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Pensieri e parole...

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Messaggi del 12/08/2023

YOUTUBE CENSURA CONTENUTI, SENZA AVERNE AUTORITÀ!

Post n°1566 pubblicato il 12 Agosto 2023 da scricciolo68lbr
 

«La Rete ci renderà liberi» è il motto di qualche tempo fa, in cui tutti, più o meno, abbiamo creduto. E non solo all'inizio. Poi, cautamente, col tempo, abbiamo dovuto ricrederci. Oggi nella Rete combattiamo più che contro la disinformazione, contro la censura. Non so se avete presente il fiume di parole che sono state spese negli ultimi anni a proposito della democrazia e della libertà di espressione in Rete. Roberto Casaleggio e Beppe Grillo, sulla base di questo concetto hanno addirittura fondato un partito che - secondo loro - avrebbe raccolto il consenso dei cittadini saltando a pie pari ogni mediazione partitica. Gli elettori avrebbero scelto da soli i propri rappresentanti, attingendo alle informazioni disponibili online e decidendo chi candidare. Una democrazia dal basso, accessibile a tutti e senza filtri di alcun tipo. Soprattutto, senza l’influenza delle lobby, dell’industria, dei banchieri, dei poteri forti e - udite udite - dei cronisti, ai quali il comico genovese dedicò un apposito Vaffaday. «I giornalisti sono la vera casta» spiegò il garante pentastellato. «Migliaia di schiavi vergognosi, che si somigliano tutti, messi lì a 90 gradi, una cosa indegna. Il prossimo 25 aprile liberiamoci di questa informazione, liberiamoci da questa gentaglia» strillò arringando la folla. Un appello che Grillo divulgò tramite i Meet up del movimento, ma soprattutto ricorrendo a Youtube, che mandò in rete i video della manifestazione. 
Sono passati 15 anni da allora e oggi possiamo dire che l’idea visionaria e, diciamo pure un po’ romantica, di Casaleggio e del suo socio in politica, ma anche di tanti altri teorici della democrazia della rete, si è scontrata con la dura realtà, ovvero con un monopolio delle grandi aziende tecnologiche (Big Tech) che da Mountain View o da Menlo Park, ossia dal quartier generale quasi sempre dislocato negli Stati Uniti, ha sempre deciso che cosa sia giusto mettere in Rete oppure bloccare. Che cosa un cittadino debba o possa sapere o invece gli debba essere negato, a loro dire per proteggerlo. Altro che democrazia dal basso. Ogni giorno di più, scopriamo che in Rete vige una DEMOCRAZIA IN LIBERTÀ VIGILATA, dove solo alcune informazioni hanno diritto di circolare mentre altre, pur non violando alcuna legge, non incitando alla violenza oppure alla discriminazione (aspetti che giustificherebbero uno stop), sono invece bandite. 
Siete stupiti? Io no. E non solo perché negli ultimi tempi il controllo su ciò che viene diffuso è diventato più stringente (prova ne sia che alcune notizie non trovano eco online), ma perché di recente, il quotidiano La Veritá ho provato sulla propria pelle tanto da poterne dare testimonianza diretta, che cosa significhi lasciare a Youtube, a Facebook e ad altri colossi online, il diritto di stabilire che cosa sia giusto pubblicare. Dell’ultimo esempio ne hanno dato notizia qualche giorno fa, sull'edizione odierna del quotidiano del 12 agosto 2023,  forniscono anche le prove della censura subita. Un’intervista di Francesco Borgonovo a Giovanni Frajese in cui si parlava della commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid e degli effetti avversi dei vaccini è stata, come si dice in gergo, bannata. Cioè stoppata. In pratica, gli utenti che avessero voluto ascoltare il dialogo fra il vicedirettore e il medico, non ne hanno avuto la possibilità, perché Youtube li ha esclusi. A suo insindacabile giudizio, il gestore del social video più conosciuto, che potremmo definire appunto un’autostrada per la diffusione dei contenuti video, ha deciso che le informazioni del quotidiano La Verità appunto, non potevano viaggiare sulla Rete. Ovviamente il quotidiano ha domandato il motivo della censura e la risposta, che potete trovare sulle sue pagine dell'edizione odierna, è disarmante.
Aver dato voce a un endocrinologo, titolare di una cattedra universitaria e di un corso di specializzazione oltre che di molti altri titoli in ambito medico, violerebbe le norme contro la disinformazione scientifica. In pratica, un’azienda che non rappresenta alcuna autorità medica, decide in base a una propria direttiva interna, badate bene non in base ad una legge, che cosa sia giusto far conoscere agli italiani e cosa nascondere. Altro che democrazia: in altri tempi e con altri regimi si parlò di dittatura. Il sistema oggi è lo stesso. Durante il fascismo esisteva il Minculpop, ossia il ministero della cultura popolare che si incaricava di censurare le notizie ritenute non gradite dal sistema. Di alcuni fatti non si poteva parlare e di alcune persone se ne poteva parlare solo bene. Un burocrate dal chiuso della propria stanza, decideva chi avesse diritto di parola e chi dovesse essere messo al bando. Certo, non voglio scomodare il Ventennio (ci pensano già i nostalgici dell’Anpi e i loro compagni), ma il sistema è lo stesso. Oggi vengono bandite le informazioni, domani è possibile che siano bandite... che so io, le persone. Con un clic sono bannate alcune notizie. Con un altro clic potrebbero essrlo i giornalisti e i medici non graditi. Più che di democrazia delle Rete, certe èlite vorrebbero lentamente prepararci all’autocrazia delle Big Tech. 
Un tempo quello che oggi in Italia chiamano a torto, sinistra, combatteva le multinazionali del petrolio e dell’industria. Oggi è alleata e perfino portabandiera delle nuove multinazionali. 
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, condanna duramente “il gravissimo atto censorio di Youtube nei confronti de La Verità che si è vista oscurata la sua TV perché nel suo consueto appuntamento di approfondimento del sabato mattina, condotto dal vicedirettore Francesco Borgonovo, parlava della Commissione sul Covid, con ospite il noto endocrinologo Giovanni Frajese”.

