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Abuso di potere

Post n°54 pubblicato il 23 Dicembre 2005 da Boycott
 

   Le imprese per condizionare l’opinione pubblica e il potere politico rispetto alle scelte politiche, sociali, economiche e tecnologiche, si comprano l'informazione, i partiti e quant'altro!

  Costituiscono motivo di abuso di potere il possesso di giornali, di radio e di reti televisive, il finanziamento lecito o illecito ai partiti.
  Ad esempio, in Italia una corretta informazione non è di certo l’impegno dei mass media perché condizionati dal potere economico. Lasciando da parte il caso Berlusconi, relativo alle tv, e concentrandoci sui quotidiani a livello nazionale, troviamo che tutti i giornali appartengono o a imprese o a ricche famiglie:
-“Il Giornale” a Berlusconi e chi sia lo sappiamo abbastanza
- “La Stampa” alla Fiat (quindi Agnelli e vari Lapo) ,
- “la Repubblica” a De Benedetti (in foto),che possiede il settimanale l'Expresso.Anni fa uscì da Fiat perché le sue proposte innovative non piacevano ai fratelli Agnelli (e forse aveva ragione De Benedetti ) e comprò l'Olivetti. Fondò l'Omnitel,ora Vodafone.Non dimentichiamo poi che controlla l'ISP Kataweb.
-“Il Messaggero” a Caltagirone  , la cui Spa è una holding di partecipazioni quotata in borsa cui fanno capo le attività del Gruppo nei settori dei grandi lavori, del cemento (Cementir), immobiliare, finanziario e dell’editoria (Piemme).

- “La Nazione” a Monti, la cui la famiglia è l’azionista di maggioranza della Poligrafici Editoriale Spa
(che controlla anche Il Giorno - Il Resto del Carlino - Onda Magazine Tv - Cavallo Magazine - Lo Sperone)
- il “Corriere della Sera” a una cordata di imprese tra cui spiccano Fiat e Mediobanca, e andirettamente Berlusconi, Della Valle e altri di cui si è parlato non molto tempo fa 
-“Il Sole 24 ore” alla Confindustria ,
-“L’Unità” a vari imprenditori e gruppi fra cui Marco Boglione, padrone di Kappa , e Alessandro Dalai, padrone di Baldini & Castaldi e Dalai Editore .
  Solo due testate su dieci sfuggono al controllo dei poteri economici. Si tratta de “Il Manifesto, che fa a capo a una cooperativa, de “L’Avvenire, che appartiene alla Conferenza episcopale.
  Sarebbe illusorio aspettarsi un’informazione corretta da parte di ha interesse a mantenere l’attuale stato di cose.

   

 
Rispondi al commento:
Velma_Kelly
Velma_Kelly il 23/12/05 alle 14:51 via WEB
Sono d'accordo con kidgloves. Credo che sia un preciso dovere di ogni cittadino (chi ovviamente si sente parte di una polis) scegliere quello che lui ritiene essere il canale informativo più consono, restando sempre consapevole del fatto che l'informazione, in Italia, è tutto meno che LIBERA. Personalmente io boicotto la televisione e annessi telegiornali che mi infastidiscono fin dalla sigla, leggo "Il manifesto" (quando ho soldi che mi avanzano, perchè sono studentessa...!) ma non mi privo della lettura di alcuni giornali che ritengo orripilanti (tipo "Libero") giusto per capire di che pasta è fatta l'informazione oggi.
 
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Data di creazione: 14/11/2005
 

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