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« Nanoparticelle: morire a...Tanto casino per una bibita... »

Conquistare il mercato con la monodopera più costosa al mondo!

Post n°185 pubblicato il 01 Giugno 2006 da Boycott
 

   Oggi cerco di far capire che non è vero che per avere business, cioè far soldi, bisogna che le nostre imprese producano all'estero dove la monodopera costa pochissimo. Questo è la concezione che hanno gli industriali dalle capacità limitate, ma sono dei grandi piazzisti!
   L'esempio che porto è una ditta molto famosa nel mondo che è riuscita a conquistare il mercato mondiale pur averdo la manodopera più cara al mondo,  nel 2004, un'ora di lavoro nell'industria e nei servizi in Svizzera è costata in media 50,70 franchi (32,90 euro), di cui 41,90 per le retribuzioni lorde e 7,50 per i contributi sociali. L'azienda in questione è la Swatch

   L'impresa svizzera è riuscita a scalzare la fortissima concorrenza giapponese (come la Seiko) negli anni '80 grazie ai suoi prodotti che costavano l'80% in meno degli orologi convenzionali...

   Com'è stato possibile tutto questo? La Swatch ha saputo fare degli orologi rivoluzionari per quell'epoca, in quanto erano composti da 51 pezzi contro i normali 91 delle altre ditte.


   Quindi per essere competitivi nell'epoca della globalizzazione bisogna avere la conoscenza, quella che i nostri industriali, per darsi un tono di sapienza, chiamano knowhow.
   Grazie anche all'innovazione tecnologica, la Svizzera si classifica nuovamente all'8° posto nella classifica della competitività stilata dal Forum economico mondiale.
   Secondo il Rapporto globale della competitività 2005-2006 la Finlandia rimane l'economia più competitiva del mondo. Dopo di lei nella graduatoria si piazzano Stati Uniti e Svezia. E questi paesi hanno manodopera bassa?no.

 "La più grande forza della Svizzera a livello di competitività è la sua capacità di proporre innovazioni tecnologiche. Molte società investono nella ricerca e nello sviluppo e, fra industria e mondo accademico, vi è una buona collaborazione", commenta Augusto Lopez-Claros, capo economista e direttore del Global Competitive Programme.

Chi volesse vedere la conferenza del Dott.Stefano Montanari intitolata "Nanoparticelle: morire a nome di legge", basta che clicchi sul titolo.

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Commenti al Post:
Chocolate_C
Chocolate_C il 01/06/06 alle 10:48 via WEB
Non mi intendo molto di economia, ma chi di noi non ha posseduto almeno uno Swatch? E bravi gli svizzeri. Però se ti interessa fare un salto in Trentino in questi giorni a Trento si svolge il Festival dell'Economia. Per chi vuol saperne di più visiti www.festivaleconomia.it Buona giornata Choco
 
 
Boycott
Boycott il 01/06/06 alle 10:56 via WEB
Grazie per l'informazione interessantissima...
 
giubendgl
giubendgl il 01/06/06 alle 11:17 via WEB
io ti faccio i complimenti ogni giorno sono qui per leggere i tuoi post...sempre illuminanti...
 
 
Boycott
Boycott il 01/06/06 alle 12:08 via WEB
E' proprio perchè c'è gente come te che mi viene a leggere, lascia il segno sia nel blog che dentro di me, che mi spingonoa fare ogni giorno del mio meglio per cercare di sviluppare una certa sensibilità nella gente...grazie
 
beansidhe
beansidhe il 01/06/06 alle 11:43 via WEB
Carissimo sempre informato e "informante"! Bravo!Però oggi devi fare un salto sul mio blog...piccola curiosità su cui vorrei veramente il tuo parere...
 
