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Messaggi del 31/07/2019
Post n°2309 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli
La storia economica dell'Impero Romano è scritta nei ghiacci della Groenlandia I livelli di piombo nelle carote di ghiaccio riflettono le fluttuazioni economiche dell'Urbe più fedelmente di qualunque altro indicatore. Guerre, carestie, periodi di pace e di conquista hanno lasciato tracce riconoscibili nella calotta glaciale. Un libro aperto (o quasi).|SHUTTERSTOCK Un resoconto dettagliato, anno per anno, della fortuna economica dell'antica Roma è stato ricavato dall'analisi di una fonte inaspettata: non antichi documenti, ma antichi ghiacci estratti dalla calotta della Groenlandia. Duemila anni fa i Romani fondevano preziosi minerali nelle fornaci, estraendo argento per le monete e immettendo piombo in atmosfera. Ora un gruppo di scienziati ha studiato i depositi annuali di queste particelle inquinanti, e ha scoperto che picchi e cali nella loro quantità corrispondono con assoluta precisione a periodi più o meno prosperi della storia di Roma. La ricerca è stata pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences. MAGGIORE DETTAGLIO. Gli antichi Romani usavano il piombo per le tubature dei loro acquedotti e per rivestire gli scafi delle loro navi. Ma questo metallo, si diceva, è anche un fedele indicatore della salute della loro economia perché per produrre il denario, una piccola e assai diffusa moneta in argento dell'epoca, era necessario un processo metallurgico che liberava in atmosfera particelle di piombo. Che in parte sono finite imprigionate nei ghiacci artici dove, tutt'ora, vengono ricercate da alcune missioni scientifiche. Le misurazioni sono iniziate negli anni '90, ma finora avevano fornito valori riferiti a intervalli di tempo di almeno due anni, con la possibilità dunque di ricostruire l'evoluzione delle concentrazioni di piombo in modo abbastanza approssimato. Andrew Wilson, archeologo dell'Università di Oxford, e Joseph R. McConnell, esperto in analisi di carote di ghiaccio del Desert Research Institute di Reno, Nevada, hanno tentato un approccio più preciso. I due hanno misurato le concentrazioni di piombo in una carota di ghiaccio lunga 423 metri già estratta per un altro progetto di ricerca, il North Greenland Ice Core Project. Il campione corrispondeva a un periodo compreso tra il 1100 a. C. e l'800 d. C. Gli scienziati hanno fuso il ghiaccio poco a poco, trasferendo di volta in volta i campioni in spettrometri di massa, per analizzare la quantità di piombo con una precisione corrispondente a un miliardesimo di grammo. Il lavoro certosino ha permesso di ottenere la ricostru- zione di 1.900 anni di storia economica di Roma, con 12 rilevazioni di piombo per ogni anno: una misura incredibilmente puntuale e dettagliata dei picchi e dei cali di inquinamento, che è stata confrontata con i dati su eventuali emissioni non antropiche, come quelle dovute ad eruzioni vulcaniche (che sono state sottratte dal totale). CRONACA FEDELE. Le fluttuazioni di piombo sono parse allineate con i momenti più salienti della storia dell'Impero. Salivano nei periodi di pace e prosperità economica, come durante la Pax Romana (27 a. C-180 d. C.) e calavano in corrispondenza delle guerre civili (come quelle che precedettero la Pax e che portarono all'ascesa dell'Imperatore Augusto). Bruschi cali delle particelle coincidono anche con il periodo della peste antonina (165-180 d. C.) - forse un'epidemia di vaiolo, che uccise milioni di persone - e con le guerre in Spagna (un'importante area di conio di monete) degli ultimi secoli prima dell'anno zero. Minori quantità di piombo furono immesse in atmosfera, naturalmente, durante il collasso dell'Impero Romano d'Occidente nel 476 d. C. e, prima, sotto l'imperatore Nerone, (64 d. C.) quando la proporzione di argento nelle monete fu ridotta all'80%, e se ne estrasse di meno perché si riciclava quello già usato. Ora si lavorerà per capire se sia possibile risalire alla provenienza geografica del piombo liberato, e stabilire quali aree dell'Imperofossero economicamente più floride. |
Post n°2308 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli
Fonte: le Scienze Piantare gli alberi giusti nei posti giusti potrebbe immagazzinare 205 gigaton- nellate di anidride carbonica in 40-100 anni. Si è detto per anni che piantare alberi può aiutare a salvare il mondo dal riscaldamento globale. Quel mantra, però, era per lo più una professione di fede. Ora finalmente sono disponibili i dati per dimostrare che, se le giuste specie di alberi sono piantate nei giusti tipi di suolo in tutto il pianeta, le foreste emergenti potrebbero catturare 205 gigatonnellate di anidride carbonica nei prossimi 40-100 anni. Sono due terzi di tutta l'anidride carbonica che gli esseri umani hanno generato a partire dalla rivoluzione industriale. "Il recupero delle foreste è di gran lunga la nostra soluzione più potente oggi su scala planetaria", dice Tom Crowther, professore di ecologia dell'ecosistema globale presso l'Istituto federale svizzero di tecnologia (ETH) di Zurigo, autore di uno studio pubblicato su "Science" che ha generato questo numero sorprendente. Il gruppo ha analizzato quasi 80.000 misurazioni fotografiche satellitari di coperture arboree in tutto il mondo e le ha combinate con enormi banche dati globali sulle condizioni del suolo e del clima, valutando un ettaro alla volta. L'esercizio ha generato una stima dettagliata di quanti alberi la Terra potrebbe sostenere naturalmente, e una mappa di dove le foreste crescono ora e dove potrebbero crescere, al di fuori di aree come deserti e savane che possono sostenere pochissimi alberi o nessuno. Il gruppo ha poi sottratto le foreste esistenti, nonché le aree urbane e i terreni usati per l'agricoltura, arrivando a 0,9 miliardi di ettari che potrebbero essere coperti da foreste ma non lo sono. Se quegli spazi fossero pieni degli alberi che già crescono nelle vicinanze, la nuova crescita potrebbe immagazzinare 205 gigatonellate di carbonio, quando le foreste saranno cresciute. La mappa elaborata nello studio: in alto, le foreste attuali (in blu quelle più dense); in basso gli 0,9 miliardi di ettari potenzial- mente interessati dalla riforestazione (in verde; in grigio le aree desertiche) (Jean-Francois Bastin et al. in Science, Vol. 365, issue 6448, July 5, 2019) di crescita della cattura si appiattirebbe, via via che la crescita delle foreste si livellerà, ma i ricercatori sostengono che le 205 gigaton- nellate si manterrebbero via via che vecchi alberi moriranno e ne cresceranno di nuovi. Ci sarebbe "un deposito di carbonio in eccesso che non è più nell'atmosfera", dice Crowther.
pianificazione collegato alla mappa, aperto al pubblico dal 5 luglio. Individui e organizzazioni possono ingrandire qualsiasi posizione per vedere dove si possono far crescere nuove foreste. Crowther non ha studiato altre tecniche di cattura del carbonio che sono state molto discusse ultimamente, come la fertilizzazione oceanica (far crescere alghe per assorbire il carbonio) o la cattura diretta dall'aria (con macchine che estraggono CO2 dall'atmosfera), ma pensa che sarebbero molto più costose che far crescere gli alberi. Egli stima che piantare alberi su 0,9 miliardi di ettari potrebbe costare al mondo 300 miliardi di dollari. E le nuove foreste forniscono un altro grande vantaggio: ripristinano la biodiversità, che è cruciale, perché molte specie vegetali e animali stanno scomparendo. Crowther dice di aver iniziato a studiare la riforestazione perché stava davvero cercando modi per fermare la perdita di specie. I benefici enormi oltre il sequestro del carbonio "derivano dalla biodiversità, poiché forniscono cibo, medicine, acqua pulita e ogni sorta di beni per gli esseri umani", afferma. L'ultima speranzadi Richard Conniff però, potrebbe richiedere più tempo del previsto. Le foreste potrebbero impiegare più di 70 o 100 anni per raggiungere la piena maturità, dice Robin Chazdon, ecologa e biologa evolutiva dell'Università del Connecticut, che non era coinvolta nello studio. Tuttavia, Chazdon afferma che qualsiasi ripiantamento dovrebbe iniziare il prima possibile, perché i cambiamenti climatici possono compromettere la capacità di crescita delle foreste. Le temperature più alte aumentano la traspirazione degli alberi, che causa loro uno stress. E la siccità si diffonderà, riducendo la crescita degli alberi. Crowther aggiunge che, se anche i cambiamenti climatici pemetteranno a più alberi di crescere alle latitudini settentrionali, renderanno più secche le latitudini tropicali. Le perdite di alberi nei tropici, dice, supereran- no i guadagni nell'estremo nord. Chazdon sottolinea anche che il ripiantamento potrebbe non essere così semplice come sembra, e si chiede se potrà riguardare 0,9 miliardi di nuovi ettari, date le priorità sul campo. Più alberi consumano più acqua e questo potrebbe minacciare l'agricoltura o altre attività umane in aree aride. E le popolazioni locali potrebbero non volere foreste, se hanno bisogno di generare reddito dalla terra, per esempio dall'agricoltura o dalla pastorizia. Alcuni importanti programmi di riforestazione, come quelli nelle Filippine, hanno fallito "perché non c'era alcun coinvolgimento locale", dice. I posti migliori per iniziare la riforestazione sono quelli in cui è possibile ottenere facilmente più benefici. In un articolo su "Science Advances" del 3 luglio, Chazdon e colleghi hanno identificato una serie di località nei tropici che presentano un potenziale beneficio superiore alla media e una facilità di avvio. Tutto il nuovo lavoro sugli alberi, dice Chazdon, segnala che "stiamo entrando nella fase dell'applicazione pratica" della riforestazione intelligente. "Siamo in grado di portare tanta scienza interdisciplinare a supporto, spero che ci sarà più interazione tra scienziati e politici, una volta capito che gli strumenti ora disponibili possono guidare la riforestazione che è la più vantaggiosa dal punto di vista economico, e ha molteplici benefici e meno compromessi". (L'originale di questo articolo è stato pubblicato su "Scientific American" il 4 luglio 2019. Traduzione ed editing a cura di Le Scienze. Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati.) |
Post n°2307 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli
Fonte: Le Scienze Fonte: Cnr-Ismar/Cnr-Isac © Angelo Cavalli/AGF Un nuovo studio degli Istituti di scienze marine e di scienze dell'atmosfera e del clima CNR pubblicato sul "Journal of Glaciology" stima una forte riduzione di lunghezza, entro il 2100, dei ghiacciai del settore più settentrionale delle Alpi italiane. In quest'area, daI 1982 ad oggi, registrano una diminuzione complessiva di superficie del 40% ed entro il 2100 le proiezioni del modello indicano una riduzione di lunghezza dei ghiacciai montani superiore al 35% con una riduzione della superficie maggiore del 60% Un nuovo studio del Consiglio nazionale delle ricerche - Istituti di scienze marine (Cnr-Ismar) e Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima (Cnr-Isac) - pubblicato sul "Journal of Glaciology" stima una forte riduzione di lunghezza, entro il 2100, dei ghiacciai del settore più set- tentrionale delle Alpi italiane (versante italiano dei Tauri occidentali), a cavallo con l'Austria. "Si tratta di 46 ghiacciai, di cui solo sette con una superficie maggiore di un km2, prevalentemente di tipo montano (Fig.1), condizionati dalla morfologia dei versanti su cui giacciono e privi di una lingua valliva. E, in misura minore, di ghiacciai di tipo vallivo (Figg. 2 e 3), caratterizzati da una zona di accumulo definita e da una lingua di ghiaccio che si allunga verso il fondovalle" spiega Rossana Serandrei- Barbero, che insieme a Sandra Donnici ha analizzato i dati glaciologici. "Quelli presenti oggi costituiscono solo una parte dei 63 ghiacciai censiti nel 1962 in quest'area dove, daI 1982 ad oggi, registrano una diminuzione complessiva di superficie del 40%". modello matematico per stimare il comportamento di questi ghiacciai nel caso di un aumento di temperatura di 2,7 °C entro il 2100. "Questo aumento di temperatura è compatibile per l'area di studio con lo scenario di emissione individuato dal Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico e noto con la sigla A1B, che descrive un futuro con una crescita economica molto rapida e un sistema energetico caratterizzato da un sostanziale equilibrio tra combustibili fossili e altre fonti", prosegue Stefano Zecchetto, che ha curato la parte modellistica. "Entro il 2100 le proiezioni del modello indicano un comportamento diverso per i ghiacciai di tipo montano o vallivo. La riduzione di lunghezza dei ghiacciai montani risulta superiore al 35% (Fig. 4) con una ridu- zione della superficie maggiore del 60%. Ma questa riduzione rappresenta un valore limite oltre il quale i ghiacciai si frammenteran- no in unità più piccole con un conseguente aumento della velocità di fusione a parità di condizioni climatiche". ghiacciai montani rappresentano circa il 95% dei ghiacciai", conclude Serandrei-Barbero: "La grande riduzione delle loro dimensioni indicata da questo studio, unita alla scomparsa già in corso dei 26 ghiacciai più piccoli (e per questo non trattati dal modello), significherebbe l'estinzione di quasi la totalità degli esistenti ghiacciai entro la fine di questo secolo, lasciando sopravvivere forse solo i tre ghiacciai vallivi che mostrano riduzioni più contenute rispetto ai ghiacciai montani". |
