Se ascolto l’ironia rannicchiata in fondo alle cose, essa si scopre lentamente. Strizzando un occhio piccolo e chiaro, dice: “Vivete come se...”
Nonostante le molte ricerche, tutta la mia scienza è qui.
Camus, Il rovescio e il diritto
Messaggi di Maggio 2007
Da sempre appartengo alla categoria di persone che non è in grado di fare più cose contemporaneamente: per intenderci, se sto suonando il pianoforte, non riesco a dire “Chiudete la porta”: o l’uno o l’altro. Di conseguenza, il periodo nebuoloso che sto attraversando per me è un po’ difficile: alla ricerca di lavoro, sto facendo – o provando a fare – diverse cose, più o meno retribuite: traduzioni, editing, articoli, segreterie, lezioni... Sono in fiduciosa attesa dell’occasione della mia vita. Che per il momento però non si palesa: starà arrivando da lontano. Le proposte lavorative che ho ricevuto finora sono state piuttosto eterogenee, e lontane dalla mia formazione. L’ultima però era veramente interessante – nel senso stretto del termine-: mi è stato proposto di fare la modella di capelli. – Testuale-. Il mio parrucchiere – Gennaro detto Genny: un giorno gli dirò che è un nome da donna, sto solo aspettando il momento più affollato – mi vuole portare ad un casting di un’Accademia del Capello intermondiale (parole sue) dove avrei grandi possibilità, a detta sua. Magari mi rivedrete su una confezione di tintura per capelli. Non avrò il mio nome su una copertina, come nelle mie speranze, ma almeno la mia capigliatura sarà finalmente di dominio publico. |
Rieccomi sulla blog-sfera! riprendo l’attività raccogliendo l’invito di RosexelA a descrivermi attraverso 5 libri che mi hanno segnato. Prima di tutto designo i miei 5 successori in questo gioco: Fayaway, perché a quanto ho avuto modo di capire abbiamo una formazione letteraria simile – e siamo entrambe sopravvissute all’Orientale di Napoli -; Ossimora, perché mi ritrovo spesso nella sua sensibilità (anche se non si direbbe); Eric_Van Cram, perché le sue battute fulminanti devono essere nate dalle letture giuste; Voodoo Dolly, perché mi piace come scrive, quindi mi piacerà ciò che ha letto; Manu_80.m , per gli stessi motivi di Vodoo Dolly. Dopo aver stilato una lista di una cinquantina di libri, dopo aver chiesto un parere a chi mi conosce bene (e che mi ha suggerito libri che piacciono a LUI) e dopo aver deciso di barare con un fuori classifica, sono pronta a giocare anch’io. Metto fuori classifica due autori, perché non potrei limitarmi a citarne una sola opera, mi hanno influenzato troppo: Louisa May Alcott, che con i quattro libri delle Piccole Donne - nonché con il delizioso Una ragazza fuori moda - , ha irreversibilmente segnato la mia infanzia, insegnandomi (l’ho capito poi) a cercare calma e armonia in tutte le situazioni. Possibilmente senza prendermi troppo sul serio. A quindici anni ho incontrato Luigi Pirandello, che ha sconvolto la visione del mondo in cui cominciavo ad affacciarmi: ho maniacalmente letto tutte - o quasi- le sue opere, e devo ancora trovare qualcosa che mi abbia influenzato di più di Sei personaggi in cerca d’autore e delle Novelle per un anno.