 
Boycott
Boycott il 01/06/06 alle 12:08 via WEB
Arrivo ^_^
 
Don_Fabio
Don_Fabio il 01/06/06 alle 12:21 via WEB
http://www.microcrystal.com/default.aspx?c=worldwide,,,,http://www.swatchgroup.com/press/press_article.php?article=210&language=en,,,,,questi sono due link interessanti su due aziende con sede in Svizzera,facenti capo al Gruppo Swatch e che producono una sistemi elettronici (mycrocristal,come saprai la swatch ha diversificato da tempo e ora è anche nel digitale) e l'altra componenti per orologi (ETA).Come potrai notare ci sono diversi stabilimenti produttivi sia in Cina che in Malesia che in Thailandia. Quindi come vedi,il quartier generale e la maggior parte degli impianti del gruppo sono in Svizzera,dall'assemblaggio ai marchi di lusso alla meccanica di precisione (e ci mancherebbe altro,se non sanno fare gli orologi loro chi li deve fare?),però per produzioni a basso valore aggiunto il caro vecchio sud-est asiatico è sempre in auge.Anche le Ferrari (il simbolo del made in Italy) le producono a Maranello,ma qualche pezzo magari è prodotto dove la manodopera costa meno.Concludo,prima di tacciare gli imprenditori nostrani di scarsa lungimiranza ed esaltare gli svizzerotti informiamoci bene,in un'economia globale tutto il mondo è paese.
 
 
Boycott
Boycott il 01/06/06 alle 12:32 via WEB
Sapevo che avresti cercato di mistificare, ma sono stato molto attento nello scrivere: gli Swatch che hanno sbaragliato la concorrenza negli anni '80 erano costruiti in Svizzera...che ora parte della produzione si sia trasferita altrove c'è scritto anche nel link che ho messo.
 
   
Don_Fabio
Don_Fabio il 01/06/06 alle 12:38 via WEB
si certo,mi riporti i dati sui costi della manodopera 2004? Negli anni '80 la Cina era un mercato chiuso,quindi il tuo paragone non sta in piedi,hai messo insieme critica alla delocalizzazione e una brillante politica aziendale di 20 anni fa.Oggi (non negli anni '80) la Swatch per restare leader mondiale ha dovuto delocalizzare,i tempi cambiano
 
Boycott
Boycott il 01/06/06 alle 12:40 via WEB
La Cina era chiusa, ma c'era la Corea, Taiwan, Indonesia, Vietnam...la delocalizzazione non è una cosa del 2000!Ma roba ormai di 30 anni fa!
 
 
Don_Fabio
Don_Fabio il 01/06/06 alle 12:47 via WEB
20 anni fa "delocalizzare" per le aziende europee era un'avventura pionieristica,non esisteva internet,il mondo era più "lento",gestire una catena produttiva all'altro capo del mondo non era semplice.20 anni fa avevamo la Olivetti,pensa un po' come è cambiato il mondo:la Swatch ha avuto una brillante idea negli anni 80? Benissimo,bravi,ma delocalizzare oggi non c'entra niente
 
   
Don_Fabio
Don_Fabio il 01/06/06 alle 12:52 via WEB
oggi la Swatch produce nel Sud-Est come tantissime altre aziende,alla faccia del know-how acquisito.Oggi non ci si può limitare ad avere un solo vantaggio competitivo,Porter è superato,oggi devi riuscire a competere sia nel costo che nella differenziazione
 
     
Boycott
Boycott il 01/06/06 alle 13:03 via WEB
Nel 2002 l'unica azienda a segnare un aumento delle vendite è stata CTM-altromercato...pagando i dipendenti notevolmente di più del mercato tradizionale...
 
   
Boycott
Boycott il 01/06/06 alle 13:06 via WEB
Pensa che la Olivetti insegnava agli americani come fare i computers...
 
     
Don_Fabio
Don_Fabio il 01/06/06 alle 13:10 via WEB
lo so purtroppo,faceva concorrenza alla IBM,pessimo esempio di gestione.Oggi quel glorioso marchio è ridotto a fare da scatola cinese per Telecom
 
     
Boycott
Boycott il 01/06/06 alle 13:19 via WEB
Avevamo anche Piaggio che faceva la Vespa in Italia e la vendeva in tutto il mondo...
 
