IL FARAONE AKHENATON

il faraone eretico....adorava il dio sole..per lui un disco

 

 

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AKE.......INCONTRARSI E NON PERDERSI MAI,NEMMENO SE NON CI SI VEDE O NON CI SI SENTE

Post n°166 pubblicato il 03 Luglio 2014 da akenaton611

Non dimentico chi c'è stato nei miei momenti peggiori,

non dimentico un abbraccio o un sorriso,

non dimentico un saluto sincero,non dimentico

il dolore e la sofferenza,non dimentico nulla,

e sono felice quando penso che ci siano delle 

persone stupende che ho avuto la fortuna di

incontrare nel mio percorso di vita.

Grazie a chi non si è dimenticato di me.

L'amicizia è anche volersi bene,malgrado tutto,

e quel malgrado tutto,racchiude tutto il suo senso.

Auguro una splendida giornata a tutti gli amici.

 

Antonello

 
 
 

AKE...COME ABBIAMO FATTO???

Post n°165 pubblicato il 07 Marzo 2014 da akenaton611

 

 

COME ABBIAMO FATTO A SOPRAVVIVERE NOI BAMBINI DEGLI ANNI 50 - 60 - 70 - 80 ?

1.- Da bambini andavamo in auto che non avevano cinture di

     sicurezza né  airbag…

2.- Viaggiare nella parte posteriore di un furgone aperto era

      una passeggiata speciale e ancora ne serbiamo il ricordo.

3.- Le nostre culle erano dipinte con colori vivacissimi, con vernici

     a base di  piombo.

4.- Non avevamo chiusure di sicurezza per i bambini nelle

     confezioni dei medicinali, nei bagni, alle porte.

5.- Quando andavamo in bicicletta non portavamo il casco.

6.- Bevevamo l’acqua dal tubo del giardino invece che dalla

     bottiglia dell’acqua minerale…

7.- Trascorrevamo ore ed ore costruendoci carretti a rotelle

     ed i fortunati che avevano strade in discesa si lanciavano

     e, a metà corsa, ricordavano di non  avere freni.

     Dopo vari scontri contro i cespugli, imparammo a risolvere il

     problema. Sì, noi ci scontravamo con cespugli, non con auto!

8.- Uscivamo a giocare con l’unico obbligo di rientrare prima

     del tramonto. Non avevamo cellulari… cosicché nessuno

     poteva   rintracciarci. Impensabile .

9.- La scuola durava fino alla mezza, poi andavamo a casa per il

     pranzo con tutta la famiglia (si, anche con il papà).

10.-Ci tagliavamo, ci rompevamo un osso, perdevamo un dente,

      e nessuno faceva   una denuncia per questi incidenti.

      La colpa non era di nessuno, se non di noi stessi.

11.- Mangiavamo biscotti, pane olio e sale, pane e burro,
       
       bevevamo bibite zuccherate   e non avevamo mai
       
       problemi di sovrappeso, perché stavamo sempre in giro a     
     
       giocare…

12.- Condividevamo una bibita in quattro… bevendo dalla
       
       stessa bottiglia  e nessuno moriva per questo.

13.- Non avevamo Playstation, Nintendo 64, X box, Videogiochi ,
       
       televisione via cavo con 99 canali, videoregistratori, dolby
       
       surround, cellulari personali, computer, chat room su Internet
…... Avevamo invece tanti AMICI.

14.- Uscivamo, montavamo in bicicletta o camminavamo fino
       
       a casa  dell’amico, suonavamo il campanello o semplicemente
       
       entravamo senza bussare e lui era lì e uscivamo a giocare.

15.- Si! Lì fuori! Nel mondo crudele! Senza un guardiano!
       
       Come abbiamo fatto?
     
       Facevamo giochi con bastoni e palline da tennis, si formavano
       
       delle squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti
     
        per giocare e gli scartati dopo non andavano dallo psicologo
       
        per il trauma.
16.- Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando
       
       perdevano un anno lo ripetevano. Nessuno andava dallo
     
       psicologo, dallo psicopedagogo, nessuno soffriva di dislessia
       
       né di problemi di attenzione né d’iperattività; semplicemente
     
       prendeva qualche scapaccione e ripeteva l’anno.
17.- Avevamo libertà, fallimenti, successi, responsabilità … e
       
        imparavamo a gestirli.
     
