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« Gli abusi dei VIPMessaggio #236 »

L'indulto riguarda tutti i cittadini

Post n°234 pubblicato il 28 Luglio 2006 da Boycott
 

Oggi mi rivolgo soprattutto a chi detesta la politica e a chi pensa che la si possa escludere dalla propria vita. Invece si dovrebbe capire che la politica ci riguarda in modo diretto ed influisce direttamente nel nostro modo di vivere. In questi giorni sta avvenendo una grande battaglia per la democrazia in Italia: si chiama indulto. La classica casalinga di Voghera dirà: "E a me che mi importa? Se vogliono salvare qualche politico che lo facciano pure, basta che non tocchi la mia vita". Invece tocca proprio la nostra vita quotidiana. E ora vi spiego come. La gente che ha rubato un sacco di soldi allo Stato, ha fatto in modo che tutti gli onesti abbiano dovuto pagare maggiori tasse per coprire il buco lasciato da questi evasori, corruttori e corrotti e mafiosi!
Il problema nasce da un sentimento nobile: le condizioni di vita dei carcerati. Le carceri sono piene e i detenuti vivono anche i 5 in una cella stretta con un bagno in comune. Anche Giovanni Paolo II, due anni fa, si era espresso per un atto di clemenza in questo senso. Fu applauditissimo da tutti i parlamentari. Ma i politici sfruttano l'occasione per togliere dalle patrie galere anche i grandi truffatori che hanno spolpato le casse dello Stato e che stanno scontando la pena in maniera comodissima: arresti domiciliari. Così si scarcerano e si tolgono dai processi in corso tutti gli accusati di stampo mafioso, corruzione, concussione e voto di scambio. In pratica non affronteranno il processo tutti gli imputati di bancopoli (Fiorani, Consorte, Ricucci, Fazio), di calciopoli (Moggi & compani), tangentopoli, ecc.
E'un tema così delicato che sia maggioranza che opposizione sono divise. L'Italia dei Valori di Di Pietro si sta battendo (o meglio sta gridando vista la foto) con tutte le sue forze all'interno della maggioranza, mentre Lega (che attraverso il parlamentare Cota ha detto che è "una vergogna!") e AN (addirittura La Russa si oppone con determinazione) votano contro staccandosi da Forza Italia e Udc. Si formano alleanze trasversali molto strane. Perchè questi trani comportamenti dei politici? Tanto strani non sono. Ovvio che partiti come Udc e Forza Italia votino a favore dell'indulto, visto che nelle loro file hanno parlamentari condannati in via definitiva (29 e 10 rispettivamente) per reati gravi come associazione mafiosa e corruzione (Dell'Utri [FI] e Cuffaro [Udc], entrambi in foto). Lo stesso dicasi per Margherita e DS (anche se per reati pù lievi). Ma l'assurdo si compie per quei partiti che votano a favore e non hanno condannati di partito da difendere come Rifondazione, Comunisti Italiani o Rosa nel Pugno. Questi lo fanno per "un grande atto di clemenza" verso le povere persone, come ha dichiarato il presidente della Camera Bertinotti. Addirittura Mastella, solo in Italia si può avere un Ministro della Giustizia che si chiama Clemente, dice che chi vota per questo indulto non deve essere accusato di non avere una morale. Vogliono liberare 12.000 detenuti per reati lievi. Ma per farlo si tolgono dai pasticci 74 detenuti di reati gravissimi.
Vogliamo fare spazio nelle carceri? Si potrebbe depenalizzare la Bossi-Fini e uscirebbero 9.000 detenuti che hanno la colpa di essere entrati nel nostro paese senza permesso. Non dico che sia giusto, dico che è meglio di metter fuori anche 74 mafiosi e corrotti.
Altro problema: per approvare l'indulto ci vogliono i 2/3 del parlamento. Ecco perchè sta avvenendo l'inciucio tra maggioranza e Forza Italia. Di Pietro propone di togliere dall'emendamento i reati di mafia, corruzione, concussione e voto di scambio. Se così fosse, si perderebbero i voti di Forza Italia, ma si guadagnerebbero quelli di Alleanza Nazionale, Lega Nord e di Italia dei Valori. Sarebbero sufficienti? Secondo me sì. E sarebbero contenti Rifondazione, Comunisti Italiani, Rosa nel Pugno e l'Udeur che vogliono far un atto di clemernza verso le povere persone. Sarebbero felici Italia dei Valori, Lega Nord e AN che non vogliono che escano le persone che hanno rubato.
Di Pietro minaccia di pubblicare nomi dei parlamentari che voteranno a favore di questo indulto, in modo che i cittadini sappiano chi sono i responsabili e se lo ricordino la prossima volta! Bravo! Infatti, come lui stesso scrive nel suo blog, ha ricevuto le congratulazioni personali di molti parlamentari in via personale ed informale, ma nessuno l'ha sostenuto pubblicamente.
Il quotidiano la Repubblica a lanciato in internet un sondaggio tra gli italiani per chiedere se vogliono l'indulto: hanno votato 75.000 persone e il 96% ha detto NO!

