Creato da blaze0606 il 18/08/2006
Buona Ricerca a tutti!!
 

Area personale

 

Tag

 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Archivio messaggi

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 












immagine
immagine
immagine
immagine
immagine
immagine
 
Citazioni nei Blog Amici: 56
 
immagine
immagine
immagine
immagine
immagine
immagine
immagineimmagine
immagine
immagine
immagine
immagine
 
who's _nline



 
 
immagine
immagine
immagine
immagine
immagine
immagine

 
 

Link

Ultime visite al Blog

Dom1975Rhino8eugeniotbiciocosmonunzia.freelanderlawersandrealovreglio73aniger2009dreams802cloneselvaggiopoeti76bonn0loriarturjohnlucas0mfdn
 

Ultimi commenti

Grazie!
Inviato da: Clara
il 26/01/2014 alle 09:40
 
Grazie!
Inviato da: Emma
il 26/01/2014 alle 09:39
 
Grazie!
Inviato da: Nadine
il 26/01/2014 alle 09:39
 
Grazie!
Inviato da: Herve
il 26/01/2014 alle 09:39
 
Grazie!
Inviato da: Leo
il 26/01/2014 alle 09:38
 
 






immagine



immagine

immagine
immagine
 
immagine
immagine






immagine


 








 
GURU BUSTERS
















 
 
















 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 

« Cercare ..Nettezza Urbana .. »

Il Mito di Er ..

Post n°2 pubblicato il 24 Agosto 2006 da blaze0606
 

immagine


"Costui era morto in guerra, [...] al dodicesimo giorno, quando si trovava già disteso sulla pira, ritornò in vita è raccontò quello che aveva visto laggiù. [...]


Giunto il suo turno, i giudici dissero ad Er che avrebbe dovuto riferire agli uomini ciò che accadeva laggiù e gli ordinarono di ascoltare ed osservare ogni cosa di quel luogo. [...]
Tutti i gruppi di anime, dopo aver trascorso sette giorni nel prato, all'ottavo dovevano alzarsi e partire da lì per giungere [...] in un luogo da dove scorgevano, distesa dall'alto, lungo tutto il cielo e la terra, una luce diritta come una colonna, molto simile all'arcobaleno, ma più spendente e più pura. [...]
Tre donne sedevano in cerchio, ciascuna sul propio trono: erano le Moire, figlie di Ananke: Lachesi, Cloto e Atropo, vestite di bianco e col capo cinto di bende. [...] Lachesi cantava il passato, Cloto il presente, Atropo il futuro. [...]
Appena giunti essi dovettero presentarsi a Lachesi.
Per prima cosa un araldo li mise in fila, poi prese dalle ginocchia di Lachesi le sorti e i modelli di vita, salì su un'alta tribuna e disse: "Proclama della vergine Lachesi, figlia di Ananke! Anime, che vivete solo un giorno, comincia per voi un altro periodo di generazione mortale, preludio di nuova morte. Non vi otterrà in sorte un daimon, ma sarete voi a scegliere il daimon.
E chi viene sorteggiato per primo scelga per primo una vita, cui sarà necessariamente congiunto. La virtù è senza padrone e ciascuno ne avrà di più o di meno a seconda che la onori o la spregi. La responsabilità è di chi sceglie; la divinità è incolpevole." [...]
Quindi l'araldo depose a terra davanti a loro i modelli di vita, in numero molto maggiore delle anime presenti. Ce n'erano di ogni tipo, tutte le vite degli animali e degli uomini. [...] Er disse che valeva la pena di vedere lo spettacolo delle singole anime intente a scegliere la propria vita: uno spettacolo compassionevole, ridicolo e singolare, dato che per lo più sceglievano in base alle abitudini della vita precedente. [...]
Quando tutte le anime ebbero scelto la propria vita, si presentarono a Lachesi [...]: a ciascuna ella assegnava come custode della sua vita ed esecutore della sua scelta il daimon [...]
Quando fu scesa la sera, si accamparono presso il fiume Amalete, la cui acqua non può essere contenuta in nessun vaso. Poi tutte furono costrette a bere una certa quantità di quell'acqua, ma le anime che non erano protette da prudenza ne bevevano più della giusta misura; e chi via via beveva si dimenticava ogni cosa. [...] Ma ad Er fu impedito di bere l'acqua; non sapeva come e per quale via fosse tornato nel corpo, ma all'improvviso riaprì gli occhi e si vide disteso all'alba sulla pira.
Così [...] il suo racconto si è conservato e non è andato perduto, e potrà salvare anche noi, se gli crederemo e attraverseremo felicemente il fiume Lete senza contaminare la nostra anima."

Platone, La Repubblica, Libro X




immagine
Non dirò che cosa ho tratto io dal racconto di questo mito, perchè ciascuno deve essere libero di trarre suggerimenti autonomi ovunque ..
Ma qualche domanda la pongo a me e anche a chi coraggiosamente si leggerà tutto questo post e si interessa della ricerca della verità ..


