Se ascolto l’ironia rannicchiata in fondo alle cose, essa si scopre lentamente. Strizzando un occhio piccolo e chiaro, dice: “Vivete come se...”
Nonostante le molte ricerche, tutta la mia scienza è qui.
Camus, Il rovescio e il diritto
Messaggi di Luglio 2007
Post n°68 pubblicato il 31 Luglio 2007 da jo_march1979
Leggo sul Corriere online di oggi che una nuova tendenza prevede di assumere un esperto di nomi (definito nomatologo) che suggerisca un nome appropriato per un bambino in arrivo. Pare infatti che il nome proprio sia molto più di un modo per non essere chiamati solo con "Ehi tu!": il nome connota la persona (e fin qui siamo tutti d'accordo) e, soprattutto, ne stabilisce il successo. Statistiche alla mano, vari nomatologi sostengono teorie opposte: a. I nomi insoliti, non b. I nomi insoliti fanno schifo: indispongono le persone e minano la credibilità. Riassumendo, la teoria del nome insolito è un'arma a doppio taglio: può affascinare, o far fare grandi figure di cacca. Però, mi chiedo, che teoria del nome può funzionare a Napoli? Qui, accanto ai sempreverdi Ciro, Gennaro, Diego, Concetta, Annunziata e via di seguito, negli ultimi anni c'è stata una fioritura di nomi inizialmente percepiti come esotici. Finirà che, fra trent'anni, Napoli sarà piena di Jessica, Samantha, Natasha, Timothy, Sasha e il nuovo nome esotico sarà Diego? |
Ho trascorso lo scorso fine settimana dai miei: come al solito ho dedicato i due giorni alla lettura compulsiva dei giornali accumulati nelle ultime settimane. Al momento ho un po’ di confusione in testa: non ricordo più se il Governo è stato affossato in una votazione parlamentare dal voto contro di Corona e se Anna Falchi era in spiaggia con Casini. Mi è rimasto molto impresso però un articolo letto su Panorama del 5 luglio scorso (sorvolo su quello che penso di Panorama, limitandomi a dire che non so perché continuo a leggerlo). Il pezzo in questione, firmato da tale Camillo Langone era intitolato “Ma il futuro non sarà gaio” . Poichè è davvero mirabolante, ve ne riporto alcuni stralci in corsivo. Nella foto: deprecabile bacio omosessuale tra il sen. di Forza Italia Jannuzzi e l'ex-ministro delle discoteche De Michelis Il nostro Camillo Langone ha idee ben precise sugli omosessuali. Prima di tutto, ne è assai preoccupato. Pare che i sodomiti (sic) in Italia siano milioni, destinati ad aumentare. Mi chiedo se qualcuno abbia spiegato al buon Camillo che non esiste il bacillo dell’omosessualità, e che qualcuno gli starnutisce accanto al massimo gli passa il raffreddore. Comunque Langone è uomo di cultura e sa sviscerare la questione gay da innumerevoli angolazioni.
a. Il problema dei gay dal punto di vista letterario. Quando l’omosessualità si trasforma da vizio in diritto civile sono guai. Prima di tutto, l’omosessualità normalizzata uccide la letteratura: oggi non ci sono più Proust, Kavafis, Pasolini: i lettori preferiscono la turgida eterosessualità (giuro, ha scritto così) dei ragazzi di Federico Moccia. Federico Moccia messo sullo stesso piano di Proust. Devo aggiungere altro?
b. Il problema dei gay dal punto di vista linguistico. Il lessico odierno è deprecabilmente ridotto dalle manie del politically correct: non si possono più usare termini classici della nostra bella letteratura quali pederasta, busone, finocchio o invertito. Tutte parole usate da fior di autori: e oggi, pensa un po’, la gente si offende, scambiando per insulto la citazione colta dell’uomo di destra. Il declino della varietà lessicale è preoccupante. Aggiungo io, già abbiamo dovuto rinunciare al pregiato latinismo della parola negro, come privarci di altri termini così rappresentattivi della nostra civiltà? D’altronde, chi conosceva poche parole e quindi poche cose era destinato ai campi, oggi ai call center (!!!). Invierò a Camillo un invito per visitare un call center a caso: gli innumerevoli laureati che vi lavorano avranno diritto ad una spranga di ferro e a cinque minuti di solitudine con lui. c. Il problema dei gay dal punto di vista storico. Il problema è, dice Camilo, che o il futuro è secondo natura o assomiglierà al declino dell’Impero Romano. Per farvela breve: l’Impero Romano non è caduto per una serie di ragioni storiche, politiche ed economiche. No. E’ caduto perché i romani erano diventati una manica di sodomiti, e non ne vollero sapere di rivitalizzare quelle virtù grazie alle quali conquistarono il mondo. Duemila anni di dibattito storiografico inutile: meno male che c’è Camillo che ci spiega tutto con metodo scientifico.
