Creato da magdalene57 il 25/05/2005

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l'anima nomade. l'anima errante. l'anima ferita

Post n°1227 pubblicato il 11 Novembre 2007 da magdalene57
 

ciao pa', am'sa cha vag..?
e in dot ve'?
al me amigh, al mà dit che spol ander in argentenna...
mah...



Otto figli, quattro maschi e quattro femmine, uno l'ha mandata a 11 anni nelle suore, tradizione di famiglia considerato che uno zio monsignore la vuol perpetrare, gli altri lavorano. Chi nella stalla a curare i cavalli dei signori, chi nella campagna, oddio, è collina più che campagna, chilometri a piedi, su e giù, prima di arrivare a quel pezzetto di terra grassa che da almeno un pò di frumento. Le figlie, a parte curare la madre a letto ormai da anni, curare la casa, che tanti uomini fan tanto da mangiare e da pulire, di tanto in tanto vanno sul fiume, durante la stagione a trasportare pietre. Che tra un pò su quel fiume resteranno solo arbusti e sabbia.

Lui parte, con la moglie, fresco di prima notte. Francesco, si chiama. E' tosto lui. E poi ha saputo che in paese altri partono, vanno in Argentina.
I fratelli non sono molto contenti, le sorelle piangono. Han paura, quel viaggio in mare (ma com'è fatto il mare? che cos'è?), e poi, quella terra di nessuno.
Chi ci sarà? come saranno quelli che ci abitano. Dei senza dio, banditi?


Lui prende su poche cose, poche ne possiede. Gli servono un pò di soldi, i documenti, un vestito buono per presentarsi al lavoro, si, quello che ha indossato al matrimonio, che poi era quello di suo padre messo a posto dalla sorella suora che sa cucire bene, un crocefisso, quello si, dammi quello che stà in cucina, almeno penso a voi quando sono là, e poi le calze di lana (che tempo farà, non lo so, magari si gela...)
La valigia me la presta il prete. è grande, poi gli mando i soldi, appena li guadagno per ripagarla. Oddio... è proprio vecchia, ma allo zio serviva ancora...

da dove parti?
da genova
e dov'è genova
di la da queste montagne

Lei lo guarda. Sapeva che sposandosi andava via di casa, mica l'aveva pensato che sarebbe andata nell'altro mondo. Proprio no. Ma è suo marito, è giovane, vuole dei figli, e sè stufata di chiedere sempre ai suoi un pò d'aiuto, che quelli fan la fame pure loro.
Senti, nella valigia io ci voglio mettere le mie lenzuola, le mie cose, mica posso partire senza niente, le ho cucite io e le voglio tenere.
allora cercano un'altra valigia. Ci penserà il padre o qualcuno dei fratelli pagarla. Magari andrà qualche ora a lavorare gratis per saldare il conto.



In una mattino in cui la nebbiolina non s'alza proprio dalle colline, e il fiume sembra tutt'uno con il cielo, partono, a piedi, per andare in città
Che quella mattina il padre non ha il carretto perchè il cavallo è nei campi.

Partono, e di loro si saprà ben poco.



Stiamo bene, qua la terra è tanta, dove arrivi puoi fermarti. C'han tenuti tanti giorni fermi, ma poi ho trovato un lavoro
Stiamo bene, è nato l'Armando, e mia moglie ha buona salute. Ci siamo costruiti una casa, e ho preso a guidare
Stiamo bene, a parte qualche acciacco, è l'armando mi aiuta col camion. Si, è mio. mangiamo chilometri e chilometri, ma si lavora. Mia moglie sta a casa con il campo e le galline


Sempre, nelle riunioni di famiglia, si favoleggia di questo zio in Argentina. Pare abbia fatto fortuna, ha un camion e una casa, un figlio grande, un pezzo di terra e le galline. E tutti a far congetture, su quanto sia grande la casa, sulla terra, e noi bambini a sognare... lo zio d'america.

Poi, un giorno, la zia suora, che nel frattempo s'era trasferita in Cile ed aveva fondato un ricovero per i vecchi abbandonati, dove pure i giovani e i bambini vanno, compare ad una riunione di famiglia. Deve raggranellare soldi e indumenti che poi porta in Cile, ai suoi vecchietti...(così li chiamava lei), e ci porto una foto. Di Francesco.

