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ESSERE DIVERSI....

Post n°395 pubblicato il 19 Aprile 2006 da magdalene57
 

una malattia che ha già sfornato due geni che nessuno voleva
Urville, metropoli geniale che non esiste
il suo architetto è un giovane autistico (di GAIA GIULIANI, Repubblica)



Urville ha più di 150 grattacieli, 500 chiese cattoliche, 57 sinagoghe, 14 moschee e otto templi buddisti. E' il terzo polo industriale francese, vanta una delle migliori piattaforme aeroportuali del paese con 104 milioni di passeggeri l'anno, un sincrotrone all'avanguardia e una delle reti di telecomunicazione più sviluppata d'oltralpe. La sua storia affonda le radici nel XII secolo avanti Cristo come importante insediamento fenicio, entrato presto in competizione con Cartagine nel conflitto per il controllo dei porti di Tiro e Sidone, vinta poi grazie all'appoggio di Roma. Un passato intenso che l'ha vista teatro delle guerre di religione durante il Cinquecento, piegarsi durante il crack economico del '29, e sopportare l'occupazione nazista che ha strenuamente combattuto grazie a una resistenza attiva e coraggiosa.

Dov'è Urville? In una delle tre isole della Provenza Insulare, proprio di fronte a Cannes. Nessuna traccia sulle cartine? Per forza, esiste solo nei disegni di Gilles Trehin, un ragazzo francese di 34 anni che la sta costruendo da quando ne aveva cinque. Prima con i Lego poi, visto che lo spazio della sua cameretta non bastava più, su fogli di carta A4. Sviluppandone non solo l'estensione, ma anche la storia e l'economia. In effetti è lo scopo della sua vita, iniziata non troppo felicemente con la diagnosi della sindrome di Asperger, una lieve forma di autismo che gli ha permesso di non isolarsi completamente dal mondo, e di vivere un'esistenza quieta all'ombra di un'affettuosa coppia di genitori composta da una madre neuropsicologa e da un padre ex informatico all'Ibm, dimessosi subito dopo la conferma della malattia del figlio.


Oggi siede nel consiglio d'amministrazione di una delle più importanti associazioni che si occupano dei problemi degli autistici, osservando il talento di questo figlio geniale e un po' rain man svilupparsi attraverso palazzi, ponti, teatri, guglie e canali. E che rivendica anche una maggiore attenzione da parte della legislazione francese per gli autistici, esattamente come per "immigrati, omosessuali e sans papiers". Come scrive lo stesso Gilles nel suo sito quando parla di sé, della "città nella sua testa" altrettanto lontana dal mondo reale come Utopia e la Città del Sole, ma che a differenza di queste ha già raggiunto il suo scopo rendendolo soddisfatto, padrone di un suo mondo felice che non gli preclude ma anzi contribuisce a introdurlo in quello reale.

Perché per costruire Urville, iniziata dopo un viaggio a New York in cui era rimasto folgorato dai grattacieli, Gilles ha deciso di studiare la storia, l'economia, l'urbanistica, le lingue - il sito è scritto in cinque idiomi diversi - rompendo le barriere dell'isolamento erette dalla sua patologia, e mettendo piede fuori di sé. Come molti ragazzini affetti dalla sua sindrome, ha dato segni di squilibrio e genialità fin dai primi mesi di vita, scoprendo da solo, a cinque anni, l'esistenza dei numeri primi mentre osservava la prima e l'ultima cifra di 1987, l'anno in corso. Disegnando ossessivamente, per mesi, centinaia di lampioni con una cura per i dettagli più che maniacale.

Un piccolo genio, colpito anche lui dalla sindrome di Asperger proprio come Bram Cohen, altro trentenne ma americano, che ha sfruttato la sua malattia per creare Bittorrent, quel rivoluzionario sistema di file sharing utilizzato da più di venti milioni di persone, che per mesi ha gettato nel panico le major di Hollywood. E se di Bram si è occupata tutta la stampa mondiale, di Gilles hanno già scritto Le Figaro, la Bbc, e la guida illustrata della sua città ha trovato un editore che l'ha già pubblicata in francese e in inglese, mettendola in vendita su Amazon. E dire che tutti e due all'inizio erano stati bollati come ragazzini anormali, decisamente in ritardo rispetto ai coetanei. Nella sola Francia si calcola che ci siano tra gli 80 e i 100mila ragazzini affetti da autismo. Che peccato osservarli solo come dei numeri.