                           La grande domanda allora è questa:

Come abbiamo fatto a sopravvivere? E a crescere e diventare grandi?
spiegatelo ai ragazzi di oggi ^_^
...........................................................................
(immagine e contenuto reperiti dal web)

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Buon weekend a tutti.

Antonello
 
 
 

AKE....UN VECCHIO MI DISSE.....GUARDA QUESTO FILM,SI CHIAMA: AMORE..

Post n°164 pubblicato il 04 Marzo 2014 da akenaton611

Un giorno un vecchio mi disse: "Quando incontri qualcuno, e questo qualcuno ti fa fermare il cuore per alcuni secondi: fai attenzione, questo qualcuno potrebbe ...essere la persona più importante della tua vita.
Se gli occhi si incrociano e in quel momento c'è la stessa luce intensa tra loro: stai allerta, può essere la persona che stai aspettando dal giorno che sei nato.
Se il tocco delle labbra è stato intenso, se il bacio è stato appassionante e gli occhi si sono riempiti di acqua in quel momento: rifletti, c'è qualcosa di magico tra voi. Se il primo e l'ultimo pensiero del giorno è per quella persona, se il desiderio di stare insieme arriva a stringerti il cuore: ringrazia Dio, ti ha mandato un dono divino...l'amore.
Se un giorno doveste chiedere perdono l'uno all'altro per qualche motivo e in cambio ricevere un abbraccio, un sorriso, una carezza fra i capelli e i gesti varranno più di mille parole: arrenditi, voi siete fatti l'uno per l'altro.
Se per qualche motivo fosse triste, se la vita le avesse inflitto un colpo e tu sarai lì a soffrire il suo dolore, a piangere le sue lacrime e asciugarle con affetto: che cosa meravigliosa! Lei potrà contare su di te in qualsiasi momento della vita. Se riesci col pensiero a sentire l'odore della persona come se si trovasse al tuo fianco, e se la trovi meravigliosamente bella anche quando indossa un vecchio pigiama, ciabatte e ha i capelli arruffati.
Se non riesci a lavorare per tutto il giorno, emozionato per l'appuntamento che avete...se non riesci ad immaginare in nessun modo un futuro senza quella persona, e se hai la certezza che la vedrai invecchiare e, anche così, sei convinto che continueresti ad essere pazzo per lei. Se preferiresti morire prima di vedere l'altra andarsene...allora vuol dire che l'amore è entrato nella tua vita! E' un dono!
(Carlos Drummond de Andrade) 
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non è importante quanto duri un Amore,
è importante l'intensità con cui lo vivi...
perchè solo cosi' durerà per l'eternita'....
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Un abbraccio a tutti gli amici...buona giornata ^_^
Antonello

 
 
 

AKE....AI POSTERI L'ARDUA SENTENZA,MOLTO ARDUA..

Post n°163 pubblicato il 28 Febbraio 2014 da akenaton611

Una Bibbia segreta in cui Gesù prevede la venuta del profeta Maometto sulla Terra ha suscitato parecchio interesse al Vaticano. Papa Benedetto XVI ha affermato ...di voler visionare il libro, che molti affermano sia il Vangelo di Barnaba, che è stato nascosto in Turchia negli ultimi 12 anni. Scritto interamente a mano, in lingua aramaica, quella di Gesù, conterrebbe i suoi insegnamenti del Messia e una previsione dell’avvento del prossimo Profeta. Il libro rilegato in pelle, scritto su pelle di animale, è stato scoperto dalla polizia turca nel corso di una operazione anti-contrabbando nel 2000. E’ stato gelosamente custodito fino al 2010, quando fu consegnato al Museo Etnografico di Ankara, e sarà presto esposto al pubblico dopo un piccolo restauro. Il ministro del Turismo Ertugrul Gunay ha detto che il libro potrebbe essere una versione autentica del Vangelo, che è stato soppresso dalla Chiesa cristiana per i suoi forti parallelismi con la visione islamica di Gesù. Il Vaticano avrebbe fatto una richiesta ufficiale per visionare il testo controverso che i musulmani affermano essere un’aggiunta ai vangeli originali di Marco, Matteo, Luca e Giovanni. In linea con il credo islamico, il Vangelo considera Gesù come un essere umano e non una divinità. Questa Bibbia respinge le idee della Santissima Trinità e la Crocifissione e rivela che Gesù ha predetto la venuta del profeta Maometto.
La storia di San Barnaba appare negli Atti degli Apostoli, e Paolo lo ricorda in alcune delle sue epistole.Secondo la tradizione cristiana fu martirizzato a Salamina, Cipro. Egli è tradizionalmente identificato come il fondatore della Chiesa cipriota, con la sua festa il 11 giugno.
Nonostante l’interesse per il libro riscoperto, alcuni credono che sia un falso e che risalga al 16° secolo. Il Pastore protestante Ihsan Özbek ha detto che è improbabile che sia autentico. Questo perché San Barnaba è vissuto nel primo secolo e fu uno degli apostoli di Gesù, in contrasto con questa versione che dovrebbe essere data nel quinto o sesto secolo. La copia di Ankara avrebbe potuto essere scritta da uno dei seguaci di San Barnaba. Il Professore di teologia Ömer Faruk Harman ha chiesto una scansione scientifica della Bibbia per rivelare la sua vera età ed autenticitá.
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NOTIZIA E VIDEO,REPERITI SUL WEB
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se fosse vera,sarebbe sconvolgente.
Antonello

