"La più sorprendente scoperta che ho fatto subito dopo aver compiuto sessantacinque anni è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare!"
(La grande bellezza)
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Post n°1227 pubblicato il 11 Novembre 2007 da magdalene57
ciao pa', am'sa cha vag..? e in dot ve'? al me amigh, al mà dit che spol ander in argentenna... mah... Otto figli, quattro maschi e quattro femmine, uno l'ha mandata a 11 anni nelle suore, tradizione di famiglia considerato che uno zio monsignore la vuol perpetrare, gli altri lavorano. Chi nella stalla a curare i cavalli dei signori, chi nella campagna, oddio, è collina più che campagna, chilometri a piedi, su e giù, prima di arrivare a quel pezzetto di terra grassa che da almeno un pò di frumento. Le figlie, a parte curare la madre a letto ormai da anni, curare la casa, che tanti uomini fan tanto da mangiare e da pulire, di tanto in tanto vanno sul fiume, durante la stagione a trasportare pietre. Che tra un pò su quel fiume resteranno solo arbusti e sabbia. Lui parte, con la moglie, fresco di prima notte. Francesco, si chiama. E' tosto lui. E poi ha saputo che in paese altri partono, vanno in Argentina. I fratelli non sono molto contenti, le sorelle piangono. Han paura, quel viaggio in mare (ma com'è fatto il mare? che cos'è?), e poi, quella terra di nessuno. Chi ci sarà? come saranno quelli che ci abitano. Dei senza dio, banditi? Lui prende su poche cose, poche ne possiede. Gli servono un pò di soldi, i documenti, un vestito buono per presentarsi al lavoro, si, quello che ha indossato al matrimonio, che poi era quello di suo padre messo a posto dalla sorella suora che sa cucire bene, un crocefisso, quello si, dammi quello che stà in cucina, almeno penso a voi quando sono là, e poi le calze di lana (che tempo farà, non lo so, magari si gela...) La valigia me la presta il prete. è grande, poi gli mando i soldi, appena li guadagno per ripagarla. Oddio... è proprio vecchia, ma allo zio serviva ancora... da dove parti? da genova e dov'è genova di la da queste montagne Lei lo guarda. Sapeva che sposandosi andava via di casa, mica l'aveva pensato che sarebbe andata nell'altro mondo. Proprio no. Ma è suo marito, è giovane, vuole dei figli, e sè stufata di chiedere sempre ai suoi un pò d'aiuto, che quelli fan la fame pure loro. Senti, nella valigia io ci voglio mettere le mie lenzuola, le mie cose, mica posso partire senza niente, le ho cucite io e le voglio tenere. allora cercano un'altra valigia. Ci penserà il padre o qualcuno dei fratelli pagarla. Magari andrà qualche ora a lavorare gratis per saldare il conto. In una mattino in cui la nebbiolina non s'alza proprio dalle colline, e il fiume sembra tutt'uno con il cielo, partono, a piedi, per andare in città Che quella mattina il padre non ha il carretto perchè il cavallo è nei campi. Partono, e di loro si saprà ben poco. Stiamo bene, qua la terra è tanta, dove arrivi puoi fermarti. C'han tenuti tanti giorni fermi, ma poi ho trovato un lavoro Stiamo bene, è nato l'Armando, e mia moglie ha buona salute. Ci siamo costruiti una casa, e ho preso a guidare Stiamo bene, a parte qualche acciacco, è l'armando mi aiuta col camion. Si, è mio. mangiamo chilometri e chilometri, ma si lavora. Mia moglie sta a casa con il campo e le galline Sempre, nelle riunioni di famiglia, si favoleggia di questo zio in Argentina. Pare abbia fatto fortuna, ha un camion e una casa, un figlio grande, un pezzo di terra e le galline. E tutti a far congetture, su quanto sia grande la casa, sulla terra, e noi bambini a sognare... lo zio d'america. Poi, un giorno, la zia suora, che nel frattempo s'era trasferita in Cile ed aveva fondato un ricovero per i vecchi abbandonati, dove pure i giovani e i bambini vanno, compare ad una riunione di famiglia. Deve raggranellare soldi e indumenti che poi porta in Cile, ai suoi vecchietti...