Creato da magdalene57 il 25/05/2005

dagherrotipi

ciò che si vede, è, ciò che è?

 

 

« niente di che.....malumori si formano in p... »

abbassiamo i riflettori, mi bruciano gli occhi..

Post n°865 pubblicato il 19 Gennaio 2007 da magdalene57
 

immaginec'è stato un periodo abbastanza lungo nella mia vita in cui mi sono sentita ammalata.  gli eventi scatenanti erano la vita stessa e  le vicissitudini che ti trovi a superare. quindi difficile prevenire.  era necessario solo curare.   e anche nascondere, agli occhi delle persone che avevo vicino, abituate a ben altri pesi e a ben altre reazioni, oppure troppo piccole per capire, o solo per convivere, con le manifestazioni della mia malattia.

quando dissi a mia madre e a mio padre che avevo bisogno di parlare con uno specialista, andarono giù di testa.  primo perchè mi vedevano già imbolata dai farmaci in una qualche casa di cura.  secondo perchè erano preoccupati di quello che sarebbe uscito dalle mie parole: vizi e virtù private di una famiglia non perfetta.

accadde molto di più.

decisi che dovevo curarmi parlando.   e lo feci per 10 lunghi anni.   ogni settimana mi ritrovavo con altre persone e parlavo, e ascoltavo, e piangevo, mi arrabbiavo.   il momento più brutto fù quando riaffiorarono cose che avevo sepolto così bene, ma così bene, da sentirne solo i disagi esteriori, senza capire da dove arrivavassero.
medicine, certo, le ho prese.   ma ho trovato medici competenti che me la hanno dosate, e centellinate.   e mi hanno insegnato a gestirle a seconda del momento.   della situazione, una volta guarita dalla fase più critica.

che non si guarisce mai, praticamente, dalla depressione.   questo l'ho capito una volta che smisi di prendere i farmaci perchè mi sentivo forte.   di li a sei mesi ero al punto di prima.   ora la mia pillolina salva giornata, la prendo come quella per la pressione.   serve. non mi fa paura.   non mi sento schiava e nemmeno malata. è questa la cosa più bella.

ho capito che sono solo più fragile.   in alcuni momenti più che in altri.   che reagisco alle cose in modo viscerale, e ci metto più tempo a superare il dolore, o la rabbia o la delusione.   ma ne sono capace.

ho scritto  perche ho letto di questo argomento qui e volevo dare la mia personale testimonianza.   di un percorso che che ho vissuto e che continuo a vivere.   giorno dopo giorno.   con serenità.

margherita

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Commenti al Post:
ossimora
ossimora il 19/01/07 alle 10:41 via WEB
Un grosso abbraccio Margy.il male oscuro è come avere la pelle sensibile ,sensibile,trasparente,ineffabile.Y
 
 
magdalene57
magdalene57 il 19/01/07 alle 10:51 via WEB
proprio così... l'hai descritto benissimo. però ci si riesce a riparare, come con la troppa esposizione al sole. bisogna essere cauti, prendersi cura di noi stessi, e fare una vita normale senza andare al sole nell'ora di pranzo..:-)))) Y
 
ossimora
ossimora il 19/01/07 alle 10:57 via WEB
già,il problema è che spesso spesso tanto più si ha la pelle delicata e tanto più si subisce l'attrazione dei raggi diretti ,a piombo che ti accecano! Y
 
 
magdalene57
magdalene57 il 19/01/07 alle 12:30 via WEB
io stò al sole in ogni ora... pensa un pò te...:-(((
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 19/01/07 alle 11:41 via WEB
Leggerò il pezzo di cercandosperando. Dalla depressione non si guarisce mai.. io ho momenti neri, proprio neri; chi mi ama dice che mi infilo in una buca e mi tiro la terra sopra... poi dice che mi verrà sempre a tirare fuori. E' come autodistruggersi... soffrire per non soffrire piu'.. un abbraccio, come sempre Margy.
 
 
magdalene57
magdalene57 il 19/01/07 alle 12:33 via WEB
chi ci ama ha il duro compito di starci vicino. ma non può tirarci fuori dalla buca. ci scivoleremmo dentro subito dopo. la verità? è che io, pur avendone sofferto, resto senza parole quando incontro la sofferenza di altri. e vorrei dare forza. quella poca che mi resta.. ti abbraccio forte:-)))
 
   
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 19/01/07 alle 13:00 via WEB
Dopo aver letto credo che non si riesca a capire appieno se non lo si è vissuto. Per questo per te è così doloroso... parlarne credo sia sempre bene, soprattutto serve per dare speranza, guarire, si puo'. La mia (depressione) non è neppure lontanamente paragonabile... almeno spero.
 
     
magdalene57
magdalene57 il 19/01/07 alle 13:05 via WEB
:-))) mi fa sorridere il tuo almeno spero ... da quel che ne so ... ha un altro nome ... e può avere una concreta soluzione. Tu sai come la penso..:-)))
 
mostrillik
mostrillik il 19/01/07 alle 12:31 via WEB
Ciao !abbiamo letto che sei aRGENTINA ...LONTANISSIMO!!!!!
 