Adesso gioco pulito, indicando disciplinatamente i cinque incipit dei libri della mia vita: In mezzo alle montagne c'è il lago d'Orta. In mezzo al lago d'Orta, ma non proprio a metà, c'è l'isola di San Giulio. Sull'isola di San Giulio c'è la villa del Barone Lamberto, un signore molto vecchio (ha novantatre anni), assai ricco (possiede ventiquattro banche in Italia, Svizzera, Hong Kong, Singapore, eccetera), sempre malato. Le sue malattie sono ventiquattro. Solo il maggiordomo Anselmo se le ricorda tutte. Le tiene elencate in ordine alfabetico in un piccolo taccuino: asma, arteriosclerosi, artrite, artrosi, bronchite cronica, e così avanti fino alla zeta di zoppía. Accanto a ogni malattia Anselmo ha annotato le medicine da prendere, a che ora del giorno e della notte, i cibi permessi e quelli vietati, le raccomandazioni dei dottori: «Stare attenti al sale, che fa aumentare la pressione», «Limitare lo zucchero, che non va d’accordo con il diabete», «Evitare le emozioni, le scale, le correnti d’aria, la pioggia, il sole e la luna». Gianni Rodari, C’era due volte il barone Lamberto Questo libro, che ho letto verso gli 11-12 anni, narra la storia del vetusto barone Lamberto che ringiovanisce anche più di quanto vorrebbe. Mi ha insegnato che il paradosso può essere perfettamente plausibile, basta saperlo raccontare. (Un grazie a RosexelAche, citando Rodari tra i suoi cinque libri, mi ha fatto ritornare in mente il barone Lamberto, che avevo amato e dimenticato). Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendìa si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio. Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era cosí recente che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito. Gabriel Garcìa Marquez, Cent’anni di solitudine Amore e odio, vita e morte, leggerezza e impegno. Leggende e verità, realismo e magia. Un villaggio che diventa universo. La perfezione.
L’idea dell'eterno ritorno è misteriosa e con essa Nietzsche ha messo molti filosofi nell'imbarazzo: pensare che un giorno ogni cosa si ripeterà così come l'abbiamo già vissuta, e che anche questa ripetizione debba ripetersi all'infinito! Che significato ha questo folle mito? Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere Letto dopo l’esame di maturità, nel pieno delle incertezze, delle paure, della paura della pesantezza della vita. Non mi ha aiutato a semplificare le cose, ma è uno dei pochi libri che hanno davvero cambiato qualcosa in me.
Sotto le rosse mura di Parigi era schierato l'esercito di Francia. Carlomagno doveva passare in rivista i paladini. Già da più di tre ore erano lì; faceva caldo; era un pomeriggio di prima estate, un po' coperto, nuvoloso; nelle armature si bolliva come in pentole tenute a fuoco lento. Non è detto che qualcuno in quell'immobile fila di cavalieri già non avesse perso i sensi o non si fosse assopito, ma l'armatura li reggeva impettiti in sella tutti a un modo. D'un tratto, tre squilli di tromba: le piume dei cimieri sussultarono nell'aria ferma come a uno sbuffo di vento, e tacque subito quella specie di mugghio marino che s'era sentito sin qui, ed era, si vede, un russare di guerrieri incupito dalle gole metalliche degli elmi. Finalmente ecco, lo scorsero che avanzava laggiù in fondo, Carlomagno, su un cavallo che pareva più grande del naturale, con la barba sul petto, le mani sul pomo della sella. Regna e guerreggia, guerreggia e regna, dài e dài, pareva un po' invecchiato, dall'ultima volta che l'avevano visto quei guerrieri. Essere o non essere? Pesantezza o leggerezza? Calvino si pone domande simili a quelle di Kundera, ma risponde al peso della vita con la levità della scrittura. Il mio modello.
Presto nel mattino, tardi nel secolo, Cricklewood Broadway. Alle 6,27 dell’1 gennaio 1975, Alfred Archibald indossava un abito di velluto a coste ed era seduto a bordo di una Cavalier Musketeer Estate, con la faccia riversa sul volante. Sperava che il giudizio divino su di lui non fosse troppo severo. Giaceva abbandonato in avanti, la bocca molle, le braccia a croce, spalancate ai due lati, come un angelo caduto; nei pugni stringeva le medaglie dell’esercito (a sinistra) e la licenza matrimoniale (a destra), perché aveva stabilito di portare i suoi errori con sè. In un occhio gli si rifletteva una lucina verde: segnalava una svolta a destra che aveva deciso di non fare. Era rassegnato. Era preparato a tutto questo. Aveva gettato in aria una moneta e si era attenuto rigidamente al risultato. Si trattava di un suicidio premeditato. Anzi, della sua risoluzione per l’Anno Nuovo. Zadie Smith, Denti Bianchi. Il XXI secolo del mondo e della letteratura. Avrei voluto scriverlo io.
