dagherrotipi

Premetto che anche a me è stato antipatico Valentino Rossi per questa faccenda fiscale. Andare a cercarsi un circa paradiso fiscale non gli rende merito. Detto questo, ci aggiungo dei però... Prima di tutto, sebbene possa non piacermi il suo modo di trattare l'argomento, va detto che dalla sua posizione è impossibile affrontare la cosa piacendo a tutti. Per cui non se lo sarà posto come obbiettivo.

Il fisco italiano, quando è a corto di argomenti per mostrare che recupera, prende di mira qualche personaggio importante, di cui a stampa e tv CONTROLLATE non importa parare il culo. Perché non ci sono dietro interessi di casta o lobby (imprenditoriale o pseudo tale). Quando si lancia in queste mega imprese, il fisco fa il diavolo a quattro sulla sola base della propria accusa, ancorché campata in aria. Poi non arriva a niente. Arriva ad un patteggiamento quando gli va bene. Loris Capirossi, per restare nell'ambiente, sta opponendogli resistenza già da qualche anno, a suon di avvocati e carte bollate. Ed il fisco, con lui, rischia di restare con un pugno di mosche. E con un pugno di mosche potrebbe rischiare di rimanere anche con Valentino Rossi, se resistesse con durezza. Ma quando il fisco fallisce il suo ridicolo recupero di gettito nei confronti di quei due o tre uomini di spettacolo, non fa la stessa pubblicità del giorno della Grande Accusa. Non si vede quasi mai nessuno intervenire in anticipo su altre grossissime vergogne. Cioè certe cose vengono fuori, quando vengono fuori, solo se ormai sono impossibili da celare.

La legge permette diverse vie per eludere una buona parte di fisco, a certi privilegiati. Ora possiamo stare a guardare all'aspetto morale dell'atto dell'elusore, ma quando si parla di evasione, bisogna guardare al fatto che uno abbia davvero evaso oppure no. Ovvero che abbia fatto qualcosa che è contro la legge. D'altronde la legge, proprio per questa sua strutturazione per mezzo della quale realizza mille cunicoli attraverso cui scappare dalle tasse, invita essa stessa all'evasione. Cioè per la sua strutturazione induce tutti quelli che lo possono, a cercare il modo di pagare il meno possibile. E siccome non è mai univocamente interpretabile, siccome ha mille punti oscuri ed intersezioni, è facile che chi cerca di sfuggire alle grinfie del fisco, poi sconfini nell'evasione.

In questo paese l'evasione fiscale è un merito, e non un demerito. Lo Stato è il nemico pubblico numero uno. Un operaio va a prendersi il caffè, e se il barista non gli fa lo scontrino, è contento per il barista che, almeno lui, possa fare a meno di pagare le tasse. Quando non è contento, non gli dice niente perché gli parrebbe di essere scortese. E così vale per altre attività commerciali. Al punto che c'è quello che non fa lo scontrino neppure a quelli che non conosce. Come c'è chi tiene commesse in nero, e non ha problemi nonostante (!) i finanzieri del paese vadano a fare la spesa nel suo negozio.

Così Valentino Rossi, fermo restando che preferirei sapere che ha evaso il fisco solo se davvero, a bocce ferme, risulterà che lo ha evaso (e già se patteggia qualcosa mi puzza, perché in quei casi il primo patteggiatore è lo Stato, che in quel modo riconosce implicitamente di produrre leggi inattuabili, contrastanti tra loro, e riconosce di non avere la volontà di equiparare i cittadini sul piano fiscale), fermo restando questo, lui diventa un capro espiatorio. Diventa il grande evasore. Quando sappiamo tutti che di Grandi Evasori impuniti ce ne sono più o meno nella nostra città o nel nostro paesotto. E non abbiamo niente da dire, sì e no da boffonchiare.