Boycott ©®

Responsabilizziamoci:"Questo Mondo alla rovescia ci insegna a subire la realtà invece di cambiarla,a dimenticare il passato invece di ascoltarlo e ad accettare il futuro invece di immaginarlo.Vediamo di vivere e lavorare per un mondo 'altro' "

 

AMARCORD


 
 
Citazioni nei Blog Amici: 115
 

AREA PERSONALE

 

ULTIMI COMMENTI

Impegnatevi di più con i post non posso essere l'unico...
Inviato da: cassetta2
il 03/08/2020 alle 12:08
 
La vita nasce per essere vissuta e per godere mon trovi?...
Inviato da: chiarapertini82
il 05/02/2016 alle 19:05
 
Il chinotto recoaro il top!!! Peccato che questo prodotto...
Inviato da: Andrea
il 09/07/2014 alle 22:10
 
Grazzie!
Inviato da: L'île au trésor
il 07/08/2013 alle 11:32
 
La informazione da voi data non corrisponde alla verità dei...
Inviato da: Zingaro Carlo
il 07/05/2012 alle 00:40
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

luca964leoaguecisala_giulianoemi952cassetta2amoilmareelaneve0fausto.panzeriwillobbreggiana0lillicamiecol2rita.zaninielviprimobazarpavone2303riccardiannamaria
 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Febbraio 2006 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28          
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

CONTATTA L'AUTORE

Nickname: Boycott
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 43
Prov: VR
 

FACEBOOK

 
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Messaggi del 22/02/2006

“Non si tratta affatto di “fuga” dei posti di lavoro”

Post n°106 pubblicato il 22 Febbraio 2006 da Boycott
 
Foto di Boycott

Se ieri ho riportato cosa succede nelle "zone franche di produzione" del Sud, oggi focalizzo l'attenzione sul perchè le aziende preferiscono trasferire la produzione e sulle conseguenze nel nostro Nord a questo.

                "Quando spiegò che la chiusura degli stabilimenti era la conseguenza diretta della decisione di trasformare la Levi’s in una “società orientata al marketing”, Robert Haas, amministratore delegato, si preoccupò di far presente alla stampa che i posti di lavoro non “venivano spostati altrove”, ma svanivano definitivamente . “Non si tratta affatto di “fuga” dei posti di lavoro”, ha tenuto a precisare Haas dopo la prima tornata di licenziamenti. E da un punto di vista tecnico questa precisazione è indubbiamente corretta. Considerare il caso Levi’s come una semplice “fuga” di posti di lavoro, significherebbe non riuscire a cogliere la trasformazione più profonda, e certamente più dannosa, che questi licenziamenti rappresentano. Nel caso della Levi’s, i 16.310 ex lavoratori sono stati definitivamente depennati dai libri paga per essere poi sostituiti, secondo Ermatinger, dagli “appaltatori che operano in tutto il mondo” . Questi appaltatori svolgeranno la medesima attività dei vecchi stabilimenti Levi’s, ma gli operai che vi lavoreranno non saranno mai più dipendenti dell’azienda […] I licenziamenti sono la manifestazione tangibile di una trasformazione molto più radicale che riguarda non tanto il “dove”, quanto piuttosto il “come” produrre (ricordate il post di ieri?). Diversamente dalle fabbriche che si trasferiscono da un luogo all’altro, questi stabilimenti scompaiono definitivamente e vengono rimpiazzati da qualcosa di totalmente diverso, “ordini” da commissionare a un fornitore" .
  

All’interno di questo sistema totalmente riprogettato, i lavoratori non sono soggetti di passaggio: anche gli stabilimenti-rondine in cui lavorano sono stati costruiti all’insegna della massima flessibilità, per seguire eventuali incentivi fiscali, adattarsi alla svalutazione monetaria e trarre profitto dalle dittature più rigide […]"...insomma, per trasferirsi dove è più vantaggioso economicamente .

             "Per esempio a Pusan, Corea del Sud, conosciuta negli anni Ottanta come la “capitale mondiale delle scarpe da ginnastica”, gli imprenditori coreani gestivano gli stabilimenti della Reebok, L.A. Gear e Nike. Ma quando alla fine degli anni Ottanta, i lavoratori coreani iniziarono a ribellarsi contro i salari da un dollaro al giorno e costituirono dei sindacati per ottenere condizioni migliori, le fabbriche ripresero il volo" .

 

Se volete sapere cosa c'è dietro le aziende di materiale sportivo vedete questo sito.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: Boycott
Data di creazione: 14/11/2005
 

IL VIDEO DELLA SETTIMANA

 

TELEFONA GRATIS

immagineimmagine
 

LA TV SUL TUO PC

immagine
immagine
immagine
 

GIORNALI SUL TUO PC

immagine


immagine


immagine


immagine


immagine


immagine


immagine


immagine

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963