Garibaldino69
Garibaldino69 il 01/06/06 alle 12:40 via WEB
Oggi concordo con quello che dici,ma gli stati si evolvono velocemente ed il knowhow può essere acquisito prima o poi. I giapponesi nel 1950 compravano esemplari di moto europee,le smontavano per cercare di capire come si costruivano e poi ne producevano delle copie.Oggi invece sono decisamente bravi a produrre non solo le moto. Gli industriali applicano le moderne tecniche di produzione solo in parte,chiedendo flessibilità selvaggia,creano problemi sociali enormi. I politici IGNORANTI,in quanto poco avvezzi alle tecniche produttive,concedono la flessibilità selvaggia agli industriali. Nel caso di prodotti a basso valore aggiunto(non significa di bassa qualità!!),il costo della manodopera per assemblare il prodotto è fondamentale. Se l'assemblato è composto da 50 pezzi invece che 100,le aziende assemblando in meno tempo riescono ad avere un costo di assemblaggio ancora competitivo anche con paesi dal costo della manodopera molto basso. Bello mi piace questo blog.
 
 
Boycott
Boycott il 01/06/06 alle 13:06 via WEB
Il basso costo di manodopera nel sud-est asiatico è dovuto alla mancanza di diritti...dobbiamo trattarli come esseri umani come noi...4°comandamento: Ama il prossimo tuo come te stesso ^_^
 
   
Garibaldino69
Garibaldino69 il 01/06/06 alle 14:03 via WEB
Sono ATEO,ma credo lo stesso che sia giusto che tutti gli uomini siano uomini tra gli uomini.
 
     
Boycott
Boycott il 01/06/06 alle 14:33 via WEB
Vedi che ci si può capire anche tra visioni opposte?anche il politica si può fare...anche tra operaio ed imprenditore...^_^
 
     
Garibaldino69
Garibaldino69 il 01/06/06 alle 15:20 via WEB
Non sono un imprenditore,ma risolvo i problemi dei miei clienti cercando di preservare il maggior numero di posti di lavoro. Non ho una visione opposta alla tua,solo più realistica.
 
     
Boycott
Boycott il 01/06/06 alle 17:22 via WEB
Io intendevo che sei ateo mentre io no...
 
     
Garibaldino69
Garibaldino69 il 02/06/06 alle 11:55 via WEB
non sei il primo a dirmelo :)
 
     
Boycott
Boycott il 02/06/06 alle 12:11 via WEB
Però si può andar d'accordo lo stesso...è questo che dobbiamo comunicare all'imprenditore e al sindacalista, a destra e a sinistra, al prete e al laico...
 
honeymamy
honeymamy il 01/06/06 alle 14:46 via WEB
http://digiland.libero.it/blog/lista.php?cat=1002&scat=1061 CHE CI FAI TRA TUTTE STE MAMME??? ahahah!!! un abbraccione:)))
 
 
Boycott
Boycott il 01/06/06 alle 17:23 via WEB
Perchè il mio blog è fatto per miglior la vita di tutte le famiglie...ci si prova almeno...^_^
 
