Creato da Silentvoid il 23/01/2005
on not knowing how to live

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 6
 

Ultime visite al Blog

acquasalata111lisa.dagli_occhi_blumoon_Ibubriskabisou_fatalAnonim0.Loc0Silentvoidcassetta2MA.GNE.TI.CAnel.silenzio.di.noihesse_fDott.Ficcagliamonellaccio19misteropagano
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« C'è un piatto da lavare...Tutti al Brico! (o almen... »

Konnichiwa

Post n°115 pubblicato il 16 Marzo 2024 da Silentvoid

Facciamo finta che io mi trovi chiuso in una stanza con un foglio di carta tutto coperto di ideogrammi giapponesi. Supponiamo inoltre che io non conosca il giapponese (ed è proprio così), scritto o parlato, e che io non sia nemmeno sicuro di riuscire a distinguere la scrittura giapponese dalla scrittura, diciamo, cinese o da segni privi di significato: in effetti per me gli ideogrammi giapponesi sono ahimè segni privi di significato. Ora supponiamo che, dopo questo primo foglio in giapponese, mi venga fornito un secondo foglio nella stessa scrittura, e con esso un insieme di regole per correlare il secondo foglio col primo. Le regole sono scritte in italiano e io capisco queste regole come qualsiasi altro individuo di madrelingua italiana. Esse mi permettono di correlare un insieme di simboli con un altro insieme di simboli, e ciò soltanto in base alla loro forma grafica. Supponiamo ancora che mi venga data un terzo foglio di simboli giapponesi insieme con alcune istruzioni, anche queste in italiano, che mi permettono di correlare certi elementi di questo terzo foglio coi primi due, e che queste regole mi insegnino a tracciare certi simboli giapponesi aventi una certa forma in risposta a certi tipi di forme assegnatemi nel terzo foglio.

Ma, forse direte voi, chi è che ti passa tutti questi fogli?

Beh, delle persone (alzo le spalle), e le persone che mi forniscono tutti questi simboli chiamano
il contenuto del primo foglio “scrittura”, quello del secondo “storia” e quello del terzo “domande”.  Inoltre chiamano “risposte alle domande” i simboli che io do' loro in risposta al contenuto del terzo foglio e chiamano “programma” l’insieme delle regole in italiano che mi hanno fornito. Ora, tanto per complicare un po’ le cose, immaginiamo che queste stesse persone mi diano anche delle storie in italiano, che io capisco, e che poi mi facciano domande in italiano su queste storie, e che io risponda loro in italiano. Supponiamo ancora che dopo un po’ io diventi così bravo nel seguire le istruzioni per manipolare i simboli giapponesi e che i programmatori diventino così bravi nello scrivere i programmi che, dal punto di vista di qualcuno che stia fuori della stanza in cui io sono rinchiuso, le mie risposte alle domande siano assolutamente indistinguibili da quelle che darebbero persone di madrelingua giapponese. Nessuno, stando solo alle mie risposte, può rendersi conto che io non so neanche una parola di giapponese. Supponiamo per giunta che le mie risposte alle domande in italiano siano indistinguibili da quelle fornite da altre persone di madrelingua italiana, per il semplice motivo che io sono di madrelingua italiana. Dal punto di vista esterno, cioè dal punto di vista di qualcuno che legga le mie “risposte”, le risposte alle domande in giapponese e a quelle in italiano sono altrettanto buone. Ma nel caso del giapponese, a differenza dell’italiano, io do' le risposte manipolando simboli grafici da me non interpretati. Per quanto riguarda il giapponese, mi comporto né più né meno che come un calcolatore: eseguo operazioni di calcolo su elementi specificati per via formale.

Il che ovviamente ci porta a chiederci cosa significhi "capire", "comprendere" qualcosa, non solo una lingua che non conosciamo, ma qualsiasi cosa.

Il che probabilmente vi porta a chiedervi se non ho davvero niente di meglio da fare.

Visto che non so se ce l'ho, ci rifletto su, e nel frattempo lascio in sospeso la chiacchierata su che cosa voglia dire capire.

Che spero faremo assieme.

Io e te.