Una gravissima e ignobile censura di Youtube colpisce La Verità, giornale simbolo di una coraggiosa e straordinaria battaglia, contro leggi liberticide e repressive, che va avanti da 3 anni, che ha smascherato le tante menzogne del governo Draghi-Speranza e salvato tantissime vite umane. E’ un atto di inaudita gravità che conferma purtroppo che nonostante la pandemia sia oramai ufficialmente stata, dalla stessa Oms, dichiarata finita, continua invece la censura nei confronti de La Verità, giornale simbolo di una valorosa battaglia a difesa dei diritti, della libertà di scelta e delle garanzie costituzionali che sono stati in questi ultimi tre anni brutalmente cancellati! Per questo lascia letteralmente sconcertati e indigna profondamente quanto accaduto.

La Verità ha naturalmente presentato ricorso, come ho accennato, e con un’arroganza stratosferica ed ignobile, degna di una dittatura d'altri tempi, il team di Youtube ha liquidato il ricorso presentato da Tv Verità contro la rimozione del video «Aspettando la commissione Covid», eseguita dalla piattaforma la scorsa settimana. «A seguito di un’attenta verifica dei tuoi contenuti, abbiamo confermato che violano le norme sulla disinformazione in ambito medico. Sappiamo che questo potrebbe deluderti, ma è nostra responsabilità fare in modo che Youtube sia un luogo sicuro per tutti», risponde il «team» del social-streaming, che tuttavia non si firma. Non ci mette faccia né nome, però esegue le censure. Le ribadisce, adducendo la scusa di preoccuparsi della sicurezza degli utenti. Ma come può risultare minaccioso un video giornalistico che ha l’obiettivo di informare anche sollevando quesiti? Nella puntata di sabato 5 agosto 2023 del nuovo spazio di informazione settimanale, condotto dal vicedirettore de La Verità Francesco Borgonovo, era ospite l’endocrinologo Vanni Frajese, non un pericoloso terrorista. Non si dava la parola a un catastrofista climatico, che quello sì fa parecchio male alla sicurezza dei cittadini, ma ad uno scienziato tra i più seri e preparati. Il video, di una mezzz ’ora, programmato alle 10 del mattino, era stato rimosso perché «violava le normative della community». Una censura applicata senza dare ulteriori spiegazioni, bisognava rassegnarsi e buttare via il lavoro fatto, privando migliaia di utenti di un contenuto di sicuro interesse. Tv Verità, invece, aveva ricaricato la puntata, cambiando il titolo in «Aspettando la commissione d’inchiesta» e omettendo nell’abstract il nome del professor Frajese. Dopo 5 minuti, altro blocco e rimozione. YouTube, questa volta segnalava che al terzo avvertimento il canale sarebbe stato chiuso e forniva le «Norme sulla disinformazione in ambito medico relativamente al Covid-19», che la piattaforma applica. Davanti a un simile sopruso, perché sarà un’azienda privata che detta le sue regole, ma è anche la piattaforma su cui passano la comunicazione, la politica, la socialità, che si arroga il diritto di condizionare il dibattito pubblico spegnendo voci e testimonianze a propria discrezione, Tv Verità aveva presentato ricorso.
Lo spazio a disposizione dell’utente per argomentare le proprie ragioni è limitato ad una manciata di battute, perché il colosso dello streaming-video evidentemente si annoia a leggere motivazioni dettagliate, e questo era il testo inviato. «Abbiamo effettuato un’attenta verifica del contenuto del video che abbiamo pubblicato e non abbiamo rilevato contenuti che violino le regole della community di Youtube in ambito medico, di diagnosi o trattamento della malattia che siano in contraddizione con le informazioni mediche sul Covid-19 fornite dalle autorità sanitarie locali o dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Sul canale da noi aperto il giornalista non ha violato né il codice penale, né amministrativo né civile e
deontologico. Desideriamo quindi sapere quali siano le violazioni che avremmo commesso e che vi hanno portato a eliminarlo. Contestualmente vi chiediamo di ripristinare il video e di rimuovere l’avvertimento a carico del nostro canale».
Invece, quella puntata rimane rimossa, «i contenuti in questione non verranno reintegrati su YouTube», è la sola risposta fornita. Non ti sta bene? E chissenefrega, è il concetto neanche tanto sotteso. La piattaforma sostiene di elencare norme precise, che vanno osservate per pubblicare un video, ma in realtà sono regole vaghe, prosegue il quotidiano. Un’accozaglia di indicazioni in materia Covid, ad esempio, che nemmeno in piena epidemia avevano senso e fondamento.
Nel video di Tv Verità censurato, il professore Frajese spiegava che «la commissione parlamentare d’iinchiesta potrebbe dire verità di cui non si può parlare», nemmeno su Youtube aggiunge il quotifiano. La piattaforma penalizza e censura il «linguaggio inappropriato» e i «temi sensibili o controversi», decide quali contenuti siano condivisibili, senza assumersi la responsabilità delle proprie azioni e delle scelte politiche come ogni editore, invece, è tenuto a fare.
“Continua la strage delle morti improvvise”.

