IL FARAONE AKHENATONil faraone eretico....adorava il dio sole..per lui un disco |
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Post n°120 pubblicato il 10 Settembre 2012 da akenaton611
Non ho un nome e se lo avevo l'ho dimenticato, perchè da tempo nessuno mi chiama piu'. Avevo vent'anni,quando persi il mio Amore, Giada,una donna,minuta,deliziosa,con caratteri orientali,capelli neri corvino,lunghi sulle spalle,sempre sorridente e una dolcezza disarmante. Non ricordo come la incontrai,quando i nostri sguardi si incrociarono,per la prima volta, o forse non lo voglio ricordare. Ai tempi, abitavo in un paesino alle porte di una grande città,di cui non diro' il nome,mentre lei e la sua famiglia,risiedevano nella grande metropoli. Gestivo un negozio di calzature,un piccolo negozio,sito al centro del paesino ove abitavo, negozio di famiglia,in quanto ad aprirlo anni prima,era stato mio nonno.Poi come spesso succede,l'attività passa di padre in figlio, ed era arrivato il mio turno. Anche se l'attività andava bene,sapevo che con l'avvento dei grandi centri di distribuzione delle calzature,dei vari centri commerciali e della concorrenza spietata nel settore,che altri Paesi facevano al nostro,non saremmo sopravissuti per molto tempo. Quindi dovevo prepararmi al peggio, e cercare una alternativa a quella attività, che mi permettesse almeno di vivere. Decisi allora di vendere il negozio,prima dell'"apocalisse",ed entrai a lavorare in una grande fabbrica,ove si realizzavano computer e accessori informatici. Erano i tempi,in cui questi apparecchi stavano "nascendo" e che molto presto, avrebbero soppiantato le macchine da scrivere,la carta copiativa e i bianchetti.. La tecnologia,o per meglio dire,il progresso della stessa,avanzava inesorabilmente e non ci si poteva permettere il lusso di stare indietro.Ricordo che a cadenza mensile, vi erano dei corsi di aggiornamento in merito alla produzione dei nuovi apparecchi. La grande fabbrica,si trovava in periferia della grande metropoli. Fu proprio' li' che incontrai Giada che lavorava nella mensa della fabbrica come addetta alla distribuzione delle vivande. Il mio primo pranzo in fabbrica,mi porto' a incrociare i suoi occhi a mandorla,cosi' scuri e lucenti che mi ci specchiavo. Ricordo che il suo sguardo,dolce e sorridente,mi fece palpitare il cuore e tremai dall'emozione arrossendo,rischiando di far cadere il piatto che avevo fra le mani. Passato quell'attimo di turbamento ormonale, di cui lei si accorse,ma fece finta di nulla,per delicatezza nei miei confronti o forse perchè era compiaciuta dell'effetto che mi aveva fatto, le chiesi il suo nome,dimenticandomi il perchè fossi li'.In effetti mi passo' la fame, la mia testa sragionava,avevo perso la cognizione delle cose,mi ero innamorato solo con uno sguardo di lei. Mi sedetti al tavolo piu' vicino,per guardarla e piu' la guardavo e piu' pensavo:"la devo conoscere,la voglio conoscere,lei è la donna della mia vita,ne sono sicuro". Guardavo e riguardavo le sue mani,solo per costatare che non avesse nelle dita anelli di fidanzamento o da sposa.Non ne aveva,era libera,evviva ^_^. Ora arrivava il difficile,ero molto timido e non mi ero mai innamorato prima di allora. Dovevo studiare la tattica di approccio, e ogni pensiero che mi veniva in mente, mi sembrava troppo banale e inopportuno, non riuscivo a trovare un modo giusto per avvicinarla.Ma soprattutto temevo che mi dicesse di no. Ma come spesso succede,dove non arriva l'uomo arriva il fato o destino,chiamatelo come volete. Una sera,passeggiando nel corso principale della grande città,da solo,mi soffermai davanti a una vetrina di un grande negozio di scarpe.Mentre guardavo i prodotti esposti, scorsi Giada,attraverso le vetrate,era intenta a provarsi un paio di scarpe con tacco medio. Mi si illumino' il viso dalla gioia nel vederla,non ci pensai molto ed entrai nel negozio. Mi diressi verso di lei,facendo finta di osservare le scarpe sugli scaffali. Mentre mi avvicinavo a lei,le mie gambe cominciavano a tremare,inspiegabilmente,maledetta timidezza. In quel mentre,urtai involontariamente una pigna di scatole vuote,che si rovescio' sul pavimento.Pensai:ecco che bella figura di "pizza",ora è meglio che scappo,prima che mi vede. In quel preciso momento,Giada,attirata dal rumore delle scatole cadute e dalle risa delle commesse,mi vide,sorrise e mi si avvicino'. Mi sentivo come un tizzone acceso,rosso dalla vergogna e non sapevo dove nascondermi. Mi chinai per raccogliere e