Creato da scricciolo68lbr il 17/02/2007

Pensieri e parole...

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Messaggi del 16/08/2023

LA POLITICA IN ITALIA LA DECIDONO GLI USA!

Post n°1571 pubblicato il 16 Agosto 2023 da scricciolo68lbr
 

Interessante e condivisibile, questo articolo comoarso sul sito di AFFARI ITALIANI, popolare quotidiano online, sul tema del ruolo degli USA che dettano l'agenda politica, alla quale il governo in carica di turno, qualunque sia il suo colore, deve rigorosamente attenersi.

L'intervista a cura di Antonio Amorosi, è al prestigioso esperto di comunicazione, ex RAI, Carlo Freccero.

Freccero: “Italia recita un copione. E sugli effetti collaterali del Covid..."Freccero sullo scandalo ‘Facebook Files’: Non può esserci libertà di espressione in Italia, basta sentire le ultime parole di Draghi su come funziona il potere.Vengono censurate le notizie vere. In Italia dobbiamo solo recitare il ruolo che ci viene imposto dalle alleanze che sanciscono il nostro ruolo subalterno

Lei è un esperto di comunicazione, cosa pensa dello scandalo “Facebook Files”, emerso dal Comitato giudiziario della Camera dei deputati degli Stati Uniti?

“Occorre fare una commissione di inchiesta anche in Italia, è urgente”

Ma in Italia neanche è uscita la notizia...

“Spiega tutto. Questa notizia è una bomba così importante che richiederebbe un lavoro simile sul Facebook italiano”

La politica è abbastanza inerte sulla tematica. Ma l’opinione pubblica, se ne esiste una, potrebbe fare qualcosa? E con quali forze?

“L’Italia è un Paese completamente addormentato. La questione emersa con lo scandalo ‘Facebook files' non è nuova. Già il 6 gennaio di quest'anno venivano pubblicati documenti nella causa Missouri-Biden, sulla violazione della libertà di parola. La notizia è stata riportata dal Wall Street Journal. A giugno Zuckerberg ha pubblicato su Facebook le sue scuse per la censura operata su ordine della Casa Bianca”

Ci ricordi! Di che notizie si trattava?

“La censura riguardava notizie vere sugli effetti secondari del vaccino che non dovevano essere divulgati per non compromettere la campagna vaccinale promossa dal governo dei Democratici. La notizia delle scuse di Zuckerberg è stata pubblicata in Italia anche dal quotidiano La Verità del 10 giugno, quindi la censura c'è stata anche in Italia, cosa peraltro evidente anche senza i documenti processuali e la confessione di Zuckerberg” 

Cosa le sembra venga fuori?

“La cosa importante che emerge è che la ‘propaganda Covid-19’ non riguarda solo l'Italia ma rappresenta un'iniziativa globale che abbiamo subito, così come oggi subiamo la guerra in Ucraina”.

C’è un problema di libertà democratiche?

“Dobbiamo cominciare a capire che non può esserci libertà di espressione in Italia perché dipendiamo a livello globale da alleanze che sanciscono il ruolo subalterno dell'Italia come Paese che ha perso la Seconda guerra mondiale. C’è poco da fare. A differenza dell’Italia gli Stati Uniti le notizie le ha, come risulta dalla pubblicazione della censura sul Wall Street Journal, anche se il mainstream tende ad avvalorare la versione ufficiale dei fatti. In Italia le notizie non arrivano proprio” 

Perchè accade?

“Perché esiste un monopolio mondiale dei media da cui l'Italia dipende totalmente per le fonti che poi arrivano ai giornali. Non abbiamo una ‘visione del mondo italiana’ che ci aiuti a capire i nostri veri interessi. Ricordo la guerra in Ucraina, che è l’ultimo evento di una serie, che ci ha privati dei restanti approvvigionamenti energetici, tagliando i nostri rapporti con la Russia. Ci schieriamo sempre contro i nostri interessi” 

Cosa la impensierisce?

“Che dobbiamo sempre recitare il copione che ci viene imposto. A proposito di copioni ricordo Mario Draghi che scandiva: ‘Non ti vaccini, ti ammali, muori o fai morire’. Dopo che ha lasciato il suo ruolo istituzionale, alla presentazione del libro del vignettista del Corriere della Sera Giannelli ha confessato che i potenti recitano sempre e poi ci sono i normali che non partecipano a questa recita e guardano la realtà così superiore a loro con stupore. Ha detto: ‘Mi sento parte di quella recita, lo sono stato, ora non lo sono più... ‘Gli attori sono i potenti, i governanti, i politici, siamo i banchieri centrali’, riferendosi anche a se stesso che ha fatto parte di questa cerchia di potenti a varie riprese. Ha precisato: ‘Sono quelli che decidono le sorti del mondo e in questo sono attori nella recita del potere ma i normali non partecipano a questa recita proprio perché guardano a questa recita con stupore, non recitano come il potere’. I normali obbediscono perché hanno paura persino a pensare in maniera difforme dal potere”.