Post n°2306 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli
fonte: Le Scienze Nubi su Marte riprese nell'infrarosso dalla missione MAVEN (NASA GSFC/ MAVEN/University of Colorado) Le polveri prodotte dalla disintegrazione dei detriti che entrano nell'atmosfera del Pianeta Rosso dallo spazio possono servire da nuclei iniziali per la formazione di nubi I planetologi lo chiamano fumo meteorico. È polvere ghiacciata, prodotta dai detriti spaziali che possono entrare nelle atmosfere dei pianeti, ed è l'anello mancante per spiegare finalmente la formazione delle nubi osservate su Marte a partire da 30 chilometri di quota, secondo quanto riportato su "Nature Geoscience" da Victoria Hartwick e colleghi dell'Università del Colorado a Boulder, negli Stati Uniti. Marte e ad altri pianeti simili come a corpi che contengono tutti i fattori che controllano il loro clima", ha spiegato Hartwick. "Ma il clima dei pianeti non è i ndipendente dal resto del sistema solare circostante". hanno bisogno di nuclei iniziali, cioè piccole particelle su cui si aggregano le molecole d'acqua fino a formare gocce più grandi. Sulla Terra i nuclei sono costituiti da grani di sale marino o di polvere trasportati dall'aria. possono esistere nell'atmosfera di Marte. I ricercatori hanno quindi ipotizzato che le polveri provengano dalle meteore: ogni giorno su Marte arrivano 2-3 tonnellate di detriti spaziali che, disintegrandosi, immettono grande quantità di polveri nell'atmosfera. nubi marziane? Per rispondere, Hartwick e colleghi hanno effettuato simulazioni al computer che riproducono flussi e turbolenza dell'atmosfera del Pianeta Rosso. E quando si includono le meteore nei calcoli, ecco che fanno loro comparsa anche le nubi. prevedere la formazione delle nubi a queste quote", ha aggiunto Hartwick. "Ora che abbiamo messo dentro tutti gli ingredienti, le cose sembrano essere al posto giusto". hanno comunque un effetto sulla dinamica del clima. Le simulazioni, per esempio, mostrano che possono far oscillare le temperature nelle zone alle alte latitudini anche di dieci gradi Celsius. fare luce sul passato del pianeta. "Sempre più modelli indicano che l'antico clima di Marte è stato riscaldato dalla presenza di nubi ad alta quota, permettendo la presenza di fiumi di acqua liquida sulla superficie", ha concluso Brian Toon, coautore dell'articolo. "È possibile che il nostro risultato sostenga queste ipotesi". (red) |
Post n°2305 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli
Letteratura postmoderna Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. La tendenza letteraria che nasce come una serie di stili e idee dopo la seconda guerra mondiale in reazione alle teorizzazioni del modernismo viene chiamato letteratura postmoderna, ed estende molte delle tecniche e assunzioni fondamentali della stessa letteratura modernista. La letteratura postmoderna è caratterizzata dalla dipendenza da tecniche narrative come la frammentazione, il paradosso e il "narratore inaffidabile" (unreliable narrator); e spesso è (sebbene non esclusivamente) definita come uno stile o una moda che emerse nel secondo dopoguerra. Le opere postmoderne sono viste come una risposta al seguito dogmatico del pensiero illuminista e agli approcci letterari modernisti. Panoramica La letteratura postmoderna, come il postmodernismo nel suo insieme, tende a resistere a una definizione o classificazione come "movimento". Infatti, la convergenza della letteratura postmoderna con varie modalità di teoria critica, in particolare gli approcci reader-response e decostruzionista, e le sovversioni dell'implicito contratto tra autore, testo e lettore (caratteristiche delle opere postmoderne), hanno portato alcuni romanzi premoderni come il Don Chisciotte di Cervantes e ilTristram Shandy di Laurence Sterne, a essere considerate da alcuni come primi esempi di letteratura postmoderna. Si può affermare che sia la letteratura modernista sia quella postmodernista rappresentano una rottura rispetto al realismo delXIX secolo, in cui una storia veniva raccontata da un punto di vista oggettivo o onnisciente. Eppure è stato rilevato che alcuni scrittori postmoderni (per ad esempio Steven Millhauser o talvolta John Barth) riprendano idee, stili, tecniche della letteratura ottocentesca. Mentre c'è un minimo consenso sulle precise caratteristiche, scopi, e importanza della letteratura postmoderna (come spesso capita con i movimenti artistici), essa è comunemente definita in relazione a un precursore. In particolare, gli scrittori postmoderni sono visti come ribelli nei confronti dei precetti del modernismo, e spesso operano come dei "bricoleurs" letterari, parodizzando forme e stili legati a scrittori e artisti modernisti (e altri). Le opere postmoderne inoltre tendono a celebrare il caso sull'astuzia, oltre a impiegare la metanarrazione per indebolire l'autorità o autenticità del testo. Un'altra caratteristica della letteratura postmoderna è il domandarsi sulle distinzioni tra cultura bassa e cultura alta, per mezzo delpastiche, la combinazione di soggetti e generi precedentemente non ritenuti adatti per la letteratura. Certamente il citazionismo, l'imitazione e il pastiche sono tratti caratteristici della letteratura postmoderna più che di quella modernista, quindi è facile ritrovare negli scrittori postmoderni deliberate imitazioni dello stile di scrittori nel passato. Ne è un ottimo esempio il romanzo di Thomas Pynchon Mason & Dixon, che imita il tono e addirittura l'ortografia degli scrittori del Settecento inglese (come Henry Fielding e Nello sviluppo dei personaggi, sia la letteratura moderna che quella postmoderna esplorano il soggettivismo metafisico, passando dalla realtà esterna per esaminare gli stati interni della coscienza, in molti casi appoggiandosi ad esempi della letteratura moderna come il flusso di coscienza di Ma alcuni narratori postmoderni rifuggono dai personaggi a tutto tondo, privilegiando personaggi monodimensionali, spesso ripresi in modo più o meno esplicito da altre opere letterarie (come il Marco Polo di Italo Calvino ne Le città invisibili). Inoltre sia la letteratura moderna che quella postmoderna esplorano la fram- mentarietà nella narrativa e nella costruzione del personaggio, che riflette i lavori del dram- maturgo svedese August Strindberg e dell'italiano Luigi Pirandello. I personaggi della letteratura postmoderna spesso non ambiscono ad essere ritratti approfonditi di psicologie analizzate in estremo dettaglio: spesso sono personaggi piatti, o allegorici, che non pretendono di avere una profondità psicologica. In questo possono ricordare certe figure che s'incontrano nelle opere di Franz Kafka, scrittore ceco assimilabile al modernismo, ma che ha influito potentemente sulla letteratura post- moderna. Esempi di questa tendenza si possono trovare nei racconti diDonald Barthelme o nei romanzi di John Barth. Riguardo alle modalità di rappresentazione, mentre la letteratura modernista cercava nuovi modi di raccontare una realtà che comunque era ritenuta conoscibile (anche se i modi di rap- presentazione sperimentali di autori come Joyce o Ford Madox Ford o Virginia Woolf possono spiazzare il lettore abituato alla narrativa tradizionale), la letteratura postmoderna si pone il problema di raccontare una "realtà" che non è più data, oggettiva, solida come quella postulata dal Questo può portare l'accento su una serie di fenomeni socioculturali che hanno ripetutamente attratto la narrativa postmoderna: le realtà simulazionali e virtuali (dal mondo artificiale creato dai massmedia alla realtà virtuale); gli inganni e le trappole della narrazione e della letteratura in generale (il concetto di fiction o finzione); i complotti, gli intrighi, i segreti, le messe in scena della storia; i limiti alla nostra capacità di conoscere decretati anche dalle scienze (principio di indeterminazione di Heisenberg, entropia, teoria della probabilità, teorie del caos, ecc.) la società dei consumi con la sua spettacolariz- zazione delle merci; i simulacri nel senso previsto da Jean Baudrillard, cioè di significanti privi di un vero significato; l'impossibilità di ricomprendere la complessità del reale con un unico discorso conoscitivo (o "grande narrazione" nel senso di Jean-François Lyotard). Origine e sviluppo della letteratura postmoderna È come al solito difficile individuare il punto esatto in cui cessa una stagione letteraria e se ne apre un'altra. Nel caso della letteratura postmoderna il problema è complicato dal fatto che essa trova il suo nome e la sua teorizzazione negli Stati Uniti, ma accoglie al suo interno scrittori di altri paesi "adottati" dal movimento nordamericano (i nomi più significativi in questo caso sono quelli di Borges, Calvino, García Márquez, Nabokov). È comunque possibile indicare come momento di transizione tra modernismo e postmoderno quello che va dal 1940 al 1960. In questo periodo si situano opere chiave come The Recognitions (Le perizie) di William Gaddis, del 1955; The Cannibal di John Hawkes, del 1949; Il giardino dei sentieri che si biforcano di Jorge Luis Borges, del 1941; Lolita di Vladimir Nabokov, del 1955. La piena "fioritura" della letteratura postmoderna si ha però negli anni Sessanta, a partire dalla pubblicazione di The Sot-Weed Factor di John Barth (1960), del capolavoro di Joseph Heller, Comma 22, del 1961, e del primo romanzo di Thomas Pynchon, V., nel 1963. Soprattutto il successo commerciale di Comma 22 ha aperto la strada alla narrativa postmoderna che troverà la sua consacrazione nel 1973, con la pubblicazione del capolavoro di Pynchon, L'arcobaleno della gravità, vincitore del premio National Book Award. |
Post n°2304 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli
La Letteratura postmoderna, parte seconda. Influenze notevoli I drammaturghi che lavorarono tra il XIX e il XX secolo, i cui pensieri e opere avrebbero influenzato l'estetica postmoderna, includono il drammaturgo svedese August Strindberg, l'autore italiano Luigi Pirandello, e il drammaturgo e teorico tedescoBertolt Brecht. Negli anni Dieci, gli artisti appartenenti al Dadaismo celebravano il caso, la parodia, la giocosità, e sfidavano l'autorità dell'artista. Tristan Tzara affermò in How to Make a Dadaist Poem che per creare un poema dadaista basta solo buttare parole a caso in un cappello e dopo tirarle fuori una per una. Un altro modo in cui il Dadaismo influenzò la letteratura postmoderna fu lo sviluppo del collage, nello specifico usando elementi da pubblicità o illustrazioni di romanzi popolari (i collage di Max Ernst, per esempio). Gli artisti appartenenti al Surrealismo, che si svilupparono dal Dadaismo, continuarono a condurre esperimenti con il caso e la parodia mentre celebravano il flusso delle mente inconscia. André Breton, il fondatore del Surrealismo, suggerì che l'automatismo e la descrizione dei sogni avrebbe giocato un grande ruolo nella creazione della letteratura. Egli utilizzò l'automatismo per creare il proprio romanzo Nadja e con esso le fotografie, che sostituivano le descrizioni, come se fossero le parodie di quelle degli scrittori eccessivamente descrittivi, che spesso criticava. Gli esperimenti con la significazione del surrealista René Magritte sono usati come esempi da Jacques Derrida e Michel Foucalt. Foucalt inoltre fa esempi con Jorge Luis Borges, che diede una diretta influenza a molti scrittori di romanzi postmodernisti. Egli è occasionalmente elencato come un postmodernista, sebbene egli iniziò a scrivere negli anni Venti. L'influenza dei suoi esperimenti con la metanar- razione e il realismo magico non venne completa- mente compresa nel mondo anglo-americano fino al periodo propriamente postmoderno. Infine, questa viene vista come la più alta stratificazione di criticismo, secondo gli studiosi. Altri primi romanzi del XX secolo come Impressions d'Afrique di Raymond Roussel (1910) e Locus Solus (1914), eHebdomeros di Giorgio de Chirico (1929), sono stati identificati come importanti «precursori postmoderni». Confronto con la letteratura modernista Sia la letteratura modernista sia quella postmodernista rappresentano una rottura dal realismo ottocentesco. Nello sviluppo del personaggio, entrambe le letterature esplorano il soggettivismo, volgendo dalla realtà esterna verso l'esame degli stati interiori di coscienza, in molti casi ricorrendo a esempi modernisti, nello stile del "flusso di coscienza" di Virginia Woolf eJames Joyce, o di poemi esplorativi come The Waste Land di T. S. Eliot. Inoltre, sia la letteratura modernista, sia quella postmodernista, esplora la frammentarietà nella costruzione narrativa e dei personaggi. The Waste Land è spesso citata come un esempio per distinguere le due letterature. Il poema è frammentario e impiega il pastiche come molta della letteratura postmoderna, ma l'oratore dice «ho posto questi frammenti contro le mie rovine». La letteratura modernista vede la frammenta- zione e l'estrema soggettività come crisi esistenziali, o il conflitto interiore freudiano come un problema che va risolto, e l'artista è spesso citato come colui che lo possa risolvere. I postmodernisti, invece, spesso