Scriviamo a tutti i parlamentari per chiedere che dall'indulto tolgano i reati finanziari (corruzione, mafia e falso in bilancio). Cliccate sulla foto dei "nostri dipendenti" che ho messo sulla destra dello schermo e inviate email o lasciate loro un commento sul loro blog. Solo avendo un filo diretto con i politici possiamo partecipare alla formazione di democrazia diretta, altrimenti diventa solo un delegare delle persone al bene pubblico che poi fanno quello che vogliono! Cerchiamo di essere responsabili e facciamo tutto quello che possiamo affinchè non avvenga questo scempio!

Ringrazio liberoblog che anche stavolta mi ha pubblicato.

 
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bonfo67
bonfo67 il 28/07/06 alle 13:55 via WEB
Ok della Camera all'indulto I Ds: "Atto di civiltà. Ora si lavori a innovazione profonda del sistema della giustizia" La Camera ha approvato la proposta di legge per l'indulto. Dopo un dibattito sofferto l’approvazione è avvenuta con una maggioranza di due terzi, prevista dalla Costituzione. La maggioranza richiesta per l'approvazione era di 420. I voti a favore sono stati 460 e 94 i contrari. In 18 si sono astenuti. Contro il provvedimento, che ora passa al Senato per la seconda e definitiva lettura, hanno votato Italia dei Valori (ad eccezione di Federica Rossi Gasparrini), Lega Nord, An (Gianni Alemanno si è astenuto). La proposta di legge consiste di un unico articolo che in sostanza «sconta» fino a tre anni le pene detentive e fino a 10 mila euro quelle pecuniarie per i reati commessi entro la mezzanotte del 2 maggio scorso. Niente sconto invece per le pene accessorie, anche se temporanee: l'aula ha infatti modificato, approvando l'emendamento Mantini, il testo uscito dalla commissione che manteneva solo le pene accessorie perpetue, cancellando invece per intero quelle a tempo. Sempre in via generale, uno dei commi dell'articolo prevede che lo sconto venga cancellato se il beneficiario, nei cinque anni successivi all'indulto, commette un reato che gli costi una condanna ad almeno due anni di galera, mentre non vengono esclusi dai benefici, come in via generale prevede la Costituzione per i provvedimenti di amnistia (articolo 151, comma 5), «i recidivi, nè i delinquenti abituali, o professionali o per tendenza». Non godranno dello sconto di tre anni invece gli autori di quei reati che il relatore Enrico Buemi (Rnp) ha definito «particolarmente odiosi»: niente sconto insomma per terroristi italiani o internazionali, mafiosi, sovversivi in genere, stragisti, membri di banda armata, nuovi schiavisti, usurai, sfruttatori della prostituzione, pedofili, stupratori, rapitori, razzisti e commercianti all'ingrosso e al dettaglio di stupefacenti (esclusione che vale anche se si e' stati condannati per reati connessi a terrorismo, mafia, eccetera). Il responsabile delle politiche istituzionali della segreteria nazionale Ds Marco Filippeschi ricorda che «l’indulto era un impegno del programma dell’Unione. Un atto di civiltà, di fronte all’incapacità dimostrata dalla politica di affrontare l’emergenza cronica della situazione carceraria. Tutti sapevano che per realizzarlo – prosegue Filippeschi – sarebbe stato necessario un accordo almeno con una parte dell’opposizione, e le critiche e le proposte per migliorare il provvedimento hanno dato risultati importanti. Lo stesso non si può dire per le falsificazioni e le strumentalizzazioni che purtroppo si sono sentite. L’indulto è un provvedimento di clemenza che prevede uno sconto di pena – sottolinea Filippeschi – non cancella i reati. Non