(così li chiamava lei), e ci porto una foto. Di Francesco. Sulla sfondo, tra cielo e terra, il famoso camion, dal muso rosso illuminato dal sole, ed assi di legno lunghe lunghe a fare il rimorchio. La casa col tetto ondulato, bassa, con pareti prese a prestito da pianali di camion, cartoni pubblicitari. Le galline tutt'attorno e fra i loro piedi. Mai visto, allora ero bambina, tre persone più male in arnese: vestiti tali e quali a quelli di chi va cercando soldi per strada, pelle bruciata dal sole, ... ma erano lì, impettiti, a guardar l'obiettivo, pieni di nostalgia, e di amor proprio. ![]() Ricordo che mi si strinse il cuore. non credevo proprio che mentre io prendevo l'ascensore per arrivare in casa, niente di che, s'intende, quelli s'eran fatti tutta quella strada per vivere in quel modo. Ricordo che mi si strinse il cuore, e un pò a tutti in quel momento ... la nonna pianse pure. Ma la zia suora disse che stavano bene, e che eravamo noi che avevamo troppe cose, mica loro poche. (oddio... i suoi vecchietti li raccattava per strada, effetto del golpe, diceva lei...) ehi, babbo.... mi sa che lo zio d'america ce lo dobbiam scordare, tu che dici?? |
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I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
EPISTOLARI AMOROSI
Si parlava con alcuni amici di aprire un blog di lettere d'amore dall'altisonante nome:
Non ho ben chiaro se intendessero lettere nuove, o lettere scritte in passato, anche da altri.
Forse, basta che siano lettere d'amore, nell'accezzione più ampia del termine, penso.
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Ma, dopo tutto sono un uomo. E tutte
le considerazioni filosofiche
non bastano a impedirmi di
desiderarti, ogni giorno, ogni momento,
con la testa piena dello spietato gemito
del tempo, del tempo che non potrò
mai vivere con te.
Ti amo, di un amore profondo e totale.
E così sarà sempre.
(R.J.W)
DESIDERIO
VORREI PIEGARTI
AL MIO TANGO GIAGUARO
MIA SILFIDE AZZURRA
DELL'ORSA STELLATA,
E AL BRIVIDO CRESPO
DEI TUOI FIANCHI SGOMENTI
ALITARVI D'AGOSTO
IL RANTOLO CUPO
PRIMA CHE TU RITORNI GIUNCO
O IL VENTO CHE LO PIEGA
VORREI COLMARTI
L'INFINITO DEGLI OCCHI
COLL'AMARO DEL SALE
DEL MIO TEMPO PERDUTO,
GRAFFIARTI IL VISO
DI ROSSO VERMIGLIO
SCOPRIRTI IL SENO
AL BACIO INFUOCATO
PRIMA CHE TU RITORNI VENTO
O IL GIUNCO CHE SI PIEGA
Io sono certa che nulla più soffocherà
la mia rima,
il silenzio l’ho tenuto chiuso per anni
nella gola
come una trappola da sacrificio,
è quindi venuto il momento di cantare
una esequie al passato.
Alda Merini, da "La Terra Santa"
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e me ne vanto!!
*****
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'Per ora mando neve e tempesta
ma una salvezza soltanto vi resta:
organizzate un altro ritrovo
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Voglio vederli pur'io stucchi e specchi,
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Se non farete per ciò buon ufficio
scaglio su voi orribile maleficio:
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facit'ampressa, e organizzate!
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You are The Lovers
Motive, power, and action, arising from Inspiration and Impulse.
The Lovers represents intuition and inspiration. Very often a choice needs to be made.
Originally, this card was called just LOVE. And that's actually more apt than "Lovers." Love follows in this sequence of growth and maturity. And, coming after the Emperor, who is about control, it is a radical change in perspective. LOVE is a force that makes you choose and decide for reasons you often can't understand; it makes you surrender control to a higher power. And that is what this card is all about. Finding something or someone who is so much a part of yourself, so perfectly attuned to you and you to them, that you cannot, dare not resist. This card indicates that the you have or will come across a person, career, challenge or thing that you will fall in love with. You will know instinctively that you must have this, even if it means diverging from your chosen path. No matter the difficulties, without it you will never be complete.
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ma divago: il tema è un altro. la nostra immigrazione, l'immigrazione di oggi. e ti ringrazio del tb.
buona giornata