dimostrano che questo caos è insormontabile; l'artista è impotente, e l'unica risorsa contro la "rovina" è di giocare nel caos stesso. La giocosità è presente in molti lavori modernisti (Finnegans Wake di Joyce o Orlando di Virginia Woolf, per esempio), ed essi possono sembrare molto simili a quelli postmodernisti, ma con il postmodernismo la giocosità diviene centrale e l'obiettivo effettivo di raggiungere l'ordine e il significato diventa improbabile. Gli esperimenti giocosi di Gertrude Stein con la metanarrazione e il genere ne The Autobiography of Alice B. Toklas (1933) sono stati interpretati come postmodernisti. Cambiamento verso il postmodernismo Come per tutte le ere stilistiche, non vi sono date che indichino l'ascesa e la caduta della popolarità del postmodernismo. Il 1941, l'anno in cui James Joyce e Virginia Woolf morirono entrambi, è a volte utilizzato come un indicatore grezzo per l'inizio del postmodernismo. Il romanziere irlandeseFlann O'Brien completò The Third Policeman nel 1939. Gli fu respinta la pubblicazione e rimase sospesa fino al 1967, quando il romanzo fu pubblicato postumo. Una versione rivista chiamata The Dalkey Archive fu pubblicata prima dell'originale nel 1964, due anni prima della morte di O'Brien. Malgrado la comparsa dilatoria, il teorico letterario Keith Hopper ritiene The Third Policeman come uno dei primi romanzi del genere che chiama romanzo postmodernista. Il prefisso "post", comunque, non implica neces- sariamente una nuova era. Piuttosto, esso potrebbe anche indicare una reazione contro il modernismo all'alba della seconda guerra mondiale (con il suo disprezzo per i diritti umani, confermato dalla Convenzione di Ginevra, attraverso il massacro di Nanchino, la marcia della morte di Bataan, i bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, l'Olocausto, il bombardamento di Dresda, ibombardamenti di Tokyo, l'internamento dei giapponesi negli Esso può anche implicare una reazione a eventi postbellici significativi: l'inizio della Guerra Fredda, il movimento per i diritti civili degli afroamericani, il postcolonialismo (letteratura post coloniale), e gli sviluppi dell'informatica (romanzo cyperpunk e Alcuni sostengono che l'inizio della letteratura postmodernista potrebbe essere demarcato da significative pubblicazioni o eventi letterari. Per esempio, alcuni indicano l'inizio del postmodernismo con la prima pubblicazione del The Cannibal diJohn Hawkes nel 1949, il primo spettacolo di Waiting for Godot nel 1953, la prima pubblicazione di Howl nel 1956 o di Naked Lunch nel 1959. Per altri l'inizio lo si può indicare con alcuni momenti della teoria critica: la lezione di Jacques Derrida"Structure, Sign, and Play" nel 1966 o il più recente utilizzo ne T he Dismemberment of Orpheus di Ihab Hassan nel 1971.Brian McHale approfondisce la propria tesi principale riguardo questo cambiamento, e sebbene molte opere postmoderniste si siano sviluppate dal modernismo, il modernismo è caratterizzato da una dominante epistemologica, mentre il postmodernismo è principalmente concentrato su questioni ontologiche. Dibattito sul postmoderno Soprattutto l'ultimo problema ha scatenato critiche spesso accese e rifiuto della letteratura postmoderna su base morale o politica: una letteratura che rifiuti l'idea di verità è stata messa in discussione come legittimazione di pratiche di dominio e sfruttamento cui può far gioco l'idea che la verità non esista, e che una buona campagna di propaganda (o comunicazione, come viene spesso chiamata ultimamente) possa far sparire o comparire fatti e situazioni a piacimento. La replica di uno dei più grandi scrittori post- moderni, Thomas Pynchon, nel suo romanzo Mason & Dixon, è stata che non c'è niente di più temibile di una versione unica di come stan- no le cose nel mondo o come sono andate le cose nella storia (e con ciò Pynchon allude evidentemente al pensiero unico). La letteratura che lui pratica, quella postmoderna, cerca invece di dare voce a più versioni della storia, in modo che ci sia possibilità di dialogo, di dibattito, di confronto; questo lascia spazio anche alla verità dei deboli, degli sfruttati, degli sconfitti (quelli che Pynchon ha definito i "preteriti"). Umberto Eco, uno dei più importanti esponenti italiani del Postmoderno, afferma nelle postille de "Il nome della rosa" che il "post-moderno è un termine buono à tout faire" e che può essere riferito a differenti periodi del Novecento. Per Eco, inoltre, in ogni epoca si giunge a momenti in cui ci si accorge che "il passato ci condiziona, ci sta addosso, ci ricatta". All'inizio del Novecento, per questi motivi, l'avanguardia storica cerca di opporsi al condizionamento del passato, distrug- gendolo e sfigurandolo. Ma l'avanguardia non si ferma qui, procede fino all'annullamento dell'opera stessa (il silenzio nella musica, la cornice vuota in pittura, le pagine bianche in letteratura etc). Dopo ciò "l'avanguardia (il moderno) non può più andare oltre". Dunque siamo costretti a riconoscere il passato e a prenderlo con ironia, ma senza ingenuità. "La risposta post-moderna al moderno - afferma Eco - consiste nel riconoscere che il passato, visto che non può essere distrutto, perché la sua distruzione porta al silenzio, deve essere rivisitato: con ironia, in modo non innocente". |
Post n°2303 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli
New Wave (fantascienza) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. La New Wave (letteralmente "nuova ondata" in inglese) è stata una corrente letteraria della fantascienza sorta nel 1964, quando un giovane scrittore inglese, Michael Moorcock, assunse la direzione della rivista di fantascienza britannica New Worlds, trasformandola in breve tempo nel punto di raccolta di tutte le tendenze più sperimentali ed eversive della fantascienza di quel periodo. La New Wave nacque come reazione spontanea alla fantascienza allora esistente (in particolare quella britannica), giudicata priva di originalità, pesante e senza alcuna ambizione. Temi La New Wave fu caratterizzata da un alto grado di sperimentazione, sia nella forma che nei contenuti. Gli autori New Wave introdussero nelle loro opere di fantascienza varie tecniche usate nella letteratura mainstream, come ad esempio l a tecnica del cut-up di William S. Burroughs, o il monologo interiore (anche detto "flusso di coscienza") reso celebre da James Joyce. Nei contenuti, la New Wave rigettò l'intero nucleo dei temi propri sino ad allora della fantascienza tradizionale (definito "outer space", ovvero spazio esterno), a favore della focalizzazione sulla violazione dei tabù (come l'incesto, l'ateismo, l'antimperialismo ecc.) con un approccio più marcatamente rivolto agli abissi della mente umana, un tema che J. G. Ballard, uno dei massimi esponenti di questa nuova corrente (nonostante il suo continuo rifiuto di dichiararsene parte), chiamò "innerspace" (letteralmente spazio interno).
Una delle idee centrali della New Wave fu l'entropia (tema classico della letteratura postmoderna), l'idea che l'universo cesserà irrevocabilmente di esistere, e le sue ripercussioni sulla società umana. Ma ebbe molto seguito anche l'idea della "rilevanza" (relevance); il riconoscimento, sulla base di alcuni elementi, di una tendenza in atto nella società contemporanea per proiettarla nei suoi sviluppi futuri, non tanto con lo scopo di prevedere il futuro come farebbe la futurologia, quanto per discutere fenomeni rilevanti del presente estremizzati in un contesto ipotetico. La New Wave iniziò ad esplorare molti soggetti, incluso il sesso nella fantascienza, in modi ritenuti fino ad allora impensabili. L'antologia Dangerous Visions di Harlan Ellison ne fu un'importante pietra miliare, fungendo da vetrina per l a New Wave sia statunitense che britannica. La rivista New Worlds non ebbe vita lunga. Sei anni dopo la sua nascita fu costretta a chiudere. Molte delle innovazioni proprie della New Wave non erano state gradite dal pubblico più tradizionale e avevano innescato lunghe polemiche tra gli appassionati del genere fantascientifico. La rivoluzione culturale della New Wave non si esaurì comunque del tutto. Molti degli autori di fantascienza degli anni settanta erano ormai stati influenzati da questa nuova ondata e dimostrarono di sapersi sbarazzare facilmente di molti dei preconcetti e delle barriere culturali che avevano caratterizzato la fantascienza degli anni passati. Origine del termine Il termine New Wave deriva dal nome del movimento cinematografico Nouvelle Vague (in francese nuova onda): film caratterizzati dal lavoro di Jean-Luc Godard, François Truffaut ed altri. Fu in seguito applicato ai nuovi fenomeni musicali successivi al punk rock britannico degli anni settanta. Importanti autori New Wave
Ray Bradbury, Theodore Sturgeon, Algis Budrys (specialmente per il suo romanzo Rogue Moon con il suo uso del Freudismo) ed Alfred Bester possono invece essere considerati importanti precursori di questa corrente letteraria. |
Post n°2302 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. La fantascienza è un genere di narrativa popolare di successo sviluppatosi nelNovecento, che ha le sue radici nel romanzo scientifico. Dalla letteratura la fantascienza si è massicciamente estesa agli altri mass media, anzitutto il cinema, quindi i fumetti, la televisione e i videogiochi. La fantascienza ha come tema fondamentale l'impatto di una scienza e/o unatecnologia - reale o immaginaria - sulla società e sull'individuo. I personaggi, oltre che esseri umani, possono essere alieni, robot, cyborg, mostri o mutanti; la storia può essere ambientata nel passato, nel presente o, più frequentemente, nel futuro. Il termine è usato, in senso più generale, in riferimento a qualsiasi tipo di letteratura di fantasia che includa un fattore scientifico, comprendendo a volte ogni genere di racconto fantastico; un certo grado di plausibilità scientifica rimane tuttavia un requisito essenziale. L'espressione inglese science fiction fu coniata da Hugo Gernsback nel 1926. Gernsback inizialmente chiamò questo genere di storie scientific fiction. L'espressione poi si contrasse in scientifiction, per ridursi i nfine a science fiction(spesso abbreviata Sci-Fi dagli anglosassoni). La traduzione italiana fantascienza, attraverso un calco linguistico, è attribuita a Giorgio Monicelli nel 1952 Storia La data di nascita della fantascienza è convenzionalmente indicata al 5 aprile del 1926, quando uscì negli Stati Uniti la prima rivista di fantascienza, Amazing Stories, diretta da Hugo Gernsback, ma al genere possono essere ascritte numerose opere precedenti, dal Frankenstein di Mary Shelley ai romanzi di Jules Verne e H. G. Wells. Prima della fantascienza Prima della fantascienza esistevano i resoconti dei viaggiatori, che presentavano elementi spesso fantasiosi o del tutto immaginari. Da qualche parte, lontano da qui, in qualche angolo inesplorato del mondo, esistevano strane culture, fauna e flora esotiche, a volte persino mostri marini. La fantascienza vera e propria vide i suoi albori solo dopo la nascita della scienza moderna, in particolare dopo le rivoluzioni avvenute nel campo dell'astronomia e dellafisica nel corso del Seicento. Fianco a fianco con l'antico genere della letteratura fantastica (di cui oggi il sottogenere più diffuso è il fantasy), vi erano notevoli precursori, tra i quali: Ilromanzo grecoLa storia veradiLuciano di Samosata (120-180 d.C.), primo resoconto noto di un viaggio sullaLuna, e di incontri con iSeleniti. Esso include due dei temi principali del genere: il viaggio su un altro corpo celeste e l'incontro con una civiltà extraterrestre. Il trattatoLa nuova Atlantide(incompiuto) diBacone, sebbene sia per lo più un trattato filosofico, racconta di una civiltàtecnocraticaavveniristica che immagina molte delle nostre invenzioni future. Iviaggi immaginarisullaLunadelXVII secolo, mostrati per la prima volta nelSomniumdiGiovanni Keplero(1634), poi neL'altro mondo o Gli stati e gli imperi della Luna( L'autre monde ou Les états et empires de la Lune,1657) Il mondo alternativo scoperto nell'Articoda un giovane nobiluomo nel romanzo diMargaret Cavendishdel 1666The Description of a New World, Called the Blazing- Descrizioni di vita nelfuturo, comeL'anno 2440diLouis -Sébastien Mercier(1772) o laStoria filosofica dei secoli f uturidiIppolito Nievodel1860. Tra queste opere vi è il secondo romanzo più venduto del secolo negli Stati Uniti, Guardando indietro, 2000-1887(Looking Backward) diEdward Bellamy(1888).Culture aliene neI viaggi di Gullive rdiJonathan Swift(1726) e neIl viaggio sotterraneo di Niels Elementi di fantascienza nelle storie delXIX secolodiEdgar Allan Poe,Nathaniel HawthorneeFitz-James O'Brien. Negli ultimi decenni del secolo, le opere fantascientifiche per adulti e ragazzi erano numerose, malgrado non esistesse ancora il termine "science fiction". |
Post n°2301 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli
Nellapoesia romantica, inoltre, le immaginazioni degli scrittori portavano a visioni di altri mondi e di remoti futuri come in Locksley HalldiAlfred Tennyson.Voltaire, d'altra parte, chiamava il suoMicromégas(1752) non un racconto fantastico ma una "storia filosofica" (titolo ripreso poi, non a caso, da Nievo). Il più rilevante esempio rimane però il romanzo Frankenstein di Mary Shelley, del 1818. Brian Aldiss, nel suo libro Billion Year Spree, sostiene che Frankenstein rappresenta "il primo lavoro seminale al quale l'etichetta di fantascienza può essere logicamente appiccicata". È anche il primo esempio del cliché dello "scienziato pazzo". Un altro romanzo avveniristico di Mary Shelley, L'ultimo uomo (The Last Man), è spesso citato come la prima vera storia di fantascienza. La prima fantascienza La fantascienza in Europa inizia propriamente alla fine del XIX secolo con il romanzo scientifico (scientific romance), di cui un esponente di spicco fu Jules Verne(1828 - 1905), per il quale la scienza era piuttosto sul livello dell'invenzione, come pure le storie di critica sociale orientate alla scienza di H. G. Wells (1866 -1946). Wells e Verne non furono privi di concorrenti nello scrivere la prima fantascienza: racconti e romanzi brevi con temi di immaginazione fantastica apparvero nei quotidiani per tutta la fine dell'Ottocento, e molti utilizzavano idee scientifiche come espediente per l'immaginazione. Erewhon è un romanzo diSamuel Butler pubblicato nel 1872 sul concetto che le macchine potessero un giorno diventaresenzienti e supplenti della razza umana. Malgrado sia più conosciuto per altre opere, sirArthur Conan Doyle scrisse anch'egli di fantascienza. L'unico libro con il quale Charles Dickens si avventurò nel territorio della speculazione scientifica e negli strani misteri della natura fu il romanzo Casa desolata (Bleak house, 1852), nel quale faceva morire uno dei personaggi di combustione umana spontanea (dopo avere svolto minuziose ricerche sulla casistica del fenomeno). Wells e Verne avevano entrambi un bacino di lettori internazionale e influenzarono numerosi scrittori, in particolare in America, dove ben presto nacque fantascienza indigena. Molti scrittori britannici inoltre trovarono più lettori nel mercato americano, scrivendo in uno stile americanizzato. Aleksandr Aleksandrovič Bogdanov, uno dei due fondatori del bolscevismo, medico, sperimentatore, filosofo ed economista, fu il più importante scrittore fantascientifico russo prima della rivoluzione del 1917, autore del popolare romanzo La stella rossa(Красная звезда Krasnaja zvezda, 1908) e del suo seguito L'ingegner Menni (Inener Menni, 1912), ambientati in un pianeta Marte dalla società socialista utopica. Circa negli stessi anni esordì il grande scrittore americano H. P. Lovecraft, considerato uno dei geni più rivoluzionari nel campo della fantascienza "cosmica" e dell'horror soprannaturale. Nel 1924 fu pubblicato il romanzo Noi del russo Evgenij Ivanovič Zamjatin, considerato il precursore di molti successiviromanzi distopici. La science fiction, come fenomeno letterario di massa, è fatta risalire alla pubblicazione negli Stati Uniti del primo numero diAmazing Stories (Storie sorprendenti), il 5 aprile del 1926. Hugo Gernsback, il fondatore della rivista, nell'editoriale annunciava di voler pubblicare: "... Quel tipo di storie scritte da Jules Verne, H. G. Wells ed Edgar Allan Poe - un affascinante romanzo fantastico, in cui si mescolino fatti scientifici e visioni profetiche... ". Il successivo grande scrittore britannico di fantascienza dopo H. G. Wells fu Olaf Stapledon (1886 - 1950), le cui quattro opere maggiori (Last and First Men, 1930; Odd John, 1935; Star Maker, 1937; Sirius, 1940) introdussero una miriade di idee che furono presto adottate da altri scrittori. Più tardi, le opere di John Wyndham (1903 - 1969) guadagnarono l'acclamazione del pubblico dei lettori e della critica. Wyndham, che firmava con una quantità di pseudonimi, amava definire la fantascienza come una logical fantasy. Prima dellaseconda guerra mondiale, Wyndham scrisse quasi esclusivamente per i pulp magazine statunitensi, ma nel dopoguerra divenne noto al grande pubblico, anche al di fuori dell'ambito degli appassionati, a partire dal suo romanzo Il giorno dei trifidi(The Day of the Triffids, 1951). |
Post n°2300 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli
La fantascienza, parte seconda Anni quaranta: l'epoca d'oro La prima fantascienza aveva una forte base avventurosa ed era caratterizzata dalla "meraviglia" per i progressi della scienza (si era nell'epoca dell'avvento dell'elettricità), ma dagli anni quaranta cominciò a occuparsi più delle ripercussioni del progresso scientifico che non delle ipotetiche conquiste della scienza in sé stesse. Questi anni sono dominati da John W. Campbell, che alla fine del 1937 assunse la direzione della rivista Astounding Stories nella quale ospitò tutti gli autori della cosid- detta Golden Age (Età dell'oro), quali A. E. Van Vogt, Isaac Asimov, Robert A. Heinlein, Clifford D. Simak, Ray Bradbury, Theodore Sturgeon: per quanto l'"epoca d'oro" vera e propria la si consideri terminata negli anni cinquanta, questi scrittori sarebbero diventati i "mostri sacri" a cui si sarebbero rifatti gli autori successivi, compresi quelli degli anni sessanta, anche solo per contestarli o farne la satira. Secondo i critici degli anni cinquanta, la carat- teristica della fantascienza americana era l'estrapolazione, ovvero il riconoscimento, sulla base di alcuni elementi, di una tendenza in atto per proiettarla nei suoi sviluppi futuri, non tanto con lo scopo di prevedere il futuro come farebbe la futurologia, quanto per discutere fenomeni del presente estremizzandoli in un contesto ipotetico. Altri spunti critici mettono invece in luce il (prevalente) riferimento al "sense of wonder" ("la meraviglia"), che fa appello ad un analogo della "volontaria sospensione dell'incredulità" di cui parlava il poeta Coleridge ("Quella volontaria e momentanea sospensione dell'incredulità che costituisce la fede poetica"). Anni cinquanta: tra sociologia e letteratura Gli anni cinquanta segnano per la fantascienza americana un notevole cambiamento: all'atteg- giamento fiducioso e ottimistico nei confronti della scienza, a causa della bomba atomica si sostituisce un approccio più angosciato. La guerra fredda, la società dei consumi, la paura del diverso (sia esso il comunista o il nero, a causa delle lotte per i diritti civili), la società di massa americana dominata da pubblicità e televisione (significativa fu la vittoria alle elezioni del 1952 di Dwight D. Eisenhower su Adlai Stevenson: nonostante Stevenson fosse candidato più colto e brillante, l'apparato pubblicitario scatenato per sostenere Eisenhower lo portò alla vittoria): tutti temi centrali per quella che verrà a lungo chiamata "fantascienza sociologica". Rappresentanti più importanti di questa tendenza sono la coppia Frederik Pohl e Cyril M. Kornbluth, Robert Sheckley,Richard Matheson, Walter M. Miller, jr. nonché la prima produzione di Philip K. Dick. Ma accanto a questa linea sociologica, che usa la fantascienza come strumento di critica della società americana e dei suoi eccessi, ce n'è un'altra, che s'incarna soprattutto nella figura del grande editor e scrittore Anthony Boucher, che si sforza di promuovere una migliore qualità letteraria nella fantascienza. Suo discepolo è Philip K. Dick, ma a questa tendenza appartengono anche altri scrittori che esplodono in questo decennio, come Fritz Leiber (che insegnava Shakespeare in uncollege) o Cordwainer Smith (coltissimo discendente di una potente famiglia americana, cresciuto in Cina e imbevuto della cultura di quel paese); le esperienze, le invenzioni, le scoperte e le soluzioni stilistiche di questi scrittori apriranno la strada ai discepoli, negli anni sessanta, della "New Wave". Anni sessanta: la New Wave La rivoluzione nella fantascienza fu portata avanti sui due lati dell'Atlantico: nel Regno Unito c'era il gruppo di scrittori legati alla rivista New Worlds, tra cui spiccava James G. Ballard, ma che contava anche altri talenti come Brian W. Aldiss, John Brunner e Michael Moorcock. Negli Stati Uniti la figura di riferimento diventò il provocatorio e dissacrante Harlan Ellison, innovativo autore di racconti e curatore di due antologie (intitolate Dangerous Visions e Again, Dangerous Visions) che smossero le acque fin troppo ferme del genere con argomenti scottanti: il sesso, ledroghe, il femminismo, il razzismo, il Vietnam, ecc. Nelle antologie di Ellison ci sono nomi importanti della nuova fantascienza americana: Robert Silverberg, Philip José Farmer, Philip K. Dick, Roger Zelazny, Samuel R. Delany, Norman Spinrad, R. A. Lafferty, Joanna Russ, Ursula K. Le Guin, La fantascienza della New Wave fu il prodotto di due tendenze che s'incrociavano creando un equilibrio instabile: una ricerca letteraria che spinge molti scrittori a rifarsi ai modelli della letteratura modernista e alle avanguardie delpostmodernismo, quindi a non scrivere nello stile da best seller (letteratura di consumo) tipico fino a quel momento di molta letteratura fantascientifica (e il migliore rappresentante di questa tendenza è il più sofisticato e letterario tra gli scrittori americani, Thomas Disch); una ben precisa volontà di andare a toccare temi tabùche erano stati assenti per anni dalle riviste di fantascienza: non a caso questo è il momento in cui s'inseriscono autori neri, come Delany, o donne, come la Russ o la Le Guin, o dichiaratamentegay, come Thomas Disch e ancora Delany. Se da un lato la nuova ondata (questo il significato letterale di New Wave) costrinse finalmente il mondo accademico - non solo negli Stati Uniti - ad occuparsi della fantascienza (pur tra resistenze e incomprensioni) - è in questo periodo che nascono le prime riviste accademiche di critica sulla fantascienza, Science-Fiction Studies, Foundation edExtrapolation, - dall'altro la sofisticazione letteraria di queste opere portò alla presa di distanza di molti fan della fantascienza tradizionale degli Asimov e degli Heinlein. Anni settanta Il decennio successivo fu caratterizzato dalla continuazione dell'attività della New Wave: soprattutto Ballard scrisse in questo periodo la sua trilogia fondamentale,Crash, Il Condominio (High Rise) e L'isola di cemento (The Concrete Island). Entrò in crisi invece Philip K. Dick, per problemi di droga ed esistenziali, che lo portarono a una pausa nella sua produzione fino alla seconda metà del decennio. L'impatto innovativo della New Wave poco a poco si attenuò: i singoli autori andarono ciascuno per la propria strada. Il fenomeno degli anni settanta fu da un lato l'emergere di numerose scrittrici, sempre più interessate ai temi del femminismo e più in generale dell'identità femminile. Tra le figure dominanti spiccarono Joanna Russ e Ursula K. Le Guin,Marion Zimmer Bradley, Doris Lessing (autrice che proveniva da altre esperienze, ma che negli anni settanta scrisse il monumentale ciclo fantascientifico di Canopus in Argos: Archives). A queste va aggiunta Alice Sheldon, una notevole autrice che fino al 1977 si era nascosta dietro lo pseudonimo maschile di James Tiptree Jr.. A metà degli anni settanta nel cinema di fantascienza il travolgente successo di Guerre stellari di George Lucas riporta in auge i temi della space opera degli anni quaranta; la pellicola richiamava alcuni elementi di sword and sorcery (fu coniato per essa il termine ibrido science fantasy[13] e alcuni commentatori si sono azzardati a dichiarare che si tratta di una fiaba riverniciata di fantascienza). Il successo clamoroso della serie sancì il ritorno a una fantascienza d'intrattenimento, più spensierata e meno culturalmente impegnata. Anni ottanta: il cyberpunk A dominare la scena nei primi anni ottanta fu l'ondata cyberpunk. Il nuovo spazio da esplorare, dopo quello esterno tra le stelle e quello interiore della psiche, fu quello virtuale delle tecnologie informatiche e di telecomunicazione. Si può dire che Internet sia stata profetizzata (anche se già ne esisteva una prima forma pionieristica) nel 1984 dal romanzo più celebrato del cyberpunk, Neuromante di William Gibson con il suo cyberspazio. Anche il cyberpunk fu lanciato da un'antologia di racconti, Mirrorshades, curata dall'intraprendente scrittore e giornalista Bruce Sterling. Sulla scia dell'ondata cyberpunk si assistette ad un rinnovato interesse accademico per la fantascienza (vista come un'area confinante con la letteratura postmoderna), all'esplodere dell'immaginario fantascientifico nel nuovo ambito dei videogiochi, ma soprattutto ad un rinnovato interesse da parte del cinema di Hollywood, che cominciò a realizzare, complici le nuove tecnologie digitali, film sempre più spettacolari spesso basati, direttamente o indirettamente, sui classici del genere. Le avanguardie furono una volta ancora sostituite del "mercato". L'ondata cyberpunk durò meno della New Wave, soprattutto a causa dell'affievolirsi dell'ispirazione dell'autore più dotato, William Gibson. Altri autori del movimento si affermarono in modo più o meno duraturo, come Lucius Shepard, Kim Stanley Robinson, Rudy Rucker, Lewis Shiner. A margine del movimento cyber si pose una tra le più interessanti autrici di quegli anni, la sofisticata e letteraria Pat Cadigan, mentre ne era del tutto al di fuori l'altra figura di spicco della scrittura al femminile, l'afroamericana Anni novanta Il periodo fu caratterizzato da una forte ripresa della fantascienza britannica, tanto che alla fine del decennio si parlò di un vero e proprio "British Boom", legato all'attività di nuovi autori quali Iain Banks, Ken MacLeod, M. John Harrison e infine il più giovane, China Miéville. Negli Stati Uniti si assistette invece a un declino delle vendite di tali proporzioni che alcuni scrittori cambiarono genere: un vecchio leone come Thomas M. Disch, si riciclò brillantemente nell'horror con la sua Minnesota Supernatural Series; Robert Sheckley tentò di passare al giallo (come aveva già fatto negli anni sessanta), ma senza grandi risultati; Patricia Anthony, una delle autrici più promettenti, dalla fantascienza passò al fantasy; Jonathan Lethem, considerato da alcuni l'unico vero erede di Philip K. Dick, passò alla letteratura mainstream. Tutto questo avvenne nel momento in cui temi, idee, immagini, luoghi, trame della fantascienza comparivano sempre più spesso anche al di fuori del genere, e si parlò di un genere avantpopche pescava dalla fantascienza, dal giallo, dal western, dall'horror. Oltre alla prima produzione di Lethem, buon rappresentante di questa tendenza fu uno degli scrittori giovani, Matt Ruff. Anche in Gran Bretagna la ripresa della let- teratura fantascientifica si legò a fenomeni d'ibridazione, che fecero parlare dinew weird, o di weird fiction, o slipstream. China Miéville, ad esempio, nei suoi romanzi mescolò fantasy, horror, gotico, fantascienza e (in dosi massicce) i giochi di ruolo. |