 
 
 

AKE....IL VIAGGIO NEL TEMPO CONTINUA ^_^

Post n°162 pubblicato il 26 Febbraio 2014 da akenaton611

Akhenaton fù il Faraone eretico dell'antico Egitto,insediatosi al trono introdusse con la forza, un culto monoteista ,il culto solare di ATON,inimicandosi la vecchia casta sacerdotale che era ancora legata ai culti degli antichi DEI.
In questo contesto il popolo ebreo (che all'epoca era formato da un miscuglio di tribu nomadi,e diverse etnie di origine semitica),adotto il culto solare atonista,questo fù anche uno dei momenti fondamentali della storia,per il passaggio a un culto monoteista che portera poi alla religione odierna.
Più avanti la vecchia casta sacerdotale egizia,si riprese il potere,e ripristino il culto agli dei,costringendo all'esilio il faraone Akhenaton ed i suoi seguaci,ed eliminando ogni cosa facesse riferimento al culto di ATON;
Il faraone con la sua casta sacerdotale e i suoi fedeli seguaci,dovettero quindi abbandonare l'egitto e si dirissero presumibilmente verso la Palestina.
Lo stesso Akhenaton sembrerebbe essere la stessa persona mistificata poi con il nome mosè,o altrimenti un alto sacerdote del culto di ATON
L’interessante articolo di Enea Baldi “Le corna di Mosè”, apparso sul numero di Rinascita del 27 marzo 2010, mi induce a riassumere per sommi capi un’altra storia, a mio avviso estremamente interessante, relativa a quel particolare momento della mitologia ebraica noto come “esodo” che, secondo la versione biblica, farebbe riferimento alla fuga delle popolazioni ebraiche dall’Egitto dei faraoni alla ricerca, sotto la guida di Mosè, della “terra promessa”, ad essi garantita in virtù di un “patto” stipulato con il loro dio.
Si tratta di una storia puramente ipotetica, mancando in parte oggettivi riscontri storicamente documentati, ma comunque decisamente verosimile – ed in ogni caso più verosimile della maggior parte dei racconti biblici ed evangelici, ai quali una quantità enorme di individui presta fede pur in totale assenza di qualsiasi verifica storica, quando non addirittura in aperta contraddizione con la storia stessa.
Intorno al 1300 a.C. Akhenaton, passato alla storia come “il faraone ribelle”, contrappone un culto monoteista a quello politeista in vigore in tutto l’Egitto, forse continuando l’opera intrapresa da suo padre Amenophis III; fonda una nuova capitale ad Amarna, a circa 200 km a sud del Cairo; il popolo resta però in maggioranza fedele agli antichi dei. Seguaci di Akhenaton e del nuovo ed unico dio Aton saranno una esigua minoranza della popolazione egizia, alcune razze tipicamente africane e la quasi totalità degli hyksos, i discendenti delle tribù semite che intorno al XVII secolo a.C. avevano invaso il nord dell’Egitto dominandolo per due dinastie, prima di essere definitivamente sottomessi.
Dopo circa diciassette anni di governo Akhenaton scompare nel nulla e la restaurazione politeista si accanisce contro di lui con una accurata damnatio memoriae: quasi tutti i segni visibili del suo passaggio – iscrizioni, sculture, documenti – vengono distrutti; la stessa città di Amarna è rasa al suolo.
Secondo recenti ipotesi un’insurrezione della popolazione, guidata dal clero tebano, costrinse il faraone eretico ad abbandonare l’Egitto per stabilirsi in Palestina con tutti i suoi seguaci; a conferma di ciò esiste una lettera nella quale il governatore di Gerusalemme fa esplicito riferimento al divieto di abbandonare le terre dell’esilio.
La identificazione del faraone ribelle ed esiliato col Mosè biblico dell’esodo ebraico appare estremamente logica; sono infatti facilmente rintracciabili le numerose analogie storiche, circostanziali e cronologiche tra i due personaggi. Lo stesso nome di Mosè sembra di origine egiziana ed il mito della sua infanzia – salvato dalle acque ed educato alla corte dei faraoni, in perfetta analogia col precedente mito del sumero Sargon – appare come il tentativo di mascherare una realtà che non deve essere divulgata.
