L'espressione del tapino rende bene il senso della sua consapevolezza: lui, lo StupiDario, e tutt'intorno (per non dire dentro) il NIENTE.
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Mancano 5 (cinque) giorni alle elezioni europee ed ancora il PD cerca casa..ovvero non ha la più pallida idea di dove collocare i suoi eletti..o meglio di quale gruppo del parlamento europeo sia disposto ad imbarcare la squallida e sparuta pattuglia di una sinistra incapace, priva di idee, eversiva e anti-italiana.
Niente di nuovo sotto il sole. Il Pd, in mancanza di armi migliori, continua a perseguire la vecchia strategia della caccia al Caimano. E la campagna elettorale si trasforma così in una frenetica sequenza di rilanci mediatici, in una demonizzazione permanente ed effettiva di “Silvio, padre di tutti i mali”, in una guerriglia senza esclusione di colpi in cui si cerca di servire qualsiasi sbobba al proprio elettorato – sesso, trame giudiziarie, moniti contro il regime prossimo venturo - pur di ottenere un piccolo vantaggio nel breve termine.
Sullo sfondo resta un partito irrisolto che, come ricorda Peppino Caldarola sul Riformista, deve ancora rispondere a tre domande capaci di definire la propria identità. La prima riguarda la collocazione che il Pd avrà nel Parlamento europeo. Come è noto gli ex democristiani presenti nella nuova creatura hanno posto il veto a un ingresso nel Partito Socialista Europeo. Per questo motivo Piero Fassino ha lavorato a lungo per tentare di creare un nuovo gruppo parlamentare meno connotato a Strasburgo, un gruppo in cui raccogliere tutte le culture progressiste e democratiche. Un accordo però, come confermato da Franceschini stesso, ancora non è stato trovato. "Stiamo ancora discutendo - dice il segretario - è un problema che riguarda diversi partiti di 27 Paesi. Sono ottimista, ma ancora non c'è un accordo". Fatto sta che a cinque giorni dal voto gli elettori ancora non sanno se il loro voto andrà a un partito legato ai socialisti europei oppure no.
Il secondo nodo irrisolto riguarda il rapporto con Antonio Di Pietro. La strana alleanza, prima suggellata in prossimità delle scorse Politiche, poi rinnegata a più riprese, è davvero archiviata oppure la convenienza politica e l’incontro sul terreno dell’antiberlusconismo la rende ancora attuale e forse inevitabile? Attualmente la seconda risposta è quella più probabile.
L’ultima domanda riguarda il modo in cui Franceschini e la tolda di comando di Via del Nazareno decideranno di combattere la propria battaglia politica contro il premier. Caldarola ricorda giustamente l’idea di un partito che avrebbe dovuto “definirsi per i suoi progetti e non contro qualcuno”. Una volontà di crescita, una prova di maturità politica finita nel dimenticatoio e ormai neppure ricordata come aspirazione ideale, come obiettivo di lungo termine.
La conseguenza di questa deriva è un timore che circola con sempre maggiore insistenza tra i moderati del partito, ad esempio nelle parole di Enrico Letta. “Il centrosinistra e il Pd stanno rischiando il paradigma Bertinotti" ovvero lo spostamento a sinistra con forte perdita di rappresentanza elettorale. E' questo lo spettro paventato dal parlamentare del Pd ed ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel governo Prodi, durante la presentazione del suo libro “Costruire una cattedrale”.
"Non vorrei che nel Pd – sostiene Letta – considerassimo quello che è accaduto l'anno scorso a Bertinotti come qualcosa di cui godere. Gli italiani danno un voto utile e non solo di bandiera. Attenzione, perché se il Pd e il centrosinistra sposano questa tesi è troppo difficile arrivare al 51%". Enrico Letta, insomma, considera rischioso lo schiacciamento a sinistra con l'obiettivo di "governare da tante parti, concentrandosi però a livello nazionale solo su una buona opposizione. Sono convinto che rischiamo il paradigma Bertinotti".