Post n°2299 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli
La fantascienza in lingua italiana da Wikipedia, parte terza La protofantascienza italiana Ancora prima della nascita del termine "fantascienza", a partire dagli ultimi anni del XIX secolo appaiono in Italia racconti e romanzi brevi di contenuto fantascientifico nei supplementi domenicali dei quotidiani, nelle riviste letterarie, in collane popolari e Gli autori sono tra i protagonisti della letteratura popolare dell'epoca, come Emilio Salgari (in particolare con il romanzo Le meraviglie del duemila) e Yambo, ma anche note figure della letteratura, tra i quali Massimo Bontempelli, Luigi Capuana, Guido Gozzano, Ercole Luigi Morselli. Già prima di questi vi sono però degli interes- santi quanto poco conosciuti esempi, come la Storia filosofica dei secoli futuri di Ippolito Nievo del 1860. La nascita ufficiale (1952 L'anno ufficiale di nascita della fantascienza in Italia è considerato generalmente il 1952, con il primo numero della rivistaScienza Fantastica, avventure nello spazio, tempo e dimensione e nello stesso anno della rivista A queste prime pubblicazioni ne seguono altre, generalmente di breve vita, non tutte con storie avventurose in cui non mancano classici elementi come gli alieni dalla carnagione verde, armi a raggi, astronavi ed eroine scollate, in puro stile pulp. La rivista Oltre il cielo, diretta dall'ing. Cesare Falessi, affiancava lavori di science fiction al consueto novero di articoli sull'aviazione e l'astronautica. Poi nel 1957 si affianca alla guida della rivista Oltre il cielo l'ingegnere Armando Silvestri che nell'anteguerra, nel 1938, aveva ideato, ma senza successo concreto, il progetto per una rivista quadrimestrale, Avventure dello spazio, che però non trovò mai il favore di un editore. A testimonianza dell'aderenza del pubblico al canone da poco sviluppatosi oltreoceano, gli scrittori italiani pubblicano i loro racconti sotto pseudonimi rigorosamente anglosassoni: Gianfranco Briatore diventa John Bree; Ugo Malaguti si firma Hugh Maylon; Luigi Naviglio, Louis Navire; Roberta Rambelli è Robert Rainbell, al maschile; Carlo Bordoni, Charley B. Drums. All'inizio degli anni sessanta, con Futuro - a cura di Lino Aldani già noto sotto lo pseudonimo di N. L. Janda, Massimo Lo Jacono già conosciuto sotto lo pseudonimo di L. J. Mauritius e Megalos Diekonos, e Giulio Raiola - la science fiction italiana acquista tuttavia un respiro internazionale, che avrà però corta durata (solo otto numeri mensili, fra il maggio-giugno 1963 e il novembre 1964). Negli anni sessanta il numeroso pubblico degli appassionati diede vita a numerose fanzine, il più delle volte pubblicate a ciclostile in poche centinaia di copie, che costituirono un momento di passaggio per futuri scrittori come Vittorio Curtoni ePaolo Brera. Il ruolo di Urania Sempre nel 1952 la casa editrice Mondadori lancia una rivista e una collana di romanzi, i spirandosi alla musa dell'astronomia: Urania. Primo direttore: Giorgio Monicelli, che conia anche il termine italiano "fantascienza". La rivista chiude dopo appena un anno, mentre i suoi romanzi a cadenza quindicinale riscuotono un grande successo. Negli anni sessanta le copertine sono disegnate da Karel Thole, mentre la direzione della collana viene assunta da Fruttero & Lucentini. Il ruolo di Urania nella diffusione della letteratura fantascientifica tra gli italiani è rilevante: molti scrittori di fantascienza comeAsimov, Ballard, Dick, Le Guin e altri furono pubblicati per la prima volta in questi libri dal cerchio rosso in copertina. D'altro canto per un trentennio la collana evitò di pubblicare autori italiani, favorendo l'idea che si trattasse di una letteratura esclusivamente d'importazione, fino a che nel 1989 istituì un noto premio letterario, che ha scoperto e lanciato autori comeLuca Masali e Valerio Evangelisti. La fantascienza online Con l'eccezione di Urania, oggi la letteratura di fantascienza è praticamente scomparsa dalle edicole italiane, avendo ceduto molto terreno ai Il ruolo di riviste come Robot (tuttora pubblicata) è stato parzialmente ripreso dalle pubblicazioni sul Web (riviste e fanzine), che raggiungono migliaia di lettori. Le più popolari sono Delos e il Corriere della Fantascienza che sono parte del portale Fantascienza.com e Intercom. Le riviste online raggiungono non soltanto il tradizionale lettore della narrativa di fantascienza, ma coinvolgono anche chi è appassionato a questo genere in altre forme, come cinema, fumetti e soprattutto serie televisive. In questo senso le riviste online contribuiscono in qualche misura ad avvicinare alla letteratura chi non la conosceva, dando un impulso, anche se di proporzioni tutte da verificare, allo sviluppo di nuove generazioni di lettori. Siti web, blog, forum, newsgroup e mailing list inoltre contribuiscono in questa direzione grazie alla creazione di grandi comunità di appassionati e al conseguente scambio di esperienze e di consigli di lettura, allargando quello che prima degli anni novanta era, sebbene in misura molto minore e qualitativamente diversa, il fenomeno delfandom. |
Post n°2298 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli
Fonte: Wikipedia. La fantascienza cinematografica italiana Il film di Paolo Heusch La morte viene dallo spazio, del 1958, è spesso indicato come la prima pellicola fantascientifica (non farsesca) del cinema italiano; narra della minaccia al pianeta Terra portata da una pioggia di asteroidi, con precisi riferimenti al cinema americano ed effetti speciali di Mario Bava. Totò nella luna, dello stesso anno, è stato visto come la risposta comica a questo film. In precedenza c'erano stati altri film farseschi: la commedia Mille chilometri al minuto (1939) di Mario Mattoli (uno dei primi voli verso il pianeta Marte, anche se s'interrompe quasi sul nascere) e Baracca e burattini, una commedia musicale del 1954, con la regia di Sergio Di una certa rilevanza per il genere, la tetralogia della stazione spaziale Gamma 1, del 1965, diretta da Antonio Margheriti. Generi e filoni Malgrado la fantascienza sia stata un tempo incentrata anzitutto "sulla scienza", all'interno e ai confini di questo tipo di narrativa si è evoluta una grande varietà di generi e sottogeneri, con la commistione sempre più frequente della fantascienza con il fantasy e l'horror, tanto che alcuni autori e critici utilizzano di preferenza l'espressione speculative fiction (narrativa speculativa) per descrivere complessivamente il fenomeno e altri utilizzano il termine slipstream intendendo ilfantastico, cioè quella forma letteraria estremamente ampia che utilizza l'immaginario, il surreale e tutto ciò che non è mimetico della realtà, per dare maggior impatto ad un messaggio radicato nella visione politica, ideologica del reale. Vi possono essere molti modi diversi per tentare di classificare un'opera di fantascienza; non di rado un'opera o un autore utilizzano vari temi contemporanea- mente e si possono collocare all'interno di più categorie. Una prima classificazione, puramente convenzio- nale, viene spesso effettuata tra fantascienza hard o tecnologica (hard science fiction) e fantascienza soft (soft science fiction), dove la prima si occupa con verosimiglianza degli aspetti tecnologici, la seconda rivolge il suo interesse ai temi umanistici e sociologici. Un genere avventuroso molto popolare è la space opera (in particolare quella militare), a base di astronavi e battaglie spaziali, che ha avuto un notevole influsso anche nella tv e nel cinema, da Star Trek a Guerre stellari. Altre storie di forte presa sul pubblico sono quelle apocalittiche o post apocalittiche, che descrivono in termini drammatici la fine del Movimenti che hanno introdotto nuovi fermenti nel panorama fantascientifico sono stati prima la New Wave negli anni sessanta, poi il cyberpunk negli anni ottanta; quest'ultimo ha generato tutta una serie di sotto-filoni fino ai giorni nostri, e ad esso si affianca lo Le opere contemporanee di fantapolitica, le utopie e le distopie vengono a loro volta fatte rientrare nel genere fantascientifico, come pure le ucronìe, dove le vicende sono ambientate in una immaginaria linea temporale del passato, una "storia alternativa". Temi tipici Vi sono alcuni temi particolarmente sfruttati nelle storie di fantascienza. Anzitutto lospazio: la sua conquista, l'esplorazione e la sua colonizzazione, il viaggio interstellare (in genere con astronavi più veloci della luce) è stato per lungo tempo uno dei temi più popolari, ed in buona parte rimane tale. Lo spazio tuttavia può essere visto anche come un pericolo per l'umanità, un luogo ignoto e misterioso da cui possono prevenire terribili minacce, come un corpo celeste che minaccia la Terra o una invasione aliena. L'esistenza di forme di vita e di intelligenze extraterrestri (maligne o benigne), assieme alla possibilità di stabilire con esse unprimo contatto, sono soggetti ritenuti particolarmente affascinanti dagli autori e dai loro lettori, vista la mole di opere che vi sono state dedicate. Dalla fine degli anni cinquanta, con la nascita dell'ufologia, anche gli UFO sono un elemento molto presente nelle opere popolari. Dagli anni sessanta lo sono anche le facoltà paranormali e la parapsicologia. Il viaggio nel tempo è un tema classico già a partire dalla fine dell'Ottocento, con La macchina del tempo di H. G. Wells. A propria volta, la teoria sull'esistenza di dimensioni parallele offre innumerevoli spunti narrativi per le più diverse trame. La possibilità ipotetica di creare vita artificiale, presente in miti e leggende e nel Frankenstein, mantiene intatto ed accresce il suo fascino grazie all'interesse sviluppato per l'intelligenza artificiale e con la creazione di robot, cyborg e androidi ad imitazione dell'essere umano. Questo tema è spesso legato a quello della Verso la fine delNovecento, dopo la rivoluzione informatica, tra gli ambienti da esplorare si è aggiunta la realtà virtuale e in particolare ilcyberspazio. La trascendenza dalla condizione umana, così spesso trattata a livello filosofico e religioso, è divenuta a sua volta un tema fantascientifico, soprattutto in relazione alle modificazioni della genetica, come le mutazioni o la clonazione, e alle biotecnologie in generale. Cinema di fantascienza Benché il cinema di fantascienza venga spesso riconosciuto come genere autonomo solo a partire dagli anni cinquanta, l'elemento del fantastico era ben presente fin dagli esordi della settima arte. Il neonato cinema viene scoperto infatti come un mezzo che permette di portare sullo schermo non solo la realtà quotidiana, ma anche per visualizzare i sogni, le fantasie dell'essere umano, in modo da suscitare stupore e meraviglia nello spettatore. Tra i primissimi esempi Viaggio nella Luna[16]del 1902 di Georges Méliès, seguito a breve distanza da Viaggio attraverso l'impossibile; lo stesso Méliès è anche l'inventore dei primi effetti speciali. Per circa mezzo secolo sarebbero quindi uscite una serie di opere che verranno definite solo a posteriori come fantascienza, ma sono più che altro appartenenti al genere avventuroso di ambientazione esotica, venato di fantastico e condito di dettagli pseudoscientifici. Fanno eccezione poche pellicole, a cominciare dal celeberrimo Metropolis (1927), diFritz Lang o La vita futura di William Cameron Menzies del 1936. Queste opere forniranno ispirazione per le produzioni successive, quali Aelita (primo kolossal sovietico), King Kong, Frankenstein, La donna e il mostro, La maschera di Fu Manchu, L'isola delle anime perdute, per citarne alcuni tra i più noti e suggestivi. Il cinema di fantascienza ha esplorato una grande varietà di soggetti e temi, molti dei quali non potrebbero essere facilmente rappresentati in alcun altro genere. Questi film sono stati utilizzati, oltre che per intrattenere lo spettatore, per esplorare delicati temi sociali e politici. Attualmente le produzioni fantascientifiche puntano molto sull'azione e sono in prima linea riguardo all'uso degli effetti speciali. La platea si è abituata alla rappresentazione di realistiche forme di vita aliene, spettacolari battaglie spaziali, armi ad energia, viaggi più veloci della luce e paesaggi di lontani mondi. |
