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« On me being you being me...Konnichiwa »

C'è un piatto da lavare...

Post n°114 pubblicato il 13 Marzo 2024 da Silentvoid

...e poi c'è questa cosa che mi spezza in due, che è la questione del...ah, ma ciao! sei già qui?
Bene, allora dammi solo un attimo per ricompormi (ero spezzato in due), e sono subito da te.
Sì sì, proprio da te che stai leggendo ora.
Insomma,ti stavo dicendo che questa cosa del dualismo mi fa impazzire. Potremmo provare a
ricomporre il tema. Non ci vorrà più di un secolo o due,se mi aiuti.
Cartesio, bontà sua, ha fatto grandi cose, ma ha causato anche grandi danni. Insomma, davvero ce la vogliamo bere tutta d'un fiato 'sta cosa della netta separazione mente/corpo? Effettivamente però non è mica giusto cominciare dal povero Descartes, perché prima di lui sul tema si erano
già infervorate praticamente tutte le religioni (mono)teiste...e che tentazione sarebbe prender per buona alla prima il dualismo corpo/anima.
Ma mica basta così, perché c'è pure il materialismo, il fiscalismo, il comportamentismo, il cognitivismo, e un sacco di altri "ismo". Tutti separatisti, ohibò.
Comunque, vediamo di mettere un po' di caos in questo ordine. Allora,prendiamo come assiomaticamente esistenti il corpo e la mente, e facciamo un atto di fede e diciamo pure che esiste anche l'anima. Va bene. Fino a qui andiamo alla grande. Potremmo fermarci adesso, all'apice del successo, questione risolta, evviva Karamazov!
Eppure...io non la sento proprio questa separazione. Non mi convince proprio.      Non la SENTO.
Ogni cosa che percepiamo non è solamente percepita come sincrona in noi, è percepita in
maniera unitaria.
E qui abbiamo subito un altro bel dualismo duellante,quello tra olismo e riduzionismo.
Ma torniamo a noi, torniamo in noi.
Ogni emozione che proviamo è fisicamente localizzata, è impensabile, se ci pensi, che tu provi una forte gioia,una tremenda tristezza,una rabbia devastante,senza che una o più parti del tuo corpo siano simultaneamente coinvolte in questo sentire.
E abbiamo il nodo alla gola,lo stomaco chiuso (con o senza farfalle dentro), e ci prudono le mani e abbiamo il batticuore e le gambe molli e così via e così via...
Siamo davvero persuasi del fatto che se non avessimo risonanze corporee continueremmo a provare emozioni? Cioè così, più che emozioni provate diventerebbero idee di emozioni..aspetta, hai
detto idee? Cioè prodotti della mente? Molto bene, parliamo un po' di questa mente. Che ci
presenta un sacco di problemi solo per il fatto che esista, e che è la principale responsabile, immagino, della percezione duale (o triplice) che abbiamo di noi.
Ne elenco alcuni, di questi problemi,così, "à la carte", scegli il tuo problema preferito, il dolce e il caffè.
E biscotto della fortuna,se vogliamo proprio esagerare.

Problema uno: il problema, appunto, mente-corpo.
Sembra impossibile che debbano esserci relazioni causali tra due regni completamente diversi, quello fisico degli oggetti materiali e quello mentale (o spirituale) delle menti (o anime). Come avviene che qualcosa di corporeo causi qualcosa di mentale? Come avviene che qualcosa di mentale causi qualcosa di corporeo? Eppure se qualcuno mi pesta il dito di un piede sento dolore anche se il suo pestarmi il dito non è altro che un evento fisico in un mondo fisico, e il mio provare dolore è un evento mentale che si verifica all'interno della mia "anima". E c'è di peggio...decido di alzare un braccio, evento che ha luogo all'interno della mia mente cosciente, ed ecco, mirabile dictu, il mio
braccio si alza. Come può una decisione nella mia mente causare il movimento di un oggetto fisico del mondo, quale è il mio corpo? Beh, questo problema l'aveva anche Cartesio, e credetemi,
non l'ha risolto.

Problema due: il problema delle altre menti.

Problemi tre, quattro e cinque: l'analisi della percezione, il libero arbitrio, l'io e l'identità personale.

Di cui potremo occuparci in seguito, se ti va. Per ora, se non hai paura di avvicinare il tuo
orecchio alle mie labbra, ti sussurro la mia teoria...
la mente, la coscienza, l'intenzionalità, sono parte della natura. Esse si esprimono a livello biologico,
sono come la fotosintesi, o la digestione.
Ed è per questo che io penso che i dualisti si sbaglino, e che a volte si facciano pure male da
soli, a separarsi così. La percezione, l'azione, il pensiero, le sensazioni, le emozioni, le riflessioni,
la memoria, non sono semplicemente aspetti della nostra vita. Sono, in un certo senso la nostra vita.

