blogtecaolivelli
blog informazione e cultura della biblioteca Olivelli
TAG
TAG
Messaggi di Marzo 2020
Post n°2674 pubblicato il 30 Marzo 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet Mutazioni del Coronavirus e ceppi virali 28 Marzo 2020 L'analisi del genoma del Coronavirus permette di identificarne le mutazioni per area geografica.
Mentre la pandemia da COVID-19 prosegue il suo corso, continuano le ricerche sulle mutazioni del Coronavirus; dai primi risultati che postulavano l'esistenza di due ceppi, alle nuove scoperte. D'altro canto, era prevedibile. La mutazione del Coronavirus è spiegata dalla sua stessa struttura. Trattandosi di un virus RNA, è soggetto a maggiori possibilità di mutare genoma per errori durante la sua replicazione. Le mutazioni che si stanno registrando nel corso della diffusione pandemica del COVID-19 non rappresentano la comparsa di un nuovo virus. Il salto di specie è avvenuto a Wuhan, in Cina, e ha permesso al virus di passare dal contagio interanimale al contagio da uomo a uomo. Queste varianti sono ciò che i virologi chiamano ceppi o lignaggi. Il virus del COVID-19 rimane tale, presenta piccole modifiche ma mantiene la sua essenza. La maggior parte del materiale del suo RNA è uguale al primo ceppo anche se una piccola porzione è mutata. Mutazioni del Coronavirus: perché avvengono? Le mutazioni del Coronavirus sono rese possibili dalla sua stessa struttura. Il SARS-Cov-2 è un virus RNA, ovvero il suo genoma, dunque le sue informazioni genetiche, è codificato in acido ribonucleico. L'RNA è la crittografia o la codifica delle caratteristiche del virus. Una volta entrato all'interno di un organismo, il virus si serve delle cellule ospiti per moltiplicarsi. Si comporta come un parassita, sfruttando le strutture altrui per la propria replicazione. Uno dei problemi dei virus RNA è che il loro sistema preposto a correggere gli errori che avvengono durante la replicazione non è efficiente. Ciò a differenza del DNA (acido desossiribonucleico), il quale è dotato di un sistema di rilevamento e correzione degli errori. Quando il Coronavirus fa copie di se stesso all'interno della cellula, commette degli errori. Questi errori nell'RNA sono le cosiddette mutazioni del Coronavirus che danno origine ai diversi ceppi virali. Fintanto che queste mutazioni non alterano troppo il comportamento, si continua a parlare dello stesso virus.
commette degli errori da cui nascono nuovi ceppi virali.
Ipotesi sui due ceppi del Coronavirus Le ricerche sul genoma del nuovo Coronavirus hanno individuato due ceppi principali, identificati con le lettere L e S. Il ceppo L è quello che si è presentato nel dicembre 2019 a Wuhan. Secondo i dati disponibili, è il più letale dei due ed è rimasto confinato in Cina. L'altra varietà del virus, il ceppo S, è meno aggressivo dal punto di vista del tasso di mortalità, ma si diffonde più facilmente, caratteristica che gli ha consentito di uscire dalla Cina. Vi è anche l'ipotesi che il ceppo S si sia potuto diffondere in quanto inizialmente non individuabile. Essendo i test diagnostici tarati sul ceppo L, il tipo S ha avuto campo libero per provocare la pandemia. La veloce diffusione del ceppo S è collegata anche al ritardo nell'applicare le misure di contenimento. Dall'isolamento del nuovo Coronavirus, avvenuto a dicembre 2019, alla quarantena di Wuhan, è trascorso quasi un mese.