Post n°2297 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli
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James Graham Ballard (15 November 1930 - 19 April 2009 was an English novelist, short story writer, and essayist who first became associated with the New Wave of science fiction for his post-apocalyptic novels such asThe Wind from Nowhere (1961) and The Drowned World (1962). In the late 1960s, he produced a variety of experimental short stories (or "condensed novels"), such as those collected in the controversial The Atrocity Exhibition(1970). In the mid 1970s, Ballard published several novels, among them the highly controversial Crash (1973), a story about symphorophilia and car crashfetishism, and High-Rise (1975), a depiction of a luxury apartment building's descent into violent chaos. While much of Ballard's fiction would prove thematically and stylistically provocative, he became best known for his relatively conventional war novel,Empire of the Sun (1984), a semi- autobiographical account of a young British boy's experiences in Shanghai during Described by The Guardian as "the best British novel about the Second World War", the story was adapted into a 1987 film by Steven Spielberg starring Christian Bale. In the following decades until his death in 2009, Ballard's work shifted toward the form of the traditional crime novel. Several of his earlier works have been adapted into films, including David Cronenberg's controversial 1996 adaptation ofCrash and Ben Wheatley's 2015 adaptation of High-Rise. The literary distinctiveness of Ballard's fiction has given rise to the adjective "Ballardian", defined by the Collins English Dictionary as "resembling or suggestive of the conditions described in J. G. Ballard's novels and stories, especially dystopian modernity, bleak man-made landscapes and the psychological effects of technological, social or environmental developments". The Oxford Dictionary of National Biography entry describes Ballard's work as being occupied with "eros, thanatos, mass media and emergent technologies" Shanghai Ballard's father was a chemist at a Manchester -based textile firm, the Calico Printers' Association, and became chairman and managing director of its subsidiary in Shanghai, the China Printing and Finishing Company His mother was Edna, néeJohnstone. Ballard was born and raised in the Shanghai International Settlement, an area under foreign control where people "lived an American style of life". He was sent to the Cathedral School, the Anglican Holy Trinity Church near the BundShanghai After the outbreak of the Second Sino-Japanese War, Ballard's family were forced to evacuate their suburban home temporarily and rent a house in central Shanghai to avoid the shells fired by Chinese and Japanese forces. After the Japanese attack on Hong Kong, the Japanese occupied the International Settlement in Shanghai. In early 1943, they began to intern Allied civilians, and Ballard was sent to the Lunghua Civilian Assembly Center with his parents and younger sister. He spent over two years, the remainder of World War II, in the internment camp. His family lived in a small area in G block, a two -story residence for 40 families. He attended school in the camp, the teachers being camp inmates from a number of professions. As he explained later in his autobiography Miracles of Life, these experiences formed the basis of Empire of the Sun, although Ballard exercised considerable artistic licence in writing the book, such as the removal of his parents from the bulk of the story. It has been supposed that Ballard's exposure to the atrocities of war at an impressionable age explains the apocalyptic and violent nature of much of his fiction. Martin Amis wrote that Empire of the Sun "gives shape to what shaped him." However, Ballard's own account of the experience was more nuanced: "I don't think you can go through the experience of war without one's perceptions of the world being forever changed. The reassuring stage set that everyday reality in the suburban west presents to us is torn down; you see the ragged scaffolding, and then you see the truth beyond that, and it can be a frightening experience. " But also: "I have-I won't say happy-not unpleasant memories of the camp. [...] I remember a lot of the casual brutality and beatings-up that went on-but at the same time we children were playing a hundred and one games all the time!" Ballard later became an atheist. Britain and Canada In late 1945, after the end of the war, his mother returned to Britain with Ballard and his sister on the SS Arawa. They lived in the outskirts of Plymouth, and he attendedThe Leys School in Cambridge. He won an essay prize whilst at the school but did not contribute to the school magazine. After a couple of years his mother and sister returned to China, rejoining Ballard's father, l eaving Ballard to live with his grandparents when not boarding at school. In 1949 he went on to study medicine atKing's College, Cambridge, with the intention of becoming a psychiatrist. At university, Ballard was writing avant- garde fiction heavily influenced bypsycho- analysis and surrealist painters. At this time, he wanted to become a writer as well as pursue a medical career. In May 1951, when Ballard was in his second year at Cambridge, his short story "The Violent Noon", written to please the contest's jury, won a crime story competition and was published in the student newspaper Varsity. Encouraged by the publication of his story and realising that clinical medicine would not leave him time to write, Ballard abandoned his medical studies, and in October 1951 he enrolled at Queen Mary College to read English Literature. However, he was asked to leave at the end of the year. Ballard then worked as a copywriter for an advertising agency and as an encyclopaedia salesman. He kept writing short fiction but found it impos- sible to get published. In spring 1954 Ballard joined the Royal Air Force and was sent to the Royal Canadian Air Force flight-training base in Moose Jaw, Saskatchewan, Canada. There he discovered science fiction inAmerican While in the RAF, he also wrote his first science fiction story, "Passport to Eternity", as a pastiche and summary of the American science fiction he had read. The story did not see publication until 1962. Ballard left the RAF in 1955 after thirteen months and returned to England. In 1955 he married Helen Mary Matthews and settled in Chiswick, the first of their three children being born the following year. He made his science fiction debut in 1956 with two short stories, "Escapement" and "Prima Belladonna", published in the December 1956 issues of New Worlds andScience Fantasy respectively. The editor of New Worlds, Edward J. Carnell, would remain an important supporter of Ballard's writing and would publish nearly all of his early stories. From 1958 Ballard worked as assistant editor on the scientific journal Chemistry and Industry. His interest in art led to his involvement in the emerging Pop Art movement, and in the late fifties he exhibited a number of collages that represented his ideas for a new kind of novel. Ballard's avant-garde inclinations did not sit comfortably in the science fiction mainstream of that time, which held attitudes he considered philistine. Briefly attending the 1957 Science Fiction Convention in London, Ballard left disillusioned and demoralised and did not write another story for a year. By the late 1960s, however, he had become an editor of the avant-garde Ambit magazine, which was more in keeping with his aesthetic ideals. Full-time writing career In 1960 Ballard moved with his family to the middle-class London suburb of Shepperton in Surrey, where he lived for the rest of his life and which would later give rise to his moniker as the "Seer of Shepperton". Finding that commuting to work did not leave him time to write, Ballard decided he had to make a break and become a full-time writer. He wrote his first novel, The Wind from Nowhere, over a two-week holiday simply to gain a foothold as a professional writer, not intending it as a "serious novel"; in books published later, it is omitted from the list of his works. When it was successfully published in January 1962, he resigned from his job at Chemistry and Industry, and from then on supported himself and his family as a writer. Later that year his second novel, The Drowned World, was published, establishing Ballard as a notable figure in the fledgling New Wave movement of science fiction. Collections of his stories started getting published, and he began a period of great literary productivity, while pushing to expand the scope of acceptable material for science fiction with such stories as |
Post n°2296 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli
In 1964 Ballard's wife Mary died suddenly of pneumonia, leaving him to raise their three children - James, Fay and Bea Ballard - by himself. Ballard never remarried; however, a few years later his friend and fellow author Michael Moorcockintroduced him to Claire Walsh, who became his partner for the rest of his life (he died at her London residence) and is often referred to in his writings as "Claire Churchill". Walsh, who worked in publishing during the 1960s and 70s, was a sounding board for many of his story ideas, and introduced him to the expat community in the south of France which formed the basis of several novels. After the profound shock of his wife's death, Ballard began in 1965 to write the stories that became The Atrocity Exhibition, while continuing to produce stories within the science fiction genre. In 1967 Algis Budrys listed Ballard, Brian W. Aldiss,Roger Zelazny, and Samuel R. Delany as "an earthshaking new kind of" writers, and leaders of the New Wave. The Atrocity Exhibition (1969) proved controversial - it was the subject of an obscenity trial, and in the United States, publisherDoubleday destroyed almost the entire print run before it was distributed - but it gained Ballard recognition as a literary writer. It remains one of his iconic works, and was filmed in 2001. A chapter of The Atrocity Exhibition is titled "Crash!", and in 1970 Ballard organised an exhibition of crashed cars at the New Arts Laboratory, simply called "Crashed Cars". The crashed vehicles were displayed without commentary, inspiring vitriolic responses and vandalism. In both the story and the art exhibition, Ballard dealt with the sexual potential of car crashes, a preoccupation he also explored in a short film in which he appeared with Gabrielle Drake in 1971. His fascination with the topic culminated in the novel Crash in 1973. The main character of Crash is called James Ballard and lives in Shepperton, though other biographical details do not match the writer, and curiosity about the relationship between the character and his author increased when Ballard suffered a serious automobile accident shortly after completing the novel. Regardless of real-life basis, Crash, like The Atrocity Exhibition, was also controversial upon publication. In 1996, the film adaptation by David Cronenberg was met by a tabloid uproar in the UK, with the Daily Mail campaigning actively for it to be banned. In the years following the initial publication of Crash, Ballard produced two further novels: 1974's Concrete Island, about a man who becomes stranded in the waste area of a high-speed motorway, and High-Rise, about a modern luxury high rise apartment building's descent into tribal warfare. Although Ballard published several novels and short story collections throughout the seventies and eighties, his breakthrough into the mainstream came only with Empire of the Sun in 1984, based on his years in Shanghai and It became a best-seller,was shortlisted for the Booker Prize and awarded the Guardian Fiction Prize and James Tait Black Memorial Prize for fiction. It made Ballard known to a wider audience, although the books that followed failed to achieve the same degree of success. Empire of the Sun was filmed by Steven Spielberg in 1987, starring a young Christian Bale as Jim (Ballard). Ballard himself appears briefly in the film, and he has described the experience of seeing his childhood memories reenacted and reinterpreted as bizarre. Ballard continued to write until the end of his life, and also contributed occasional journalism and criticism to the British press. Of his later novels, Super-Cannes (2000) was particularly well received winning the regional These later novels often marked a move away from science fiction, instead engaging with elements of a traditional crime novel. Ballard was offered a CBE in 2003, but refused, calling it "a Ruritanian charade that helps to prop up our top-heavy monarchy". In June 2006, he was diagnosed with terminal prostate cancer, which metastasised to his spine and ribs. The last of his books published in his lifetime was the autobiography Miracles of Life, written after his diagnosis. His final published short story, "The Dying Fall", appeared in the 1996 issue 106 of Interzone, a British sci-fi magazine. It was reproduced in The Guardian on 25 April 2009.