Sulla sfondo, tra cielo e terra, il famoso camion, dal muso rosso illuminato dal sole, ed assi di legno lunghe lunghe a fare il rimorchio. La casa col tetto ondulato, bassa, con pareti prese a prestito da pianali di camion, cartoni pubblicitari.
Le galline tutt'attorno e fra i loro piedi. Mai visto, allora ero bambina, tre persone più male in arnese: vestiti tali e quali a quelli di chi va cercando soldi per strada, pelle bruciata dal sole, ... ma erano lì, impettiti, a guardar l'obiettivo, pieni di nostalgia, e di amor proprio.



Ricordo che mi si strinse il cuore. non credevo proprio che mentre io prendevo l'ascensore per arrivare in casa, niente di che, s'intende, quelli s'eran fatti tutta quella strada per vivere in quel modo.
Ricordo che mi si strinse il cuore, e un pò a tutti in quel momento ... la nonna pianse pure. Ma la zia suora disse che stavano bene, e che eravamo noi che avevamo troppe cose, mica loro poche. (oddio... i suoi vecchietti li raccattava per strada, effetto del golpe, diceva lei...)

ehi, babbo.... mi sa che lo zio d'america ce lo dobbiam scordare, tu che dici??

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Commenti al Post:
MacRaiser
MacRaiser il 11/11/07 alle 12:30 via WEB
Molto bello, Maggie. Un racconto come questo vale piu' di cento dotte esposizioni antixenofobe. Un bacio :)
 
 
magdalene57
magdalene57 il 11/11/07 alle 18:37 via WEB
grazie, Mac. Nella nostrta storia ci sono le risposte. E nessuno può cambiarla, la storia. (anche se molti ci provano..) un bacio..:-))
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 11/11/07 alle 13:10 via WEB
triste e bello. come spesso è la vita vera. di "zii d'America" mi sa che ce ne sono stati pochissimi. un po' come le "spose di guerra" che credevano di trovare chissà cosa e poi si trovavano in un'America anche più povera dell'Italia chea avevano lasciato.
ma divago: il tema è un altro. la nostra immigrazione, l'immigrazione di oggi. e ti ringrazio del tb.
 
 
magdalene57
magdalene57 il 11/11/07 alle 18:40 via WEB
il tuo post, e quelli di altri, m'ha fatto ricordare questa storia di famiglia. i fatti, gli eventi di oggi si spiegano anche con la nostra storia. credo. ciao..:-))
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 11/11/07 alle 21:32 via WEB
Ho avuto modo di conoscere alcuni discendenti di emigranti. Discendenti che ora stanno bene e han voluto conoscere i luoghi d'origine di loro antenati. Tutti erano stupiti dalla bellezza dei paesaggi e immaginavano il dolore di chi li aveva lasciati. In Cadore, terra ora ricca per il turismo di massa, interi paesini si sono svuotati, lasciando dietro solo i vecchi. Le condizioni nel nuovo Paese oltreoceano erano durissime, ma i nostri nn si spaventavano per la paura e la fatica. I veneti, per esempio, erano famosi perché erano bravi a costruire ponti, a lavorare il ferro, ecc. quindi erano ricercati come lavoratori (anche in Ungheria). Se poi pensiamo alla big potato famine, la carestia in Irlanda a fine '800 causata dalla malattia delle patate per cui morirono di fame migliaia e migliaia di persone, l'America è stata la risposta a questa crisi. L'Irlanda si è svuotata (mi pare che più di un terzo delle popolazione sia emigrata), ma si sarebbe spopolata lo stesso per la morte di tanti senza cibo. Nel nuovo continente avevano prospettive migliori che in Europa. Ho anch'io uno zio in Argentina, mai tornato. In famiglia nn si è mai favoleggiato sulla sua ricchezza, perché a un invito a tornare per partecipare a una riunione di famiglia, anni fa, lui rispose che per pagare il viaggio, per sè e la famiglia, avrebbe dovuto vendersi la casa. Se i parenti in Italia ci tenevano tanto a rivederli e volevano essere così gentili da spedirgli i biglietti ..... io ero piccola e nn so come sia finita la faccenda. So solo che nn li abbiamo mai visti. Evidentemente i parenti in Italia nn erano così interessati. Mi sa che sono andata fuori tema una decina di volte con questo commento. Scusa Margi, ciao
 