Esiste davvero un destino padrone della nostre vite?
Naturalmente io non lo credo, credo che la nostra vita sia semplicemente e completamente nelle nostre mani e che semmai esiste la casualità degli eventi che si intrecciamo intorno a noi ..
Ma mi chiedo .. siamo davvero liberi quanto crediamo?
Fino a che punto siamo capaci di percepire la libertà totale della quale siamo portatori e custodi fin dalla nascita?
Quali condizionamenti impercettibili abbiamo subito integrandoli nel nostro tessuto mentale fino a crederli nostri??
E quindi che cosa davvero di ciò che crediamo di essere è realmente espressione del nostro essere più profondo e vero o dell'autonoma scelta di un valore, di una strada, di un credo?
Siamo davvero capaci di scegliere seguendo e amando la nostra unicità?
Ed infine, fino a che punto vogliamo trovare ed essere noi stessi, liberarci per vivere davvero pienamente quell'unica chance di vita meravigliosa che abbiamo?




immagine

Buona Ricerca a tutti!!! immagine

 
Rispondi al commento:
SperanzaEstiva
SperanzaEstiva il 24/08/06 alle 19:34 via WEB
Blaze secondo me Platone non si era posto tanti interrogativi come te.;o))) Se soffermo l'attenzione sul destino, concordo con te: "Non esiste un destino già scritto". Senza fare troppa filosofia (ma è difficile non farla dato che poni domande esistenziali), mi faccio anch'io una domanda: "Può essere che esista un destino non scritto?". Mi rendo conto che entriamo nel campo di una filosofia forse eccessiva e, in questo momento, mi sento piuttosto un Platone retorico che un ricercatore di verità. Però, direi che è interessante pensare a una vita futura che varia in base alle nostre scelte. Questo intendo per "destino non scritto". Insomma, un libro fatto di pagine vuote che si scrivono man mano che prendiamo delle decisioni in base alle nostre emozioni, conoscenze, esperienze, ecc...Esiste un modello di vita parzialmente determinato (il libro con le pagine vuote, cioè il nostro essere anima) tale per cui non sappiamo in anticipo che facciamo e cosa ci accadrà, ma semplicemente abbiamo degli input che daranno seguito a diverse e varie possibilità di output di vita futura (le varie scelte che ci permettono "vivendo" di scrivere le pagine volta per volta). In questo si esplica e si sviscera il nostro "libero arbitrio": IL MODELLO DI VITA parzialmente determinato è combinato con le SORTI che vi vengono affidate (come cita Platone). Le "sorti" dipendono dalle nostre virtù (attitudini, emozioni, conoscenze ed esperienze) e dalla responsabilità matura delle nostre scelte. Per questo punto, i Greci ci avrebbero detto di seguire i principi per cui "la verità sta nel mezzo" e "usa sempre la diligenza del buon padre di famiglia". Principi antichissimi ma penso di estrema validità ancor oggi. Dunque, dato ciò che ho detto finora e in cui credo, è tutto semplice? E' tutto così scontato? Siamo davvero liberi o forse siamo schiavi delle nostre virtute e canoscenza? La nostra vita ci spinge al coraggio e alla ragione di origine dantesca al punto da renderci schiavi di noi stessi? Siamo uomini fatti di carne e quindi nati e viventi nel pregiudizio? Io credo che ci è dato il libero arbitrio ma questo non ci permette di essere scevri da pregiudizi. Purtroppo, l'uomo nasce e muore pieno di pregiudizi (seppur talvolta inconsapevoli). Non è un pessimismo tipico Leopardiano ma è difficile credere che l'uomo non sbaglia mai. L'essere umano è imperfetto come i pregiudizi che si porta dentro. Ciò non toglie che possiamo vincere questi giudizi a priori perché se il destino è da scrivere, allora possiamo migliorare se lo vogliamo. Ma essere carichi di pregiudizi vuol dire che non siamo liberi? Il punto è: "Che vuol dire essere liberi?". Prima di tutto, la libertà finisce laddove inizia quella altrui. Seconda cosa, le nostre scelte, come ho detto prima, dipendono dal nostro essere, ma inevitabilmente sono condizionate anche dall'ambiente circostante. Credo che non siamo totalmente avulsi dai contatti con il mondo (in senso lato e ampio) e quindi, in questo senso, non siamo liberi: "Siamo entità che modificano le proprie convinzioni e principi(anche impercettibilmente) con il passar del tempo e delle esperienze". Tuttavia, la nostra libertà, autonomia e unicità è rispettata in quanto le nostre scelte (seppur in condizioni di incertezza e di condizionamento) sono pur sempre scelte che nascono dal nostro modo di ragionare, sentire e capire. Quindi, in un altro senso, se poniamo l'attenzione sul principio che dobbiamo "essere", siamo liberi perché "usare la ragione rende l'uomo davvero libero". Chiedo scusa per la lunghezza del commento, ma un post così complesso richiedeva una risposta per quanto possibile esauriente. Grazie Blaze come sempre.;o) smackkkkkkkkkkk
 
* Tuo nome
Utente Libero? Effettua il Login
* Tua e-mail
La tua mail non verrà pubblicata
Tuo sito
Es. http://www.tuosito.it
 
* Testo
 
Sono consentiti i tag html: <a href="">, <b>, <i>, <p>, <br>
Il testo del messaggio non può superare i 30000 caratteri.
Ricorda che puoi inviare i commenti ai messaggi anche via SMS.
Invia al numero 3202023203 scrivendo prima del messaggio:
#numero_messaggio#nome_moblog

*campo obbligatorio

Copia qui:
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963