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Post n°2295 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli
In October 2008, before his death, Ballard's literary agent Margaret Hanbury brought an outline for a book by Ballard with the working title Conversations with My Physician: The Meaning, if Any, of Life to the Frankfurt Book Fair. The physician in question is oncologist Professor Jonathan Waxman of Imperial College, London, who was treating Ballard for prostate cancer. While it was to be in part a book about cancer, and Ballard's struggle with it, it reportedly was to move on to broader themes. In April 2009 The Guardian reported that HarperCollins announced that Ballard's Conversations with My Physiciancould not be finished and plans to publish it were abandoned. In 2013, a 17-page untitled typescript listed as "Vermilion Sands short story in draft" in the British Library catalogue and edited into an 8,000-word text by Bernard Sigaud appeared in a short-lived French reissue of the collection under the title "Le labyrinthe Hardoon" as the first story of the cycle, tentatively dated "late 1955/ early 1956" by Sigaud and others. Archive In June 2010 the British Library acquired Ballard's personal archives under the British government's acceptance in lieuscheme for The archive contains eighteen holograph manuscripts for Ballard's novels, including the 840-page manuscript for Empire of the Sun, plus correspondence, notebooks, and photographs from throughout his life. In addition, two typewritten manuscripts for The Unlimited Dream Company are held at the Harry Ransom Center at the University Dystopian fiction With the exception of his autobiographical novels, Ballard most commonly wrote in the post-apocalyptic dystopia genre. His most celebrated novel in this regard is Crash, in which cars symbolise the mechanisation of the world and man's capacity to destroy himself with the technology he creates. The characters (the protagonist, called Ballard, included) become increasingly obsessed with the violent psychosexuality of car crashes in general, and celebrity car crashes in particular. Ballard's disturbing novel was turned into a controversial-and likewise disturbing-cerebral film by David Cronenberg. Particularly revered among Ballard's admirers is his short story collection Vermilion Sands (1971), set in an eponymous desert resort town inhabited by forgotten starlets, insane heirs, very eccentric artists, and the merchants and bizarre servants who provide for them. Each story features peculiarly exotic technology such as cloud-carving sculptors performing for a party of eccentric onlookers, poetry- composing computers, orchids with operatic voices and egos to match, phototropicself- painting canvases, etc. In keeping with Ballard's central themes, most notably technologically- mediated masochism, these tawdry and weird technologies service the dark and hidden desires and schemes of the human castaways who occupy Vermilion Sands, typically with psychologically grotesque and physically fatal results. In his introduction to Vermilion Sands, Ballard cites this as his favourite collection. In a similar vein, his collection Memories of the Space Age explores many varieties of individual and collective psychological fallout from-and initial deep archetypal motivations for-the American space exploration boom of the 1960s and 1970s. Commentators such as Will Self have described much of his fiction as being concerned with 'idealised gated communities; the affluent, and the ennui of affluence [where] the virtualised world is concretised in the shape of these gated developments.' He added in these fictional settings 'there is no real pleasure to be gained; sex is commodified and devoid of feeling and there is no relationship with the natural world. These communities then implode into some form of violence. Budrys, however, mocked his fiction as "call[ing] for people who don't think ... to be the protagonist of a J. G. Ballard novel, or anything more than a very minor character therein, you must have cut yourself off from the entire body of scientific education".[ In addition to his novels, Ballard made extensive use of the short story form. Many of his earliest published works in the 1950s and 1960s were short stories, including influential works like Chronopolis. In an essay on Ballard, Will Wiles notes how his short stories 'have a lingering fascination with the domestic interior, with furnishing and appliances,' adding, 'it's a landscape that he distorts until it shrieks with anxiety'. He concludes that 'what Ballard saw, and what he expressed in his novels, was nothing less than the effect that the technological world, including our built environment, was having upon our minds and bodies.' Television On 13 December 1965, BBC Two screened an adaptation of the short story "Thirteen to Centaurus" directed by Peter Potter. The one-hour drama formed part of the first season of Out of the Unknown and starred Donald Houston as Dr. Francis and James Hunter as Abel Granger. In 2003, Ballard's short story "The Enormous Space" (first published in the science fiction magazine Interzone in 1989, subsequently printed in the collection of Ballard's short stories War Fever) was adapted into an hour-long television film for the BBC entitled Home by Richard Curson Smith, who also directed it. The plot follows a middle class man who chooses to abandon the outside world and restrict himself to his house, becoming a hermit. Influence Ballard is cited as an important forebear of the cyberpunk movement by Bruce Sterling in his introduction to the seminalMirrorshades anthology. Ballard's parody of American politics, the pamphlet "Why I Want to Fuck Ronald Reagan", which was subsequently included as a chapter in his experimental novel The Atrocity Exhibition, was photocopied and distributed by pranksters at the 1980 Republican National Convention. In the early 1970s, Bill Butler, a bookseller in Brighton, was prosecuted under UK obscenity laws for selling the pamphlet. In his 2002 book Straw Dogs, the philosopher John Gray acknowledges Ballard as a major influence on his ideas. Ballard described the book as a "clear-eyed assessment of human nature and our almost unlimited gift for self- delusion." According to literary theorist Brian McHale, The Atrocity Exhibition is a "postmodernist text based on science fictiontopoi. Lee Killough directly cites Ballard's seminal Vermilion Sands short stories as the inspiration for her collection Aventine, also a backwater resort for celebrities and eccentrics where bizarre or frivolous novelty technology facilitates the expression of dark intents and drives. Terry Dowling's milieu of Twilight Beach is also influenced by the stories of Vermilion Sands and other Ballard works. In Simulacra and Simulation, Jean Baudrillard hailed Crash as the "first great novel of the universe of simulation." Ballard also had an interest in the relationship between various media. In the early 1970s, he was one of the trustees of theInstitute for Research in Art and Technology. In popular music Ballard has had a notable influence on popular music, where his work has been used as a basis for lyrical imagery, particularly amongst British post-punk and industrial groups. Examples include albums such as Metamatic by John Foxx, various songs by Joy Division (most famously "Atrocity Exhibition" from Closer), "High Rise" by Hawkwind "Miss the Girl" by The Creatures (based on Crash), "Down in the Park" by Gary Numan, "Chrome Injury" by The Church, "Drowned World" by Madonna "Warm Leatherette" by The Normal and Atrocity Exhibition by Danny Brown. SongwritersTrevor Horn and Bruce Woolley credit Ballard's story "The Sound-Sweep" with inspiring The Buggles' hit "Video Killed the Radio Star",and the Buggles' second album included a song entitled "Vermillion Sands. " The 1978 post-punk bandComsat Angels took their name from one of Ballard's short stories. An early instrumental track by British electronic musicgroup The Human League "4JG" bears Ballard's initials as a homage to the author (intended as a response to "2HB" byRoxy Music). The Manic Street Preachers include a sample from an interview with Ballard in their song "Mausoleum".Klaxons named their debut album Myths of the Near Future after one of Ballard's short story collections. The Sound of Animals Fighting took the name of the song "The Heraldic Beak of the Manufacturer's Medallion" from Crash. The song "Terminal Beach" by the American band Yacht is a tribute to his short story collection that goes by the same name. |
Post n°2294 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli
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Crash (1973) è un romanzo dello scrittore inglese James Graham Ballard, in precedenza conosciuto come autore di fantascienza. Con Crash Ballard inaugura nel 1973 una nuova carriera al di fuori della letteratura di genere, pur continuando a scrivere fantascienza ancora per alcuni anni. Dal romanzo è stato tratto nel 1996 l'omonimo film diretto da David Cronenberg. Trama Già dal primo capitolo, in cui la voce del punto di vista che ha lo stesso nome dell'autore, James Ballard, riepiloga in prima persona gli avvenimenti dei quali è stato testimone, il lettore percepisce il tono fuori dell'ordinario della narrazione; vi si parla infatti del rapporto tra eccitazione sessuale e scontri automobilistici con vittime:
Ballard, un regista televisivo, viene coinvolto in un incidente automobilistico al ritorno a casa dall'appuntamento con la sua segretaria Renata, che è anche la sua amante. Perso il controllo dell'auto, invade la corsia opposta e si scontra frontalmente con la vettura di una coppia; il marito rimane ucciso sul colpo, sbalzato fuori dall'abitacolo, la moglie rimane ferita non gravemente ma sotto choc, e nell'attesa di soccorso osserva Ballard che a sua volta, imprigionato sul sedile, si scopre a nutrire pensieri morbosi sulla donna. Siccome l'incidente è avvenuto nei pressi dell'aeroporto, Ballard viene ricoverato con entrambe le rotule fratturate come unico paziente in un reparto d'ospedale destinato ai superstiti di disastri aerei. Sua moglie Catherine, che ha una relazione extraconiugale con il proprio insegnante di volo da diporto, viene in visita di frequente, con una sollecitudine che lo stupisce. I due sono soliti raccontarsi a vicenda le avventure sessuali per eccitarsi durante il rapporto. Quando Ballard riesce a muovere qualche passo, passeggia nel corridoio del nosocomio, dove ha già notato più volte un uomo che malgrado vesta il camice bianco non è un medico perché svolge incombenze a basso contenuto professionale. Un giorno Ballard si imbatte nella dottoressa Helen Remington, la moglie dell'uomo deceduto durante l'incidente automobilistico, a sua volta ricoverata, che lo riconosce ma lo evita. Catherine sembra eccitata da quello che è capitato al marito. Entrambi giudicano sessualmente rilevante l'accostamento tra corpo umano e automobili, anzi più in generale con qualsiasi macchina, come se la tecnologia aprisse nuove prospettive alla sessualità. Dopo l'incidente mortale il desiderio di entrambi sembra infatti rivitalizzato, come se le cicatrici lasciate sul corpo di lui aumentassero le possibilità del piacere. Uscito dall'ospedale e in convalescenza del suo appartamento, Ballard osserva dal balcone del suo condominio lo scorrere del traffico nelle strade a alta velocità che si estendono tutto intorno, tra Londra e le città dell'hinterland. Ha l'impressione che l'intensità del traffico sia triplicata dopo il suo incidente. Insiste per prendere un'auto in affitto, malgrado i dubbi della moglie e di Renata, la sua amante. Un giorno si apparta all'ultimo piano del parcheggio dell'aeroporto insieme a una prostituta, ma si accorge di essere stato seguito da una grossa auto americana, una Lincoln Continental, alla cui guida c'è l'uomo che frequenta l'ospedale e che lui credeva un medico. A questo punto Ballard riconosce Robert Vaughan, scienziato esperto di sistemi informatici piuttosto conosciuto perché conduceva un programma tv sull'applicazione delle tecniche elettroniche al controllo del traffico; coinvolto in un brutto incidente automobilistico, si è