consente il reinserimento nella vita pubblica di coloro che sono stati condannati per reati finanziari e corruzione, e dunque non intacca nella sostanza il bisogno di rigore che per primi sosteniamo. Il sovraffollamento delle carceri è solo l’ultimo stadio di una situazione insostenibile del sistema giustizia – aggiunge l’esponente dei Ds – dopo il confronto sull’indulto e quello su una maggiore apertura delle professioni, tra le quali quella così importante di avvocato, serve ora un salto di qualità. Oltre a recuperare lo stravolgimento dell’ordinamento giudiziario lasciatoci in eredità dalla destra – conclude - e preparare la correzione delle leggi responsabili, tra le altre cose, anche del degrado insostenibile delle carceri, si devono perseguire gli obiettivi d’innovazione profonda scritti con chiarezza nel programma di governo. E’ questa la sfida da vincere, nell’interesse dei cittadini, e ora va resa più visibile, sostenibile e concreta». E in questa direzione il senatore Massimo Brutti, responsabile Giustizia dei Ds, si è già messo al lavoro. «Occorre al più presto cancellare le leggi ad personam sulla giustizia, varate dal centrodestra negli anni di governo di Berlusconi». «Adesso - aggiunge Brutti - dobbiamo dare avvio ad una serie di riforme in grado di restituire efficienza all'amministrazione della giustizia nel suo complesso. Per prima cosa vogliamo azzerare alcune pessime leggi volute dal centrodestra per tutelare interessi particolari». «E' un impegno – ricorda l’esponente della Quercia - che ci siamo assunti in campagna elettorale e che ora va mantenuto. Per questo - spiega il senatore Ds - ho depositato in Senato due disegni di legge: il primo cancella con un semplice tratto di penna la legge Cirami sul legittimo sospetto tornando alle norme precedenti che andavano bene e non avrebbero dovuto essere modificate». Tra i firmatari dei due testi anche la presidente dell'Ulivo al Senato, Anna Finocchiaro. «Con il secondo - prosegue Brutti - vogliamo cancellare la cosiddetta ex-Cirielli e ridisciplinare la materia della prescrizione. Al posto di quel pasticcio normativo voluto dalla destra per tutelare alcuni interessi particolari introdurremo una disciplina sulla prescrizione radicalmente nuova. Proponiamo di sostituire la prescrizione del reato con la prescrizione del procedimento, ovvero di calcolare i termini della prescrizione in ogni singola fase del processo eliminando dal conto il tempo perso a causa di espedienti dilatori». E «per quello che riguarda i recidivi – conclude infine Brutti - cancelleremo le norme inutilmente ingiuste che naturalmente non penalizzano i colletti bianchi ma solo quelli che non hanno soldi per pagarsi gli avvocati più abili». «Sono assolute sciocchezze quelle pronunciate su un patto scellerato fra Ulivo e Forza Italia: tutto è avvenuto alla luce del sole ed è stato necessario per raggiungere il quorum dei due terzi richiesto dalla Costituzione». Dario Franceschini, capogruppo dell'Ulivo alla Camera, risponde così alle critiche interne all'Unione che paventano un “inciucio con Forza Italia”. «Abbiamo affrontato il provvedimento - ha detto Franceschini - sapendo che è difficile da spiegare all' opinione pubblica. Ma c’è il grave problema delle condizioni inumane delle carceri e seppur è vero che bisogna scontare la pena in carcere, è altrettanto vero che lo Stato deve assicurare in esse delle condizioni umane. Siamo convinti di quello che abbiamo fatto - ha concluso - è una scelta difficile da spiegare, ma necessaria».
 
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