Ok, siamo giunti fin qui, potremmo anche fare una pausa se ti va, lo so che ho lasciato indietro tante
questioni nominate prima, lo so, ma io ormai ho le bollicine nel cervello (che percepisco anche come
stanchezza corporea pur senza essermi mosso di qui).

Bugia. Mentre scrivevo ho fatto una o due pause. In una delle quali ho lavato i piatti (il piatto,in
realtà).Ecco perché sono stanco.

E c'era anche un bicchiere, perché lo sappiate.
E nessuno che mi abbia aiutato.

Ora andiamo.

Facciamo presto. I re d' Oriente bussano alla nostra porta, e vogliono risposte.

E io invece vorrei solo tenere le tue mani nelle mie per qualche istante...

Je vais, je vous aime, au revoir

 
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Commenti al Post:
nel.silenzio.di.noi
nel.silenzio.di.noi il 13/03/24 alle 16:00 via WEB
Eccomi subito da te. Ho i piatti, ancora da lavare, ed i bicchieri con le posate pure. Odio fare i piatti... mi piace starmene a leggere, in beata pigrizia. Ma poi li devo fare. Mentre ti leggo, non sono sola, ma poco importa. So entrare nelle parole. Il mio primo pensiero, mi porta a sorridere mentre ti leggo, avverto calore. Si, il tuo calore che con la stanchezza hai messo nello scritto, arriva a me. E poi questa cosa, del corpo e della mente.. Naaa... non funziona se sono divisi. "Mente sana in corpore sano." Quando mi ammalo e prendo l'influenza la mia mente avverte tristezza, quando sto bene avverte gioia. In questo momento sto avvertendo serenità, ed il mio corpo non è teso, è bello rilassato. Lasciamo fuori i materialisti, riprendiamoci l'anima, e forti della convinzione che noi siamo un tutt'uno, andiamo fuori, al sole, alla pioggia nel mare, nel verde. Ecco si andiamo, je t'aime, au revoir.. sorriso
(Rispondi)
 
Silentvoid
Silentvoid il 13/03/24 alle 19:40 via WEB
Mia cara poetessa silenziosa, i tuoi piatti da lavare erano plurali, che il mio fosse uno solo mi tiene lontano da odii e fastidi...facezie a parte, dici che sai entrare nelle parole. Che cosa stupenda. Significa che apri le scatoline e vedi cosa c'è dentro, ed è come aprire tanti regali. Che tu sorrida mentre mi leggi è una bella sensazione, so che sei curiosa, con me servirà pazienza e un po' di fatica perche sono piuttosto riservato, ma segni già un punto e questo te lo confesso...anche io sorrido,a volte, mentre scrivo; e lo scrivo pure, che sorrido, come nascondo tra le mie parole ciò che realmente mi accade mentre scrivo, ciò che vorrei. Io immagino che forse tutto viene percepito come artificio retorico, ed in parte lo è. Ma il bello è che è anche ciò che davvero farei se potessi farlo. La sintesi che proponi con l'esempio salute/malattia è davvero efficace, e ti ringrazio per averla qui proposta a graditissima integrazione del mio sproloquio. Sarò sincero, io lascerei fuori non solo i materialisti, ma anche gli spiritualisti. Fazioni che a mio avviso si fanno sfuggire il centro della questione, e dibattono senza fine ai margini di essa..sul concetto di anima immagino ci tornerò, perchè spesso mi è capitato di capire che ne avevo un concetto diverso da coloro con cui parlavo...ma stavolta voglio pensare che intendiamo la stessa cosa... Ricambio il sorriso, piano piano, che io sorrido con moderazione...
(Rispondi)
 
 
nel.silenzio.di.noi
nel.silenzio.di.noi il 13/03/24 alle 22:11 via WEB
piano piano, si, non serve sempre sorridere, ci sono cenni che curano l'anima
(Rispondi)
cassetta2
cassetta2 il 13/03/24 alle 17:38 via WEB
ho capito tutto fino al piatto.
(Rispondi)
 
