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Mi indigno per...

Post n°427 pubblicato il 17 Novembre 2011 da xteneraladyx




 

 

 

 

 

 




Sono andata a rivedermi il significato della parola indignazione.
E ho trovato questa definizione:
“Vivo risentimento che si prova per ciò che si ritiene indegno, riprovevole, ingiusto.”

E che cos’è ingiusto?
Ciò che viola i diritti altrui , siano essi sanciti dalla legge
o semplicemente riconosciuti dalla ragione o dalla morale.

Ora sto riflettendo da alcuni giorni su quello che ritengo mi faccia indignare dell’attuale situazione, e mi son resa conto che ne potrei scrivere pagine intere.

Mi fa indignare che malgrado la nostra costituzione sancisca che l’Italia
è una Repubblica fondata sul lavoro (art.1),
la nostra classe politica negli ultimi anni abbia fatto pochissimo perché il lavoro fosse uno degli argomenti principe dei loro programmi. O meglio, a parole ultimamente ce l’hanno fatto credere, ma le politiche messe in atto, hanno dato il colpo di grazia, aggiungendosi alla congiuntura della crisi mondiale, mettendoci  praticamente con il culo per terra.

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura
e la ricerca scientifica e tecnica.

Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione (art.9)

In questi ultimi anni, abbiamo visto lo scempio che è stato fatto in tutti gli ambiti dell’istruzione, dove tagli anacronistici hanno mutilato di fatto il diritto all’istruzione che spetta ad ogni cittadino italiano.
Non si è più investito nella ricerca, i nostri migliori “cervelli” devono emigrare all’estero se vogliono poter portare avanti le loro ricerche.

Non si è investito nella tutela del paesaggio
e abbiamo visto le catastrofi generate dalla mancata manutenzione,
fatta a corsi d’acqua e argini e a come si sia favorito un abuso edilizio su territori che avrebbero dovuti rimanere di esclusiva proprietà della natura.
Non si è investito per la tutela dei beni artistici del Paese
(Pompei ci insegna, con le piogge si sta praticamente disciogliendo e sgretolando).

Non si è investito nel settore artistico,
la nazione dove è nato il Melodramma e la Commedia dell’Arte,
vede i suoi teatri chiudere,
 sotto la morsa di mancati investimenti a favore dello spettacolo…

Poi però troviamo i soldi per costruire il ponte sullo Stretto di Messina…

Mi chiedo se chi siede in quel paese surreale che è diventato il nostro Parlamento, ha mai avuto la curiosità di prendersi in mano la nostra Costituzione
e leggerne almeno i primi articoli,
bastano quelli per dare le basi ad un buon amministratore politico.

Siamo un paese in ginocchio, ma non sconfitto, piegato, ma non arreso.
La gente che scende nelle piazze e il grido d’orgoglio di un popolo che non si arrende.

Non si è arreso agli invasori stranieri,
non si arrenderà nemmeno alla sopraffazione di pochi e miseri personaggi,
che ballano alla Corte dei Miracoli.

Questo è il mio messaggio di persona INDIGNATA ma non sfiduciata,
perché sono convinta che l’unione dei singoli, di quelli che la vita se la devono guadagnare ogni giorno, di quelli che combattono con le aziende che chiudono, i mutui da pagare e la voglia di costruire ancora qualcosa da lasciare ai propri figli, farà in modo che si possa risalire dal  buco profondo in cui ci hanno costretti a scendere.

 

 

 
 
 
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