Un blog creato da tigre.grintosa il 06/02/2006

QuattroCaniPerStrada

CANIRACCATTATI

 
 
 
 
 
 

MICIAO.....

 

 
 
 
 
 
 
 

A TE...

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Signore, abbi pietà per gli uomini, che per ignoranza trattano male gli animali,insegna loro ad amarli come Tue Creature.
Signore, abbi pietà per gli animali domestici,che spesso sono alla mercé di uomini indifferenti e crudeli, non lasciarli soli nella loro angustia.
Signore, abbi pietà per gli animali selvatici,che soffrono la fame, la sete e la persecuzione,indica loro un sicuro asilo.
Signore, abbi pietà per gli animali da allevamento,che crescono in una insopportabile strettezza,liberali presto dalla loro prigionia.
Signore, abbi pietà per gli animali da macello,specialmente per quelli che vengono uccisi senza benignità assistili nel loro greve dolore.
Signore, abbi pietà per gli animali da esperimento,non permettere che abbiano a soffrire senza fine,salvali dal loro tormento.
Padre, abbi pietà per tutti gli animali e per tutto il Creato, che anela alla liberazione,dona al mondo amore e pace. Amen.
trad. Rinaldo Sajovitz

 
 
 
 
 
 
 

ESTATE

Non è vero che le stagioni sono quattro.
Ve ne è una quinta a cui nessuno pensa, ma che ogni anno ritorna puntuale, e ogni anno si porta via le vittime dell'ignoranza e della vigliaccheria umana.
E' la sua estate, fatta di sole cocente, strade bollenti, gabbie grigie, bocconi avvelenati.
E' la stagione in cui il miglior amico dell'uomo è dimenticato, abbandonato e ammazzato. Nessuna pietà per il suo smarrimento e la sua paura. 
Nessuna risposta allo sguardo interrogativo che  osserva disperato l'auto del suo padrone allontanarsi e sparire dietro la curva.
Eppure sembrava amore, quando da piccolo si aggirava fra le mura domestiche. Sembrava amore anche gli anni trascorsi nella serenità di una famiglia......almeno fino a oggi.
Poi cosa è successo? Troppo vecchio? Troppo noioso? Troppo grande?
Eppure i suoi occhi sono sempre gli stessi, i suoi latrati di gioia hanno solo cambiato nota nella crescita e la sua adorazione è divenuta col tempo sempre più grande.
Dove ha sbagliato? Trascinandosiper le strade come un mendicante si domanderà: - Perchè? Cosa ho fatto per meritarmi questo? E dietro le sbarre di una immeritata prigione scruterà lontano con la speranza di vedere, fra i tanti volti, quello amato dasempre.
La sua estate durerà fino alla morte.
Per i più fortunati questa stagione finirà sotto le ruote delle auto in corsa verso le vacanze.
Ma per i molti, troppi, solo l'inizio di un lungo inferno...

 
 
 
 
 
 
 

INDOVINA CHI SONO

Sì, sono proprio io, quel rompiscatole, che devi portare a spasso tre o più volte al giorno e che ti osserva con sguardo languido e affamato anche se ha appena divorato un chilo di carne. Tu per me sei un dio. Sei il mio dio e ti amo qualunque cosa tu faccia. Anche se sei un violento patologico, se sei debole con i forti e forte con i deboli, se sei malato, stupido, vigliacco, ignorante, io ti voglio bene. Nessun altro ti amerà mai dello stesso amore incondizionato. I tuoi genitori possono essere vecchi ed egoisti, il tuo partner averti lasciato per un altro/a forse  più ricco/a o più bello/a, i tuoi fratelli ti snobbano, il tuo datore di lavoro ti umilia, i tuoi amici scompaiono nel momento del bisogno, lo stato succhia i tuoi soldi…
Per me non c'è nessuno più bello, ricco e interessante di te.
In cambio non ti chiedo che cibo, coccole e un po' di attenzione.
A volte ho paura, paura di non rivedere più la mia cuccia…e la mia ciotola.
Tu hai mai avuto paura, amico mio? Ti prego non rendere reale questo incubo. Non abbandonarmi, non lasciarmi solo. Non rendere la mia vita brutta, come quella di qualcuno di voi umani, che da tanto tempo hanno dimenticato cos'è l'amore vero. Scodinzolando con affetto, e con un adorante srlup ti auguro il meglio di questo mondo!
firmato: il tuo cane.
P.S. ah, io non ho paura della morte come voi umani: accetto la transitorietà della mia esistenza.