“Mentre in Italia (e in tanti altri Paesi del mondo) continua la strage delle morti improvvise e delle gravi reazioni avverse che stanno devastando la vita di centinaia di migliaia di famiglie, si censura ancora una volta un quotidiano che lotta ininterrottamente da tre anni a questa parte, come nessun altro ha fatto, per denunciare quello che succede, tutti gli scandali, le verità nascoste e soprattutto per scongiurare questi drammi. 

Anziché censurare le bugie di Stato, si oscura la tv de La Verità, quotidiano che per quello che ha fatto e continua ogni giorno a fare meriterebbe, come da tempo sostiene Diritti Civili, l’assegnazione del prestigioso Premio Pulitzer, andando per una volta al di fuori dei confini americani! Altro che ignobili censure! La Verità è l’unico grande quotidiano al mondo che durante i due anni di leggi liberticide, repressive, di discriminazioni, criminalizzazioni, ritorsioni, di brutale isolamento dal contesto sociale di molti cittadini, è riuscito a resistere ad ogni forma di pressione, "minacce" e attacchi ed ha difeso strenuamente la libertà e i diritti dei cittadini inermi e perseguitati.

“Pochi come La verità, tra questi StrettoWeb”.

I fatti, purtroppo, tragici che continuano a susseguirsi ogni giorno spezzando migliaia di giovani vite umane e distruggendo tantissime famiglie, hanno dimostrato quanto fosse giusta, importante e vitale questa battaglia del quotidiano di Maurizio Belpietro e De’ Manzoni. "Diritti Civili" deve al coraggio di questo grande giornale se, dopo aver previsto, denunciato (ripetutamente con centinaia di interventi e innumerevoli appelli) per oltre due anni tutto quello che sta succedendo può, da allora (da marzo 2021, dopo le prime morti sospette di giovani militari, sanitari e personale scolastico, le prime categorie ad essere state inoculate con il siero sperimentale e ignoto, coperto da segreto militare, per chi non lo sapesse), continuare a portare avanti, insieme a La Verità, e a pochissimi altri media come questa testata (StrettoWeb), la sua battaglia e concreta opera di prevenzione per cercare di scongiurare queste tragedie e aiutare le persone danneggiate dalla puntura, imposta loro con il ricatto disumano del Green pass. 

Una cosa è certa e la Storia un giorno lo riconoscerà e onorerà questo merito straordinario: grazie alla coraggiosa, ininterrotta campagna de La Verità, e di pochissimi altri, tantissime vite umane sono state salvate e moltissime altre lo saranno”.

 

 
 
 

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                       I

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dille piano...
tante volte rimangono
fanno male anche se dette per rabbia
si ricordano
In qualche modo restano.
Le parole, quante volte rimangono
le parole feriscono
le parole ti cambiano
le parole confortano.
Le parole fanno danni invisibili
sono note che aiutano
e che la notte confortano.
                                  i
 
 

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