Le mutazioni del Cironavirus: mappa geografica Secondo l'Istituto Superiore di Sanità, "il ceppo virale cosiddetto lombardo, così come alcuni ceppi isolati in altri paesi europei, presenta una elevata similitudine con il virus di Wuhan". Questo potrebbe spiegare la sua alta aggressività. L'IIS aggiunge inoltre che "Si prevede, a breve, di fornire anche la sequenza completa di un ceppo virale isolato in Veneto al fine di valutare correlazioni o differenze geografiche". Nel frattempo il ministero della sanità brasiliana riferisce che il primo caso di Covid-19 presenterebbe 16 mutazioni rispetto al ceppo di Wuhan. E sicuramente continueranno ad arrivare notizie con risultati simili. La mutazione del nuovo Coronavirus non deve cambiare, almeno per il momento, l'atteggiamento nei confronti della pandemia. Le misure di prevenzione e di igiene restano le stesse della fase iniziale. L'isolamento domiciliare, volontario o imposto, è la strategia che al momento si sta imponendo nei paesi coinvolti. Trattandosi di un virus RNA, si prevedono continue mutazioni. I suoi antenati, come i Coronavirus che hanno causato la SARS e la MERS hanno continuato a mutare mentre si diffondevano. Il ruolo fondamentale della ricerca nei confronti delle mutazioni del Coronavirus Abbiamo il vantaggio di vivere in un'era in cui la comunicazione è immediata. Le equipe di ricerca di tutto il mondo possono condividere dati in tempo reale e collaborare. Le mutazioni del Coronavirus sono parte del suo percorso di diffusione e possono essere tracciate. L'uso responsabile di queste informazioni ci permetterà di sconfiggerlo. |
Post n°2673 pubblicato il 30 Marzo 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet Archimede a SiracusaExperience exhibition 29 maggio 2018 Un viaggio immersivo nella città antica, per conoscere la storia e le invenzioni del più grande scienziato dell'antichità La mostra "Archimede a Siracusa", ospitata alla Galleria Civica Montevergini di Siracusa fino al 31 dicembre 2019, offre ai visitatori l'occasione unica di conoscere da vicino una delle più geniali figure dell'intera storia dell'umanità. Grazie alle più avanzate applicazioni multimediali è possibile immergersi nella città di Siracusa nel III secolo a.C., vera e propria capitale della Magna Grecia e del Mediterraneo centrale, dove il grande scienziato è vissuto, ha concepito le sue straordinarie invenzioni ed è stato infine ucciso da un soldato romano appena entrato in città da conquistatore. La mostra si apre nella ex Chiesa (oggi Galleria) di Montevergini, in un ampio ambiente attrezzato con 16 video proiettori per una visione multimediale a 360 gradi, che conduce il visitatore in un vero e proprio viaggio nel tempo, per "immergersi" all'interno della città di Archimede nel III secolo a.C. Una ricostruzione spettacolare e filologicamente accurata mostra alcuni degli edifici simbolo (dal Castello di Eurialo al Teatro Greco e al tempio di Atena) che fecero di Siracusa uno dei più importanti centri del Mediterraneo anche dal punto di vista artistico e culturale. Una serie di animazioni progettate da Lorenzo Lopane e realizzate con gli allievi dell'INDA rendono viva la presenza degli antichi siracusani e tra loro del grande scienziato. Emerge in tal modo l'importanza della città e quindi del contesto, troppo spesso trascurato, in cui si è formata la personalità di Archimede. Basata sulle fonti storiche e archeologiche, una suggestiva narrazione disponibile in 4 lingue e affidata in italiano alla voce di Massimo Popolizio, consente di seguire gli eventi che portarono, sul finire della seconda guerra punica, allo scontro con Roma. Le straordinarie macchine da guerra ideate da Archimede e messe in atto nella battaglia scoppiata nelle acque di fronte a Ortigia, diventano così le protagoniste della parte finale che si conclude con l'uccisone del grande siracusano. Ma è solo l'inizio di un articolato percorso di approfondimento interattivo, che presenta oltre venti modelli funzionanti di macchine e dispositivi che la tradizione attribuisce a Archimede: dalla vite idraulica alla vite senza fine, dagli specchi ustori all'orologio ad acqua che gli autori arabi del Medioevo gli attribuiscono, dal "cannone a vapore" che secondo Leonardo da Vinci il Siracusano avrebbe ideato fino al planetario meccanico portato a Roma come parte del bottino di guerra dopo la presa della città. Ciascuno degli exibite è corredato da video interattivi, testi didascalici e citazioni delle fonti. Il fascino che l'immagine di Archimede ha sempre esercitato non è infatti dovuto solo alle straordinarie macchine di cui la tradizione gli attribuisce l'ideazione, ma anche agli importantissimi risultati raggiunti dalle sue ricerche e dei quali restano tracce