato al vento, mai un lancio impreciso. Solo da lui partivano passaggi e ottimi lanci, da lui è arrivata quella buona circolazione di palla che è mancata e molto. Ragionava e anche velocemente appena aveva la palla tra i piedi, pescava sempre l'uomo libero al posto giusto. A differenza delle prestazioni precedenti, in qualche occasione era andato benino, ma si limitava al compitino e non convinceva. Ieri per la prima volta, comincia a dare sensazioni positive. In questo ragazzo bisogna crederci, molto. E' un carattere difficile e debole. Quindi va spronato, forse Ranieri ha capito che non va spronato facendolo uscire alla fine del primo tempo o farlo entrare solo negli spiccioli finali. Ieri sera ci ha messo voglia e ha partecipato. Un altro Tiago, che non casualmente, appena si è passati al 4-3-3 (il modulo tattico che lo privilegia), ha cominciato a dare segni importanti. Crediamoci, non è un brocco. Meglio tardi, che mai. Al suo fianco, ancora una volta da segnalare la prestazione di Sissoko.Una bestia. Vieira, Davids. Avanti con i paragoni e anche con qualche prima parziale scusa, per chi già prima di vederlo con la maglia bianconera lo aveva bollato come bidone. Ordinata la difesa a tre là dietro,inedita. Convince Stendardo dopo l'esordio con l'Inter che aveva fatto dopo nemmeno un allenamento. Ordinato anche Grygera, Chiellini sempre più leader insostituibile del reparto. In attacco, male Del Piero fino alla grande girata che imbecca Iaquinta all'1-0. Male anche Trezeguet, con l'attenuante del poco servito, ma troppo nervoso nel duello con il recidivo, ma bravo, Santacroce. Un David entrare da dietro sull'uomo non lo si vede mai. Buffon n.g., Grygera 6,5, Stendardo 6,5, Chiellini 7, Salihamidzic 5, Nocerino 5, Molinaro 7, Sissoko 7,5, Tiago 7, Nedved 6,5, Trezeguet 5, Del Piero 6, Iaquinta 10. Arbitro Rocchi 4: già ne ho parlato prima |
PER SEMPRE CAMPIONI
12 OTTOBRE 2003: GRAZIE RUBENS, GRAZIE SCHUMI!
IL GRANDE URLO 21 ANNI DOPO, 8 OTTOBRE 2000:GRAZIE SCHUMI!
UNA FRASE,UNA STORIA
Repertorio dell'Avvocato
-"Avvocato, che vinca la Juve o che vinca il migliore? - Sono fortunato, spesso le due cose coincidono"
-"Mi emoziono anche quando vedo la lettera "J" in un titolo di giornale"
- Michel Platini "l' abbiamo comprato per un tozzo di pane e lui ci ha messo sopra il foie gras"
- Su Micheal Schumacher:"Il migliore.Quando si ha in squadra uno come quello,se non si vince è colpa loro".Riferendosi al team Ferrari.
- Ancora su Schumi:"Schumacher è come Pelè, come Fangio, e se Del Piero è Pinturicchio, Schumacher è Andy Warhol".
- Dopo il 5 maggio 2002 "Dopo i due missili di Seedorf a San Siro non ci credevo più.Ma quando ha parlato Sensi.."
- Quando l'Avvocato ricevette in visita Gorbachov,la prima cosa che gli disse fu "venga,la porto a vedere la Juventus"
-Prima di Juve-Ajax del 22 maggio 1996(Juve campione d'Europa):"Se loro sono una squadra di pittori fiamminghi,noi,saremmo i piemontesi tosti"
-Dopo Juve-Milan 1-0 e Roma-Lecce 2-3:"Mi aspetto sempre di tutto dalla giornata.La divina provvidenza non ha limiti".
- Giovanni Buscetta "ha detto di essere ossessivamente un tifoso della juventus?Se lo incontrate ditegli che è la sola cosa di cui non potrà pentirsi"
-Su Boniperti "Bei tempi quando lo buttavo giù dal letto all'alba. Ora devo svegliarlo alle 4 del pomeriggio!"
- "Sivori è un vizio",
- Franco Zeffirelli "è un grande regista ma quando parla di calcio non lo sto nemmeno a sentire"
- Boniek "il bello di notte"
-Didier Deschamps: "Sembra un maresciallo di Napoleone."
- Serena "bravo dalla cintola in su"
- Del Piero " Mi ricordava Pinturicchio, adesso è Godot"
- Diego Armando Maradona "è stato migliore di qualunque allenatore"
- Zinedine Zidane "lo abbiamo preso perchè ci farà vendere molte auto a Marsiglia ed in Algeria"
- Zidane2 " in fondo è stato più divertente che utile"
- Zidane3 "Poveretto con un colpo di testa ha perso tutto quello che ha fatto in un anno con i piedi"
- Rui Barros " non prenderemo più piccoletti: dalla tribuna non si vedono
- Edgar Davids " se lo incontri di sera cambi strada quegli occhi sono terrorizzanti"
- Adriano Galliani " io so che era un gran competente di calcio. Ha smesso di esserlo quando ci ha ceduto Davids"
- Se Vialli è Raffaello,Del Piero è Pinturicchio
- Baggio? E' un coniglio bagnato. E' il più grande giocatore che abbia mai visto
- Le scorrettezze di Couto sono così solari, così facili e belle da fischiare che, se fossi un arbitro gli darei una medaglia
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