Ingredienti 250 gr di farina 150gr di zucchero semolato 250 ml di panna fresca 50 gr di burro 50 gr di yogurt lievito 1 bustina 3 mele renette 4 uova
Montare la panna fresca e lasciarla poi riposare, in una terrina mettere la farina , lo zucchero, le uova e sbattere con le fruste elettriche, aggiungere poi burro, yogurt e il lievito e continuare a lavorare fino a quando si ottine un composto liscio. Incorporare la panna con movimento ascendente per non smontarla. Versare il composto in uo stampo rivestito di carta forno e mettere in superfice le mele tagliate a spicchi piuttosto grossolani, cospargere la superfice di zucchero semolato e( se piace ) un po di cannella. Cuocere a forno caldo per 40 minuti a 180 gradi |
Ingredienti 1,5 Kg di polpa di manzo da stracotto Alloro Salvia Rosmarino Prezzemolo Acciughe dissalate Sale Pepe Brodo per la cottura I cucchiaio di farina Olio
Prendete le erbe aromatiche e fatene un mazzetto che adagerete nel fondo di una casseruola capace di accogliere il pezzo di manzo. Mettete l’olio e portatela sul fuoco facendola rosolare da tutti i lati. Salate e pepate e aggiungete le acciughe tritate insieme al prezzemolo. Coprite di brodo e fate cuocere a fuoco moderato lento per circa 2 ore. Togliete la carne dal tegame, togliete dal fondo il mazzetto di erbe aromatiche e addensatelo con un cucchiaio di farina. Tagliate la carne, adagiatela su un vassoio coprendola con il fondo di cottura. Servite questo manzo, piuttosto saporito accompagnato da insalata o fagiolini lessi.
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Pe fa la pomarola alla toscana Ti serve roba buona e certo sana Ci voglion dell’orto i pomodori Accompagnati con tutti gli odori
Sedano carotine e anche cipolle Da metter insieme mentre tutto bolle Quel che vien lo passate al passatutto E lo potete usare dappertutto
Per condire la pasta al desinare E pur se non volete cucinare Di certo sta gran comodità Nella dispensa tua non guasterà
Per conservar tutta sta bontà La dovete però sterilizzà Con i vasetti quattro stagioni E conservà i sapori belli e buoni
Poi d’inverno quando il sole manca E vi sentite pure un poco stanca Per preparar la pasta e non una sòla Basta aprir un barattolo di pomarola
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Tra i dolci preparati nel Chianti c'erano i migliacci. Venivano fatti con il sangue di maiale e pertanto solo nel periodo in cui si procedeva ad ammazzare questi animali. Chiaramente il sangue era un ingrediente minoritario, la componente principale era l'utilizzo di dolci tipici della tradizione sense, cavallucci e panforte con i quali si prparava la cosiddetta " pappa" ovvero la base nella quale poi veniva disciolto il sangue di maiale. Anche se impossibili da realizzare visto la difficoltà di reperire la materia prima( sangue di maiale) vi trascrivo sotto la ricetta ripresa da un sito che descrive i prodotti tipici del senese, ho scento di pubblicare tale ricetta in quanto la procedura descritta è quella che realmente veniva utilizzata nelle case dei contadini. Il migliaccio senese è un dolce molto ricco fatto con sangue suino, uova, farina, zucchero, strutto, brodo, noci tritate, biscotti secchi e dolci della tradizione senese come panforte e cavallucci. Preparazione: Mettere in bagno in un po' di brodo caldo, allungato