Watashi wa anata ni kisu shimasu

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/Blackie/trackback.php?msg=16752220

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
Nessun Trackback
 
Commenti al Post:
nel.silenzio.di.noi
nel.silenzio.di.noi il 16/03/24 alle 18:24 via WEB
Ciao Silent.. buona serata. Sono la prima anche stavolta. I casi sono solo due, o ignorare che avevi postato, o leggerti. Guarda, io con il mio carattere, avrei preso tutti i fogli e buttati a mare. Siccome dici supponiamo, ecco io suppongo questo. Non mi interessa capire e comprendere ciò che in fondo non mi interessa. Lascio correre. Se invece, come adesso, nel caso del tuo post. mi applico. Leggo, rifletto, scrivo il mio piccolo pensiero. E penso al lontano Giappone con i suoi geroglicifi.
(Rispondi)
 
Silentvoid
Silentvoid il 16/03/24 alle 21:42 via WEB
Buonasera nel.silenzio, avresti fatto bene a buttar via tutti i fogli, in accordo con il tuo carattere, se il tema sollevato da ciò che in quei fogli sta scritto e dalla tua interazione con loro non ti interessasse. Però secondo me non li hai buttati, perchè nel rflettere su qualcosa accendiamo esattamente il fuoco della tematica..qual'è l'esecutivo mentale correlato all'atto stesso di comprendere qualcosa? E ancora, è mentale o vi è un coinvolgimento di più livelli? Di nuovo, ti trovi di fronte alla scelta se lasciar correre del tutto o lasciar correre i tuoi pensieri, che non sono mai piccoli... una buona serata a te!
(Rispondi)
 
 
nel.silenzio.di.noi
nel.silenzio.di.noi il 16/03/24 alle 22:27 via WEB
I capitoli della nostra vita, ogni singolo foglio, non si può buttare a mare. Rimane lì, in un angolo della memoria. La nostra storia, la storia della nostra vita, almeno la mia, non è scritta in giapponese, ma è ben nitida. e chiara. A mare, c'è andato il superfluo
(Rispondi)
 
 
nel.silenzio.di.noi
nel.silenzio.di.noi il 18/03/24 alle 16:31 via WEB
Buonasera. Ti ho riletto e riletto, un pò mi vergogno, sono andata probabilmente molto fuori da quello che era il tuo pensiero. Pazienza. Volevo aggiungere che tante risposte alle mie domande, su di me, non me le sono sapute dare. Ti auguro una buona serata
(Rispondi)
 
 
 
Silentvoid
Silentvoid il 18/03/24 alle 16:36 via WEB
Carissima,non c'è nulla di cui ti debba nemmeno pensare di vergognarti,mai,e soprattutto non qui,non in questo luogo che ho il grande piacere tu visiti. Le domande che ci facciamo sono e accompagnano il percorso delle nostre vite,a prescindere dalle risposte. Una buonissima serata a te!
(Rispondi)
cassetta2
cassetta2 il 16/03/24 alle 18:46 via WEB
cogliere il significato di un concetto, di un'idea o di una situazione. penetrare con la mente la natura e le implicazioni di qualcosa. cogliere qualcosa in modo non completamente razionale, attraverso l'istinto o l'esperienza. Non si tratta di una semplice acquisizione di informazioni, ma di un viaggio di scoperta e di crescita personale. Un po come leggere il tuo blog. Kisu shitaku nacchatta imashita
(Rispondi)
 
Silentvoid
Silentvoid il 16/03/24 alle 21:54 via WEB
Caro Cassetta, come di consueto offri un punto di vista originale osservando da un'angolazione diversa ciò di cui chiacchieriamo, e come sempre prima di tutto voglio dirti grazie per l'occasione che mi dai di meditare su nuovi spunti. Nello specifico, mi colpisce molto il tuo includere con forza (mi pare), la componente istintuale come requisito possibile per l'atto del comprendere qualcosa che osserviamo o che accade. Le implicazioni di ciò sono davvero vaste, non solo perchè richiederebbero qualche pennellata per fare un quadro che ci dia più chiarezza su ciò che possiao definire istinto (distinguendolo ad esempio dall'impulso, dalla pulsione, dalla risposta rigida agli stimoli), ma anche perchè, se prendiamo l'istinto come uno degli elementi necessari al comprendere, a questo punto la comprensione diventerebbe appannaggio dei soli esseri biologici...il che ci porta dritti nel dibattito sull'Intelligenza Artificiale... Riassumendo: Grazie, sei prezioso Non lamentarti se da questo commento magari nasceranno post chilometrici e deliranti, la colpa è tua e te li sorbirai! ;) PS. Salto il saluto giapponese perchè mi hai beccato senza idee per risponderti, e comunque il giapponese non lo so!
(Rispondi)
acquasalata111
acquasalata111 il 16/03/24 alle 21:13 via WEB
Caro Amico, leggo con piacere il tuo nuovo post! Come lo interpreto? A me appare una divertente ed intelligente metafora del mondo in cui viviamo oggi, dominato da una stampa corrotta, non più libera di raccontare fatti veritieri, ma manipolata e venduta. Ecco allora gli articoli sui giornali che somigliano ai tuoi numerosi fogli di carta nei quali spetta a noi decifrare tra menzogne, falsità e imbrogli una sorta di verità. Mentre noi continuiamo ad essere "rinchiusi in una stanza" che allegoricamente è il nostro mondo, il nostro piccolo mondo che gira solo ed esclusivamente attorno ad uno smartphone dal quale neanche alziamo lo sguardo per vedere fuori dalla finestra incollati come siamo ad un videogioco che ci fa sempre vincere illudendoci di essere gli eroi della nostra banale vita. A te la domanda: come si fa ad uscire dalla stanza chiusa? Un caro saluto e buona serata.
(Rispondi)
 