Egitto 1923, apertura ufficiale della tomba di Tutankhamen, gli scopritori del sito archeologico, Lord Carnarvon e Howard Carter, avevano circa tre mesi prima dell’apertura ufficiale, già violato in segreto la tomba, trafugando una moltitudine di oggetti preziosi e suppellettili. Ad un primo sommario inventario tra gli oggetti “ufficialmente” ritrovati nella tomba sono presenti anche alcuni papiri; di essi si fa cenno nella corrispondenza privata dei due, in lettere inviate ad amici e colleghi; ma poco tempo dopo i suddetti papiri risultano inesistenti, cancellati dai successivi inventari; interrogato in proposito, Carter dichiarerà trattarsi di un clamoroso errore: alcuni rotoli di lino presenti nella tomba erano stati sprovvedutamente scambiati per papiri. Tale versione appare poco credibile, trattandosi di egittologi esperti – Carter, in particolare, ha alle spalle una lunghissima carriera –, ma nessuno solleva obiezioni. Accade però che in un secondo momento, a seguito di vicende che non ci dilunghiamo a narrare, le autorità egiziane prospettano la possibilità di togliere a Carter la concessione per continuare gli scavi. Questi allora si reca al consolato britannico e minaccia, nel caso in cui non gli fosse stata rinnovata la concessione, di svelare al mondo intero il contenuto dei papiri¸”…fornendo il vero resoconto…dell’esodo degli ebrei dall’Egitto”. Tale episodio è riportato da Lee Keedick (memorie, 1924 circa) con tale dovizia di particolari da far ritenere improbabile che si tratti di una circostanza inventata – né risulterebbe intelligibile il motivo di una eventuale fantasiosa invenzione.
E’ molto probabile supporre che la divulgazione del contenuto dei papiri avrebbe ottenuto effetti indesiderati a livello politico; ed è altrettanto lecito ipotizzare che i papiri narrassero la storia di Akhenaton e dell’esodo suo e dei suoi seguaci verso la Palestina.
Secondo i testi biblici il nome Mosè significherebbe “salvato dalle acque“ a ricordo del suo miracoloso ritrovamento nel Nilo e difatti l’ebraico Moshè ha un’assonanza col verbo che significa “trar fuori“, benché tutt’oggi la maggioranza degli studiosi preferisce credere che il nome derivi dalla radice egizia Moses, che significa “figlio di” o “generato da” come possiamo ad esempio vedere negli egiziani Thutmosis (figlio di Thot) o Ramses (figlio di Ra). In linea con questa tesi e mancando il nome del padre Mosè significa semplicemente “bambino” quale vezzeggiativo di “figlio”. Il nome egiziano Moses che significa, come già detto, “figlio” o “protetto da” fu dato al profeta dalla figlia del faraone, quando venne ritrovato dalla stessa sulle rive del fiume.
Alcuni studiosi ebrei nel medioevo ipotizzarono che il nome di Mosè fosse in realtà stato tradotto dagli autori della Bibbia da un termine egiziano che significasse “trarre fuori”.
Secondo la tradizione islamica, il suo nome, Mūsā, deriverebbe da due parole egiziane: “Mu” che significa acqua e “sha” che significa giunco o albero, per il fatto che la sua cesta rimase incastrata fra i giunchi presso la casa del faraone.
Secondo Sigmund Freud, la storia biblica di Mosè metterebbe in evidenza la forte influenza della cultura e della religione monoteistica del dio Aton dell’antico Egitto sulla cultura ebraica antica ed il suo monoteismo.
Innanzitutto, va fatto notare che nella lingua egizia antica, “Mosè” aveva il significato di “bambino”, “figlio”, “discendente”. Inoltre, il racconto biblico della nascita di Mosè, coerentemente con altre leggende semitiche, riprende esattamente il racconto della nascita del grande Sargon di Accad, che fu abbandonato nelle acque e poi salvato per diventare in seguito un grande re.