 
 
 
 
 
 
 

IL TEPORE DI UNA PELLICCIA

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"Un pensiero agghiacciante mi scuote al vederti arrivare, ho tristezza negli occhi, quella tristezza di chi non ha vissuto.
Come sono lunghe le giornate in questa stretta gabbia, dove il vento non da scampo,ed il freddo è insopportabile.
Tremante e rassegnato aspetto la sorte.
Amico mio, tu che mi afferri con presa disumana, che mi stramazzi a terra senza pietà, che mi sali a piedi giunti sul mio fragile capo, incurante delle mie sofferenze, dei miei lamenti, tu che mi tagli subito le zampe perché non vuoi aspettare, che mi strappi con inaudita violenza la mia calda pelliccia, anche se mi vedi che sono ancora in vita e riesci a sentire l'atroce dolore che ciò mi comporta, dico a te,dammi almeno il tempo di morire in pace. Ora che mia hai spogliato di tutto,anche della dignità che ogni essere vivente merita,mi lanci via come immondizia perché non ti servo più.
Ormai nudo sento freddo, sento tanto freddo, alzo il capo stanco e sanguinante per vedere l'ultima volta quanto è bello il mondo. Un pensiero mi angoscia, forse è colpa mia? Il cielo si tinge di rosso, è il colore del sangue che mi copre gli occhi, la  paura mi terrorizza, tremo, non posso più sottrarmi.
Mamma, mamma, com'è lunga questa morte,i pensieri si confondono.Mamma come mai è tutto buio? E' la vita che finisce?
Che strana sensazione, non sento più il dolore, sento solo una gelida atmosfera di morte che mi trapassa la nuda pelle come lame taglienti.
Mamma perfino i loro occhi non vogliono guardare, perché sanno che insieme con noi muore anche l'amore. Non vi disturberò più, non cercherò più quel piccolo spazio che occupavo,spero solo che l'amore infinito che ho nell'anima, raggiunga i vostri cuori.
Me ne vado lontano, in solitudine, dove nessuno sa, è con atroce sofferenza che vi lascio un po' di me stesso,Dentro quest'anima che strappi via, che non ha saputo cosa sia la libertà, non vi è neanche la ragione per cui muoio.
Vorrei che il sorgere del sole ci trovasse ancora insieme amico mio,ma ormai ho capito, ho creduto nella bugia degli uomini. Dietro di me resta soltanto quella vita che non mi è stata concessa di vivere e indifferenza.Spero almeno che la mia nuda immagine, persa nei vostri increduli occhi, serva a chi verrà dopo di me.So che non volete vedere, che non volete sentire,io purtroppo lo devo vivere, e non posso decidere se lo voglio o no.
Il capo gira più volte su se stesso, fino a lasciarsi andare indietro un'ultima volta,il tonfo esanime della mia testa rompe il surreale silenzio,è la vita che non può più proseguire con me,ma tanto è una vita da dimenticare, più per voi che per me,e così la mia anima se ne và, verso l'eternità."

(dal web)

 
 
 
 
 
 
 

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Post N° 220

Post n°220 pubblicato il 06 Marzo 2007 da tigre.grintosa

IL DIAVOLO IN CORPO
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Uscivo da un periodo davvero molto difficile. Avevo rischiato di scivolare verso una depressione reattiva. poi è accaduto qualcosa. Passavo casualmente davanti a un negozio di animali e l'ho visto: bello, giocherellone. Ti penetra con gli occhi, scatta un feeling magnetico. Tu hai bisogno di lui, lui di te: Non pensi a nient'altro. Entri. Lo "acquisti". operazione forse poco etica. ma lui è lì, t'intenerisce: ti senti una sorta di eroina giunta apposta per lui. Per liberarlo. ha il microchip, il libretto sanitario, ti assicurano che arriverà anche il pedigree. pensi siano sufficienti, come garanzie. Si chiamerà "Teodoro". Adesso ha un nome, una casa, le attenzioni che merita.