 
magdalene57
magdalene57 il 12/11/07 alle 11:31 via WEB
beh, non costa due lire il biglietto andata/ritorno dall'argentina, se fosse per me io ci andrei tutti gli anni, ma non si può. a mendoza, quando entravamo nei negozi parlando italiano, le persone ci raccontavano con orgoglio di avere discendenze italiane. ricordo un signore piuttosto anziano. era partito dalla sicilia adolescente e in 60 anni non era mai tornato una volta. non era triste, era disilluso. il che è anche peggio
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 12/11/07 alle 00:25 via WEB
siamo anche quelli che col treno del Sole dalla Sicilia, dalla Calabria, salivamo a Torino, a Milano, ovunque ci fosse lavoro. purchè lavoro fosse. disprezzati e maltrattati, quando andava male, accettati con compiaciuta bonomia quando andava bene (un brav'uomo, peccato sia terrone). Guardati con sospetto, esattamente come con sospetto guardiamo oggi gli altri. davvero non si impara mai.
 
 
magdalene57
magdalene57 il 12/11/07 alle 11:43 via WEB
ricordo qua da me, non si affittava ai terroni "che son sporchi, urlano, fan tanti figli e s'ammazzano", poi le cose son cambiate, le case se le sono comprate, i figli si sono laureati, e adesso ... adesso magari qualcuno affitta un monolocale a 6 persone, così, tanto per far quadrare i conti (beninteso che i polentoni fanno uguale ...:-). A proposito, l'altra mattina è arrivato in archivio il primo studente universitario di origine marocchina, residente nel comune con tutta la famiglia. la prima generazione integrata nel lavoro, la seconda percorre l'intero ciclo scolastico fino all'università. a questo vale la pena di guardare con fiducia
 
gianor1
gianor1 il 12/11/07 alle 17:16 via WEB
Mi hai rammentato un vecchio film Emigrantes di e con Aldo Fabrizi che,a parte la retorica,narrava proprio le vicende di una famiglia di emigranti proprio in Argentina,e la nostalgia del ritorno.Ciao.
 
 
magdalene57
magdalene57 il 13/11/07 alle 08:13 via WEB
mi sa che non l'ho visto..quasi quasi mi provo a cercarlo, ciao gianor..:-))
 
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 13/11/07 alle 00:53 via WEB
"i fatti, gli eventi di oggi si spiegano anche con la nostra storia. credo." Condivido queste tue parole, le sottoscrivo. Un abbraccio stretto.
 
 
magdalene57
magdalene57 il 13/11/07 alle 08:13 via WEB
e io abbraccio te..:-))
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 13/11/07 alle 10:20 via WEB
Buondì Margi
 
 
magdalene57
magdalene57 il 13/11/07 alle 14:35 via WEB
buondì a te, aspirante nonna..:-)))
 
miro.oceani
miro.oceani il 13/11/07 alle 10:35 via WEB
Nei migranti di oggi, almeno in quelli che conosco, forse un connotato diverso dai migranti di ieri c'è: quello di conservare un solido legame con la famiglia di origine.... magari le condizioni di comunicazione sono diverse (telefono/internet/ecc.) ma il ritorno al paese è abbastanza frequente (molti ci riescono almeno una volta l'anno).
buona giornata
 
 
magdalene57
magdalene57 il 13/11/07 alle 14:43 via WEB
ciao Miro. ti dirò, credo che un bell'aiuto si sia avuto con il telefono ed internet, ma essere così lontani, doverti ricostruire una vita, e il sopravvivere alla malinconia, ti porta a concentrarti sui luoghi in cui vivi. mia sorella è partita 8 anni fa per l'argentina, marito argentino, e dopo i primi tempi ha cominciato a "vivere la sua vita". non poteva permettersi la malinconia del guardare indietro. Ora scopro che pure mia madre, che ha scelto di vivere in argentina da un anno, "vive la sua vita". si, ci sentiamo, per lei è più dura lasciarci "andare", ma mi rendo conto che questa sua tenacia nel voler controllare da oltreoceano la nostra vita, le procura grande dolore e senso d'impotenza. Ecco, io credo che al di la dei ricordi, le foto, le lettere e tutto quello che appartiene al passato alla vita vissuta, ci sia poi il bisogno di "staccare" per poter vivere senza morire di malinconia. chi non ci riesce si trascina in un luogo che non è il suo, straniero per sempre. (e comunque viaggiare costa tanto, troppo...) buonagiornata..
 
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(R.J.W)



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SCOPRIRTI IL SENO
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PRIMA CHE TU RITORNI VENTO
O IL GIUNCO CHE SI PIEGA



Io sono certa che nulla più soffocherà
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il silenzio l’ho tenuto chiuso per anni
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