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10 anni dopo Prodi cerca la rivincita...

Post n°173 pubblicato il 18 Maggio 2006 da Boycott
 

Questa la composizione del secondo Governo Prodi, vediamo chi sono per conoscerli e che passato hanno per meritarsi queste cariche:

PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:Romano Prodi.
VICEPRESIDENTI DEL CONSIGLIO:Massimo D'Alema-Francesco Rutelli.
MINISTRI SENZA PORTAFOGLIO:
Vannino Chiti (Riforme), Luigi Nicolais (Funzione Pubblica), Linda Lanzillotta (Affari Regionali), Emma Bonino (Rapporti con l'Europa), Giulio Santagata (Attuazione del Programma), Barbara Pollastrini (Pari Opportunità), Giovanna Melandri, vedi foto (Politiche giovanili e Sport) e Rosy Bindi (Famiglia).
MINISTRI CON PORTAFOGLIO:
Affari Esteri: Massimo D'Alema.
Beni Culturali e Turismo: Francesco Rutelli.   
Interno:
Giulia
no Amato.
Giustizia: Clemente Mastella.
Difesa: Arturo Parisi.
Economia e Finanze: Tommaso Padoa Schioppa.
Sviluppo Economico: Pierluigi Bersani.
Infrastrutture: Antonio Di Pietro.
Politiche Agricole e Forestali: Paolo De Castro.
Istruzione: Beppe Fioroni.
Salute: Livia Turco.
Comunicazioni: Paolo Gentiloni.
Università e Ricerca: Fabio Mussi.
Lavoro: Cesare Damiano.
Solidarietà Sociale: Paolo Ferrero.
Ambiente e Tutela del Territorio: Alfonso Pecoraro Scanio.
Trasporti: Alessandro Bianchi.

 

Il nuovo governo Prodi sarà oggi al Senato, verso le 12, per chiedere la fiducia dal Parlamento. 

      La presenza femminile aumentata, ma ci si aspettava di più. Sei ministri: un buon numero; ma tra quelli che contano di più, solo Livia Turco (alla Salute). Della serie: bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, a secondo dei punti di vista. ''Speravo di piu' ma il passaggio da 2 a 6 è importante'': così il presidente del consiglio Romano Prodi, lasciando a piedi Montecitorio, risponde sulla presenza di donne nel governo.
   Curioso il fatto che come Sottosegretaio alla presidenza Enrico Letta prenda il posto lasciato pochi giorni fa dallo zio Gianni.
   Avendo nella propria squadra un uomo di legge come Di Pietro, perchè dargli le Infrastrutture? Perchè non metterlo alla Giustizia, la quale è andata a Mastella, che con tutto il rispetto non sembra essere un uomo di polso?

Raccolgo volentieri tutte le vostre impressioni su qualsiasi nomina... 

 

Per chi si è perso la mia conferenza sulla Spesa intelligente del 5 maggio cliccando potete vederla e sentirla dal vostro pc.

  Sostengo anch'io in maniera aperta la candidatura di Rita Borsellino alla presidenza della Regione Sicilia...una donna che da fastidio sia alla destra che alla sinistra...quindi è la persona giusta. (scrivilo anche tu nel tuo blog)

   Questo blog è stato scelto tra i tre migliori per la categoria "INFO", se volete farlo vincere, votatelo lasciando un commento cliccando qui. Questo è il regolamento del concorso. Attualmente sto vincendo la mia categoria e sono secondo in classifica assoluta...votate,votate, votate!
Ciao e grazie a tutti in anticipo

 
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navaspa
navaspa il 18/05/06 alle 14:27 via WEB
A proposito di ciò che dicevo prima, leggi qui: L'incentivo al governo:stesso status ecomico dei parlamentari ai sottosegretari, pari a120ml di euro L'Unione sarà costretta ad aumentare gli stipendi dei sottosegretari per convincere i senatori a lasciare il Parlamento e entrare nel Governo ( Olycom) ROMA Una bozza del provvedimento già sarebbe stato predisposto dai consulenti legislativi del gruppo parlamentare dei Ds. Pochi articoli di legge, magari da far passare con uno dei primi decreti d'urgenza del nuovo governo, e con i quali si equipara lo status di sottosegretario ai parlamentari, deputati e senatori. Costo per la copertura della legge: 120 milioni di euro. Può sembrare una delle tante prebende a cui l'Italia è purtroppo abituata, che non avrebbe alcuna urgenza, invece è la chiave di volta a cui si affida Romano Prodi per garantire un respiro più ampio al suo governo. Per capire di cosa si tratta occorre fare un sintetico ragionamento. I numeri dell'Unione, soprattutto quelli al Senato sono risicatissimi, per cui da tempo è stato stabilito dai leader del centrosinistra che chi farà il sottosegretario o il viceministro deve dimettersi da parlamentare. In un primo momento l'incompatibilità era stata sancita anche per i ministri ma poi il caso Mastella ha fatto desistere. Prodi non può permettersi che chi diventa sottosegretario lasci sguarnito Montecitorio o peggio ancora Palazzo Madama. Al momento di scrivere l'elenco dei viceministri e dei sottosegretari, però, il professore ha ricevuto una serie di sostanziosi dinieghi, quasi che a nessuno interessasse occupare le pur sostanziose poltrone nei ministeri. La verità è stata subito chiara: a nessuno andava di perdere lo status di parlamentare. Era stato sempre un governo di centrosinistra, nell'ottobre del 1999, a fissare un buon compenso per i ministri e i sottosegretari che non erano parlamentari, fu fatto con una leggina dal titolo " Disposizioni in materia di indennità dei ministri e sottosegretari non parlamentari". La disposizione ampliava il compenso che già era stato fissato da un precedente provvedimento del governo Dini. Tuttavia, ad oggi, lo stipendio di un sottosegretario ammonta a circa 5.000 euro al mese che è solo la parte base di una retribuzione di un deputato, al quale viene riconosciuta una diaria per il soggiorno a Roma di altri 4.003 euro mensili, 3.323 euro a trimestre per le spese di trasferimento a Fiumicino, un indennità di fine mandato, più una seria di altre voci che portano ben più in alto il netto mensile. Inoltre i deputati e i senatori maturano una suntuosa pensione, il cosiddetto vitaliazio, che scatta al sessantacinquesimo, in alcuni casi anche al sessantesimo anno di età, pari a un minimo del 25 fino a un massimo dell' 80 per cento dello stipendio dei parlamentari. I sottosegretari non hanno tutto ciò. Non hanno l'immunità e neanche tutti i benefict dei signori deputati: la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima e aerea sul territorio nazionale. Fatti un po' di conti, la sostanza della moneta ha prevalso sul titolo e un po' di potere in più. Prodi e i segretari di partito hanno incassato una serie di dinieghi. Non basta, in molti hanno fatto osservare che « accanto alla non irrilevante questione economica c'è quella della tenuta del governo che sta per nascere, per cui sarebbe un pessimo affare abbandonare uno scranno in Parlamento per una traballante poltrona in un ministero » . Di qui la leggina, scritta nelle ultime ore, che deve equiparare lo status economico dei sottosegretari a quello dei parlamentari. Il costo dell'operazione dovrebbe aggirarsi sui 120 milioni di euro, perché se nel governo Berlusconi c'erano 75 fra sottosegretari e viceministri, nell'Unione se ne annunciano altrettanti. È nato l'incentivo al governo.
 
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