Dormicchiava sotto la mia scrivania 
Teodoro è piombato nella vita mia e di mio marito come una meteora. E come una meteora era piccolo, ma capace di provocare un bagliore di luce intensissimo. Intensissimo, e da subito, era stato anche il rapporto che Teodoro aveva saputo instaurare. Già, perch? era lui a tenere le fila: era allegro, dolce, tenero ma volitivo. erano trascorsi pochi giorni dal suo arrivo in casa, ma la Pet teraphy aveva già fatto miracoli: mi sentivo molto meglio. Avevo ritrovato la voglia di scrivere, di uscire, di vedere gli amici.
Teodoro era dolcemente bisognoso di contatto e attenzioni: aveva preso l'abitudine di balzare sulla scrivania, proprio sotto al computer, e di abbandonarsi a lunghi sonni mentre lavoravo a un pezzo o navigavo in internet. Ogni tanto si svegliava, sgranava gli occhioni color nocciola, mi fissava, faceva stretching. E riprendeva a sonnecchiare.
Aveva qualche problema intestinale: attacchi di diarrea lievi, ma ripetuti durante la giornata.Normale, sentenziò sicura la veterinaria. Normale, invece, non fu la sua reazione al richiamo della vaccinazione trivalente, dieci giorni dopo il suo arrivo. , sosteneva la dottoressa mentre infilava la siringa nel corpicino recalcitrante.Una rassicurazione disattesa dopo un'ora circa:Teodoro cadde in uno stato di forte prostrazione, vomitò. telefonai immediatamente alla veterinaria, che sbrigativamente mi liquidò assicurandomi che non poteva essere nulla di preoccupante.
Invece il giorno dopo Teodoro continuò a stare malissimo, sembrava "accartocciato", come imploso. Era sabato e la veterinaria irreperibile. Le inviai anche un Sms che non ebbe mai risposta. Telefonai a un veterinario che esercitava anche a domicilio. Lo visitò e mi consigliò di idratarlo con acqua, fruttosio e un pizzico di sale. , mi disse a corollario del tutto.
Già: arrivava dall'Est, Teodoro, e non si sapeva quali traumi e imperizie avesse subìto. Foriunatamente, nel giro di una settimana, era tornato vivace e voglioso di coccole. Persistevano i disturbi intestinali me non erano certo ascaridi o altri parassiti interni a determinarli, come testimoniavano le analisi delle feci. In più, aveva sviluppato delle lesioni all'interno delle orecchie: mi prescrissero una lozione medicamentosa ad ampio spettro, ma dopo due settimane il problema non accennava a regredire. Pensai di consultare un altro veterinario, che curava quasi esclusivamente con medicine non convenzionali. Mi consigliò un omeopatico per gli attacchi di diarrea, un fitoterapico per rafforzare le difese, una pomata antibatterica per l'infezione all'occhio che intanto era scoppiata, una nuova dieta e integratori di vitamine e taurina per l'evidente gracilità. Nonostante tutto, Teodoro era un gattino stoico: accettava di buon grado le somministrazioni dei farmaci. Zampettava allegro da una stanza all'altra. Non smetteva mai di riempirmi di fusa, di sguardi dolci, di dormite profonde alla base del computer intervallate da richieste di carezze.  

Improvvisamente una febbre altissima
Dopo un mese le terapie sembravano aver funzionato, o almeno, contenuto i sintomi. Teodoro era cresciuto, anche se pesava ancora poco in rapporto all'età. I problemi intestinali si erano ridimensionati, ma non totalmente guariti. Le lesioni alle orecchie, ogni tanto, si riacutizzavano. Erano ombre. Ombre di qualcosa che latitava nell'attesa di avvilupparci e divorarci. Lo percepivo, ma non potevo e non volevo crederci.
Accadde all'inizio di aprile, ancora di sabato: Teodoro, quella mattina, era particolarmente affranto. Nel tardo pomeriggio sprofondò in un sonno profondissimo. Non rispondeva ai richiami, alle coccole. Scottava. Chiamai d'urgenza un altro veterinario. Arrivò, gli provò la temperatura: 41,5 gradi. Tanti, troppi. Gli fece un'iniezione di cortisone, una di antibiotico. Consigliò di proseguire la cura antibiotica: la pancia era leggermente gonfia, probabilmente aveva una gastroenterite. Dopo circa due ore la temperatura era scesa a 39. Ma il giorno dopo era di nuovo a 40 e più. Da allora, la febbre divenne costante. Si abbassava solo in rari momenti e in quei rari momenti lui tornava a essere quello di sempre:affamato, giocherellone, affettuoso. Nel frattempo, era stato sottoposto ad esami del sangue: i valori non evidenziavano nulla che giustificasse la febbre persistente. Dopo una settimana, il veterinario gli cambiò antibiotico, nella speranza che avesse sviluppato resistenza a quel principio attivo. Non funzionò. E non era un buon presagio. Neppure quel pancino che stava lentamente, ma inesorabilmente, aumentando di volume. , mi disse mestamente.

