Creato da blogtecaolivelli il 04/03/2012

blogtecaolivelli

blog informazione e cultura della biblioteca Olivelli

 

Messaggi di Marzo 2020

Orrore di Auschwitz

Post n°2669 pubblicato il 30 Marzo 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Orrore di AuschwitzA Firenze (ri)nasce il Memoriale

Firenze: Memoriale italiano di Auschwitz

8 maggio 2019


di Giulia Pruneti - "Archeologia Viva"

Monito per la memoria, simbolo tragico di una storia ancora

attuale, luogo di riflessione per tutti.

In occasione della data convenzionale della fine della seconda

guerra mondiale in Europa (8 maggio 1945) è stato inaugurato

a Firenze il Memoriale italiano di Auschwitz.

 Allestito nel campo di sterminio polacco nel 1979, esattamente

quarant'anni dopo viene presentato nel capoluogo toscano al

termine di una lunga vicenda che in Polonia ne ha portato prima

alla chiusura al pubblico e poi alla minaccia di smantellamento

da parte della direzione del museo perché l'allestimento era

ritenuto "non in linea con le finalità pedagogiche-illustrative

richieste".

Una delle prime installazioni multimediali al mondo

Il Memoriale fu progettato e collocato nel Blocco 21 del

campo di Auschwitz dall'Aned (Associazione nazionale ex deportati

nei campi nazisti) grazie alla collaborazione di un gruppo di intellettuali

tra i quali spiccavano i nomi degli architetti Lodovico e Alberico

Belgiojoso, dello scrittore Primo Levi, del regista Nelo Risi, del pittore

Pupino Samonà e del compositore Luigi Nono, che produssero una

delle prime installazioni multimediali al mondo.

 L'opera è costituita da una passerella lignea circondata da una spirale

a elica all'interno della quale il visitatore cammina come in un tunnel

accompagnato dalla musica di Ricorda cosa ti hanno fatto in Auschwitz,

di Luigi Nono.

Firenze: Memoriale italiano di Auschwitz
Il Sindaco Dario Nardella all'inaugurazione.
(Foto Giulia Pruneti)

Restauro lungo e difficile

Quella sul Memoriale rappresenta un'operazione di restauro

eccezionale su un'opera d'arte contemporanea, considerate le

grandi dimensioni, le sue caratteristiche multimediali intrinseche

e le innovative tecniche di conservazione rese necessarie dal

cattivo stato di conservazione in cui è arrivata.

L'opera "rinasce" dunque grazie a un complesso progetto che ha

visto lavorare fianco a fianco Comune di Firenze, Regione Toscana,

MiBACT e la stessa Aned, proprietaria dell'opera.


(Foto Enrico Ramerini / CGE Fotogiornalismo)

Perché nessuno dimentichi mai...

«Questo memoriale - ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella

- serve perché i giovani che non hanno, per fortuna, vissuto la

guerra sappiano però che cosa porta con sé un conflitto: sterminio,

distruzione violenza.

Soprattutto quando la guerra parte da un concetto atroce che è

quello della pulizia etnica (ex Jugoslavia docet - 

ndr) e dell'annientamento delle altre culture e delle diversità».

Per questo motivo nel complesso in cui sorge il memoriale (nel

quartiere fiorentino di Gavinana) è stata realizzata una mostra

permanente sulla storia della memoria della deportazione italiana

attraverso i decenni.

Il Memoriale è visitabile gratuitamente (su prenotazione e con

accessi guidati) ogni sabato, domenica e lunedì.

Info: info@muse.comune.fi.it   055.2768224

(Foto apertura: Enrico Ramerini / CGE Fotogiornalismo)

 
 
 

La più antica fornace di Roma..

Post n°2668 pubblicato il 30 Marzo 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato da Archeonews.

La più antica fornace di Roma?È sotto l'Accademia

dei Lincei

La più antica fornace di Roma? È sotto l'Accademia dei Lincei

22 maggio 2019


La più antica fornace di Roma?
È sotto l'Accademia dei Lincei

«Il più antico laboratorio produttivo nel centro di Roma,

una fornace, si trova sotto il giardino di Palazzo Corsini,

sede dell'Accademia del Lincei, quartiere Trastevere».

A dare la (straordinaria) notizia è la Soprintendenza Speciale

di Roma che ha diretto gli scavi e che parla di un'anteprima

assoluta: una testimonianza della vita lavorativa nell'Urbe,

della sua economia basata sull'alto artigianato e della capacità

di trasformazione di materie prime provenienti dai quattro

angoli dell'impero.