nei suoi scritti. Le geniali intuizioni geometriche e meccaniche di Archimede, generalmente comprensibili solo per un ristretto numero di specialisti, sono presentate in modo piano e accessibile. I modelli funzionanti illustrano infatti sia gli aspetti salienti delle ricerche compiute dal Siracusano e gli straordinari obiettivi raggiunti anche sul piano delle applicazioni pratiche. L'immagine di Archimede attraversa intatta 23 secoli di storia. Il suo inesauribile desiderio di conoscenza e la profondità degli studi ne hanno fatto l'antesignano dell'inventore per eccellenza, capace di realizzare dispositivi meccanici destinati a entrare nell'immaginario collettivo di tutte le generazioni: al punto che ancora oggi il suo nome è sinonimo di invenzione e innovazione nel campo della produzione industriale e del design. Ammirato dagli uomini di cultura di ogni epoca, ad Archimede vengono attribuiti, sin dall'antichità e per tutto il Medioevo latino e arabo, gli appellativi di inventore, astronomo, matematico ed esperto costruttore di dispositivi meccanici... Informazioni: Tel. 0931.24902 Foto: ©️Vittoria Gallo |
Post n°2672 pubblicato il 30 Marzo 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet A piedi... Nella storia. Calzature per tutti: uomini e divinità! Dall'antichità a oggi Archeologia Viva n. 199 - gennaio/febbraio 2020 di Anna Maria Nardon e Martina Rodinò A partire dalla preistoria la ricerca della "buona scarpa" ha sempre accompagnato l'umanità fino ai nostri giorni dove anche la tecnologia più sofisticata è messa in campo per dar vita a sempre nuove proposte di funzionalità ed eleganza E i calzolai? Platone li considerava alla stregua degli scienziati mentre Plutarco ci ricorda che a Roma i sutores avevano una loro ben rispettata corporazione Le scarpe dicono molto della persona che le indossa. Forma, colore, materiale, decorazioni rivelano il sesso del proprietario, il mestiere, la condizione economica, il gusto estetico... La cultura erudita del XVII e XVIII secolo dedicò particolare attenzione all'argomento, dando vita a un originale filone di ricerca che ebbe in Francia e Germania il suo epicentro. Il primo studio organico sulla calzatura classica si deve al francese Benoit Baudouin, il quale, figlio di un calzolaio e laureato in teologia a Parigi, fu l'autore del De calceo antiquo, pubblicato ad Amsterdam nel 1667. Questo volume rappresentò l'atto di nascita di quella che oggi si chiama calceologia, la disciplina che si occupa dello studio della calzatura. Baudouin definì Dio come "primo calzolaio della storia", traendo spunto dal passo della Genesi secondo cui, al momento di cacciare Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre, il Signore fornì loro di che coprirsi. Purtroppo, la ricerca archeologica ha spesso riservato un'attenzione incostante e superficiale a questa classe di oggetti, talvolta considerati di secondaria importanza. Solo negli ultimi vent'anni si è venuta costituendo una branca della disciplina che coniuga un approccio archeometrico all'indagine iconografica e letteraria, dando valore a questo prezioso accessorio che, fin dall'antichità, ha accompagnato l'uomo... nel suo cammino. [...] |
Post n°2671 pubblicato il 30 Marzo 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet Ecco il ghepardo gigante!Svelato l'identikit del ghepardo gigante: il predatore vissuto un milione e mezzo di anni fa 29 maggio 2019 Meno agile del ghepardo, ma potente come una pantera e con il peso di un leone: le peculiarità dell'antico felino sono emerse dall'analisi del cranio effettuata con un acceleratore di particelle presso l'European synchrotron radiation facility (ESFR) di Grenoble, con la collaborazione di Sapienza Un nuovo studio, coordinato da Raffaele Sardella e Dawid Adam Iurino del Dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza con l'Università di Perugia e in collaborazione con l'ESRF di Grenoble e l'Università di Verona, ha permesso di rivelare, a partire da un frammento di cranio fossile, l'identikit di un ghepardo gigante. Si tratta di uno dei più feroci predatori che i primi uomini entrati in Europa hanno dovuto fronteggiare un milione e mezzo di anni fa. Il frammento, rinvenuto nella prima metà del '900 alle pendici del Monte Argentario, era inglobato in una dura matrice rocciosa, costituendo per decenni un enigma per gli studiosi: classificato come leopardo a metà degli anni '50 e successivamente come giaguaro eurasiatico pleistocenico nel primo decennio degli anni 2000, solo pochi anni fa, quando il fossile è divenuto disponibile per studi scientifici, ne è stata identificata la vera natura. Il cranio è quello di Acinonyx pardinensis, meglio conosciuto come ghepardo gigante, l'antenato dell'attuale felino.
Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Scientific Reports, mette in luce le caratteristiche peculiari di questo predatore: se la dentatura e parte del muso sono infatti simili a quelle degli attuali ghepardi, i velocisti della savana africana, altre caratteristiche del cranio avvicinano questo fossile alle vere pantere. Un mosaico di caratteri quindi che consente di ridefinire l'evoluzione dei ghepardi e apre interessanti interrogativi su quale ruolo ecologico un simile predatore abbia avuto negli ecosistemi europei dell'inizio del Pleistocene. Meno agile del ghepardo, ma potente come una pantera, con il peso di un leone. Per giungere a questo importante risultato il team di ricerca internazionale ha effettuato una scansione del reperto alla luce di sincrotrone, la radiazione elettromagnetica generata dall'acceleratore circolare dell'European synchrotron radiation facility (ESRF) di Grenoble (Francia), a una velocità vicina a quella della luce. di ottenere files che, attraverso l'elaborazione di potenti computer, hanno prodotto un modello estremamente dettagliato del fossile, pronto per essere restaurato virtualmente e "stampato" in 3D. "Analizzare un frammento datato circa 1.5 milioni di anni con una delle strumentazioni più avveniristiche disponibili fra i più importanti centri di ricerca - spiega Raffaele Sardella - ci ha permesso di usufruire di prestazioni ad altissimo livello senza compromettere la conservazione del reperto; cosa che invece poteva accadere con un complesso lavoro di restauro". Informazioni: Tel. 0649.914159 Riferimenti: Synchrotron radiation reveals the identity of the large felid from Monte Argentario (Early Pleistocene, Italy) - Marco Cherin, Dawid A. Iurino, Marco Zanatta, Vincent Fernandez, Alessandro Paciaroni, Caterina Petrillo, Roberto Rettori & Raffaele Sardella - Scientific Reports volume 8, doi:10.1038/s41598-018-26698-6 |
Post n°2670 pubblicato il 30 Marzo 2020 da blogtecaolivelli
Testa della Sfinge della Passoliera 1 agosto 2018 La Testa della Sfinge della Passoliera, un bellissimo esempio di scultura in terracotta di età arcaica attualmente esposta presso il MArRC di Reggio Calabria e rinvenuta a Kaulonia agli inizi del Novecento, ritorna per la prima volta nel luogo di provenienza per essere esposta al Museo dell'antica Kaulon. Il reperto fu rinvenuto da Paolo Orsi (1859-1935) nel sito della Passoliera (Monasterace - Rc) in fosse di scarico insieme a elementi architettonici di un santuario extraurbano demolito già in antico, costituito da più edifici databili tra fine VI e prima metà V sec. a.C. Parti di questi elementi architettonici, caratterizzati dalla presenza di teste leonine dalla vivace policromia, oggi costituiscono un interessante settore espositivo del Museo archeologico di Kaulonia afferente al Polo Museale della Calabria. La Testa richiesta in prestito è un bellissimo esempio di scultura in terracotta, policroma - forse elemento decorativo, forse offerta votiva - databile alla seconda metà del VI sec. a.C. e ha sempre affascinato i visitatori del museo reggino fin dai tempi della sua prima esposizione. La sua importanza e il legame con il sito della Passoliera già documentato, nell'esposizione museale cauloniate, costituiscono un'opportunità importante per ammirare un reperto mai esposto nel territorio in cui fu rinvenuto. Informazioni: Tel. 340.0742442 |
AREA PERSONALE
MENU
CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.