E' arrivato da Budapest già ammalato?
Si sottopose all'ecografia e al prelievo del liquido senza opporre troppe resistenze. era coraggioso e paziente, Teodoro. Per me e mio marito, invece, fu straziante. Il responso lasciò qualche, seppur timido, dubbio: il liquido non era abbastanza vischioso, quindi ricco di proteine, come accade di solito in questa malattia. Ci aggrappammo a quella speranza. E alla sorda esigenza di non credere alla sua condanna a morte. Ma come poteva aver contratto la Pif? Viveva esclusivamente in casa, non aveva mai contatti con altri animali...
Purtroppo è una malattia carogna: in soggetti soprattutto così giovani, il virus può rimanere inoffensivo, anche dalla nascita, e per qualche motivo - stress - sofferenze di varia natura - mutare e diventare patologico.. Ma solo dopo i quattro o cinque mesi d'età. E in Teodoro, puntualissimo, questo sembrava essersi verificato. Tutti i problemi che aveva avuto fin dal suo arrivo probabilmente erano le avvisaglie di una lotta contro quel virus maledetto contratto nell'allevamento ungherese, o durante il trasporto, o addirittura in negozio. Lui stesso, probabilmente, aveva contagiato altri gattini che, sperabilmente, come accade nella maggioranza dei casi (circa l'85%) non avrebbe mai sviluppato la malattia.
Ma a chi aveva lucrato su di lui, a chi l'aveva costretto a un viaggio assassino tra Budapest e Italia, probabilmente "rinvigorito" con il cortisone per renderlo presentabile in negozio, tutto questo non importava affatto.

Lo specialista e l'ultimo test inutile
Un mese è durato lo stillicidio: un mese durante il quale ha sopportato di tutto, Teodoro, senza mai lamentarsi. Era impacciato nei movimenti, perchè la pancia era ormai enorme, ma quando la febbre si abbassava temporaneamente tornava quello di sempre. E ancora tentava di salire da solo con un balzo sulla scrivania, per starmi vicino.
Da una settimana mangiava pochissimo, erano necessarie delle flebo. Pesava due chili, ma uno, o forse più, era di liquido. E soffriva di una terribile stipsi: Avrei fatto di tutto pur di strapparlo alla morte e proprio per questo cieco desiderio ho compiuto un errore che non riesco a perdonarmi. Quando ormai il quadro clinico era chiaro, l'ho condotto in una nota clinica veterinaria del Nord-Est per farlo visitare da un veterinario esperto in questa malattia e sottoporlo a uno speciale test per la ricerca del coronavirus, l'unico, mi assicurò lo specialista, in grado di confermarmi se si trattasse effettivamente di peritonite infettiva felina. E se non lo fosse stata?.fu la risposta del medico al telefono.
Ubriaca di questa speranza, sono partita. La clinica si presentava perfetta, all'apparenza. , disse il medico cautamente posssibilista.Non avrei mai voluto seperarmi da lui, ma cedettti alla lusinga di rivederlo un pò in forma. Ritornai a prenderlo dopo due giorni: era irriconoscibile. La pancia rasata e lo sguardo assente, forse a causa dei sedativi. In più lo avevano in parte svuotato di liquido addominale: pratica totalmente superflua e anzi dannosa, poich?, almeno questo è noto a qualsiasi veterinario, il liquido si riforma prontamente, privando ulteriormente i tessuti dell'organismo di proteine. Il responso dell'inutile, ma costosissimo, esame "iperspecialistico"? Ovviamente, Pif! Fuggiii dalla clinica stordita, incredula, piena di rabbia e di dolore, dopo aver pagato la salatissima parcella. Lo riportai a casa. Dovetti arrendermi. telefonai, per l'ultima volta, al veterinario. Arrivò alle 9 del mattino del 30 aprile. Liberò Teodoro dal dolore.
Claudia Bortolato-pubblicato sulla "Repubblica delle Donne " del 1 aprile 2006


 
 
 
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