Creato da arimatec il 15/05/2006
La vita è l'arte dell'incontro (Vinícius de Moraes)

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Il paese delle parole

Post n°101 pubblicato il 16 Ottobre 2006 da arimatec

Sarà perché la sua vera passione è sempre stata la letteratura che, una volta diventato fotografo, Daniel Mordzinski ha dedicato una parte cospicua della sua opera a ritrarre scrittori delle due sponde dell’Oceano. Tale è la sua dedizione, sconfinante quasi nell’ossessione, che il direttore dell’Istituto Cervantes di Mosca ha affermato che ”uno scrittore di lingua spagnola comincia a scrivere per essere qualche giorno fotografato da Daniel Mordzinski”. Il suo ultimo libro “ El país de las palabras. Retratos y palabras de escritores de América latina. 1980-2006” (Il paese delle parole. Ritratti e parole di scrittori dell’America Latina) indaga i motivi del fascino che Parigi ha da sempre esercitato sugli intelletuali latinoamericani, passione non sempre ricambiata.

Per creare una stretta simbiosi tra immagine e parola, l’artista argentino, stabilitosi ormai da molti anni nella capitale francese, ha chiesto a ognuno dei suoi soggetti di scrivere un breve testo per illustrare il proprio rapporto con una città che si può amare od odiare, ma che giammai lascia indifferenti.  Sfilano nel libro le immagini di 71 letterati tra cui Jorge Amado (uno dei pochi di lingua portoghese),  Adolfo Bioy Casares, Julio Cortázar, Gabriel Garcia Márquez , Alvaro Mutis,  Luis Sepúlveda, Osvaldo Soriano,  Zoe Valdés,  Mario Vargas Llosa.

immagine

Jorge Amado (1912-2001) - Brasile

Quando sono a Bahia sento saudades de Parigi; quando sono a Parigi sento saudades di Bahia: queste sono le due città che amo. Lì ho casa: il tavolo per mangiare, il letto per dormire, la macchina da scrivere. Mi sento a mio agio nel sali e scendi delle strade di Bahia e, commosso, indugio nella contemplazione delle case coloniali del Pelourinho. Mi sento a mio agio quando ammiro il mare color smeraldo delle spiagge incomparabili della città di Salvador de Todos os Santos, che fu la prima capitale del Brasile ed è oggi la capitale di tutte le Afriche. Urbe dove le razze, il sangue, le culture si sono mescolati, città mulatta. Sono a mio agio quando, ozioso e libero, cammino lungo le rive della Senna, attraverso ponti,  percorro senza meta le strade di Parigi. Dal Boul Mich agli  Champs Elysees… dal Louvre al Museo Picasso, dal Centro Pompidou al Grand Palais, dal Museo Cluny a Les Invalides. Ho in mano un libro appena pubblicato e divoro una baguette comprata dal boulanger dell’angolo.

La città di Parigi: incomparabile! Metropoli immensa, intimo villaggio, cosmopolita e irriducibilmente francese, fatta di monumenti straordinariamente belli e di baci di innamorati straordinariamente teneri e ardenti.

Città d’arte, di tenerezza e d’amore, capitale dei diritti umani, della cultura e della libertà.

“Paris je t’aime …….” La melodia si eleva volando dalle labbra di Zélia. Prendo per mano la mia amata e tutti e due percorriamo Quai des Célestains diretti a Note-Dame. Sul Pont  Marie ci fermiamo per un bacio: a Parigi anche i vecchi hanno diritto a baciarsi.

immagine

Zoe Valdés (1959) - Cuba/Francia

"Quando mia nonna era piccola, Parigi era il posto dove andavano le cicogne a cercare i bambini appena nati per distribuirli in tutto il mondo, lasciandoli cadere lungo i camini, sino alla piccola culla dove, chini, aspettavano ansiosi i genitori. A me non è stato possibile credere a ciò. Non solo perché è molto difficile trovare camini in una casa cubana, ma perchè mia nonna detestava questa storia (...) e considerava davvero inconveniente il fatto che i neonati atterrassero impregnati di fuliggine tra le braccia della madre. Quando durante la  mia infanzia  ci  fu qualcuno che voleva raccontarmela, lei l' interruppe con decisione e (...) mi spiegò il parto, estraendo da una grande  bambola con le gambe aperte, una più piccola. Questo posto umido da dove scaturisce la vita continua per me a chiamarsi Parigi”.

