Creato da scricciolo68lbr il 17/02/2007

Pensieri e parole...

Riflessioni, emozioni, musica, idee e sogni di un internauta alle prese con la vita... Porto con me sempre il mio quaderno degli appunti, mi fermo, scrivo, riprendo il cammino... verso la Luce

 

Messaggi del 24/08/2023

AFFARI ITALIANI: DIETRO LA CACCIATA DI VANNINI, LA MANO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA.

Post n°1578 pubblicato il 24 Agosto 2023 da scricciolo68lbr
 

FONTE:

https://www.affaritaliani.it/cronache/cacciata-vannacci-manina-di-mattarella-l-uranio-impoverito-e-gli-imbarazzi-872585.html

 

Dalla pagina odierna, 24 agosto! del quotidiano online Affaritaliani

La manina del Quirinale dietro la cacciata del generale Vannacci. I precedenti da ministro della Difesa.

.

L'uranio impoverito e gli imbarazzi del Colle.

.

Il capo dello Stato era ministro della Difesa quando scoppiò il caso delle munizioni cancerogene denunciato dal generale. Ci fu un'interrogazione parlamentare in cui negò.

L'uomo del momento in Italia è sicuramente il generale Roberto Vannacci, il suo libro "Il mondo al contrario" ha creato un polverone, (tutta una finzione ndr), ma se l'opposizione compatta lo ha attaccato pesantemente, la destra sul militare si è divisa in due e ora il caso è diventato anche politico. Il "Domani" di De Benedetti ieri ha svelato che in merito alla decisione di Crosetto di rimuovere Vannacci dal suo ruolo di capo dell'istituto geografico militare, ci sarebbe il Quirinale. Dietro alla cacciata dell'ex numero uno della Folgore e del Col Moschin - riporta La Verità - si intravede la manina del Presidente della Repubblica. Il capo dello Stato non solo guida il consiglio superiore di Difesa, cioè le Forze armate, ma dal Colle esercita un potere quasi assoluto su scelte che sarebbero di competenza dell'esecutivo.

Da ministro della Difesa - prosegue sempre La Verità - fece rimuovere il generale degli alpini Sergio Mazzaroli, reo di aver pubblicamente dubitato delle scelte della politica militare italiana in Kosovo. ma non fu un caso isolato, ci furono altri due episodi simili. Uno di questi lo ricordò il generale Mario Arpino, ex capo di Stato maggiore della Difesa. Nel 1999, in piena guerra del Kosovo, il Capo dello Stato gli fece da ministro della Difesa quale era all'epoca, una telefonata per contestare delle dichiarazioni di un suo comandante che aveva raccontato del lancio di missili contro le postazioni radar serbe, di fatto confermando che l'Italia era in guerra e vi era entrata senza il consenso del Parlamento.

Ma il nome del Presidente della Repubblica - continua il quotidiano di Belpietro - si ritrova anche a proposito della vicenda delle munizioni arricchite con uranio impoverito. L'attuale capo dello Stato era ministro della Difesa quando scoppiò lo scandalo. Allora negava che i nostri soldati fossero stati coinvolti come invece ha denunciato il generale Vannacci. Che ora si vuole rimuovere per evitare imbarazzi.

 
 
 

LIBRO DI VANNACCI E GLI IMBARAZZI DEL COLLE.

Post n°1577 pubblicato il 24 Agosto 2023 da scricciolo68lbr
 

FONTE:

Quotidiano LA VERITÀ, di Maurizio Belpietro del 24 Agosto 2023.

 

Vi dico subito come la penso: questa storia è tutta una boutade, non darà seguito a nulla, non ci saranno denunce, non si apriranno fascicoli, non ci saranno conseguenze per nessuno! Vi domanderete perchè la riporto? Solo per l’onore della cronaca, per questione di cultura personale e di conoscere lo svolgimento dei fatti.

 

.

 

 

IL LIBRO DI «VANNACCI» E L'IMBARAZZO DEL COLLE. IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, L’URANIO IMPOVERITO E LA MINA VANNACCI.