Silentvoid
Silentvoid il 16/03/24 alle 22:07 via WEB
Cara Amica, che cose meravigliose scrivi! E lo sono per più motivi..mi fa piacere condividerne alcuni ovviamente; la tua interpretazione del post è in realtà una lente completamente nuova attraverso la quale io stesso rileggo le parole che ho scritto, perchè non era quella l'idea che avevo in mente mentre mettevo a punto il post! Puoi immaginare la mia meraviglia quindi, tu hai dato parole a quel fenomeno per cui ogni scritto sfugge completamente al controllo di chi lo scrive nel momento in cui viene letto, e no esistono interpretazioni sbagliate, a prescindere dall'intento dell'autore! Nel momento in cui a te sono sovvenute quelle immagini metaforiche, QUELLO è diventato il significato di ciò che scritto. Il che mi fa venire voglia di scrivere qualcosa sull'ermeneutica e vedere dove si va a finire... Un altro motivo per cui sto davvero apprezzando il tuo commento è che il modo in cui descrivi il nostro essere rinchiusi mi riporta alla mente il mito della caverna di Platone, al quale tu magari non stavi pensando quando hai scritto, ed ecco che stavolta sono io, come in un gioco di specchi, a dare un significato altro, ma comunque vero, alle tue parole... Lo vedi che è meraviglioso ciò che scritto? Ps. La risposta alla tua domanda "finale" merita uno scritto più articolato di una risposta al commento. Per ora ti dico che ne tengo nota, e che una qualche idee per una possibile risposta ce la potrei avere... Un carissimo saluto a te
(Rispondi)
 
 
acquasalata111
acquasalata111 il 17/03/24 alle 08:06 via WEB
Forse la risposta alla mia domanda me l'hai già data: la caverna di Platone. Solo quando ci renderemo conto che quelle figure che vediamo proiettate sul muro non sono persone bensì statuette allora usciremo dalla caverna (la stanza chiusa, magari usciremo dalla finestra!!) e andremo a vedere fuori fino a scoprire il sommo bene: il sole! Grazie per questo gioco di metafore parole idee che alla fine ci aiutano a guardare dalla finestra e a tornare di nuovo a ragionare! Buona domenica.
(Rispondi)
misteropagano
misteropagano il 16/03/24 alle 21:37 via WEB
::semplicemente fogli di mondo, un istituto che non tutti possono frequentare/interpretare o partecipare (ncora). Buon fine settimana M^
(Rispondi)
 
Silentvoid
Silentvoid il 16/03/24 alle 22:16 via WEB
Buonsera a te, Mistero, la potenza e la densità che concentri in poche parole mi lascia sempre piacevolmente stupito. L'idea di mondo come istituto la trovo particolarmente evocativa se penso al significato etimologico di "istituto" ovvero "dar principio, ordinare, decretare, istruire, ammaestrare". C'è molto su cui meditare, soprattuto se, come sembri voler suggerire, l'istituto è a numero chiuso (per ora). Grazie per l'augurio, possa anche il tuo fine settimana essere esattamente come tu lo vuoi
(Rispondi)
 
 
misteropagano
misteropagano il 18/03/24 alle 11:51 via WEB
Buongiorno Silentvoid ti ringrazio per aver colto il ritmo delle mie parole. La loro sintesi non è una scorciatoia ma un'arte del pensiero. Una sorta di esplorazione del metodo. Una raccolta di impressioni che colmano il possibile vuoto di una visione e il suo discorso. Credo così. Quanto ai tuoi testi, appunto, sono una bella occasione di esprimere questa arte che pare astratta, e complessa. La narrativa però è ricca di pensatori, autori sperimentali e comunicatori. E io ne seguo le tracce. Buon 18 M^
(Rispondi)
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963