La più antica fornace di Roma? È sotto l'Accademia dei Lincei

Ceramica di buona qualità

L'indagine, iniziata con un sondaggio di archeologia preventiva

nell'aprile del 2018 e proseguita da febbraio scorso con uno scavo

stratigrafico, ha messo in luce una fornace per la produzione di

ceramica, di ceramica invetriata e forse di vetro.

Poco distante è riemersa invece una gran quantità di anfore per

il trasporto dell'olio, probabilmente riutilizzate per il drenaggio

dell'acqua.

Al muro in laterizio della fornace si addossa infatti un canale

formato da due muri paralleli e con salti di quota: probabilmente

un sistema di raccolta, canalizzazione e decantazione delle acque

che scendevano dal Gianicolo verso il fiume.

Prima e media età imperiale

La complessità stratigrafica sia della fornace che del resto dell'area

scavata, indica un'occupazione articolata nel tempo.

A un primo esame dei materiali è possibile solo una schematica

datazione, che copre dal I all'inizio del III sec. d.C., ma parte delle

strutture ritrovate, tra uso e riusi, arrivano ai secoli successivi.

Dall'accertamento del calore raggiunto durante le lavorazioni si

potrà risalire, ad esempio, al tipo di materiale prodotto; mentre,

nonostante la presenza di numerosi resti di lucerne è da

confermare che vi fosse una produzione "stabile" di questo tipo di

lampade.

 

La più antica fornace di Roma? È sotto l'Accademia dei Lincei

Chi si rivede... Cincinnato!

Palazzo Corsini, con il giardino dove sono avvenuti i ritrovamenti,

è situato nella piana che si estende tra le pendici orientali del

Gianicolo e la riva destra del Tevere, nella XIV Regio augustea

trans Tyberim.

La zona era caratterizzata da forti diversità urbanistiche legate

alla morfologia del territorio. Nella prima età repubblicana è

prevalente il carattere rurale, per cui l'occupazione del territorio

da parte dei privati è ridotta all'utilizzo dei fondi rustici.

Tra questi, i Prata Quinctia, appartenuti al celebre Lucius Quinctius

Cincinnatus, che si estendevano nei pressi dell'attuale Porta

Settimiana.

Al di fuori della Porta, lungo la strada diretta al Vaticano, nella

prima età imperiale vi erano estesi horti e impianti di stoccaggio.

Più all'interno sorgevano invece modeste abitazioni, attività

commerciali e artigianali anch'esse da collegare al ruolo

commerciale e più in generale all'uso dell'acqua e a funzioni

di periferia urbana.

La più antica fornace di Roma? È sotto l'Accademia dei Lincei

Per conoscere meglio Trastevere

I ritrovamenti del Giardino Corsini saranno coperti con materiale

protettivo e subito dopo nuovamente interrati per metterli al

riparo dagli agenti atmosferici.

Tuttavia è già in programma una nuova serie di indagini, intorno

all'area già scavata, per ampliare il quadro dei ritrovamenti e

contestualizzarli nel modo migliore.

I reperti trovati verranno inoltre esposti al pubblico nella sede

stessa dei Lincei e saranno oggetto di una serie di incontri

dedicati a tutti coloro che vorranno conoscere meglio la storia

della città e di un quartiere storico come Trastevere.

 
 
 

L'edicola dei Fantascritti

Post n°2667 pubblicato il 30 Marzo 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet.

Torna a splendere l'Edicola dei FantiscrittiRestauro

22 luglio 2019


Il monumento proviene da una cava storica delle Alpi Apuane

Dopo mesi di paziente lavoro è ritornata al suo posto, nel cortile

rinascimentale di palazzo Cybo-Malaspina sede dell'Accademia

di Belle Arti di Carrara, l'Edicola dei Fantiscritti. Si tratta di un

manufatto scultoreo del III sec. d.C. raffigurante Giove con Ercole

e Bacco, che fino a metà Ottocento si trovata in una cava delle

Apuane (che ha preso nome dallo stesso bassorilievo).

Collocata nel 1863 nel cortile dell'Accademia di Belle Arti di

Carrara, l'edicola costituisce una testimonianza di arte romana,

oltre che essere un documento prezioso su quanti visitarono la

cava apponendovi le proprie firme a ricordo imperituro.