(trad. arimatec)

In Italia di Daniel Mordzinski si trova:

immagine

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Commenti al Post:
qui.e.ora
qui.e.ora il 16/10/06 alle 16:29 via WEB
ciao naufragointerra, ho visto che sei passato di la, questa è una volata, ma ti volevo salutare. buon lavoro *__*
 
filo60
filo60 il 16/10/06 alle 17:25 via WEB
ciao :-)buon lunedì e...buona settimana!!
 
 
arimatec
arimatec il 17/10/06 alle 16:01 via WEB
Buona settimana anche a te.
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 17/10/06 alle 10:26 via WEB
Ciao, che bel blog. Posso farci un nodo per nn perderlo? ciao
 
 
arimatec
arimatec il 17/10/06 alle 10:47 via WEB
Grazie per per i complimenti e per il nodo. Lo faccio anch'io così non ci perdiamo in questo mare :) Ciao
 
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 17/10/06 alle 17:32 via WEB
E' anche vero che in Francia tutti gli autori che hai citato sono conosciuti e letti in quanto gran parte della loro "produzione" è tradotta. Sarà anche perché la Francia per anni è stata terra di accoglienza soprattutto per quelli che in terra natia non potevano più esprimersi liberamente. Molto belle le parole di Amado e complimenti, come sempre, per la traduzione. Boa tarde (o bom dia).
 
danclau
danclau il 17/10/06 alle 19:17 via WEB
Complimenti per il post.. ti lascio un saluto dany
 
marsina
marsina il 18/10/06 alle 09:57 via WEB
quetso tuo mondo è sempre ricco!
buonagiornata caro..
 
strangeskin
strangeskin il 18/10/06 alle 14:17 via WEB
Interessante davvero il tuo post e il legame degli uomini alle città. Io sono legata aun isola, a paesi di poche case bianche con finestre azzurre. e la tua città qual'è? Baci Ari, maru
 
 
arimatec
arimatec il 18/10/06 alle 14:35 via WEB
Grazie, Maru, per il tuo commento che come sempre arricchisce il mio post. La città a cui mi sento più legato è senz'altro Lisbona,anche perchè, quando ascolto il fado, mi sembra di non essermene mai andato, anche se in realtà ci sono rimasto soltanto due giorni. Un bacio anche a te Ari
 
   
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 18/10/06 alle 15:33 via WEB
E perché Lisbona, se posso fare questa domanda? (Ovviamente, solo se ti andrà di rispondere).
 
     
arimatec
arimatec il 18/10/06 alle 16:04 via WEB
Certo, che mi va di rispondere. La mia passione lusitana ormai la conosci, quindi avrei potuto dire anche Sintra, Obidus, Porto e non avrei detto una bugia. Però Maru mi ha chiesto una città, così ho scelto Lisbona, sai Amalia, il fado. Lo so che sei "tripeira", ma questa debolezza me la concedi? Até breve
 
     
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 18/10/06 alle 16:26 via WEB
Io ho saudades di Parigi quando sono a Parigi (magari un giorno riuscirò a spiegare questo fatto. E sai che ho vissuto lì per svariati anni). Lisbona mi piace tantissimo, Porto ovviamente altrettanto anche Roma mi piace moltissimo. A volte, mi chiedo quale città tra queste quattro sceglierei se fossi costretta. Difficilmente mi rispondo, ma credo che opterei per Porto perché la vedo come una "specie" di sintesi di tanti luoghi. Ma forse hai ragione tu, sono faziosa proprio perché "tripeira". Grazie. Até logo.
 
arimatec
arimatec il 18/10/06 alle 16:05 via WEB
Volevo dire soltanto una città
 
 
strangeskin
strangeskin il 18/10/06 alle 16:35 via WEB
posso chiedere cosa sigrifica tripeira? Scusatemi ma mi incuriosite ...
 
   
arimatec
arimatec il 18/10/06 alle 16:52 via WEB
"Tripeiros sono chiamati gli abitanti di porto, perchè, non vorrei sbagliarmi, secoli fa furono costretti, a causa di una guerra, a mangiare le frattaglie. Infatti un piatto tipico di Porto è la trippa con i fagioli. Per maggiori dettagli rivolgersi a H. Ciao
 
     
strangeskin
strangeskin il 18/10/06 alle 17:42 via WEB
Buona, la trippa, e buona serata a te :)
 
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