Creato da arimatec il 15/05/2006
La vita è l'arte dell'incontro (Vinícius de Moraes)

Area personale

 
 

Tag

 
 

Archivio messaggi

 
 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

Cerca in questo Blog

 
  Trova
 

FACEBOOK

 
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 50
 

Ultime visite al Blog

 
mariomancino.mfilo60ilike06pantaleoefrancaGuidoAnselmileggereokangelamarina2elviprimobazarmelardi.criticamargherita.22sabbia_nel_ventoumamau0psicologiaforenselightdewsamurai.mik71
 

Ultimi commenti

 
Ciao, Mena. Fai sempre piacere leggerti :)
Inviato da: arimatec
il 28/04/2010 alle 10:51
 
ciao Ari ..ancora giro ogni tanto da queste parti :-)Mena
Inviato da: filo60
il 16/04/2010 alle 17:53
 
ciao..tutto bene?..
Inviato da: lightdew
il 09/04/2010 alle 09:32
 
E' proprio così!
Inviato da: arimatec
il 16/03/2010 alle 16:13
 
Meglio. La ferita lascia fuoriuscire la parte più ricca.
Inviato da: QueenOfNowhere
il 16/03/2010 alle 15:54
 
 

Chi può scrivere sul blog

 
Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

 

 
« Il gatto ha sonnoLa chiave della felicità »

Il paese delle parole

Post n°101 pubblicato il 16 Ottobre 2006 da arimatec

Sarà perché la sua vera passione è sempre stata la letteratura che, una volta diventato fotografo, Daniel Mordzinski ha dedicato una parte cospicua della sua opera a ritrarre scrittori delle due sponde dell’Oceano. Tale è la sua dedizione, sconfinante quasi nell’ossessione, che il direttore dell’Istituto Cervantes di Mosca ha affermato che ”uno scrittore di lingua spagnola comincia a scrivere per essere qualche giorno fotografato da Daniel Mordzinski”. Il suo ultimo libro “ El país de las palabras. Retratos y palabras de escritores de América latina. 1980-2006” (Il paese delle parole. Ritratti e parole di scrittori dell’America Latina) indaga i motivi del fascino che Parigi ha da sempre esercitato sugli intelletuali latinoamericani, passione non sempre ricambiata.

Per creare una stretta simbiosi tra immagine e parola, l’artista argentino, stabilitosi ormai da molti anni nella capitale francese, ha chiesto a ognuno dei suoi soggetti di scrivere un breve testo per illustrare il proprio rapporto con una città che si può amare od odiare, ma che giammai lascia indifferenti.  Sfilano nel libro le immagini di 71 letterati tra cui Jorge Amado (uno dei pochi di lingua portoghese),  Adolfo Bioy Casares, Julio Cortázar, Gabriel Garcia Márquez , Alvaro Mutis,  Luis Sepúlveda, Osvaldo Soriano,  Zoe Valdés,  Mario Vargas Llosa.

immagine

Jorge Amado (1912-2001) - Brasile

Quando sono a Bahia sento saudades de Parigi; quando sono a Parigi sento saudades di Bahia: queste sono le due città che amo. Lì ho casa: il tavolo per mangiare, il letto per dormire, la macchina da scrivere. Mi sento a mio agio nel sali e scendi delle strade di Bahia e, commosso, indugio nella contemplazione delle case coloniali del Pelourinho. Mi sento a mio agio quando ammiro il mare color smeraldo delle spiagge incomparabili della città di Salvador de Todos os Santos, che fu la prima capitale del Brasile ed è oggi la capitale di tutte le Afriche. Urbe dove le razze, il sangue, le culture si sono mescolati, città mulatta. Sono a mio agio quando, ozioso e libero, cammino lungo le rive della Senna, attraverso ponti,  percorro senza meta le strade di Parigi. Dal Boul Mich agli  Champs Elysees… dal Louvre al Museo Picasso, dal Centro Pompidou al Grand Palais, dal Museo Cluny a Les Invalides. Ho in mano un libro appena pubblicato e divoro una baguette comprata dal boulanger dell’angolo.

La città di Parigi: incomparabile! Metropoli immensa, intimo villaggio, cosmopolita e irriducibilmente francese, fatta di monumenti straordinariamente belli e di baci di innamorati straordinariamente teneri e ardenti.

Città d’arte, di tenerezza e d’amore, capitale dei diritti umani, della cultura e della libertà.

“Paris je t’aime …….” La melodia si eleva volando dalle labbra di Zélia. Prendo per mano la mia amata e tutti e due percorriamo Quai des Célestains diretti a Note-Dame. Sul Pont  Marie ci fermiamo per un bacio: a Parigi anche i vecchi hanno diritto a baciarsi.

immagine

Zoe Valdés (1959) - Cuba/Francia

"Quando mia nonna era piccola, Parigi era il posto dove andavano le cicogne a cercare i bambini appena nati per distribuirli in tutto il mondo, lasciandoli cadere lungo i camini, sino alla piccola culla dove, chini, aspettavano ansiosi i genitori. A me non è stato possibile credere a ciò. Non solo perché è molto difficile trovare camini in una casa cubana, ma perchè mia nonna detestava questa storia (...) e considerava davvero inconveniente il fatto che i neonati atterrassero impregnati di fuliggine tra le braccia della madre. Quando durante la  mia infanzia  ci  fu qualcuno che voleva raccontarmela, lei l' interruppe con decisione e (...) mi spiegò il parto, estraendo da una grande  bambola con le gambe aperte, una più piccola. Questo posto umido da dove scaturisce la vita continua per me a chiamarsi Parigi”.

(trad. arimatec)

In Italia di Daniel Mordzinski si trova:

immagine

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963