Commenti al Post:
ondoce
ondoce il 19/04/06 alle 08:34 via WEB
è una "diversità" straordinaria, che molto spesso, anzi sempre è difficile da far sfruttare od indirizzare nella società di adesso. ho avuto quattro ragazzi autistici da seguire, con grande difficoltà sono riuscito in una relazione...(parlo di acqua/piscina) è stato un periodo di molti perchè... ed attenzione alle piccole cose, a dei rituali comportamentali, ma alla fine un grande risultato di emozione...Buona giornata...******
 
 
magdalene57
magdalene57 il 19/04/06 alle 14:30 via WEB
credo che sia una cosa molto bella riuscire a interagire con queste persone. Io mi sento già male quando i miei figli alzano il muro del silenzio con me, immaginiamoci una cosa del genere. però, pensa che mondo incredibile che racchiudono dentro di loro. e le modalità con cui esprimono la loro ricchezza....
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 19/04/06 alle 09:13 via WEB
I diversi non piacciono. Senza andare nelle patologie, anche i ragazzini un po' piu' vivaci o un po' troppo introversi, sono considerati "anormali"; non vanno bene, disturbano la classe, non stanno attenti e accidenti, non voglio fare cio' che a loro non piace... invece se si sapesse valorizzare cio' che a loro piace... proprio come Gilles......
 
 
magdalene57
magdalene57 il 19/04/06 alle 14:40 via WEB
ci vorrebbero scuole diverse, aule diverse, più insegnanti e forse alcuni con una preparazione specifica.... ci vorrebbe...ma poi, nella realtà sono spesso i papà e le mamme quelli che devono gestire ...devono prendere per mano. ..
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 19/04/06 alle 09:49 via WEB
Ormai si cerca di creare individui standard, fatti con lo stampo. Ciò che deborda, che fuoriesce si pialla via come inutile. Si comincia da subito, sviluppo nella norma, crescita nella norma, peso nella norma, insomma, sta norma a volte sta stretta. Ma poi cerchiamo in tutti i modi di rientrarci, perché ci vuole coraggio a discostarsene. Un riconoscimento a quei genitori, a quel padre che si è dedicato al figlio totalmente riconoscendogli capacità fuori dalla norma. Mi chiedo se con genitori diversi, più normali, avrebbero raggiunto gli stessi risultati. Ciao Margi, bellissimo articolo, grazie
 
 
magdalene57
magdalene57 il 19/04/06 alle 14:48 via WEB
vogliamo aggiungere anche la pasta alla norma...? è stato bello leggerlo stamattina... all'alba, mentre aspettavo che passassero i "soliti" 20' di doccia di jaky prima di partire per la gita scolastica.... ciao Casàl
 
BevetePocaColla
BevetePocaColla il 19/04/06 alle 10:21 via WEB
ciao Margy...ne avevo sentito parlare... ora so molto di più... se poi pensiamo, anche solo nei cosidetti "normali", quante potenzialità vengono "autocensurate" proprio perché(a priori) escono dagli schemi e pertanto mai elaborate...con il danno che ognuno fa una fatica boia a far emergere il "diverso che ha in se". figuriamoci quello degli altri
 
 
magdalene57
magdalene57 il 19/04/06 alle 15:01 via WEB
il diverso che abbiamo dentro di noi è la cosa più personale che esista.... non sò se sia più opportuno tirarla fuori o coltivarla bene dentro....
 
Eros_501
Eros_501 il 19/04/06 alle 13:04 via WEB
Ciao Margy, un argomento profondo, come sempre. Accetta i miei auguri post pasquali. Un bacio
 
 
magdalene57
magdalene57 il 19/04/06 alle 15:03 via WEB
grazie eros, ben tornato... dove sei stato di bello?
 
parfumprive63
parfumprive63 il 19/04/06 alle 16:00 via WEB
Tutto cio' che e' "diverso" in linea di massima fa paura proprio perche' si distingue. Non si sa come gestirlo. Loro saranno solo numeri e noi solo piccoli esseri umani che non sanno guardare oltre al proprio naso talvolta. All'epoca ero rimasta affascinata da quel film che raccontava la storia di un giovane uomo autistico (grande Hoffman)...un abbraccio MargY...
 
 
magdalene57
magdalene57 il 19/04/06 alle 16:40 via WEB
ciao rosy, era rain man...ma poi credo abbiano fatto anche altri film... se ti piace te lo porto... un bacio...
 
asvel
asvel il 19/04/06 alle 16:54 via WEB
Urville sta a Parigi come asvel sta a magdalene57. E Parigi è Parigi...
 
 
magdalene57
magdalene57 il 19/04/06 alle 17:57 via WEB
ciao Asvel... questo è un rebus, lo so ...e io non riuscirò a svelarlo.... :-)))) parigi...mai andata a parigi...
 