 

L’attuale capo dello Stato, in molti lo ricorderanno, era ministro della Difesa all'epoca, quando scoppiò lo scandalo delle munizioni cancerogene, all'uranio impoverito. Allora negava

che i nostri soldati fossero stati coinvolti come invece ha denunciato il generale. Che ora è stato destituito dal suo incarico, per evitare imbarazzi.

Sono all'incirca 500 morti e migliaia i malati: se l’esposto fosse accolto le cause diventerebbero penali.

 

Il quotidiano di Belpietro ci ca giù pesante, io pubblico quello cge è stato riportato nell'articolo.

"Il quotidiano La Repubblica, di proprietà di Carlo De Benedetti si è incaricato ieri 23 agosto, di farci sapere che se

anche osserva un rigoroso silenzio sul caso, il Presidente della Repubblica approva la rimozione del generale Roberto Vannacci. A dire il vero non c’era bisogno che il giornale si facesse portavoce del pensiero del capo dello Stato. Dietro la cacciata dell’ex numero uno della Folgore e del Col Moschin infatti avevamo già intravisto la manina del presidente della Repubblica, il quale non guida solo il consiglio supremo di Difesa, cioè le Forze armate, ma dal Quirinale esercita un potere quasi assoluto su scelte che sarebbero di stretta competenza dell’esecutivo. (GRANDE STOCCATA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E AL GOVERNO ndr). Per farci capire di che pasta sia fatto l’uomo del Colle, e cosa pensi delle esternazioni dei militari di carriera, il quotidiano di De Benedetti ha voluto ricordare quando, da ministro della Difesa, fece rimuovere il generale degli alpini Sergio Mazzaroli, reo di aver pubblicamente dubitato delle scelte della politica militare italiana in Kosovo. Ma il giornale si è curiosamente dimenticato di due altri episodi assai significativi, soprattutto ora che, proprio col caso Vannacci, si torna a parlare della guerra che venticinque anni fa si scatenò alle porte di casa nostra e alla quale l’Italia, in qualità di membro della Nato, diede il proprio contributo, spedendo i nostri aerei a bombardare la Serbia senza che il Parlamento ne fosse informato preventivamente. Uno di questi fatti lo ha ricordato tempo fa il generale Mario Arpino, ex capo di Stato maggiore della Difesa. Il quale raccontò che un pomeriggio d’aprile del 1999, in piena guerra del Kosovo, l@attuale Presidente della Repubblica allora ministro della Difesa, gli fece una telefonata per contestare le dichiarazioni del comandante del gruppo Tornado di Piacenza. Costui, appena rientrato da una missione, aveva raccontato in un’intervista di aver lanciato dei missili contro postazioni radar serbe. In pratica, l’ufficiale aveva confermato ciò che il governo e l'artuale Xapo dello Stato stesso, che di quell'esecutivo era vicepremier, negavano: il nostro Paese era in guerra e vi era entrato senza che il Parlamento fosse informato e in spregio alla Costituzione. Secondo la ricostruzione di Arpino, la telefonata con il futuro capo dello Stato non fu tenera e si concluse con una neppure troppo velata minaccia: «La ritengo responsabile». Ma il nome del presidente della Repubblica si ritrova anche a proposito della vicenda delle munizioni arricchite con uranio impoverito, di cui proprio nella guerra nell’ex Jugoslavia la Nato fece largo uso (salvo poi rimproverarle ai russi oggi). Da ministro della Difesa, il capo dello Stato intervenne più volte sul tema e lo fece dopo che si iniziarono a registrare i primi casi di leucemia fra i reduci della missione nei Balcani. Il 27 settembre 2000, l’attuale Presidente della Repubblica, rispose in Parlamento a un’interrogazione relativa a due episodi di decessi verificatisi fra i militari italiani. Queste le sue parole: «Nel primo caso, il giovane vittima della malattia non era mai stato all’estero. Nel secondo caso, il militare era stato impiegato in Bosnia, a Sarajevo precisamente, dove non vi è mai stato uso di uranio impoverito». Una dichiarazione che si rivelò falsa, perché in Bosnia, proprio a Sarajevo, gli aerei americani scaricarono circa 11.000 proiettili all’uranio impoverito, come pochi mesi dopo lo stesso attuale Presidente della Repubblica fu costretto ad ammettere. Ma ancor più interessanti sono le frasi che il futuro presidente pronunciò al Senato il 10 gennaio 2001, rispondendo sempre sulla questione dei militari vittime delle munizioni all’uranio impoverito. Il ministro della Difesa confermò che nel Kosovo erano stati impiegati proiettili di quel tipo, ma aggiunse che il posizionamento delle nostre truppe era avvenuto in seguito alla notizia della presenza sul terreno di munizioni all’uranio impoverito. «Di conseguenza», disse, «fin dall’ingresso dei nostri militari in Kosovo si sono potute adottare misure di protezioni adeguate».

