Riflessioni

Chicca era un cane “rumoroso”, come chiunque abbia avuto a che fare con un molosso sa benissimo, faceva rumore quando beveva, quando zampettava per casa, quando respirava, quando mangiava, quando dormiva, in modo tale che avvertivi la sua presenza anche se non la vedevi, e pian piano quel rumore mi è entrato dentro, fino a diventare una dolce melodia di sottofondo a cui non facevo neanche più caso o almeno così credevo… perché ora mi mancano quei rumori, mi mancano a tal punto che a volte mi sembra quasi di sentirli e allora mi giro convinto di trovarmela accanto, ed il mio cuore sussulta, ma è solo una fugace illusione che in quanto tale mi delude, lasciando nuovamente spazio al silenzio. Sì, ora c’è troppo silenzio in questa casa, un silenzio insopportabile e allora per tentare di zittirlo accendo la radio, la televisione, alzo il volume, ma niente, quel silenzio resiste, persiste e mi opprime e alla fine comprendo che quel silenzio non è nell’ambiente che mi circonda, quel silenzio è profondamente radicato dentro di me, risiede nel mio cuore è un silenzio che fa rumore, che mi tiene sveglio di notte, che mi rimbomba nelle orecchie durante il giorno. È il silenzio generato dal peso dell’assenza.

P.S. Scusate per questo post ma sto elaborando...