frodino76
frodino76 il 01/06/06 alle 16:34 via WEB
quello che a mio avviso non è stato compreso dagli imprenditori (o presunti tali visto che non sono stati ingrado di vedere un pò più in là del loro naso!!) a suo tempo è che si doveva capire già 15 anni fa che non si sarebbe potuto sostenere la concorrenza dei prodotti a basso costo di manodopera orientale!Le prime avvisaglie nn sono state l'altro ieri!Solo che si è preferito fare manbassa quando le cose andavano bene per poi mettersi il prosciutto davanti agli occhi quando stava per scoppiare il fenomeno cina!Tutto ciò nn è capitato di punto in bianco!I VERI imprenditori (e sono pochissimi in Italia per quel che mi riguarda a potersi fregiare di questo appellativo) hanno capito che per sopravvivere andava attuata una strategia ben precisa!Portando l'esempio delle calzature, sul cui distretto industriale veneto io ho fatto la tesi di laurea, si sono salvati dalla crisi quelli che intervenendo sul processo produttivo nn dico che hanno abbassato i costi, ma sono comunque riusciti ad aumentare la qualità del prodotto e a fidelizzare la clientela.Tutti gli altri (quelli che durante le interviste per la tesi mi dicevano che le scarpe si fanno da 20 anni sempre allo stesso modo e il modo sarà sempre quello!Ma dico io...si può chiamare "imprenditore" in individuo che ragiona in questo modo!!??) sono morti o in agonia!Ancora non si è capito che l'unica possibilità di sopravvivere era puntare sulla qualità del prodotto, l'innovazione, sfruttare l'immagine che ha l'Italia nel mondo, che a mio avviso nn ha pari!!Ma si è preferito mettere la testa sotto la sabbia e attendere il capitare degli eventi.Ed è inutile che poi mi vengano a dire che nn è vero!!Che in realtà in questi anni si è cercato di innovare...perchè nn è vero!Per il semplice fatto che (porto l'esempio del distretto calzaturiero veronese)molte aziende hanno investito meno dell'1% del proprio fatturato in R&S...ma la maggior parte addirittura niente!Quindi in un certo senso ce la siamo un pò voluta.Un'ultima cosa...una buona percentuale delle ditte che si sono salvate sono riuscite, con ottime strategie aziendali, a mantenere il 90% della loro produzione in Italia.E qui mi fermo.
 
 
Boycott
Boycott il 01/06/06 alle 17:25 via WEB
A me sarebbe piaciuto che tu andassi avanti...^_^
 
dott.mordicchio
dott.mordicchio il 01/06/06 alle 16:42 via WEB
ciao frodino! guarda quello che dici tu è avvenuto negli anni '70... statistiche economiche testimoniano come gli imprenditori vivendo su posizioni dominanti riuscirono ad aumentare la produzione di beni, ma senza un relativo aumento della quota di investimenti in ricerca e sviluppo. L'aumento di produzione era dato soltanto dallo sfruttamento massiccio della manodopera... la crisi che scoppiò successivamente è storia che conosciamo...
 
 
Boycott
Boycott il 01/06/06 alle 17:27 via WEB
Chi è causa del suo mal...
 
new_old_boy
new_old_boy il 01/06/06 alle 16:46 via WEB
Fra tutte queste opposte concezioni su knowhow e delocalizzazione, non ho visto nessuno che parla di difesa dei prodotti italiani e, di conseguqnza, dei lavoratori italiani. Ovviamente non è possibile difendere i nostri lavoratori se devono competere con altri che lavorano ad un salario da sfruttamento. A questo punto penso che libera circolazione delle merci nel mercato globale sia una fregatura per noi, e per chi lavora nei paesi del 3° mondo. Le merci prodotte a costi inferiori e provenienti da paesi in cui i diritti dei lavoratori non sono rispettati andrebbero daziate in ingresso. Il costo sarebbe uguale a quello dei prodotti italiani e gli industriali non diventerebbero ricchi sfruttando l'altrui lavoro a costo zero.
 
 
Garibaldino69
Garibaldino69 il 01/06/06 alle 16:56 via WEB
le barriere doganali non servono a nulla,servono solo a rimandare l'inevitabile.
 
 
Boycott
Boycott il 01/06/06 alle 17:28 via WEB
Se noi consumatori lasciassimo sui bancali i prodotti dello sfruttamento, non ci sarebbero bisogni di dazi...
 
   
kudablog
kudablog il 01/06/06 alle 22:20 via WEB
condivido
 
     
Boycott
Boycott il 02/06/06 alle 09:01 via WEB
Grazie Kuda
 
new_old_boy
new_old_boy il 01/06/06 alle 17:01 via WEB
Si ma seuno non può sfruttare la mano d'opera a basso costo o paga di più gli sfruttati, in modo da non essere daziato, oppure produce in loco.
 
 
Boycott
Boycott il 01/06/06 alle 17:29 via WEB
Esatto ^_^
 
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