La presunta relazione tra il culto di Aton e Mosè potrebbe spiegarsi in due modi: mentre il caso che gli ebrei in Egitto seguissero tale culto è da escludere, rimarrebbe l’educazione che Mosè ricevette nella corte del faraone Haremhab, sotto il cui regno potrebbe essere nato Mosè.
Concordanze storiche non meglio precisate fanno ritenere che dietro la figlia di faraone che adottò Mosè si celasse una nobildonna iniziata al culto di Aton, forse la regina Ankhesenamon, figlia di Akhenaton finita dopo varie vicissitudini in sposa ad Haremhab. Mentre l’ipotesi più certa è che Mosè sia stato un cortigiano di Akhenaton, e dunque fu certamente seguace del culto di Aton; questa ipotesi è suffragata dalla data di nascita di Mosè secondo la tradizione il 7 Adar 2368 (corrispondente agli anni tra il 1391-1386 a.C.) che lo fa un contemporaneo del faraone Akhetaton vissuto nel XIV sec a.C.
Aton è una divinità solare della mitologia egizia. È rappresentata dal grande globo luminoso che esercita la sua benefica influenza, datrice di vita, attraverso i raggi, di cui tutti sentono lo splendore e il calore, e le mani, strumento ultimo di contatto col divino. Una simile concezione poteva essere rappresentata visivamente senza raffigurare l'Aton sotto forma umana.
Decine di divinità affollavano il pantheon egizio, ma il Sole fu sempre al centro di una venerazione particolare e probabilmente rappresentò meglio di altri il divino in senso universale. Proprio questa stella fu protagonista dell'unico episodio, nell'ambito della religione egizia, di eresia monoteistica, o più correttamente enoteistica, in quanto un dio rappresentava tutte le divinità venerate.
Gli artefici di questa rivoluzione furono il faraone Amenofi IV e la sua grande sposa reale Nefertiti durante la XVIII dinastia del Nuovo Regno. Assieme diedero vita ad un nuovo modo di intendere il culto del Sole, unico dio e re, con il nome Aton, sostituendolo alla teologia solare tebana che adorava Amon. Il sole, che prima veniva rappresentato come un uomo dalla testa di falco, venne simboleggiato dal disco, dal quale partono i raggi terminanti in mani tese, che porgono Ankh, la chiave della vita, agli umani e a tutto il creato. Come a dire che non bisogna adorare l'idolo, il segno, ma ciò che sta dietro, il principio di luce che dona effetti benefici a tutti, anche al di fuori dell'Egitto. I due regnanti erano sempre associati nei rituali dedicati al culto del dio, tanto da far supporre che ci fosse stata una equiparazione tra i due, fatto altrettanto nuovo nella storia dei Faraoni.
Entrambi cambiarono il proprio nome: da Amenophis ("pace di Amon") in Akhenaton ("colui che è utile ad Aton") il faraone; da Nefertiti ("la bella è arrivata") a Neferneferuaten-Nefertiti ("Aton è raggiante perché la bella è arrivata"). In seguito trasformò il grande tempio del dio Amon - Ra a Karnak in un complesso del culto dedicato ad Aton, inimicandosi profondamente la casta sacerdotale, pur avendo fino agli ultimi anni del regno lasciato libertà di culto. Quando gli Ittiti sottrassero nel Nord del paese due città fortificate che versavano i propri tributi direttamente nelle casse del clero di Amon, il Faraone non intervenne, allargando sempre più la frattura con questa parte molto influente della società.
Nel V anno del suo regno, il faraone diede inizio alla costruzione di una nuova capitale, che chiamò "Akhet-Aton" ("Orizzonte di Aton"), l'odierna El-Amarna (erroneamente ricordata anche con il nome di Tell El-Amarna), città che con i suoi templi con grandi cortili aperti dove celebrare i riti del nuovo culto avrebbe dovuto celebrarne la grandezza, la vitalità e la possibilità per tutti di riceverne i frutti (giova ricordare che in precedenza il culto veniva officiato nel segreto di buie cappelle ricavate all'interno dei templi, cui potevano accedere solo gli iniziati).
