Creato da legrillonnoirdestael il 01/02/2014

IL GRILLO NERO

DI MADAME DE STAEL

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NON E' BELLO CIO' CHE E' BELLO?

 

...ARRIVIAMO ALLA GRECIA...TRA IL 450 E IL 420 a.C. e precisamente approdiamo su quel canone (dello scultore POLICLETO) che ha fatto scuola nel mondo.

 

E' abbastanza risaputo che la civiltà greca sia quella più prolifera nel dare una smossa alla cultura (dalla filosofia alla poesia, dal teatro al sapere scientifico...tutto o quasi parte da lì) e l'arte si prende tutti i possibili spazi: SCULTURA, ARCHITETTURA E PITTURA tutto a livelli sperimentali altissimi e decisamente audaci.

POLICLETO, però, oltre a rappresentare "la grande scultura classica", è il teorico delle proporzioni del corpo umano. Il trattato individuava le proporzioni perfette tra le parti di un corpo umano, dettando così le leggi per una BELLEZZA UNIVERSALE.

 

 

                                         

 

 

Il tutto appellandosi alla "DEA ARITMETICA" PERCHE' LA PERFEZIONE DI CUI SOPRA E' COMPOSTA E OTTENUTA DA PRECISI RAPPORTI NUMERICI, alla ricerca di una ASSOLUTEZZA IMPERTURBABILE, LONTANA, ETERNA e PRIVA DI TURBAMENTI.

 

                          

 

Un'algida perfezione, quindi.

E non solo regolata da proporzioni rigide; ma anche derivante dalla "posizione a chiasmo", altrimenti detta "a quadrazio", se preferite, con una gamba che sostiene tutto il peso del corpo e l’altra gamba flessa e gli arti superiori in posizione opposta all’arto inferiore dello stesso lato.

MA POLICLETO NON FU, NATURALMENTE, IL SOLO AD INSEGUIRE QUESTO TIPO DI ETERNITA' SCULTOREA.

In un atarassico dialogo ininterrotto con il divino, come scordare PRASSITELE?

 

                     Afrodite cnidia

 


                              

                                       Hermes e Dioniso

 

PULIZIA, ORDINE, REGOLA, DISTACCO: ASSENZA DI EMOZIONE.

Ecco la perfezione divina della Grecia classica.

 

                               

                                E' DUNQUE QUESTA, LA BELLEZZA?

 

QUANTO ABBIAMO ANCORA NEL NOSTRO DNA DI QUELL'ANTICO CANONE QUANDO GUARDIAMO E GIUDICHIAMO UN CORPO O I LINEAMENTI DI UN VOLTO?

E QUANTO C'E' IN NOI, INVECE, DELLA PASSIONALITA' ELLENISTICA?

Nell’arte ellenistica il tipo di bellezza intangibile ed impassibile richiesta dai canoni classici si ribella e decide di PRENDERE VITA, anche DEFORMANDOSI.

Non vuole più la perfezione irremovibile; ma mira alla SPETTACOLARITA'.

E' viva e vuole stupire.  

E per stupire acconsente anche alla degradazione. Rinuncia alla sua inattaccabile perfezione e si predispone alla bruttezza.

I soggetti possono essere anche poco gradevoli esteticamente. O addirittura per nulla gradevoli.

Quel che conta è solo lo spettacolo.

 

 

BENVENUTI, ALLORA, TRAGICITA', DRAMMA, DOLORE, PATHOS, DEFORMITA', MORTE, ECCESSI.

Tutti sul palco, a celebrare l'esistenza in tutte le sue molteplici forme.


        

          Laocoonte, Agesandro                        Vecchia ubriaca, Mirone di Tebe

 

                                

                                           Galata morente, Epigono

 

 

                                                                  E NOI?

                      COME VOGLIAMO LA BELLEZZA? VIVA E IRREGOLARE

                                                                 OPPURE

                                                 IMMOBILE E PERFETTA?

 

 

 
 
 

Il mito di Cleopatra

 

Sono praticamente tornato a ridosso del Salone del Libro, che ricordo si tiene a Torino.

Fino a domani avete tempo... e ricordo, come hanno fatto già prima di me, misteropagano e homoradix, che al Lingotto Fiere, troviamo una di noi: c'è, infatti, Gaza 64, brava autrice e disponibile utente di Libero al confronto, con il suo libro: 

Bruno e il coiffeur che non c'è.

 

Ed ora?

Continuando con l'Egitto (e continuando anche con Torino: il Museo egizio di Torino è considerato, per la quantità e il valore dei reperti il più antico nel mondo e il più importante  dopo quello del Cairo; lo sanno anche le menti mummificate e le scimmiette che non vedono, non sentono ma parlano tanto... ma nel caso: http://www.museoegizio.it/)...