Silentvoid
Silentvoid il 13/03/24 alle 19:41 via WEB
In realtà ho come l'idea che tu ne abbia capito molto più di me. In generale, probabilmente. Se invece è per il francese, vuol dire "Ciao, sei un figo, devo scappare" ;)
(Rispondi)
acquasalata111
acquasalata111 il 13/03/24 alle 17:58 via WEB
Caro Amico il tuo post è molto complesso e ricco di spunti anche filosofici che andrebbero tutti approfonditi ed affrontati. Io mi fermo su di uno solo per ora e umilmente ti esprimo la mia esperienza arricchita da lunghe letture di R. Steiner e Krishnamurti. Cosa ho capito? Ho capito e sperimentato il Dualismo. Ho notato che la nostra stessa società occidentale è dualistica, le scuole ci insegnano il dualismo nella competizione i governi stessi sono dualistici destra sinistra (forse oggi sono un tutt' uno&#128514;). Noi stessi siamo dualistici nel rapporto con gli altri, la morale occidentale è dualistica il bene e il male. Insomma la domanda che ho cercato di esplorare è da dove viene questo Dualismo? La causa sembra essere l'Ego. È l'Ego che ha bisogno del dualismo che vive solo nel e per il dualismo. A sua volta il dualismo crea conflitti e i conflitti ci portano alla sofferenza. La sofferenza dice Siddartha Gautama è legata all'attaccamento dell'Ego, attaccamento alle cose, alle persone, al nostro corpo. Il dualismo fa tutti questi danni. Come liberarcene? Attraverso una visione Advaita della realtà. Solo quando si comprende che tutto è uno e noi siamo parte del tutto allora siamo nella condizione di bene-essere (Advaita). Grazie per questi stimoli mentali! Sicuramente c'è ancora molto da dire ma lascio a Te questo argomento aperto. Un caro saluto.
(Rispondi)
 
Silentvoid
Silentvoid il 13/03/24 alle 19:43 via WEB
Mia cara Amica, il tuo commento ha il grande pregio di essere altrettanto ricco di spunti di riflessione senza essere lungo e contorto come ciò che ho scritto mentre lavavo il piatto. Tenterò di sfiorare almeno alcuni dei temi che proponi, senza alcuna pretesa di esaustività, semplicemente accennando al mio punto di vista al riguardo, avendo tra l’altro mi pare condiviso almeno alcune delle tue letture. L'Advaita per come l'ho "compresa", adotta un approccio monista; guardando alle cose attraverso quel punto di vista tutti i fenomeni, compresa la nostra esperienza cosciente nel mondo, sono diverse espressioni di un'unica sostanza, e non separabili da essa. Nello studio delle filosofie orientali personalmente forse mi sento più affine ad un approccio non-dualistico, riconducibile al un certo Buddhismo, ovvero riconosco una pluralità di fenomeni che pur non appartenendo alla stessa sostanza sono tra di loro inseparabili. Dettagli, probabilmente. Ma la cura che metti nelle tue parole merita almeno il tentativo di essere altrettanto accurato. Ma chi prendo in giro, non è quello, è solo che è un piacere parlare con te... Chiudo (provvisoriamente) citandoti... Sicuramente c'è ancora molto da dire. Ne scriverò, e spero che sarai qui con me
(Rispondi)
bubriska
bubriska il 13/03/24 alle 23:12 via WEB
Mi piacerebbe avere un approccio non-dualistico alla vita, ma spesso il mio conflitto interiore crea il caos e non me lo permette. Ps: da qualche parte ho letto che ne abbiamo addirittura 7 di corpi ed immaginare che questi 7 corpi possano separai e farsi male da soli, mi viene da pensare ad una sofferenza immensa, oddio aiuto. Grazie per la visita e grazie per i complessi spunti di riflessione.
(Rispondi)
 
Silentvoid
Silentvoid il 14/03/24 alle 15:29 via WEB
Benvenuta e grazie molte per l'interessante punto di vista (e di vissuto) che hai condiviso. E' estremamente difficile a mio avviso mantenere "forzatamente" un approccio non-dualistico, perchè ogni cosa, a partire dal nostro linguaggio, sembra tendere alla scissione; io dico che HO una mano, dunque io devo essere qualcosa d'altro dalla mia mano, perchè il possessore è diverso dalla cosa posseduta, e così via. Ritengo che l'approccio più efficace per sentirsi meno divisi sia quello dell'osservazione profonda di noi stessi. Avverrà naturalmente, nel tempo, che ci si percepisca in modo più unitario. L'ideale sarebbe anche una presente osservazione di tutto ciò che accade dentro e fuori di noi...ma non viviamo vite ideali in un mondo ideale, dunque non ti preoccupare, il caos e i conflitti che vivi fanno parte del percorso di ognuno di noi. Per quanto riguarda i 7 corpi, mi permetto di rimandarti alla lettura di Rudolf Steiner, in particolare Antroposofia e Fisiologia occulta. Ovviamente spero perdonerai la necessaria sintesi della mia risposta, ma i temi sono davvero vasti. Un caro saluto
(Rispondi)
 