ritirato dallo schermo, ma la sua immagine di "scienziato-teppista" è ancora famosa. Ballard si reca al deposito dove si trova la sua auto incidentata, qui incontra Helen Remington giunta con lo stesso proposito. Le dà un passaggio in auto verso l'aeroporto, dove lei lavora al controllo immigrazione; quando transitano sul luogo dell'incidente, lui viene colto da un'incontrollabile eccitazione sessuale al pensiero del corpo della donna sul sedile accanto. Al processo per la morte di Remington, Ballard viene assolto con formula piena. Si dedica a girare a vuoto in automobile nei dintorni dell'aeroporto, nei fiumi di veicoli che rendono disumano e meccanico il paesaggio della sua vita, finché non incontra di nuovo Helen Remington. Lei accetta l'offerta di un passaggio; di nuovo eccitato dalla sua presenza a bordo, lui si apparta in una strada fuori dal flusso del traffico e i due hanno un violento atto sessuale sul sedile anteriore. Da questo momento la relazione con la dottoressa Remington sostituisce quella con la sua segretaria Renata. Catherine si reca a Parigi per lavoro, Ballard porta Helen Remington a uno spettacolo di automobili: uno stuntman che lavora con gli studi cinematografici, Seagrave, vuole ricreare un incidente d'auto che ha coinvolto 5 vetture presso Londra. Durante la ricostruzione la sua auto urta violentemente, Seagrave si procura una commozione cerebrale; Vaughan, presente sul posto (sembra anzi una sorta di regista dello spettacolo), porta con sé Ballard e la donna a casa dello stuntman infortunato; qui conoscono sua moglie Vera e una giovane donna, Gabrielle, che cammina solo grazie a un complicato apparecchio ortopedico a causa di un incidente. Vaughan chiede l'aiuto di Ballard per un suo fumoso progetto: coinvolgere nella ricostruzione di un incidente d'auto l'attrice Elizabeth Taylor che è in contatto con l'agenzia del regista per girare uno spot di automobili. Helen Remington comincia a collaborare con i Road Research Laboratories, che studiano crash test per migliorare la sicurezza stradale. Uno di questi filmati produce su Ballard, Vaughan e gli altri un effetto erotizzante. Ballard sente sempre di più l'ascendente sessuale di Vaughan, e si rende conto di provare fantasie omoerotiche. Vaughan lo coinvolge in un giro notturno sulla Lincoln Continental, e mentre il regista guida per le strade trafficate si intrattiene in un amplesso sul sedile posteriore insieme a due prostitute. Lo stuntman Seagrave sostituisce Liz Taylor nella ricostruzione di un incidente automobilistico per un film. Vaughan vorrebbe che Ballard gli procurasse un incontro con l'attrice, ha intenzione di sottoporle uno dei test che egli stesso elabora per scatenare le fantasie latenti dei soggetti nei confronti del rapporto tra scontro automobilistico e sessualità. Ballard prende tempo, anche perché scopre che Vaughan ha documentato con foto al teleobiettivo non solo il suo incidente, ma anche il periodo di degenza ospedaliera. La polizia ferma Vaughan per l'investimento di un pedone, deve lasciarlo andare senza prove; Catherine, venuta a prendere il marito, sostiene che Vaughan non può guidare perché troppo scosso. Lo riaccompagnano a casa, Ballard alla guida dell'auto della moglie; incappano in un incidente che ha coinvolto tre veicoli, ci sono morti e feriti, passeggeri ancora intrappolati nelle vetture, polizia e infermieri e un'enorme folla di curiosi. Vaughan ha un comportamento morboso con la macchina fotografica. Quando si allontanano, Catherine sale sul sedile posteriore con Vaughan. Si fermano a un autolavaggio perché ci sono effettivamente tracce di sangue sul radiatore, forse di un animale investito; Ballard contempla nello specchietto retrovisore un complesso rapporto sessuale tra i due; mentre le spazzole ruotano acqua saponata contro i finestrini, Vaughan dispone sua moglie nelle posizioni delle vittime dello scontro cui hanno assistito e la possiede come se fosse uno dei corpi insanguinati in attesa di soccorso. Balalrd è ormai in balia dell'ossessione sessuale- tecnologica trasmessagli da Vaughan. I due portano Gabrielle a un salone dell'automobile e si compiac- ciono di osservare l'imbarazzo dei venditori alle sue difficoltà nell'adattare le protesi all'abitacolo delle vetture. Il corpo di Gabrielle, deformato e protetto dal metallo, ha una forte attrazione su Ballard; lo scontro automobilistico imprime sul corpo umano tracce, ematomi e ferite che rappresentano nuove geometrie sessuali: è naturale che la sfortunata giovane diventi oggetto di desiderio. I due hanno un amplesso durante il quale l'uomo è estasiato dai segni che il metallo imprime nella carne di Gabrielle. Ballard non riesce più a fare a meno di Vaughan. Non gli confessa che la trattativa con Liz Taylor per uno spot pubblicitario non è andata in porto. I due passano il loro tempo sulla strada, caricando prostitute da possedere sui sedili dell'auto in movimento, finché incappano in un grosso incidente. Una delle due vittime è Seagrave, che indossa ancora la parrucca usata per fare da controfigura. Il rapporto di Ballard con Vaughan raggiunge il culmine dopo che Catherine viene inseguita dall'auto dello scienziato teppista; i due uomini si appartano in un parcheggio abbandonato e hanno un amplesso omosessuale. Vaughan, che di solito è rude e attivo con le donne, si dimostra docile e passivo, ma subito dopo tenta di investire Ballard sceso a piedi nel parcheggio. Nei giorni successivi Catherine si sente minacciata, la sua auto viene danneggiata nel parcheggio, i segni di vernice della Lincoln sono riconoscibili sulla sua carrozzeria. Vaughan scompare praticamente dalla circolazione dopo aver rubato l'auto di Ballard dalla rimessa sotto il condominio. Sapendo che è ricercato dalla polizia per l'investimento di un pedone su un cavalcavia, Ballard e la moglie si mettono in auto e percorrono senza sosta le strade della periferia londinese. L'epilogo previsto dal regista però è già avvenuto: nel tentativo si schiantarsi contro l'autovettura di Liz Taylor, Vaughan è uscito di carreggiata precipitando nella corsia inferiore, sul tetto di un autobus che trasporta passeggeri delle linee aeree. Vi sono morti e feriti, Vaughan è ucciso sul colpo, Liz Taylor non viene coinvolta e rimane illesa. Ballard e la moglie si recano nel deposito giudiziario dove hanno accesso all'auto, gravemente danneggiata durante l'incidente mortale di Vaughan, e fanno l'amore sui sedili macchiati dal sangue secco dell'uomo. Critica
Quello di Ballard è un mondo devastato dalla mancanza di comunicazione e dall'incapacità dei corpi di godere secondo le coordinate naturali richieste dall'energia libidica: quello che emerge da una trama volutamente deviante e sfuggente è un profondo senso di nausea per il presente disumanizzato. La pubblicazione del romanzo si incastona perfettamente tra la fine dell'era industriale che ha creato l'alienazione della catena di montaggio e dei cicli produttivi, e l'inizio dell'era t ecnologica, che ha prodotto la spersonalizzazione dell'essere umano. Anticipando tematiche del successivo movimento cyberpunk, Ballard trasforma l'automobile, simbolo dell'industrializzazione dei consumi, in un prolungamento del corpo umano, quasi una sua protesi, elevandola a metafora dell'era tecnologica, per immergerci in una realtà in cui i protagonisti hanno bisogno di uno stimolo esterno per tentare di riappropriarsi delle proprie emozioni. La radicalità di Ballard sta nel fatto di estremizzare la modernità, portando alle più radicali conseguenze situazioni già esistenti nel nostro quotidiano, fino al punto di creare una mitologia propria. Il romanzo viene tradotto e pubblicato in Italia nel 1990, molti anni dopo l'apparizione originale. Ballard è sempre stato uno scrittore ripetitivo e ossessivo, e in Crash questa scelta estetica è ancora accentuata: le esplicite descrizioni sessuali e le descrizioni cliniche di ferite e mutilazioni, la strana e radicale unione tra carne e macchina si esplicitano in una scrittura che è più medico-scientifica che letteraria, perfetta immagine di rapporti sociali totalmente disgregati e vissuti senza alcun sentimento.
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Post n°2293 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli
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The Wind from Nowhere è unromanzo di fantascienza dell'autore inglese JG Ballard . Pubblicato nel 1961, era il suo romanzo di debutto . In precedenza aveva pubblicato solo racconti. Il romanzo è stato il primo di una serie di romanzi di Ballard che affrontano scenari di disastro naturale. Qui, la civiltà è ridotta in rovina dai venti di forza uragani prolungati in tutto il mondo. Come dimensione aggiuntiva, Ballard esplora i modi in cui il disastro e la tragedia possono unire le persone in modi che nessuna esperienza normale potrebbe mai. Questo è un altro tema ricorrente nelle sue opere e fa una delle sue prime apparizioni qui. Alcuni critici hanno suggerito che i suoi primi quattro romanzi si basano su temi elementali, mostrando distruzione globale per via aerea, acquatica, antincendio e terrestre. Ballard in seguito ha respinto il romanzo, scritto in dieci giorni, come un "pezzo di hackwork", riferendosi invece a The Drowned World come al suo primo romanzo. Riepilogo grafico Un vento soffia in tutto il mondo: è costante- mente verso ovest e più forte all'equatore. Il vento sta gradualmente aumentando e all'inizio della storia, la forza del vento sta rendendo impossibile il viaggio aereo. Più tardi, le persone vivono in tunnel e scantinati, incapaci di andare fuori terra. Verso la fine, "Il flusso d'aria portava con sé enormi quantità di vapore acqueo - in alcuni casi il contenuto di interi mari, come il Caspio e i Grandi Laghi , che erano stati prosciugati a secco, i loro letti chiaramente visibili." A Londra , per far fronte alla situazione, vengono istituite organizzazioni speciali. Il Central Operations Executive (COE), composto principalmente da personale del War Office, è stato istituito da Simon Marshall. Le operazioni di salvataggio combinato si oc- cupano del crollo degli edifici. Donald Maitland, un medico incapace di recarsi in Canada per un nuovo lavoro a causa del vento, ne fa parte. Maitland salva Marshall quando viene ferito dalla caduta della muratura e lo porta a casa per riprendersi. Nel seminterrato della casa di Marshall, Maitland vede l'equipaggiamento militare etichettato "Hardoon Tower" e si chiede quali interessi Marshall stia realmente servendo. Hardoon Tower è una struttura piramidale destinata a resistere al vento; è stato costruito da Hardoon, un uomo d'affari milionario, che ha un esercito privato. Il rapporto di Maitland con sua moglie Susan sta finendo, ma quando sente che lei è ancora nel loro appartamento al piano superiore, mentre la maggior parte delle persone sono sotterranee, ci va. Susan non sarà persuasa ad andarsene, e in piedi vicino a una finestra aperta, viene portata via dal vento. Man mano che la distruzione aumenta a Londra, COE decide di abbandonare la sua base sotterranea. Arriva uno degli ufficiali di Hardoon, una figura taciturna con elmo chiamata Kroll. Marshall pensa di essere lì per portarlo alla Hardoon Tower, ma Kroll lo uccide. Maitland viene evacuato dalla base sot- terranea insieme a Steve Lanyon, un capitano sottomarino americano e Patricia Olsen, giornalista. Lanyon e Olsen hanno sviluppato una relazione durante le recenti esperienze in Italia. Sono in un gruppo che parte in un gigantesco veicolo corazzato con un periscopio. Maitland, rendendosi conto che stanno passando vicino alla Torre di Hardoon e che vogliono indagare su di esso, sabota le apparecchiature di navigazione in modo che il veicolo vada alla torre, che possono localizzare tramite un segnale radio. Hardoon riceve il gruppo in modo che Olsen, il giornalista, possa denunciare il suo successo. La piramide, costruita su tunnel sotterranei che stanno crollando, inizia a cadere nel vento e Hardoon, guardando il vento attraverso una finestra speciale, non può essere salvato. Maitland e gli altri, cercando di fuggire dalla distruzione, si rendono conto di essere salvati perché il vento sta iniziando a placarsi. |
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