sistemare le scatole e lei mi aiuto' a farlo, senza dire una parola, anche se sorrideva divertita. Sistemato il tutto,mi guardo' e disse:ciao, che ci fai tu dentro un negozio di scarpe per sole donne??? In quel momento speravo che si aprisse una voragine nel pavimento e mi inghiottisse, perchè avevo toccato l'apice della figura di "pizza". La mia risposta usci' spontaneamente:sono entrato qui perchè ti ho vista dalle vetrate, e volevo salutarti. Lei rispose:davvero??? sei veramente gentile imbranato,ma gentile! e rise. Uscimmo dal negozio entrambi,ridendo su quanto era capitato a me. Abbiamo parlato per ore,raccontandoci come se ci conoscessimo da sempre. Mi sono trovato a un certo punto,davanti a un cancello di una grande casa,e Giada mi disse:sono arrivata a casa,grazie per avermi accompagnata è stato bello parlare con te. Non mi ero reso conto che era tardi, in quanto quando stai bene con una persona il tempo scorre piu' veloce. Prima di salutarla,trovai il coraggio di chiederle se potevamo incontrarci ancora nei giorni a seguire e la sua risposta è stata: certo,perchè no???!! Ero pazzamente felice,le porsi la mano per salutarla e augurarle la buona notte, ma lei si avvicno' e mi diede un bacio sulla guancia.In quell'istante,non serviva un astronave per toccare la luna,io l'avevo toccata da fermo ^_^...Mi disse:buonanotte, a domani;e apri' il cancello,entro' nel cortile e lo richiuse dietro di se,salutandomi di nuovo con un semplice ciao. (fine prima parte) Antonello (seconda parte) Quella sera,riuscii per miracolo a prendere l'ultimo autobus che mi avrebbe portato al paesino.Ero ubriaco di felicità,parlavo da solo come i matti ^_^,tutto mi sembrava stupendo,anche un cassonetto della spazzatura,(giusto per dirne una) ^_^. Ritornai a casa mia che era quasi mezzanotte,e dalla fermata dell'autobus che dista a poche centinaia di metri, dal portone d'ingresso, ballai a ritmo di samba brasilera.Chi mi avesse incontrato in quel tratto,si sarebbe di sicuro spaventato, ritenendomi pazzo. Ma se quello era l'effetto che faceva l'amore,ero felice di essere pazzo ^_^. Andai in camera mia,non mi spogliai,accesi la luce e mi adagiai sul letto,disteso con le gambe incrociate,e fissai il soffitto, ove riuscivo a materializzare con la mente, il viso dolce di Giada,che mi sorrideva. Rimasi in quella posizione per un po',non so per quanto,fino a che "Morfeo" non prese il sopravvento e mi addormentai,felice. La mattina,quando suono' la sveglia, alle 07,00 mi stupii nel vedermi vestito e calzato,mi alzai di scatto e mi preparai velocemente,facendo la spola tra la camera e il bagno,come fossi stato morso da una tarantola, con il risultato che alle ore 07,05 ero gia' fuori di casa,pronto per affrontare una nuova giornata lavorativa,ma soprattutto per rivedere il mio amore. Io entravo in fabbrica alle o8,00, nel reparto di produzione dei computer,mentre lei iniziava alle ore 10,00 nel reparto mensa. Quando sapevo che stava per arrivare, con la scusa di fumare una sigaretta,uscivo dal reparto,e le andavo incontro,nel suo, per salutarla,un semplice buongiorno accompagnato da un sorriso,questo ci bastava per iniziare stupendamente la giornata. Sul lavoro,come si sa,non bisogna far vedere che c'è del "tenero",e noi fingevamo di essere un po' indifferenti l'uno all'altra,giusto per non dar adito a richiami da parte della dirigenza e essere oggetto di scherno, da parte dei colleghi di lavoro. Insomma ci amavamo di nascosto ^_^. Dopo la prima sera,ove ci siamo incontrati per caso,ne sono susseguite molte altre, quasi tutte le sere,ove ci davamo appuntamento in varie zone della città,per trascorrere un po' di tempo insieme per conoscersi meglio. Era bello scoprire ogni volta,che c'erano molte cose in cui eravamo perfettamente in sintonia,dalla lettura,alla musica ai film,agli hobby;eravamo perfetti l'uno per l'altra. Ricordo che le prime sere,uscivamo a passeggio, senza darci neanche la mano,poi gradualmente, e istintivamente,ci cercavamo,la mia mano cercava la sua e la sua cercava la mia,ed eravamo un po' ridicoli negli atteggiamenti,tocca e scappa ^_^. Poi dal darsi la mano,si è passati a stare abbracciati al fianco e camminare allo stesso passo,quasi come due militari in parata ^_^,ogni tanto si inciampava e giu' a ridere come matti. Fino ad allora i nostri baci erano stati casti, solo rigorosamente sulle guance,anche se a volte, mi avvicinavo con le mie labbra alle sue,e le sfioravo,come per "tentarla"a baciarmi sulle labbra,ma invano ^_^.. Ma stavamo cosi' bene che poco importava quando e come sarebbe stato, il primo bacio vero. Dopo i nostri incontri,tornavo a casa e sprizzavo gioia da tutti i pori,avevo conquistato il mondo, come Cesare nell'antica Roma,ma in questo caso, avevo solo conquistato il cuore di Giada e lei il mio. Ai tempi non c'erano telefonini,sms mms etc etc. le persone parlavano a quattr'occhi e non vi erano malintesi.C'era il gusto di parlarsi e ascoltarsi,cosa che ora manca,il dialogo è importante è la base dei rapporti fra le persone. Nelle nostre chiacchierate,riuscivamo a rendere interessanti anche le cose piu' stupide e banali,e ricordo che si rideva molto, perchè era inevitabile che scappasse anche qualche fesseria macroscopica,ad esempio affermare che Dante era uno scultore e pittore e che avesse dipinto lui la Gioconda ^_^ a pensarci mi vien da ridere anche ora. Era un sabato,quel giorno dovevamo festeggiare il "compleanno" del nostro primo incontro. Dovevamo incontrarci davanti a quel famoso negozio di scarpe e poi andare a mangiare in un vicino ristorante,una cenetta a lume di candela,come si usava un tempo,per rendere l'evento indimenticabile. Ammetto anche che speravo che in quella circostanza,saremmo riusciti a darci il nostro primo bacio. L'appuntamento era per le ore 20,00 ed io arrivai mezz'ora prima,tenendo stretta nelle mani,una rosa rossa,ben confezionata, con carta argentata e un fiocco rosso. Doveva essere tutto perfetto e speciale per entrambi. Avevo uno strano presentimento,ma credevo fosse per l'emozione di incontrarla di nuovo li,come la prima volta. Alle 20,00 non arrivo' e pensai,ecco,adesso fa la preziosa e mi fa aspettare,ci puo' anche stare questa opportunità. Cominciai a camminare nervosamente, avanti e indietro,davanti al negozio. Erano arrivate le ore 21,00 e di lei ancora nulla. Cominciai a sudare freddo e non so se era per la rabbia o perchè ero troppo deluso dal suo ritardo.Ma un'ora di ritardo era troppo. Quello strano presentimento non mi abbandonava. Allora decisi di prendere un taxi,che era li vicino, e mi feci accompagnare davanti all'abitazione di Giada.Nell'imboccare la strada che portava alla sua casa,vidi in lontananza,dei lampeggianti bleu,che illuminavano a intermittenza,la facciata della casa di Giada.Il tassista disse:"ecco,un altro incidente, c'è la polizia e l'ambulanza,deve essere grave". In quel momento mi sentii scoppiare il cuore e pensai: "Dio dimmi che non è successo a lei,ti prego";la strada era bloccata dalla polizia,il traffico veniva deviato in una stradina laterale.Ordinai al tassista di fermarsi perchè sarei sceso li'.Una volta sceso dal taxi,mi resi conto di non respirare piu',il mio cuore sembrava fermo,camminavo in direzione delle luci,come un automa telecomandato. Un poliziotto mi fermo',intimandomi di non proseguire oltre,in quanto una donna era stata investita da un auto ed era deceduta sul colpo.Vi era un lenzuolo bianco,che copriva il corpo della sventurata. Non c'era bisogno di alzare quel lenzuolo,perchè sapevo gia' chi c'era sotto,lo avevo capito subito ma non riuscivo ad accettarlo. Avevo ancora con me la rosa,e visto che non mi facevano avvicinare,la diedi al poliziotto,pregandolo di metterla su quel lenzuolo. Quel giorno la mia vita è finita con la sua. Sono passati 30 lunghi anni e io continuo a vedere il suo volto e il suo sorriso,ma non guardando un soffitto,perchè non ho piu' ne una casa ne un lavoro,ma guardando il cielo,ove lei si trova e spero di raggiungerla presto, perchè lei è il mio unico e grande AMORE. --==oOo==-- Questa è la storia di Nico,un senzatetto o barbone,come preferite,a lui non fa differenza. --==oOo==-- sono convinto che meritava di essere raccontata, e spero vi sia piaciuta. --==0=0==-- p.s. Nico ha raggiunto la sua Giada il 24/12/2011. Antonello
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I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
sono senza parole...
si è vero meritava di essere raccontata
una storia vera bellissima nella sua tragedia...
Luce
scelto da Dio perchè ultimo...
ne valeva la pena che la raccontavi..è vero...
ciao anto...sereno week-end...
colorate d’autunno,
danzan leggere,
nella culla del vento.
Buon primo pomeriggio d'autunno. Manu
Sei ne la terra negra;
Né il sol piú ti rallegra
Né ti risveglia amor.
(G. Carducci)
Un "Pianto Antico" che internamente accompagna i miei giorni. Buona Domenica, con tutto l'affetto e l'amicizia che meriti. Grazie, Manu
un dolce saluto serale....
@Luce@