 

 

Ed ora, dicevamo, due parole sul...ciclo del gatto.

 

  Cleopatra, regina delle donne fatali. Fatale monstrum che si offrì al veleno di orride serpi pur di non cedere a Roma. 

 

A nulla poterono Hator e le erbe Antidote dei gatti, gli aiutanti magici e le manifestazioni di divinità contro il pernicioso veleno... quasi quanto l'insistenza di alcune vecchie conoscenze...

Che dire? Anche noi dovremmo assumere qualche gatto.

Gli Egiziani ne erano completamente dipendenti: non solo erano la difesa contro i ratti per proteggere le coltivazioni; ma la loro utilità si manifestava anche contro gli animali striscianti che già in epoca precedente al web usavano la lingua a sproposito...

Contro il veleno serpentino, i gatti sapevano quali erbe cercare come antidoto.

 

                           

 

Anche il nostro gatto occidentale discende direttamente dal gatto egizio, in quanto, si narra che furono imbarcati nel I secolo d.C. per contrastare i topi, raggiungendo sulle navi l’Europa. 

La cultura egiziana esprimeva un conflitto permanente (molto simile agli schieramenti di chi disfa e di chi fa, non solo su Libero) tra Ra, rappresentazione della creazione continuativa, ed il serpente Apopi che tifava per il disfacimento caotico...in un conflitto cosmico. Questo, essenzialmente è il tema dominante di tutti i testi funerari regali e gli assistenti divini, guarda un po', sono rappresentati con le orecchie feline.

Così, dalla prima comparsa del gatto, che pare si ritrovi in una rappresentazione della tomba di Khnumhotep III (XII dinastia – Medio Regno), a Beni Hasan, al testo funerario nella Valle dei Re, conosciuto come “Le litanie del Sole” che descrive il gatto come una delle 77 forme che può assumere Ra, questo felino è una costante...

 

 

 

Che dire? Dagli attacchi velenosi rispondo non con rospi in gola ma con gatti in bozza e insieme a un piccolo "coming out".

Mi si era chiesto della mia faccia. Ho ammesso con qualche gentile utente simile ad Apopi di avere una faccia bella come altra parte anatomica posteriore...quindi basterà che mostri il volto, e non sarà necessario esporre il resto.

 

                        Niccolò.                                                                                             

 

 

 

 

 
 
 

L'ARTE COME CODICE

Post n°34 pubblicato il 27 Febbraio 2016 da legrillonnoirdestael
 

 

L'antico Egitto ha prodotto un'arte dalle caratteristiche stilistiche talmente omogenee ed uguali a loro stesse e con paradigmi figurativi tali, da essere ovunque riconoscibili.

Per intenderci, intendo riconoscibili anche da chi non riconoscerebbe la differenza tra una scolastica bozza a matita accuratamente disegnata con tanta buona volontà e senza un filo di creatività su un foglio liscio o da chi non solo non comprende i geroglifici; ma ha serie difficoltà anche con la madre lingua.

Caso comunque più unico che raro nella storia dell’arte, (udite, udite...di storia dell'arte si sta parlando, no Amici, no X-Factor...) l’arte egiziana non ha manifestato evoluzioni...similmente ad alcuni di noi, che con il tempo non fanno un passo verso la pace della mente.

In sostanza l'arte egiziana è un funzionario dogmatico dell'arte.

Come qualcuno di noi...

E qui lo scontro tra creatività e tecnica entra in gioco. Pesantemente.

Non c'è segno di creatività, cioè di capacità di evolversi, trasformandosi e sperimentando nuove forme o nuovi parametri nell'arte egiziana; ma solo la scelta di riproporre indefinitamente il proprio immutato ed immutabile modello di perfezione ideale, universale e sempreterno.

Dogmatica, funzionaria e assolutista arte egizia... D'altra parte non è un caso che l'arte egiziana prendesse la sua forma in un sistema politico non propriamente libertario ed il tutto, infatti, veniva regimentato in canoni, norme e codici.

L'intento di quest'arte al tempo di Cleopatra era quello di codificare in maniera immutabile gli elementi rappresentati in modo da diventare universali, assoluti, sganciandosi dai particolari soggettivi ed episodici.

Così l'uomo veniva rinchiuso in una bidimensionalità fissa: solo il tronco e l'occhio (un solo occhio, naturalmente) erano visibili frontalmente; mentre gli arti superiori ed inferiori ed il volto erano mostrati soltanto di profilo.

Per costruire l'immagine, quindi, gli artisti si affidavano ad un reticolo.

 

                                         

 

Anche la scrittura, geroglifica, era un'immagine. Ed anch'essa metaforicamente rinchiusa nel medesimo campo quadrettato in cui gli egizi partorivano le loro figure.

Figure e parole che si confondono: segni grafici simili ad immagini e immagini lineari e geometriche come caratteri linguistici, ideati e portati avanti come un unico aspetto di comunicazione. 