TerzaPaginaPress
TerzaPaginaPress il 19/04/06 alle 17:35 via WEB
ESSERE DIVERSI:Il Nostro Inviato nelle Terre dal Volto Umano O parmigiano, portami via... Mario Tommasini, l’uomo che nella provincia di Parma fece chiudere manicomi, brefotrofi e scuole speciali, mantiene una promessa, e toglie gli anziani dagli ospizi di Natascia Ronchetti ------------------------------ TIEDOLI. Tutto cominciò nel 1971, nel refettorio di un ospizio, tra gli odori stagnanti della vecchiaia. Un giorno Alvaro Zucchi, ex partigiano con quasi ottanta primavere sulle spalle che lì stava concludendo la propria esistenza, ricevette la visita di una delegazione della sezione Pci del proprio quartiere. I compagni lo avevano raggiunto riverenti, in quella sua ultima dimora forzata, per onorarlo di una medaglia d’oro, tributo del partito al suo valore di combattente antifascista. Erano pronti a incorniciare quell’omaggio con le belle parole e la commozione che compongono la memoria della Resistenza. Mai avrebbero immaginato che il vecchio Zucchi li avrebbe gelati con tutta l’asprezza della sua dolorosa solitudine; che ritto fieramente in piedi avrebbe squadrato da capo a piedi gli ex compagni di tante battaglie con i quali aveva condiviso sogni e paure; e che poi avrebbe piantato gli occhi in faccia all’amico Mario Tommasini, scandendo duro il proprio tormento: «Voi avete permesso che io finissi in questo posto… Se siete venuti per portarmi via, allora posso anche prendere la vostra bella medaglia d’oro del partito, altrimenti ve la potete mettere nel culo». Fu allora, davanti a quel vecchio al quale gli acciacchi non avevano rubato la dignità né domato la collera, che Tommasini pensò – nel silenzio imbarazzato e contrito dei presenti – che dopo aver liberato i matti dai manicomi e i bambini dai brefotrofi, avrebbe liberato i vecchi dagli ospizi. Zucchi sarebbe morto lì dentro qualche anno dopo; trent’anni prima che, a Tiedoli, nel parmense, quella promessa fosse finalmente mantenuta. Qui, infatti, stanno tentando di dimostrare che è possibile invecchiare e morire liberi. Tra i propri mobili, nel proprio letto, tra le cristallerie di famiglia, le foto degli avi, i luoghi dell’infanzia e della familiarità. Decidendo quando alzarsi, quando andare a letto, a che ora spegnere la luce. Rivendicando il diritto di scegliere come condurre la propria esistenza anche quando il corpo tradisce i desideri e disobbedisce al cuore e alla mente. Tiedoli è un minuscolo borgo di montagna, 700 metri sul livello del mare; un’appendice del Comune di Borgotaro, che ha poco più di 7 mila abitanti e si misura con la scarsità delle nascite e l’angosciante prospettiva di vedere dimezzata, in trent’anni, la propria popolazione. Ci si arriva, a Tiedoli, salendo tornanti davanti ai quali, intermittente, si spalanca la bellezza silenziosa della valle del Taro. Tutt’intorno ci sono boschi di castagni e case incorniciate dai pini. C’è una chiesa del 1600, con due campanili, costruita intorno a una cappella di tre secoli prima che preserva maestosi portaceri e un san Rocco della scuola del Parmigianino. Da queste parti abitano una settantina di anziani. Molti sono soli. Le feste del circolo Acli e le visite del parroco don Lelio Costa – che non rifiuta mai un bicchierino di vino in compagnia – li aiutano a spezzare l’isolamento con conversazioni infarcite di nostalgie....
 
ariel63m
ariel63m il 19/04/06 alle 22:45 via WEB
Federico , il mio alunno, in un testo ha scritto :la mia compagna di classe Stella è una bambina che molti chiamano diversa , ma è molto più intelligente di noi perchè lei ci capisce , noi no .
 
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Non ho ben chiaro se intendessero lettere  nuove, o lettere scritte in passato, anche da altri. 
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 Ma, dopo tutto sono un uomo. E tutte
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non bastano a impedirmi di
desiderarti, ogni giorno, ogni momento,
con la testa piena dello spietato gemito
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mai vivere con te.
Ti amo, di un amore profondo e totale.
E così sarà sempre.

(R.J.W)



DESIDERIO

VORREI PIEGARTI
AL MIO TANGO GIAGUARO
MIA SILFIDE AZZURRA
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E AL BRIVIDO CRESPO
DEI TUOI FIANCHI SGOMENTI
ALITARVI D'AGOSTO
IL RANTOLO CUPO
PRIMA CHE TU RITORNI GIUNCO
O IL VENTO CHE LO PIEGA
VORREI COLMARTI
L'INFINITO DEGLI OCCHI
COLL'AMARO DEL SALE
DEL MIO TEMPO PERDUTO,
GRAFFIARTI IL VISO
DI ROSSO VERMIGLIO
SCOPRIRTI IL SENO
AL BACIO INFUOCATO
PRIMA CHE TU RITORNI VENTO
O IL GIUNCO CHE SI PIEGA



Io sono certa che nulla più soffocherà
la mia rima,
il silenzio l’ho tenuto chiuso per anni
nella gola
come una trappola da sacrificio,
è quindi venuto il momento di cantare
una esequie al passato.


Alda Merini, da "La Terra Santa"

 

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Originally, this card was called just LOVE. And that's actually more apt than "Lovers." Love follows in this sequence of growth and maturity. And, coming after the Emperor, who is about control, it is a radical change in perspective. LOVE is a force that makes you choose and decide for reasons you often can't understand; it makes you surrender control to a higher power. And that is what this card is all about. Finding something or someone who is so much a part of yourself, so perfectly attuned to you and you to them, that you cannot, dare not resist. This card indicates that the you have or will come across a person, career, challenge or thing that you will fall in love with. You will know instinctively that you must have this, even if it means diverging from your chosen path. No matter the difficulties, without it you will never be complete.

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