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Post n°47 pubblicato il 15 Maggio 2007 da jo_march1979
Sarò latitante per un po', sono impegnata a lavorare troppo per delle traduzioni pagate troppo poco. Allo stesso tempo cerco di coltivare rapporti con persone che mi piacciono poco - ambientino universitario- ma che potrebbero darmi qualcosa. Per i mortali esiste un tipo di stupidità assolutamente intollerabile, e un'altra perfettamente accettabile - altrimenti, in verità, che cosa ne sarebbe delle relazioni sociali? (ovviamente è riferito sia ai miei amabili intelocutori che a me stessa) A presto (inshallah) Jo |
Sabato a Roma ci sarà una manifestazione contro i Dico, promossa da politici come Casini e Berlusconi che, come dice il comico Maurizio Crozza, amano così tanto la famiglia da essersene creata più d’una. La guerra tra chi sostiene il sacro vincolo della famiglia e chi, a seconda dei punti di vista, avalla la legalizzazione di Sodoma e Gomorra, o semplicemente difende i diritti dei cittadini italiani, sta infuriando su tutti i media. Mi stupisce che i crociati a difesa della famiglia, che descrivono scenari apocalittici se si dovessero legalizzare ad esempio i legami gay, non si siano accorti che nel nostro Paese c’è già una coppia, onnipresente in televisione, che con il suo modello diseduca i giovani e avvicina l’Apocalisse. Mi riferisco ai protagonisti dello spot di un deodorante per ambienti: un’elefantessa sposata con un millepiedi. La coppia è regolarmente unita in matrimonio (la Signora Elefantessa lo dichiara alla fine dello spot, definendo il Signor Millepiedi “mio marito”). Inoltre la Signora Elefantessa mostra anche un certo affetto verso il consorte, che, grazie al magico deodorante, dopo gli allenamenti di calcetto può portare a casa cinquecento paia di puzzolenti scarpe da ginnastica. Odore a parte, credo che una moglie che sopporti 500 paia di scarpe in giro per casa dia una prova d’amore gigantesca, che testimonia la solidità di questo legame immorale. Come può essere sfuggito alle maglie della censura che ha da ridire anche sulla moralità di Un medico in famiglia? Inoltre nessuno dei nostri politici timorati di Dio si è chiesto come questa coppia faccia a riprodursi. Non riesco a immaginare il Signor Millepiedi che copula con la Signora Elefantessa nemmeno con i voli di fantasia più arditi. Questo vuol dire che la coppia in questione non continua la specie, trasmettendo una visione distorta del vincolo matrimoniale: come se si dicesse che si può stare insieme solo per amore e non per ottemperare al dovere coniugale della procreazione.
Di fronte a tanta aberrazione, l’immagine di una coppia formata da due uomini- in effetti di uguale genere sessuale, ma almeno appartenenti alla stessa specie –per me sbiadisce clamorosamente. |
Post n°45 pubblicato il 06 Maggio 2007 da jo_march1979
Ho una passione viscerale per le rubriche della posta sui giornali. Amo alla follia le lettere scritte dai lettori, su qualunque rivista. Mi interessano poco i commenti Fuori graduatoria metto le lettere di lamentele pubbicate su Pc Professionale. Gente a cui succede di tutto: autocombustione dei portatili, schermi di computer che non visualizzano i file ma solo Rai Uno, assistenze telefoniche che chiedono di digitare password in finlandese…in realtà c’è poco da divertirsi (io stessa avrei potuto mandare lettere favolose, con la sfiga teconologica che mi contraddistingue), ma, non saprei spiegare perché, la posta dei lettori di Pc Professionale mi scatena attacchi di riso che diventano –letteralmente - convulsioni. Sarà per il sollievo di non essere al loro posto. Al secondo posto le lettere al sessuologo Marco Rossi pubblicate su Di Più. L’unica rubrica sul sesso in cui si censurano i termini ad esso relativi. Ho dovuto leggere diverse lettere prima di capire perché la gente fosse così preoccupata di non raggiungere la gioia. La gioia… mi chiedevo, ma non è meglio scrivere allo psicologo se si è repressi? Poi le disinvolte risposte del sessuologo, rigorosamente prive del termine orgasmo, mi hanno messo sulla giusta strada.