 

Cosicchè proprio dagli egiziani arriva il suggerimento di guardare all'arte non come una rappresentazione naturalistica della realtà; ma come un linguaggio codificato.

 

Tra rivoluzioni politiche e proteste di massa l’arte egiziana non è stata ultimamente il principale argomento di discorso sul panorama internazionale ma questo certo non significa che abbia smesso di mostrarsi.

E negli Emirati Arabi, la Galleria Ward ha anche aperto una sua seconda filiale. ..

 

                           

 

                                  Untitled 6, di Essam Marouf - Courtesy Gallery Ward.

 

 

  MA LA DOMANDA CON CUI VI LASCIO E' LA SEGUENTE:

 

DAVVERO POTREBBE ESISTERE UN'ARTE CHE, PUR TECNICAMENTE PERFETTA E FEDELE ALLA REALTA' DELLE IMMAGINI IN NATURA, NON SIA ESSENZIALMENTE CODICE E SIMBOLO?

 

 


 

                                    

 

                                            misteropagano, Arcani Inventati, Tirillio.

 

 

 

 

 

 

 
 
 

Per tutti coloro che non conoscono l'italiano

Post n°33 pubblicato il 10 Febbraio 2016 da legrillonnoirdestael
 

 

 

Prima di continuare nell'itinerario stabilito ed affrontare l'arte nel suo aspetto di codice nel prossimo post, solo una  piccola nota introduttiva che vuol essere un chiarimento per chiunque (ben pochi in verità, mi auguro) possa non aver compreso che questo blog non è un talent scout digitale.

Ahimè no...non sono Maria De Filippi. 

 

 

 

Un folcloristico e carnevalesco utente, niente paura, sempre il solito che si diletta nella vecchia "arte del travestimento", ci  scrive le sue rimostranze in un commento, lamentando, tra  elucubrazioni incomprensibili e vaneggiamenti cinematografici, di entrare in questo spazio senza mai trovarsi di fronte quanto desidererebbe: una sfilata di Bloggers con tavolozza e pennello, e mettendomi  al corrente, fondamentalmente, riguardo a tre esilaranti realtà.

Cito qui di seguito i concetti dopo averli depurati da refusi e ingiurie contro la grammatica italiana quel tanto che basta per renderli comprensibili ad una lettura. Traduco, quindi, ora, in italiano, quanto l'utente, evidentemente straniero, ha espresso:

1. "di  artisti qui se vedono ben pochi..."

2. "sono  rimasto a voler vedere il famoso foglio liscio F4"

3. "mi hanno riferito con una telefonata che "Madame de Stael" continua a girarsi come una trottola nella sua bara, per l'usurpazione che se ne fa del suo buon nome...in nome  dell'arte,  in quanto questo blog rimane una "setta" gestita in modo mafioso".

 

 

 

Credo che sia cosa, buona non lo so, ma senz'altro utile ed educata, rispondere ai tre punti introdotti dall'utente precisando, per chiunque, che:

 

1. Qui si parla di storia dell'arte, la storia dell'arte, ripeto, a cui poi si rapportato di volta in volta riferimenti creativi ed espressioni artistiche di quanto, a  mio avviso, possa integrare il concetto, e non è una gara fra artisti, mon Dieu.

Non è Master Chef, no X Factor.

Essendo, poi, io, l'autore del menu scelto, naturalmente saranno artisti di mio gusto quelli portati ad esempio nei discorsi; ma il simposio prevede le confutazioni ed accoglie con gratitudine gli  invitati che liberamente desiderino esprimere gusti differenti, a patto che abbiano qualcosa da confutare.  

Per chi non conosce la lingua:

Confutare = ribattere e portare avanti un punto di vista, una preferenza ed un'opinione differente da quella espressa in un determinato contesto, dimostrandola ed argomentandola.  Dire "e' bellissimo" esattamente come dire "è un obbrobrio" non significa confutare alcunché. Per questo a chi presiede, è richiesta un'attività cerebrale funzionante.

Consiglio pertanto di leggere gli scritti  prima di tentare ogni approccio interpretativo di quanto, di fatto, non necessita di interpretazione alcuna; ma soltanto di una comprensione linguistica scolastica.

Forse per l'utente risentito di cui sopra, BoteroPicasso, Burgert, Policleto o Renè Aubry per la musica, non sono abbastanza degni di essere nominati fra gli artisti, dal momento che anche di loro si è scritto; ma con pazienza si citeranno in ordine sparso Canova, Michelangelo, l'arte bizantina, il movimento dello Jugendstil, Caravaggio, Modigliani et cetera e forse, qualcuno di sua conoscenza, potrebbe persino trovarlo... 