Peccato che le dichiarazioni di colui che sarebbe divenuto capo dello Stato contrastino con una sentenza della Corte d’appello di Roma ormai passata in giudicato, in cui si sostiene che i vertici militari «omisero colposamente» di adottare misure adeguate a tutelare i soldati. Successivamente, Giulia Grillo, ministro della Salute nel governo Conte 1, spiegò che questa guerra subdola, mai ufficialmente dichiarata né dai politici né dai militari, ha provocato 500 morti e 8.000 malati fra le truppe impiegate in quelle missioni. A questo punto vi starete chiedendo che cosa c’entrino in tutto questo Roberto Vannacci e la sua rimozione. Beh, il generale che qualcuno vuol far passare come un picchiatello esaltato ha denunciato pubblicamente Giuseppe Cavo Dragone, ossia il capo di Stato maggiore della Difesa, attuale vice del Presidente della Repubblica, ai vertici delle Forze armate, di aver mentito sul tema dei proiettili all’uranio impoverito. Davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta l’ammiraglio Cavo Dragone sostenne che le munizioni impiegate in Iraq non costituirono pericolo per la salute dei militari. Mentre Vannacci denunciò un uso trenta volte superiore di proiettili all’uranio impoverito rispetto a quelli impiegati nei Balcani, i cui esiti come abbiamo visto, secondo l’ex ministro Grillo, hanno provocato centinaia di morti e migliaia di malati. Attenzione, il generale oggi rimosso per aver scritto un libro non dichiarò le sue accuse a un giornale, ma presentò esposti alla magistratura.  Insomma, levarselo di torno ha per conseguenza anche togliersi una spina nel fianco, sbarazzandosi di una questione che da quasi trent’anni imbarazza i vertici della Repubblica, con una guerra mai dichiarata e che che ha causato migliaia di vittime ufficialmente riconosciute ma senza che mai nessuno abbia accertato delle responsabilità

 
 
 

AREA PERSONALE

 

RADIO DJVOCE

 

PAROLE

   

     IL TIBET NASCE LIBERO

  LASCIAMO CHE RESTI TALE

                             i

Le parole.

                       I

Le parole contano
dille piano...
tante volte rimangono
fanno male anche se dette per rabbia
si ricordano
In qualche modo restano.
Le parole, quante volte rimangono
le parole feriscono
le parole ti cambiano
le parole confortano.
Le parole fanno danni invisibili
sono note che aiutano
e che la notte confortano.
                                  i
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

scricciolo68lbrDesert.69cassetta2norise1there0perla88sQuartoProvvisoriom12ps12Kanty0ssurfinia60Rico65moroPenna_MagicaThirteen13daniela.g0
 

I LINK PREFERITI

DECISIONI.

 

 

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Agosto 2023 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

IMMAGINI DI TE

 

 

 

 

 

CONTATTO

 

 

PASSIONE

immagine


 

 

LIBERTà.

 

 

Affrontare ciò che ci spaventa

è il modo migliore per superare

ciò che ancora non si conosce.

 

 

 
 

ATTIMI

 

 

 

UN GIOCO!

 

 

EMOZIONI

 

 

 

 

 

PASSAGGI

Contatore accessi gratuito

 

 

ABBRACCIO

 

  

 

 

BOCCA

 

 

 

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963