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Messaggi del 09/08/2023

ZUCKERBERG HA CENSURATO LA VERITÀ!

Post n°1565 pubblicato il 09 Agosto 2023 da scricciolo68lbr
 

QUELLO CHE SEMINI... RACCOGLI! 

 

RICORDALO MARK!

 

Zuckerberg confessa: «Sul Covid abbiamo censurato informazioni vere»

Dopo i Twitter Files le dichiarazioni del creatore di Facebook confermano come il governo statunitense, ma non solo, abbia fatto pressioni sui social per MANIPOLARE l’opinione pubblica.

 

Adesso anche Zuckerberg lo ammette: durante la pandemia, i social hanno censurato anche NOTIZIE VERE. «Sul Covid-19 penso che l’establishment scientifico si sia confuso su un mucchio di fatti e abbia chiesto di censurare un sacco di cose che, in retrospettiva, sono finite per essere discutibili o vere», ha dichiarato. Il creatore di Facebook e ad di Meta, che ha confermato, senza troppi giri di parole, come il social network si sia impegnato ad applicare una CENSURA COSTANTE verso determinati contenuti durante il periodo della psico pandemia, QUANDO ESPRIMERE OPINIONI CONTRARIE AL PENSIERO SCIENTIFICO DOMINANTE ERA QUINDI, DI FATTO, VIETATO!

 

Dopo i Twitter Files le dichiarazioni di Zuckerberg confermano infatti come il governo statunitense, ma non solo, abbia fatto pressioni sui social per MANIPOLARE L’OPINIONE PUBBLICA. Insieme al bieco collaborazionismo dei media mainstream generalisti, i ban e le censure erano quindi strumento utile a LIMITARE IL DIBATTITO sul Covid-19. 

 

Virus uscito da un laboratorio? 

Lockdown dannosi? 

Green pass e vaccini inefficaci? 

Impossibile poterne solo discutere. QUALSIASI DUBBIO POSTATO SUL SOCIAL FACEBOOK VENIVA PRONTAMENTE NASCOSTO, CENSURATO, CANCELLATO! E ora, a distanza di tre anni, Mark Zuckerberg sembra finalmente voler confessare il vero ruolo avuto dai suoi social.

 

L’occasione per affrontare l’argomento è arrivata durante una lunga intervista di Lex Fridman, ricercatore esperto in intelligenza artificiale al Mit. Interrogato sulla disinformazione, Zuckerberg ha spiegato che «ci sono alcuni argomenti che sono considerati pericolosi dalla comunità, come la pedofilia, il terrorismo o la violenza. Poi ci sono altri temi su cui la società dibatte. Ad esempio il Covid: a inizio pandemia c’erano reali implicazioni per la salute», ha spiegato il ceo di Facebook, «ma non c’è stato il tempo di esaminare completamente la vastità delle ipotesi scientifiche che sono emerse. Sfortunatamente, penso che una buona parte dell’establishment in un certo senso si sia confuso (lui parla di confusione 😂) su numerosi elementi fattuali e abbia chiesto di CENSURARE moltissime notizie che, ex post, si sono rivelate quantomeno discutibili se non addirittura VERE. Questo alla fine ha LOGORATO LA FIDUCIA DELLE PERSONE NELLE ISTITUZIONI».

 

Parole arrivate con una semplicità disarmante, considerando che si tratta di una chiara VIOLAZIONE DEL DIRITTO DI ESPRESSIONE dei cittadini, sancito da ogni costituzione nazionale. Una censura che ha colpito indistintamente privati cittadini ma anche personalità come Donald Trump e perfino autorevoli scienziati come Mar in Kulldorf ,Tom Jefferson e Carl Heneghan. Ne sa qualcosa anche l’epidemiologo Jay Batthacharya, professore a Stanford e primo firmatario della Great Barrington declaration (Gbd), che nel 2020 aveva dimostrato che le decisioni draconiane suggerite dagli Usa a tutto il mondo per contrastare il Covid non erano «l’unica soluzione».

 

La pagina della Gbd è stata chiusa da Facebook il giorno dopo la sua apertura, il 4 febbraio 2021, per «violazione degli standard della community». Poi è stata ripristinata, ma ormai il danno d’immagine era fatto. «Sono contento di vedere finalmente un po’ di umiltà», ha commentato Batthacharya. «Zuckerberg è stato esecutore della propaganda di governo durante la pandemia. Il suo è stato un regime di censura, in cui le falsità erano consentite e la verità censurata».

 

Ancora più grottesco il fatto che Zuckerberg abbia ammesso quanto sia difficile «distinguete i fatti dalle opinioni». Anziché verificare se un’informazione è corretta o no, «noi siamo pratici: ci limitiamo a domandarci se quell’informazione causa danni alle persone o no». La puntuale replica di Fridman su l l’eventuale pericolosità dei vaccini è liquidata da Zuckerberg con un laconico «è difficile». «Abbiamo introdotto la possibilità di scegliere se avvalersi del factcheking o no», ha annunciato Zuckerberg, «ma se il contenuto viola le nostre policies non è consentito pubblicarlo».

 
 
 

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