2. Questo punto riguarda essenzialmente il rancore e l'attesa ossessivo-compulsiva di fogli lisci da parte dell'utente...probabilmente a causa di un suo triste vuoto legato all'infanzia che mi lascia certamente rattristato...infatti pare che il trauma dell'album da disegno non gli permetta di voltare più fogli...pardon, pagine, nella sua vita.

Comprendo con pietosa pazienza che una ben triste mente l'accompagna ogni giorno come una condanna, ripetitiva di pensieri ed oltremodo scomoda...e ne siamo sinceramente tutti addolorati, Monsieur.

Ci raccoglieremo in un minuto di luttuoso silenzio solo per lei. Più di così non ci è dato fare.

Esistono, però, rimedi attraverso i quali potrebbe trovare un po' di sollievo, potrebbe anche provare con l'ipnosi...dicono che faccia miracoli...d'altra parte se c'è stata speranza per Lazzaro, forse anche per il suo encefalo qualcosa si potrà fare...

3. Vorrei tanto non dover appesantire ulteriormente il fardello già, per altro, molto aggravato della sua infelice e sperduta attività mentale; ma non posso esimermi dal confessarle anche che, ahimè,  quel che le hanno fatto...è stato un triste scherzo telefonico, buon uomo.

Non era infatti una telefonata che riguardava la tomba della salottiera Madame de Stael (che dubito lei abbia mai sentito nominare prima di approdare sul mio blog...e per la qual cosa accettero' il suo singolare modo di mostrarmi riconoscenza) perchè i rumori che turbano il cimitero, infatti, sono provocati dal fantasma del foglio liscio che tanto l'assilla aumentando lentamente in lei il rischio già pericolosamente evidente di approdare ad una precoce demenza,  accompagnati da quelli prodotti dallo spettro del suo sogno di essere un artista...deceduto tempo fa per mano del rancore gretto e dell'invidia prima ancora della mancanza di talento.

Tuttavia, non se ne dispiaccia, buon uomo, come contabile si farà strada...ha un savoir fair e un occhio innato per il bello, un'elasticità mentale, un buon gusto, una classe, una magnanimità d'animo, un umorismo e uno spirito di autocritica tali che... mi creda...potrebbe anche arrivare terzo al concorso "Rigidi funzionari con i paraocchi crescono"...

E sono soddisfazioni!

 

 

P.S.

Sarebbe così semplice imparare a leggere prima di scrivere commenti.  

Si eviterebbe, quanto meno, la meschina figura di aver parlato fuori tema.

E no, non conoscere la lingua non è una scusante...

 

                   

 

 

L'immagine del quadro riportata potrei anche non citarla perché senz'altro la conoscerà, vero?

Ma sono generoso e le evito la fatica di cercarla tra la sua affollata memoria, è L'uomo disperato di Gustave Courbet...che in sostanza esprime la reazione naturale di chiunque la legga...si mette le mani dei capelli e si chiede...che diamine avrà detto?

                                ... Mais qu'est ce que ça veut dire?...

 

 


A proposito... Vi lascio con una chicca dall'Olimpo: 

http://blog.libero.it/MISTEROPAGANO/13353107.html

 

 

 
 
 

DA misteropagano A Tirillio

Post n°32 pubblicato il 23 Dicembre 2015 da legrillonnoirdestael
 

 

 

QUESTO E' UN BLOG CHE SI PROPONE DI TRATTARE L'ARTE IN OGNI SUA FORMA E PARLARNE UN PO'. SI PROPONE DI SEGNALARLA, OSPITARLA, DI ACCOGLIERE CHI LA VUOL DISCUTERE E CHI LA VUOL FARE.

SIAMO IN CLIMA NATALIZIO E misteropagano HA RILANCIATO CON IL SUO PRESEPE, OSPITATO SULL'OLIMPO E SU TIRILLIO.

 

 

QUALCUNO IN PASSATO SI CHIESE PERCHE' PRENDESSI AD ESEMPIO DI ARTISTA DELLE BELLE ARTI L'UTENTE misteropagano, ED INSINUO' SENZA MEZZI TERMINI CHE LA COSA TRAESSE IL SUO MOTIVO IN RAGIONI PERSONALI. NULLA DI PIU' FALSO. MA PER CHI NON NE FOSSE CONVINTO...

ANDATE A CONTROLLARE DI PERSONA E FATEVENE UNA RAGIONE VOI STESSI...DEL PERCHE' MI PIACE ANNOVERARLA COME ARTISTA DELLE BELLE ARTI...

 

VI LINKO, PER CHI GIA' NON LO CONOSCESSE, IL SUO BLOG

http://blog.libero.it/MISTEROPAGANO/

 

E QUELLO DI homoradix

http://blog.libero.it/Tirillio/

 

 

E VI LASCIO CON AUGURI PIU' CHE ARCANI...

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 

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