 
magdalene57
magdalene57 il 19/01/07 alle 12:36 via WEB
ciao belli!!! ho messo che sono argentina, perchè un pezzo del mio cuore è là... la mia mamma e mia sorella, e tre dei mie nipoti con il loro padre, (ma in realtà sono italiana, di Parma). e poi mi piace quel paese spettacolare... fatevi raccontare dalla vostra maestra di quanti italiani sono andati in quella terra a cercare fortuna, fatevi raccontare chi sono gauchos... e della musica... della patagonia...Vi abbraccio cuccioli...un abbraccio grande in cui ci state tutti...."
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 19/01/07 alle 12:43 via WEB
Nella mia vita ho - per fortuna - avuto contatti marginali con la depressione vera. quella che antonia e la letteratura definiscono il male oscuro. ho avuto invece contatti diretti con chi si trova a vivere percorsi di vita insieme a chi di depressione soffre. Mariti, mogli, figli. E sono resa conto di quanto sia pesante il loro percorso, sempre nell'ombra del male altrui e sempre in bilico tra il subirne le conseguenze e essere causa involontaria di qualche tracollo. ma di loro non si parla mai. Chissà perchè.
Poi ho conosciuto persone, queste parecchie devo dire, che della depressione presunta hanno fatto un alibi dietro il quale nascondere non il male di vivere, ma l'incapacità di farlo. ma questa è un'altra storia, lo so. Eppure, quanto vera e quanto frequente.
Ciao Margy
 
 
magdalene57
magdalene57 il 19/01/07 alle 13:02 via WEB
è difficile vivere vicino a persone depresse. a volte la vicinanza non riesci nemmeno a realizzarla. ne fisicamente, ne mentalmente. e ti tocca subire attonito i giorni che passano, le crisi che si susseguono. la barriera che viene creata. l'incapacità di capire e di dire che cosa fa male. che cosa ti cambia. probabilmente ci vorrebbero quei gruppi di aiuto tanto in voga in altre nazioni, per offrire il sostegno adeguato a chi il sostegno quotidiano è obbligato ad esercitarlo. anche se è un "obbligo" che poi è un gesto di amore, di affetto. non lo sò. io mi sono ammalata quando ormai ero sola. ma con i miei figli. e la loro presenza probabilmente mi ha dato la spinta giusta per uscirne. e ogni volta che mi sembra di ricaderci, loro sono sempre più presenti e pressanti. non è una cosa positiva, forse. ma non ho potuto, o saputo, fare diversamente. poi ci sono quelli che sono incapaci di vivere.... magari le due cose si mischiano nelle persone come me... o una dipende dall'altra. o una è una componente dell'altra... non lo sò...questo davvero non lo sò. ciao Miti..:-)))
 
   
reduced_noise
reduced_noise il 20/01/07 alle 14:26 via WEB
L'incapacità di vivere è una forma, una variazione, del genericamente definito male di vivere. Non è una sentenza, ma quantomeno una mia convinzione, con cognizione di causa. Ciao Margy
 
     
magdalene57
magdalene57 il 20/01/07 alle 15:06 via WEB
ciao re, uomo doi pacate e profonde parole...:-))
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 19/01/07 alle 13:25 via WEB
***chi ci ama ha il duro compito di starci vicino. ma non può tirarci fuori dalla buca*** Il compito è duro, verissimo. Ma se si sa in cosa consiste la malattia, è una malattia, se se ne sanno riconoscere i sintomi, senza minimizzarli né ingigantirli, è più facile conviverci. Deve esserci da parte di chi ne soffre, la volontà di curarsi, come l'hai avuta tu che ti sei rivolta ai tuoi genitori. Nascondersi nella buca va bene solo se si sa di avere in se stessi le risorse e le capacità di uscirne con le proprie forze. Mi pare che Marion viva la sua buca come un rifugio. Penso che la depressione sia una malattia subdola, che può colpire chiunque (con i vari distinguo). ciao
 
 
magdalene57
magdalene57 il 19/01/07 alle 13:34 via WEB
beh... io l'ho detto ai miei genitori solo perchè volevo che loro sapessero quello che mi stava accadendo. devo dire che la loro reazione ha creato in me non pochi sensi di colpa. primo fra tutti il sentirmi incapace di reagire. poi la consapevolezza che avrei parlato di tutto e di più. penso che alla fine però, mia madre, mio padre era già morto quando smisi, mia madre dicevo, si sia resa conto che io non incolpavo nessuno. non cercavo colpe altrove. cercavo solo i motivi scatenanti. risposte. e via d'uscita. e le ho trovate.
 
scalzasempre
scalzasempre il 19/01/07 alle 20:05 via WEB
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(R.J.W)



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DEL MIO TEMPO PERDUTO,
GRAFFIARTI IL VISO
DI ROSSO VERMIGLIO
SCOPRIRTI IL SENO
AL BACIO INFUOCATO
PRIMA CHE TU RITORNI VENTO
O IL GIUNCO CHE SI PIEGA



Io sono certa che nulla più soffocherà
la mia rima,
il silenzio l’ho tenuto chiuso per anni
nella gola
come una trappola da sacrificio,
è quindi venuto il momento di cantare
una esequie al passato.


Alda Merini, da "La Terra Santa"

 

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