con acqua, il panforte finemente triturato insieme ai cavallucci ed ai biscotti anch'essi pestati; se il tutto non si stempererà bene si pone sul fuoco con altro brodo aiutandosi con un mestolo a spappolare ogni cosa. Quando la pappa sarà pronta si aggiunge lentamente il sangue, sino a fare una pasta di giusta consistenza e si sala. Quindi si sbattono le uova e si uniscono all'impasto addizionando, se necessita, un po' di farina per ottenere un composto denso e cremoso; se l'impasto è troppo compatto si aggiunge acqua, latte o vin santo.Dopo aver lasciato riposare per qualche minuto si cuoce l'impasto come frittatine in una padella del diametro di circa 20 cm unta con strutto. Una volta pronte si dispongono le frittatine si dispongono in un piatto a torre spolverando con zucchero vanigliato e guarnendo con le noci. |
Ecco un'idea per un secondo o un antipasto facile e veloce. Prendete delle belle melanzane tonde, tagliatele a fette alte almeno 1 cm e mettetele a scolare in uno scolapasta dopo averci messo del sale grosso. Dopo un oretta lavatele bene e mettetele a grigliare o passatele su una piastra. Una volta cotte disponetele su un vassoio, ricopritele con una dadolata di pomodori e mozzarella, precedentemente condita con olio, sale , pepe e origano se vi piace. Guarnite con del basilico e servite. Dose per 4 persone 3 melanzane globose piuttosto grosse 5 pomodori maturi 2 mozzarelle fior di latte basilico olio estravergine di oliva sale pepe
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La pappa al pomodoro è un piatto semplice e in tal modo deve essere realizzato, le varie varianti, pur apprezzabili, lo rendono certamente molto diverso da quello della tradizione contadina. Per fare la pappa spezzettate dei pomodorini ciliegini molto maturi e dolci ( ricordatevi che in origine il piatto era fatto in inverno usando i pomodorini a piccia che si erano in asciugati e ulteriormente maturati) metteteci acqua, pane raffermo e uno spicchio d'aglio. Salate e fate bollire fino a che il tutto avrà preso la giusta consistenza. Servire con olio, formaggio e una spruzzata di pepe. |
Quando ero ragazzo capitava spesso di recarmi alla casetta a trovare mia zia, lei spesso mi invitava a restare a cena ed io accettavo volentieri soprattutto se sulla cucina economica c'erano le grosse padelle e le patate che cuocevano dentro. le patate arrosto della casetta erano infatti sublimi, croccanti fuori morbide dentro, con quel sapore e odore che la salvia dell'orto accentuava. Il segreto, oltre alle patate dell'orto, la salvia e il calore della cucina economica era sicuramente il fatto che queste patate , messe sul fuoco, venivano amorevolmente accudite, girate e diciamolo pure coccolate dalle donne più anziane tipo la Caterina, che abitavano alla casetta ( la famiglia infatti era composta di 15 persone). Ora non sò darvi una ricetta precisa per rifarle a casa comunque se volete provare procuratevi una bella teglia di alluminio, olio buono, patate, salvia fresca e sale. Fate le patate a pezzi abbastanza grossi e mettetele in teglia con abbondante olio di oliva ( il fondo della teglia deve esserne ricoperto) e le foglie di salvia ( abbondanti). Cuocete a fuoco medio badando che non si attacchino e rigirandole spesso fino a che saranno belle dorate e croccanti.