 
bubriska
bubriska il 15/03/24 alle 08:42 via WEB
Condivido il tuo pensiero… è estremamente difficile mantenere "forzatamente" un approccio non-dualistico… anche se credo nell’unicità dell’essere, nel così tanto divulgato: “io sono”. Grazie per la tua esauriente spiegazione nonostante i temi vasti. Accolgo con piacere il tuo suggerimento per quanto riguarda la lettura… Antroposofia. Tra l’altro è da qualche settimana che la mattina molto presto, ogni tanto, ascolto letture sul pensiero e lo studio di Steiner, ad esser sincera a volte di difficile interpretazione. :) Scrivi …l’ideale sarebbe una presente osservazione di tutto ciò che accade dentro e fuori noi… è vero mi sento privilegiata in questo, vivo in campagna in mezzo al verde e privilegiata nel poter osservare fuori da me i grandi insegnamenti che la natura offre ogni giorno. Ho instaurato un dialogo con l’universo. Siamo circondati da un immensa bellezza, ma siamo noi tutti un’immensa bellezza. Un tutt’uno. Penso nella vita nulla dovrebbe avvenire “forzatamente” il tutto dovrebbe poter fluire liberamente, ma come giustamente scrivi il mondo ideale deve ancora arrivare. Un caro saltato a te
(Rispondi)
misteropagano
misteropagano il 15/03/24 alle 09:05 via WEB
::se c'è un piatto da lavare il punto di vista di molti qualcuno alla fine lo avrà lavato. Focalizzarsi su di un disco, un cerchio, un Enso, probabilmente ogni giorno ci porta la consapevolezza di quell'elemento e devotamente ripetiamo. Annullando o incrementando. Infine o inoltre, la possibilità di dare altre forme alle narrazioni è già superamento del binario... e buon 15M
(Rispondi)
 
Silentvoid
Silentvoid il 15/03/24 alle 14:52 via WEB
Ben ritrovata, e buon (quasi) metà marzo a te. Desidero ringraziarti oltre che per il contenuto del tuo scritto,anche per la forma di esso...un po' ermetico, molto denso di riflessioni e riferimenti, e allo stesso tempo leggero,lieve alla lettura. Trovo molto elegante l'idea di superamento della modalità binaria attraverso il continuo mutare della narrazione e delle forme narrative, anche se sullo sfondo rimane la coppia narratore/narrazione... è altresì vero che attraverso l'approccio dei molti qualcuno si va a risolvere anche questo tipo di rapporto duplice tra chi crea la narrazione e chi la vive. E a questo proposito colgo l'opportunità di integrare la tua citazione dell' Enso; si ritiene che l’indole e le stesse attitudini di una persona siano completamente rivelate dal modo in cui si disegna questo cerchio, dunque oltre che a focalizzarne la forma,dovremo prima o poi provare a tracciarne la figura,superando anche il dualismo tra pensiero e azione. Un saluto leggero
(Rispondi)
nel.silenzio.di.noi
nel.silenzio.di.noi il 15/03/24 alle 16:23 via WEB
I Re d'Oriente non arriveranno, e tu hai lavato il bicchiere da solo. Le mie parole sono semplici, ma a volte anche taglienti. Dietro quel piatto e quel bicchiere avverto un enorme solitudine, con la paura di lasciarsi andare e vivere, la paura di una sofferenza, che c'è dietro, quasi sicuramente, e la paura di soffrire ancora. Au revoir..
(Rispondi)
 
Silentvoid
Silentvoid il 15/03/24 alle 16:49 via WEB
Buon pomeriggio, cara nel.silenzio Posso immaginare che tu sia capace di parole taglienti, e voglio pensare che tu le utilizzi solo quando davvero servono; fortunatamente per me nel tuo messaggio non c'è nulla di tagliente, piuttoso trovo le tue parole molto dirette, uno slancio forse azzardato ma sicuramente puro e sincero. E ancora una volta mi trovo dunque a ringraziarti per le tue parole. Penso che ciò che avvertiamo sia indubitabilmente vero per noi, ma che sia necessario fare molta attenzione a non fidarsi troppo delle nostre sensazioni, a non farle diventare il mondo intero. Ma sto tergiversando, e sicuramente l'impressione è quella che stia eludendo le domande implicite in ciò che scrivi. E allora mi butto... Non credo di aver paura di soffrire ancora, la sofferenza è parte costitutiva dell'esperienza umana, può essere però che tema l'eventualità di conoscere nuove modalità e forme di sofferenza che ancora non conosco; un po' improbabile ma sicuramente possibile. Sulla solitudine che percepisci non mi voglio sbilanciare, come ti dicevo sono tendenzialmente riservato, spero tu possa non avertene a male. Comunque ho deciso, piatti e bicchieri mi inguaiano a quanto pare. Non li laverò più. ;) Un bacio
(Rispondi)
nel.silenzio.di.noi
nel.silenzio.di.noi il 15/03/24 alle 18:34 via WEB
Certo che no, non me no a male davvero. Ed ora rileggendomi mi rendo conto, che sono stata troppo azzardata. Scrivo di getto e l'istinto mi frega molte volte. Tagliente quasi mai, ma con chi merita eh sì, proprio si. Buona serata ed un bacio in fronte, a te
(Rispondi)
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