Visto che siamo nel bel mezzo del carnevale, credo sia noto a tutti che nella mia regione, esiste una città (Ivrea), dove ogni anno in occasione del carnevale,
si disputa una famosa battaglia fra borghi, a base di proiettili costituiti da arance.Ora, qualche anno fa, parecchi diciamocelo, fui invitata da quello che allora era un mio boyfriend ad assistere a questa famosa “Battaglia delle arance”.
Considerato che internet, ai tempi, era ancora un entità aliena, non ero in grado di informarmi in cosa esattamente consistesse questa “battaglia”.
Gianni, il boyfriend, tutto entusiasta mi disse “Vedrai, ti piacerà è una cosa particolare e se non l’hai mai vista, di sicuro resterai sbalordita.”
Precisiamo che a me della battaglia delle arance, poco importava, mi interessava la possibilità di stare per un intero pomeriggio con il mio bel Gianni, ma certo a lui mica glielo dissi.
Visto che erano le prime uscite, si sa, si vuole fare bella figura ed essere al meglio.
Ed io, donna accorta, per l’occasione avevo sfoderati i capi migliori del mio guardaroba.
E avevo avuto anche la brillante idea, di mettermi un paio di stivali con il tacco alto,
che mi davano tanto la camminata da pantera.
Arrivati nei pressi della cittadina, il Gianni mi avvisa: ” Parcheggiamo qua, perché più avanti è tutto bloccato, c’è un po’ di strada da fare, ma tanto siamo in anticipo”
"Un po’ di strada…quanta???" Inizio a pensare, andando lungo al fondo dei piedi
e pensando che sarà un bellissima passeggiata sui miei stivali.
Durante la nostra passeggiata, iniziamo a vedere agli angoli delle strade,
le prime cassette di arance, pronte per essere caricate sui carri della battaglia.
E già mi chiedo che senso abbia, rovinare tutto sto ben di dio di frutta…usanze, tradizioni mi fa il Gianni.
Ad un certo punto vedo in lontananza un banchetto pieno di berretti rossi,
avete presente quelli che indossavano i partecipanti alla Rivoluzione francese?
Il Berretto Frigio…ecco uguali identici.
Chiedo al Gianni a cosa servono.
“Dovrebbe essere il distintivo che non fai parte dei partecipanti alla battaglia,
e quindi ti proteggerebbe dai tiri di arance da parte dei contendenti.
Ma, non ti preoccupare, io quando sono venuto, non lo avevo e non sono stato sfiorato da nessuna arancia.”
“Si Gianni, ho capito, ma dai per cinquemila lire possiamo anche prenderli.
E’ una sicurezza, se questa è la tradizione, rispettiamola.”
“Sei matta che vado a regalare diecimila lire per un cappello che una volta a casa finisce nella pattumiera?”
“Sarai pure bello…ma con le braccine corte” penso sempre tra me e me. Facciamo i duri e puri e andiamo alla battaglia senza cappellino rosso.
Iniziamo ad avvicinarci al centro storico dove c’è la sfilata dei carri.Prendiamo posizione in una dei posti assegnati agli spettatori, in slarghi posti sulla strada e riparati da un rete che impedisca alle arance impazzite di colpirci.
Arrivano i primi carri….i rionali a terra (chiamati arancieri)iniziano a lanciare contro i tiratori sui carri. Avete presente ricevere un’arancia in faccia, tirata con tutta la forza da gente tutta invasata per la battaglia? Bè incominciate ad immaginare….
nel frattempo, sul terreno si sta formando tutta una poltiglia schiacciata.
fatta dalle arance che si spappolano appena raggiungono terra.
Il succo delle arance all’inizio profumato e dolce, nel passaggio dei carri e dei piedi delle persone inizia a fermentare, producendo un odore nauseabondo di arance andate a male. E questi che continuano a tirarsi arance a tutto spiano. Ad un certo punto la battaglia finisce. Non chiedetemi chi ha vinto che non l’ho capito.
Ci accingiamo a tornare all’auto. Camminare sui sampietrini ricoperti dalle arance frappè è uno spasso, lo zucchero si appiccica alle scarpe e rende il suolo scivoloso, le viette sono al ritorno in piena discesa,praticamente uno slalom.