Allo stesso modo, in queste lettere non esistono termini come pene e vagina: solo organi. Di modo che, quando qualcuno si lamenta di avere un organo piccolo, si potrebbe anche pensare che si riferisca ad un fegato poco sviluppato, o ad uno strumento musicale insufficiente per suonare Bach. (Fuori classifica, perché saranno dieci anni che non lo leggo più, le lettere della ragazzine su Cioè: io a quattordici anni sapevo a mala pena come nascevano i bambini, e leggevo domande sul sesso estremo che neanche capivo. Mi docono che oggi sia anche peggio) Il primo posto va senza alcun dubbio alla posta dei lettori di TV Sorrisi e canzoni (ce n’è un’ampia selezione sul sito). Come si può immaginare, le lettere vertono esclusivamente sui programmi televisivi, con punti di vista che la mia povera mente di telespettatrice passiva possa immaginare. E qual è il motivo del nostro imbarbarimento culturale, grave come un restauro tecnologico della Gioconda? Il nuovo doppiaggio del cartone animato dei Barbapapà.
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Nel lungo ponte del primo Maggio il Ministero dei Beni Culturali ha organizzato varie attività per promuovere il patrimonio artistico italiano: musei aperti, biglietti al costo simbolico di 1 euro, eventi speciali. Meno male che c’erano queste iniziative, perché, almeno a Napoli, ha piovuto quasi ininterrottamente giusto il 30 aprile e il 1 maggio, per la disperazione dei gitanti già pronti con il paniere e la teglia di lasagne. Il primo maggio sono andata con la mia fida compagna di avventure Antonella al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Un luogo pieno di meraviglie dell’antichità, che consiglio a tutti, tranne che nei giorni a ingresso gratuito o quasi. Il momento più intenso è stato raggiunto al primo piano, nelle sale di solito più Se non lo sei, non dovresti entrare nel Gabinetto segreto: lo dicono un cartello all’ingresso e il buon senso. Invece ho visto uscire da lì maschietti e femminucce di età inferiore ai 12 anni con delle espressioni notevoli: in genere le bambine erano rosse e in preda a risolini, mentre i maschietti viravano più sul bianco e avevano lo sguardo perso nel vuoto, forse chiedendosi “Ma com’è possibile che fossero così grandi mentre io...”. Prevedo, in un paio di casi, anni di psicoterapia che si sarebbero potuti evitare portando i pargoli a vedere le mummie, invece che falli di 50 centimetri. Il peggio però è stato - almeno per me - vedere le sale dei preziosi mosaici, piene di cartelli “Non toccare”, invase da gente che vi passava sopra le dita con fare distratto. In particolare c’era un tizio alto e grosso, perfettamente sferico, in maglietta rosa shocking, che si poggiava su qualunque superficie, comprese le colonne ricoperte di mosaici. Io ero impegnata a maledire il suo grasso sudore palmare che corrodeva quello che era sopravvissuto a oltre venti secoli di storia, quindi mi sono persa la sua lettura di una didascalia, fortunatamente registrata da Antonella: “Amò, senti, questo qua è il mosaico di Diòniso con pàntera...” Pàntera. Tipo il léone, ma senza criniera. Non ci posso ancora credere. PS. Tornata a casa morta di stanchezza e vagamente choccata per il delirio della giornata al museo, ho sfogliato il giornale, scoprendo che mi ero persa molti eventi interessanti nel mio amato Cilento natìo. A Paestum, sede di un importante sito archeologico con tre templi greci e di un bellissimo museo, hanno avuto un’idea ancora più geniale. Prendendo spunto dalle manifestazioni del tipo “Salerno a porte aperte”, in cui è possibile visitare monumenti in genere chiusi al pubblico, a Paestum si sono inventati il ben più consistente CASEIFICI A PORTE APERTE: eccezionalmente, il primo maggio è stato possibile accedere a tre caseifici, con visita guidata e degustazione. Il giornalista sottolinea poetico: Straordinario il gusto della ricotta. Non farò banali domande retoriche, del tipo “ Ma che senso ha andare a visitare un caseificio, dove puoi entrare tutti i giorni?”. Mi limiterò a sospirare, pensando che noi cilentani abbiamo un innato gusto per la cultura. |
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