In molti pensano che l'Atonismo sia all'origine dell'Ebraismo, che introietterà molti dei suoi concetti e che vedrà la luce nella popolazione ebrea d'Egitto meno di un secolo più tardi. Questa tesi è contenuta per esempio nel saggio di Sigmund Freud "L'uomo Mosè e la religione Monoteista".
Uno dei fattori principali di questa teoria è il seguente: Akhenaton dedicò così tanta attenzione alla sua nuova capitale Akhetaton che lasciò che il resto dell'Egitto andasse in declino. Ad Akhenaton succedettero sul trono come Faraoni Smenkhkare, quindi Tutankhamon e infine Ay. Ay era il Sommo Sacerdote di Aketaton, conosciuto anche come Padre Divino (titolo ereditario). Sebbene originariamente fosse un fedele di Aton, Ay realizzò che era necessario per l'Egitto un ritorno alle vecchie divinità. I sacerdoti di Aton non si vollero riconvertire, così essi furono espulsi assieme alle masse di fedeli di Aton. Ay diede loro doni e li spedì a colonizzare Canaan, dove i sacerdoti, i Yahus, divennero i Giudei, stabilendosi a sud, nel territorio di Giuda, mentre i fedeli laici si stabilirono nel nord, in Israele.
In questa teoria, Ay era così rispettato come Padre Divino che venne adorato come una personificazione di Dio; nella versione Aramaica dell'Antico Testamento, Dio è chiamato Ay e non Yahweh, e la parola Adonay, usata dagli Ebrei per evitare di dire ad alta voce il nome di Dio, significa "Signore Ay". Quando venne scritto il Libro della Storia Ebraica, durante il periodo della prigionia babilonese, secoli dopo, Akhenaton divenne un modello per Adamo e anche per Abramo. L'eroe israelita Mosè, che nel racconto biblico conduce i figli di Israele fuori dall'Egitto, venne basato su Ramses, e il suo fratello Aronne era il Faraone precedente, Horemheb, che successe ad Ay e che provò a cancellare tutte le prove del culto di Aton e dell'esistenza dei suoi predecessori. Il successore di Mosè, Giosuè, fu il successore di Ramses, Seti I. Si pensa inoltre che l'Ebraico fosse lingua franca per i tanti popoli differenti convenuti ad Aketaton, provenienti da molti luoghi, tra cui l'Etiopia.
Clemente di Alessandria nel 200 a.C. fu uno dei primi a menzionare una singolare somiglianza tra i simboli egizi e quelli usati dagli antichi Ebrei. Inoltre, è assodato che il suffisso "-mose" (RaMose per esempio) accordasse a chi lo portava un alto grado e simboleggiava profondo convincimento al culto di Aton.
Inoltre va ricordata la forte somiglianza del Salmo Bibico 104, che canta la gloria di Dio nel creato, con l'Inno al Sole di Akhenaton, ritrovato nella tomba di Ay.
La relazione tra il culto di Aton e Mosè può spiegarsi con l'educazione che Mosè ricevette alla corte del faraone Horemheb, sotto il cui regno nacque Mosè. Concordanze storiche fanno ritenere che dietro la figlia di Faraone (nella Bibbia, Faraone è nome proprio) che adottò Mosè si celasse una nobildonna iniziata al culto di Aton, forse la regina Ankhesepaaton, poi Ankhesenamon, terza figlia di Akhenaton e Nefertiti, sposa reale di Tutankhamon. Malgrado non esistano rilevanze storiche al riguardo, secondo alcuni studiosi sarebbe verosimile che avesse sposato in prime nozze l'immediato successore di Akhenaton, Smenkhkhara ed alla morte di Tutankhamon, il suo successore Ay ed il successore di questi Horemheb. Non essendo Ay ed Horemheb di stirpe reale, infatti, l'unica legittimazione al trono sarebbe potuto venire solo attraverso questi matrimoni.
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IMMAGINE E RACCONTO, REPERITI NEL WEB 
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                                               Antonello

 
 
 
 
 

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Un blog di: akenaton611
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