Tra gli altri: Canova, Michelangelo, Gianbologna, oltre a viaggiatori

del Grand Tour, come il conte Aleksandr Osterman - Tolstoi,

emissario dello Zar per l'acquisto di opere d'arte, che lasciò

la sua firma in caratteri cirillici.

Dalla stessa cava venne estratto il marmo per la Colonna

Traiana.

Pulitura con la tecnica dell'impacco

Rimasta per secoli alle intemperie all'interno della cava, l'edicola

era già in cattive condizioni nel XIX secolo, quando venne asportata.

Il restauro, effettuato da Luana Brocani, docente di Restauro dei

materiali lapidei, con gli studenti del suo corso, ha restituito nuova

leggibilità al manufatto: «L'opera si presentava interamente ricoperta

da una patina scura formata da uno strato superficiale di polvere, di

discreto spessore, e, al di sotto, da uno strato più radicato di natura

grassa, che rendevano illeggibili molti nomi e date che testimoniano

l'avvicendarsi di visitatori illustri fino al suo distacco dalla cava dei 

Fantiscritti e successiva collocazione all'interno dell'Accademia di

Belle Arti di Carrara.

La pulitura è stata effettuata con la tecnica dell'impacco, consistente

in un impasto formato da polpa di cellulosa in ammonio carbonato che

è stato applicato e lasciato agire per il tempo necessario; in seguito è

stato rimosso con spatole e la superficie marmorea è stata risciacquata

con acqua e spazzole.

Inoltre, è stata rimossa una stuccatura che

rendeva illeggibili le iscrizioni». Oggi, ricollocata al proprio posto,

l'edicola ha riacquistato un nuovo splendore e le iscrizioni sono

pronte per raccontare una storia che attende di essere narrata.

 
 
 

News dalla Lombardia preistorica..

Post n°2666 pubblicato il 30 Marzo 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet.

Piroga e giogo preistoriciImportante scoperta

in Lombardia

26 luglio 2019


Importante scoperta in Lombardia

Un giogo e una piroga scavata nel tronco di una grande quercia,

risalenti a circa 4.000 anni fa: sono questi gli ultimi reperti in

legno rinvenuti nella campagna di scavo dell'Università degli Studi

di Milano presso la palafitta preistorica di Lavagnone (Desenzano

del Garda-Lonato, Bs).

Il sito palafitticolo dell'età del Bronzo (2200-1200 a.C.), dal 2011

incluso nel patrimonio Unesco, non è nuovo alle grandi scoperte:

famoso il ritrovamento degli scorsi anni Settanta di uno degli aratri

più antichi al mondo, ora esposto presso il Museo Civico

Archeologico "G. Rambotti" di Desenzano del Garda.


Il giogo.

Le ricerche dirette da Marta Rapi

I reperti dei recenti scavi dell'Università degli Studi di Milano

sono davvero eccezionali, come sottolinea Marta Rapi, docente

di Preistoria e Protostoria presso il Dipartimento di Beni culturali

e ambientali che dirige il progetto di ricerca con la partecipazione

degli studenti del corso di laurea in Archeologia e della Scuola di

specializzazione in Beni archeologici: «Per quanto riguarda la

piroga, sono stati trovati due segmenti di monossile; forse

formavano lo stesso natante che è stato intenzionalmente tagliato

a metà e deposto in verticale tra i pali di fondazione delle

abitazioni palafitticole.

All'interno di uno scafo abbiamo trovato

un'altra sorpresa: un lungo bastone, l'ipotesi è che possa essere

un remo.

Il giogo invece era a poca distanza, deposto sul fondo dell'antico

lago intero e mai utilizzato, forse un'offerta alle acque».


La piroga con il remo.

Per garantirne la conservazione, i reperti sono stati immersi

in una vasca con acqua appositamente allestita a Milano presso

il Laboratorio di restauro del legno bagnato della Soprintendenza

Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Como, Lecco, Sondrio e

Varese e a breve inizierà il restauro.

Si tratta di un lungo percorso: il primo passo è il consolidamento

per impregnazione con una resina a base di glicole di polietilene

(P.E.G.), che impiega molti mesi, poi l'essicca

zione e infine il restauro vero e proprio.


Il gruppo di archeologi della Statale di Milano impegnati negli

scavi a Lavagnone.