Se però volete fare qualcosa di simile ma.... con metodi più moderni e... come si dice in toscana .. spicci... ecco alcuni consigli e trucchi: 1- Fate le patate a pezzi e sciacquatele in abbondante acqua corrente , devono perdere l'amido.. questo le renderà poi più croccanti. 2- Fatele bollire dai 3 ai 4 minuti prima di metterle in padella. 3-Fatte le operazioni preliminari procedete come da ricetta, potete farle anche in una teglia antiaderente, in questo caso il risultato è garantito. |
Post n°51 pubblicato il 05 Ottobre 2012 da pastarella77
Oggi Zia Iolanda se ne è andata, aveva 83 anni ed è morta di vecchiaia anche se come sento dire da qualcuno" ma insomma non era mica tanto vecchia" ma si sà abbiamo spostato tutto in avanti compreso la nostra concezione di vecchiaia. Iolanda era una donna pratica, animata da una fede incrollabile e da uno spirito interiore ferreo. Era una donna che sprigionava energia positiva, a contatto con lei, con la sua saggezza tutto sembrava improvvisamente farsi semplice . Si rendeva conto dei problemi che il passare degli anni arrecava a lei e arrecherà a ciascuno di noi-"prima questi problemi non c'erano- diceva- ma ci credo un c'erano tutte queste medicine che ci fanno campare troppo" Anche ora sono convinto ci direbbe di non prendersela pù di tanto è la vita e, dopotutto lei ha avuto una vita piena, piena di gioe e dolori, piena di affetti e di amore, lo stesso affetto e amore che lei sapeva elargire agli altri. Per questo voglio pubblicare alcuni ricordi dove lei è presente, senza nostalgia nè sentimentalismi ma solo come omaggio alla mia " Vecchia congiunta". Con Iolanda invece l’occasione per ritrovarsi era sempre l’immancabile smaialata che veniva organizzata quando si ammazzavano i maiali. Iolanda abitava vicino a Lilliano in un grande casolare a cui certo, il nome affibbiato non rendeva giustizia, si chiamava infatti “ La casetta”. Alla Casetta si giungeva passando dietro il Palazzo della Fattoria dei Principi Ruspoli Berlingieri, i proprietari della tenuta di Lilliano, attraverso una strada che , girato l’angolo della in direzione di Castellina in Chianti, si inerpicava improvvisamente su per la collina. Al termine della breve ma irta salita, si apriva un piazzale e dietro al piazzale il casolare si mostrava nella sua vastità e irregolarità. Era stato infatti costruito in vari periodi , come tutte le case contadine presentava le stalle dei buoi e gli stalletti dei maiali nella parte bassa, poi una scala esterna portava al primo piano .Dalla porta principale si entrava direttamente in cucina, una cucina enorme quella della casetta, con un grande camino nella parte destra e l’acquaio nella parte sinistra, sulla parete di fondo la cucina economica e , posizionata tra le due finestre una vetrinetta di legno. Al centro della stanza, a troneggiare su tutto, una tavola lunga abbastanza per ospitare una ventina di persone. Su questa tavola con tutti i parenti si organizzava la smaialata quando veniva il tempo di ammazzare i maiali.
Ma se la vista dei morti non era familiare, familiare era invece la festa dei morti che si festeggiava a novembre. In quella domenica la messa si svolgeva al cimitero. A Sandro piaceva incamminarsi con i suoi amici lungo la stradina che dalla piccola frazione portava al cimitero. La strada partiva dalla madonnina , prima del cancello della villa dei Principi Berlingeri, passava accanto alla casa dei Braccagni e costeggiando la vigna arrivava al cancello di ferro che chiudeva il luogo delle sepolture. Dopo il cimitero la strada diveniva un viale di cipressi e si concludeva in una rotonda anch’essa delimitata dagli alberi aguzzi. Lungo la stradina, dietro ai ragazzi venivano Lida, Iolanda, Nella, Marisa, le donne di casa Bettini, quelle dei Braccagni , Milietta la moglie del mugnaio e tutte le donne del paesino, poi più addietro gli uomini che scendevano al cimitero parlando di caccia. La messa veniva celebrata all’aperto fuori dalla piccola cappellina che custodiva l’ossario. Mentre le donne seguivano ossequiose la cerimonia i ragazzini scorrazzavano tra le tombe divertendosi a leggere le lapidi, soprattutto quelle più antiche che erano state appese al muro di cinta quando si era provveduto a rimuovere le ossa per deporle nell’ossario comune. Quell’inverno fu un inverno freddo e piovoso. Novembre vide solo nuvole nere e grigie addensarsi nel cielo, solo ogni tanto un raggio di sole usciva per illuminare la campagna in cui i rossi delle foglie caduche dominavano ormai sul verde dei cipressi e dei lecci.