Son lì che cammino con in naso per terra cercando di non scivolare, e vengo raggiunta da un colpo tremendo alla schiena, alzo gli occhi, una tipa che intuisco aver partecipato alla battaglia, mi ha appena tirato un’arancia troppo matura sulla schiena.
L'arancia si è aperta, sul mio giaccone nuovo, e io sto per avere una crisi isterica.
Guardo Gianni….” non servivano a nulla i cappellini rossi vero?”
“Strano, fa lui, a me nessuno tira niente!”
E in effetti, forse perché erano tutte ragazze, a lui non tirano nulla. Sono io il bersaglio prescelto!
Cerchiamo di correre al riparo. Ma non c’è riparo. Ad ogni gruppetto di partecipanti alla battaglia che incontriamo, mi arriva un’arancia addosso.
Arrivo alla macchina che sembro una macedonia d’arance. Con la differenza che olezzo come una concimaia e il succo zuccherino mi ha lordato giaccone gonna e stivali. Senza dimenticare che hanno centrato anche la testa un paio di volte.
Sono sull’orlo di una crisi di nervi….e lui ride. Il cretino.
Cerca di ripulirmi alla belle meglio: “Sai non vorrei mi macchiassi i sedili”
Giuro se uno sguardo ha mai potuto incendiare, il mio l’ha disintegrato quella volta.
Ritorniamo a casa e mi chiudo in un totale mutismo.
Lui non sembra accorgersi che sono veramente delusa e continua a dirmi:
“Dai è stata un’esperienza che non avevi mai fatto…ci siamo divertiti.”
“Ci siamo divertiti? Tu ti sei divertito razza di tirchio che non sei altro.
Adesso altro che diecimila lire spendo a far lavare tutto in lavanderia!"
Morale della storia…da quel giorno ha smesso di essere il mio boyfriend.
Senza possibilità di ammenda.
Un po’ di serietà…..spiegazione di cos’è il Carnevale di Ivrea…..
Lo spirito dello Storico Carnevale vive nella rievocazione di un episodio di affrancamento dalla tirannide, che si fa risalire al medioevo: un barone che affamava la Città venne scacciato grazie alla ribellione della figlia di un mugnaio che non volle sottostare allo jus primae noctis e che accese la rivolta popolare. In questa rievocazione il Carnevale si rinnova ogni anno come grande Festa Civica durante la quale la comunità di Ivrea celebra la propria capacità di autodeterminazione.
L’eroina della festa è la Mugnaia, al suo fianco il Generale, che fin dai primi anni dell’800 ha il compito di garantire un corretto svolgimento della manifestazione, insieme al suo Stato Maggiore Napoleonico, composto da valenti Ufficiali a cavallo e graziose Vivandiere.
Completano la galleria dei personaggi storici il Sostituto Gran Cancelliere, il Magnifico Podestà garante della libertà cittadina, il Corteo con le Bandiere dei Rioni rappresentati dagli Abbà ed i Pifferi e Tamburi.
A riempire di colori e profumi la città, vi è poi la famosa e spettacolare Battaglia delle Arance, momento di grande coinvolgimento e forte emozione, rievocazione della ribellione popolare alla tirannia.
Nella battaglia il popolo, rappresentato dagli aranceri a piedi sprovvisti di qualsiasi protezione, combatte a colpi di arance contro le armate del Feudatario, rappresentate da tiratori su carri trainati da cavalli, che indossano protezioni e maschere che ricordano le antiche armature.
In segno di partecipazione alla festa tutti i cittadini ed i visitatori, a partire dal Giovedì Grasso, scendono in strada indossando il Berretto Frigio, un cappello rosso a forma di calza che rappresenta l’adesione ideale alla rivolta e quindi l’aspirazione alla libertà, come fu per i protagonisti della Rivoluzione Francese.
Inviato da: xteneraladyx
il 23/08/2015 alle 22:29
Inviato da: laura_brustenga
il 23/08/2015 alle 13:39
Inviato da: xteneraladyx
il 04/03/2015 alle 00:05
Inviato da: xteneraladyx
il 04/03/2015 alle 00:03
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il 03/03/2015 alle 23:20