 
 
 

Signora di Vix

Post n°2665 pubblicato il 30 Marzo 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato da Archeonews

Signora di Vix. Ritorno sulla tomba della principessa celtica

Archeonews

23 settembre 2019


La scoperta risale a quasi settant'anni fa, ma le sorprese

non sono ancora finite.

Siamo nei pressi del villaggio di Vix, sul Mont Lassois vicino

a Châtillon-sur-Seine, nel cuore della regione francese della

Borgogna.

È il lontano inverno del 1953 quando a tornare alla luce è niente-

meno che la tomba di una principessa celtica (VI sec. a. C.)

praticamente intatta.

I primi scavi

Le prime segnalazioni di uno strano dosso nel terreno e

un'insolita concentrazione di ghiaia erano giunte da alcuni

operai della zona.

La conferma che si trattasse di qualcosa di eccezionale

arrivata grazie all'archeologo autodidatta René Joffroy

che aveva dato ufficialmente inizio agli scavi.

Sotto il terreno c'era una camera sepolcrale di legno

circondata da quattro ruote di carro.

Al centro, sui resti della carrozza, giaceva una donna

sui quarant'anni riccamente decorata con un bracciale

in oro, fibule di bronzo e oro, corallo e ambra.

In un angolo della tomba gli archeologi scoprirono un

gigantesco cratere greco di bronzo (540-530 a.C.)

abbellito con opliti, cavalli e carri.

Le anse decorate con gorgoni e leoni rampanti.

Dello straordinario corredo facevano parte anche

una patera d'argento, un 

ainochoe (vaso simile una brocca) e un bacile di

bronzo.

Ritorno sul sito

Dagli anni Sessanta a oggi molto si è detto e scritto sul sito

di Vix.

Fino alla recente decisione di tornare a scavare: le ricerche,

appena partite, sono condotte dal CNRS/Université de Bourgogne

-Franche-Comté, sotto la direzione dell'Inrap e la collaborazione

del laboratorio archeologico ARTEHIS.

Luogo di potere e di élites

La tomba in questione fu edificata a valle, ai piedi del Mont Lassois,

un promontorio fortificato con bastioni affacciato sulla Senna.

Sulla sua sommità gli archeologi hanno portato alla luce un

insediamento probabile sede della locale aristocrazia e composto

da edifici absidati e granai.

Il tumulo tombale di grandi dimensioni e ricoperto di pietre fu

progettato per essere ben visibile anche da lontano e celebrare

così per sempre la memoria della Signora.

Ritorno a... Vix

Oggi si torna sullo scavo utilizzando le più moderne tecnologie

tra cui i droni, gli studi fotogrammetrici e l'elaborazione di modelli

tridimensionali.

Tra le molte domande rimaste in sospeso, una su tutte: è

possibile che esista una seconda camera sepolcrale?

Nel frattempo alcune novità arrivano dai sondaggi che si stanno

effettuando su ciò che resta del tumulo funerario.

Analisi sul monumento funebre

Poco si sapeva fino a oggi riguardo alla struttura funeraria in sé

. Recenti indagini geofisiche hanno ipotizzato che tipo di aspetto

dovesse avere in origine: il tumulo, di quaranta metri di diametro,

era composto da un mix di terra e pietre di vario genere.

Alcuni blocchi particolarmente grandi e ben visibili lungo il

perimetro della struttura non provenivano da montagne vicine;

erano dunque stati scelti e trasportati per l'occasione.

Il monumento, pensato per l'eternità, fu distrutto in realtà

poco tempo dopo la sua costruzione.

Il tumulo, volutamente spianato, fu reso invisibile agli occhi

dei più permettendo alla sepoltura di arrivare intatta fino ai

giorni nostri.

Nuovi reperti e ... indizi

In cima a quello che resta del tumulo, una sorta di cappello

di ghiaia delimitava l'ubicazione della camera sepolcrale.

Sulla sua superficie gli archeologi hanno rinvenuto dei piccoli

chiodi di bronzo probabilmente facenti parte degli ornamenti

del carro.

Al di là del valore intrinseco rappresentano i primi indizi sul

fatto che tanto ancora rimane da scoprire.

 
 
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Marzo 2020 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30 31          
 
 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

ULTIME VISITE AL BLOG

vurlaprefazione09m12ps12vittorio.59dony686miriade159tirchio2000blogtecaolivelliellistar2012Draiostre.sa47bibanna545annamatrigianoLoneWolf1822
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Marzo 2020 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30 31          
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

TAG CLOUD

 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Marzo 2020 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30 31          
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963