L’agitazione del funerale finì con il contagiare tutti. Era una specie di anestesia fatta di parenti, amici , conoscenti, che in qualche modo riempiva il vuoto lasciato dal morto. Un agitazione che evitava di pensare, c’era sempre qualcuno con cui parlare, ricordare, piangere. “Sarà dura quando non ci saranno più”, pensava Sandro. Per il funerale rimase attaccato alla madre, ma quando la cerimonia al cimitero fu conclusa e Lida venne riaccompagnata a casa dai fratelli Sandro preferì tornare a piedi in compagnia di un amico , Salvatore. Quella sera sua zia Iolanda, la sorella di Anselmo, si offrì di rimanere a dormire da loro per fargli un po’ di compagnia. Anche Iolanda era rimasta vedova tre anni prima , Silvio infatti era morto improvvisamente e lei sapeva quanto era dura affrontare tutto ciò. Che cosa ricordava della morte dello zio, solo una buia mattina, sua madre che era venuta a svegliarlo. - Sandrino –aveva detto Lida – io e babbo andiamo alla casetta da zia Iolanda. -A far cosa? –aveva chiesto lui sempre mezzo addormentato. - E’ morto zio Silvio- era stata la risposta lapidaria e diretta.
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Ripresero insieme a preparare il desinare ma ben presto Lida lasciò l’incombenza alla suocera e si diresse in bagno a lavare i panni. Da quando avevano traslocato da Galliano la loro vita era molto migliorata. Il bagno non era certo da signori, comunque non era una buca all’esterno della casa, e soprattutto avevano l’acqua e l’elettricità. Con Anselmo avevano già parlato di comprare un frigorifero o un televisore; a rate naturalmente. -Secondo te che cosa è meglio prendere ? – aveva chiesto lei al marito. Lui la guardò con affetto, il volto arso dal sole metteva in evidenza le rughe che gli solcavano la fronte. -Andrebbero bene tutti e due….. il frigorifero mi sembra più importante….. Però sarebbe bello anche comprare una macchina, una cinquecento, ne ho vista proprio una usata che potremmo prendere con poco. -E allora prendiamola, ci siamo sempre negati tutto. Sai mi hanno chiesto di andare a servizio in fattoria. Per ora a fare cose semplici come stirare e lavare…… credo di essere piaciuta alla padrona.Ci prende sia me che Nella. Vedessi che donna distinta... e la figlia Marzia.... è davvero una bella ragazza, si è fidanzata sai con un Ingegnere.... bell’uomo, distinto, e credo che presto si sposeranno, così hanno bisogno di personale di servizio. Anselmo guardò la moglie si era aspettato che lei, come spesso accadeva, ponesse delle obiezioni, invece stavolta lo stava incoraggiando, per la prima volta da quando si erano sposati si sentì pienamente felice si girò e baciò quella donna meravigliosa. |
Ecco una ricettina semplice semplice da utilizzare quando si è a corto di idee e si vuol variare il menù. Prendete un pollastrino, se anche lo comprate al mercato optate per un galletto livornese, tagliatelo in otto pezzi e mettetelo a rosolare con olio e aglio bagnando poi con un pò di vino bianco. Dopo averlo salato e pepato portatelo a metà cottura aggiungendo di tanto in tanto anche del brodo per evitare che si asciughi troppo, poi toglietelo dal tegame e nel sugo mettete , peperoni a listarelle,zucchine a rondelle, un pò di carota, sedano e basilico il tutto tagliato a pezzetti. Fate cuocere le verdure per un pò poi riaggiungete il pollo e completate la cottura riaggiustando di sale. |
Inviato da: pastarella77
il 22/11/2016 alle 11:30
Inviato da: diletta.castelli
il 07/10/2016 alle 16:58
Inviato da: scampipercena77
il 01/02/2016 alle 12:21
Inviato da: pastarella77
il 14/03/2013 alle 17:43
Inviato da: fimamisu
il 14/03/2013 alle 14:47