 

 
 
 

SCANDALO FACEBOOK: LA CASA BIANCA HA COSTRETTO FACEBOOK A CENSURARE NOTIZIE VERE SUI VACCINI!

Post n°1570 pubblicato il 16 Agosto 2023 da scricciolo68lbr
 

Pochissimi giornali e tv hanno dato spazio alla notzia. Tra questi pochi, si è distinto il quotidiano online L'Indipendenge, con un articolo a firma di Enrica Perucchietti.

Dopo i Twitter Files, che attestano come Twitter abbia influenzato il dibattito sul Covid, manipolandolo secondo le direttive della Casa Bianca e dell’FBI e censurando i contenuti divergenti rispetto alla narrazione pandemica, il Wall Street Journal ha pubblicato un’inchiesta su quelli che potremmo definire i Facebook Files. Si tratta di documenti appena rilasciati che mostrano come la Casa Biancaabbia, ancora una volta, svolto un ruolo chiave nella censura sui social media

L’esecutivo democratico avrebbe fatto pressioni sui social di Mark Zuckerberg, per oscurare post relativi a contenuti «spesso veri», che potevano però essere percepiti come materiale «sensazionalistico, allarmistico o scioccante». In parole povere, per censurare quelle notizie “vere” ma scomode al governo democratico, che potevano generare incertezza, paure ed esitazioni sull’efficacia e la sicurezza dei vaccini anti-Covid

I documenti sono stati pubblicati il 6 gennaio, nell’ambito del processo Missouri vs Biden, un caso contro presunte violazioni della libertà di parola da parte dell’amministrazione democratica, che vede coinvolti i procuratori generali del Missouri, della Louisiana, oltre a quattro querelanti della New Civil Liberties Alliance. 

Dalle carte del processo sono emersi alcuni scambi di e-mail tra Rob Flaherty, il direttore dei media digitali della Casa Bianca, e un dirigente di Facebook, il cui nome non è stato reso noto. 

Il 14 marzo 2021, Flaherty ha inviato un’e-mail al dirigente di Facebook, mostrando come il social partecipasse alla «diffusione di idee che contribuiscono all’esitazione vaccinale». Alla risposta imbarazzata del dirigente («Credo ci sia un malinteso»), il funzionario governativo ha reagito con fermezza, esigendo un cambio nella policy del social: «Non credo si tratti di un malinteso. Siamo seriamente preoccupati dal fatto che il vostro servizio sia uno dei principali motivi che spingono all’esitazione vaccinale, punto… Vogliamo sapere che ci state lavorando, vogliamo sapere come possiamo aiutarvi e vogliamo sapere che non state facendo il gioco delle tre carte…». Tanto è bastato affinché la piattaforma corresse ai ripari, cedendo alle imposizioni della Casa Bianca.

Il 21 marzo, il dirigente di Facebook inviava una mail in cui illustrava i cambiamenti di policy per «eliminare la disinformazione sui vaccini» e ridurre la «viralità dei contenuti che scoraggiano la vaccinazione», ma che non contenevano forme di «disinformazione perseguibile». Facebook si è inoltre impegnato a «rimuovere gruppi, pagine e account, quando promuovono in modo sproporzionato» questo genere di contenuti.

L’interesse della Casa Bianca non si è limitato “solo” a Facebook, ma si è esteso anche a Whatsapp e a YouTube. L’Inquisitore digitale della Casa Bianca ha interpellato Meta per sapere che cosa stesse facendo per «limitare la diffusione di contenuti virali» sulla app di messaggistica privata, «data la sua portata nelle comunità di immigrati e nelle comunità di colore». La società ha risposto tre settimane dopo con un lungo elenco di promesse.

Come se non bastasse, il 9 aprile, il rappresentante di Washington ha incolpato la società per la mancanza di zelo nel “controllare” il discorso politico (senza specificare a quale “contesto elettorale” si riferisse), esigendo rassicurazioni che tale negligenza non si sarebbe verificata nuovamente sul fronte vaccinale. Il funzionario ha accusato Meta di aver sviluppato tardivamente un algoritmo in grado di privilegiare le «notizie di qualità» per poi accantonarlo. La Big Tech si è limitata a chinare il capo: «Capito», è stata la risposta. 