La questione, però, sembra più ampia, perché stavolta è proprio sulle “tante parti”, ovvero sulle amministrazioni comunali e provinciali delle zone tradizionalmente rosse, che si gioca la vera partita per la sopravvivenza dei democratici di Franceschini. Se dovesse cadere qualche frontiera ancora inespugnata allora l’effetto domino potrebbe davvero travolgere il progetto stesso del Pd con conseguenza ancora imprevedibili. (L’Occidentale)
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Eppure, a cinque (5) giorni dalle elezioni europee, lo StupiDario riesce a cavare dal cilindro un’altra chicca: in tema di “prese in giro agli Italiani”, non ha trovato niente di meglio che ricordare un’importantissima promessa elettorale di Berlusconi non (ancora) mantenuta..ovvero il non aver (ancora) abolito il bollo auto.
Peccato si sia dimenticato delle promesse MANTENUTE, tipo eliminare lo sconcio della monnezza napoletana, il salvataggio di Alitalia, l’abolizione dell’ICI, il federalismo, gli ammortizzatori sociali anche per i precari, il bonus famiglie, la social card, la detassazione premi&straordinari..il tutto con una crisi planetaria in corso e con un devastante terremoto..
Ma forse lo StupiDario aveva in mente solo le proposte (percorribili) della sinistra, ovvero di alzare le tasse per dare ad ogni Italiano in difficoltà economiche ben 5 euro al mese.
Quello che peraltro tre Italiani su quattro hanno perfettamente recepito è che questa sinistra è eversiva e anti-italiana.
Divorati dall’odio e dal rancore di non poter più rubare, non perdono occasione per attaccare L’Italia su due fronti: all’interno sabotando l’economia nazionale tramite la CGIL, braccio armato del PD, all’estero danneggiando deliberatamente l’immagine del Paese tramite gli incapaci corrispondenti della stampa estera cui Repubblica ed Unità passano le veline per spargere ovunque i loro lerci veleni.
E a che pro?
Ma per scalzare l’odiato Berlusconi..ça va sans dire..
In quindici anni di attacchi giudiziari senza precedenti ( e milioni di euro del contribuente sperperati) la magistratura militante di sinistra non è riuscita a trovare uno straccio di prova per condannare Berlusconi almeno per un divieto di sosta..
Ed ora lo StupiDario s’illude di sputtanarlo agli occhi del suo elettorato facendo campagna elettorale con illazioni da Novella 2000 e tramite testimoni della vita sessuale del Premier pagati da Repubblica..
E cosa ha ottenuto (oltre ad alienarsi il voto di buona parte del suo ex-elettorato e di rafforzare le intenzioni di voto dell’elettorato di centro-destra)?
Ha ottenuto solo di sputtanare il giornaletto di De Benedetti che da “Repubblica” è ormai universalmente chiamato “REPUBICA”.
L’Unità invece non è stata sputtanata: una fogna era ed una fogna è rimasta..
E adesso, squallida banda di falliti?
Per quale programma degno di questo nome lo sbrindellato elettorato di sinistra dovrebbe votare PD?
Nessun programma, idee ZERO.
La sola “genialata” l’ha partorita lo StupiDario (e chi altri?): “Bisogna votare PD per impedire a Berlusconi di diventare più forte!”
E questa accozzaglia di falliti e di scarti vorrebbe far credere a qualcuno di essere “una forza di governo”?
Mavalà..ormai solo le maestrine rosse di Libero ci possono credere (o far finta di credere)..per stupidità totale o malafede integrale..
Inviato da: CadimoCadimo
il 25/11/2020 alle 11:30
Inviato da: mare.sole.vento
il 02/02/2015 alle 15:22
Inviato da: Vince198
il 20/08/2013 alle 10:47
Inviato da: rugiadadellasera0
il 03/08/2013 alle 16:40
Inviato da: nientesono
il 03/08/2013 alle 12:35