Pochi giorni dopo, il 14 aprile, Flaherty è tornato alla carica chiedendo conto del perché il «post più visto sui vaccini» in quella data fosse quello del conduttore conservatore di Fox, Tucker Carlson, «che dice che non funzionano».

Il 10 maggio la piattaforma inviava un elenco delle misure che Facebook aveva provveduto ad adottare per assecondare le richieste della Casa Bianca. In risposta, uno stizzito Flaherty infieriva sull’interlocutore, replicando che risultava «difficile prendere sul serio» le misure censorie di Meta.

Come rileva il Wall Street Journal, da queste e-mail emerge come il social di Zuckerberg abbia assecondato le ripetute pressioni della Casa Bianca e per questo migliaia di americani siano stati silenziati «per aver espresso opinioni scientificamente fondate ma divergenti dalla linea del governo». 

[di Enrica Perucchietti]

FONTE:

https://www.lindipendente.online/2023/01/13/la-casa-bianca-ha-costretto-facebook-a-censurare-notizie-vere-sui-vaccini/

 
 
 

PERCHÈ FIAT E MEDIASET HANNO LE LORO SEDI IN OLANDA?

Post n°1569 pubblicato il 16 Agosto 2023 da scricciolo68lbr
 

Da molti è stata soprannominata “il regno delle multinazionali”. Da diversi decenni, infatti, Amsterdam viene scelta come sede legale delle maggiori aziende di tutto il mondo. E non a caso.

L’ultima a fare il “trasloco” è stata Mediaset che, con la creazione di Mediaforeurope, ha preferito trasferire la propria sede legale nella capitale dei Paesi Bassi (pur lasciando quella fiscale in Italia, sia per Mediaset sia per la controllante Finivest). Prima di lei c’erano state Fiat ed Exor (la cassaforte di Casa Agnelli, dove confluiscono tutte le partecipazioni del gruppo). E prima ancora, tanto per citare due casi internazionali, i Rolling Stones e gli U2.

Sorge quasi spontaneamente la domanda: perché Fiat e Mediaset hanno sede in Olanda? E perché, come loro, decine di migliaia di aziende europee e straniere? Ovviamente, non si tratta di fattori meramente ambientali, visto che gran parte delle aziende con sede olandese ha il proprio quartier generale lontano dai canali della Venezia del Nord e dalle tele del Van Gogh Museum.

Più precisamente, molte hanno trovato casa a circa 4 chilometri dal centro di Amsterdam, a Prins Bernhardplein 200 dove ha sede Intertrust, azienda specializzata nella creazione e domiciliazione di società di ogni genere. Gli uffici di questa società (sconosciuta ai più) gestiscono gli affari di oltre 2.800 aziende europee e mondiali, con un flusso di denaro che si aggira attorno ai 5.000 miliardi di euro ogni anno. Ma non è l’unica: a pochi metri di distanza troviamo gli uffici nei quali hanno sede eBay e Uber, mentre per trovare la sede di Google bisogna spostarsi di qualche chilometro con la metropolitana.

Insomma, Amsterdam è la capitale (legale, verrebbe da dire) delle maggiori corporation mondiali, arrivate qui per due motivi ben precisi: pagare meno tasse e controllare più agevolmente i propri affari. Il diritto societario olandese, rispetto a quello degli altri Paesi europei, è estremamente semplificato. A questo si aggiunge una tassazione sugli utili finanziari quasi nulla. Ciò vuol dire che le plusvalenze generate nel corso degli anni fiscali restano quasi interamente nelle tasche dei proprietari delle aziende, ben felici di questo trattamento di favore che gli viene garantito.

Ancor di più, però, gli azionisti di maggioranza sono interessati a quello che potremmo definire come voto ponderato all’interno del Consiglio di Amministrazione. La legislazione olandese, infatti, consente all’azionista di maggioranza relativa di avere la maggioranza assoluta in sede di CdA. Ciò vuol dire che anche con una quota inferiore al 30% o al 20%, l’azionista di maggioranza potrà contare su un potere di voto superiore al 50%. In questo modo controllare l’azienda e far passare le proprie decisioni all’interno del Board societario sarà più semplice, anche senza un pacchetto azionario che sfori la soglia del 50%.

 
 
 

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si ricordano
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Le parole, quante volte rimangono
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le parole ti cambiano
le parole confortano.
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sono note che aiutano
e che la notte confortano.
                                  i
 
 

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