d. Il problema dei gay dal punto di vista economico. Bisogna mettere al primo posto la famiglia e non il lavoro, per incoraggiare la nascita dei bambini e quindi il sano esercizio eterosessuale. Che per crescere i figli occorrano soldi e quindi lavoro, è un bieco discorso marxista.
e. Il problema dei gay dal punto di vista religioso. Qui Camillo tocca il vertice della scienza: i Paesi con il più alto tasso di natalità sono tutti Paesi dove il tasso di omofobia è almeno pari a quello di fecondità. Questo dipende dalla sana educazione cattolica: chi si allontana dalla religone, zacchete! comincia a guardare gli altri uomini con sguardo concupiscente. D’altronde, il futuro della religione va in direzione opposta a Sodoma (come dimostrano i milioni di risarcimento che il Vaticano sta elargendo alle famiglie di bambini vittime di preti pedofili) [...] Chi ha la fortuna di vivere in un paese dove il cattolicesimo ha forgiato leggi e coscienze non deve temere nulla. No, certo: deve stare solo attento alle attenzioni del prete che fa catechismo al figlio. |
Qualche giorno fa sono stata ad un festival letterario a Roma, per assistere al recital di alcune poesie che ho tradotto. Sono rimasta strabiliata dall’organizzazione dell’evento: in un paio di giorni ho appreso una serie di preziose norme, che vorrei condividere con il popolo della rete. Il punto di partenza per affossare un festival è avere pretese eccessive. Il fine è ottenere il minimo risultato con il massimo sforzo. Pertanto, chi voglia sabotare il suo stesso festival dovrà attenersi scrupolosamente a queste regole di base: 1- Dargli un nome pretenzioso e improbabile, inversamente proporzionale alla qualità degli eventi offerti. Un festival di bassa lega pertanto non sarà nazionale, o provinciale, ma intercontinentale. 2- Mentre si inventa un nome sontuosamente eccessivo, ci si premuri di non fare alcuna copertura pubblicitaria nelle settimane precedenti, per risparmiare. 3- Si formi l’ufficio stampa e lo staff organizzativo con fanciulle (sono più arrendevoli e affidabili) di età inferiore ai 28 anni. Lo scopo è pagarle quattro soldi e far fare loro cose per cui non sono preparate, senza un coordinatore, così da scaricare su di loro tutti gli sbagli. 4- Giunti all’apertura del festival, si organizzi una conferenza stampa che preveda più poltrone per i relatori che per i giornalisti. Il fine, oltre che assicurare la minima copertura mediatica possibile, è puntellare l’ego dei numerosi assessori ansiosi di parlarsi addosso. 5- Si prevedano nel programma solo punti pretenziosi. Nulla dovrà essere inferiore per magniloquenza a “Pace nel mondo “ e “Dialogo interculturale”. 6- Mentre si strombazzano i temi del festival (si veda il punto 5) ci si premuri di non assumere interpreti per gli ospiti stranieri, che di conseguenza non potranno partecipare al dialogo interculturale. 7- Assicurarsi che gli eventi incomincino sempre in forte ritardo rispetto al programma. La puntualità sarà considerata un caso deprecabile. 8- Ricordarsi di chiedere l’autorizzazione per l’uso delle sale il più tardi possibile. In questo modo si eviterà di ottenere il permesso, e si sposterà tutto, all’ultimo momento (per garantire la riuscite del punto 7),in uno sgabuzzino senza finestre e microfoni. 9- Si escludano da interventi e recital poeti che non siano di sesso maschile (si sa, le donne al massimo possono fare la calza), e di età inferiore ai 70 anni, per evitare performances troppo vivaci che potrebbero scuotere il pubblico. 10- Ci si assicuri che attori e dicitori invitati a leggere le poesie abbiano uno spiccato accento romano. Ci si premuri di invitare graziose ragazzette scosciate e/o scollacciate, che distraggano dalla qualità dei versi. Seguendo queste poche, semplici regole, il vostro festival sarà un gran fiasco. Probabile quindi che vi diano nuovi fondi per rifarlo l’anno successivo.
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Post n°63 pubblicato il 08 Luglio 2007 da jo_march1979
L’ultima blog-catena prevede che si descrivano 5 proprie cattive abitudini: la mia stima a tutti coloro che hanno avuto il coraggio e l’autoironia di mettersia nudo sulla piazza virtuale (in particolare a Manu_80.m, che ha scritto un post carino assai). Riflettendo sull’opportunità di rivelare 5 cose che cerco di dissimulare (ovvero sull’opportunità di sputtanarmi), mi sono resa conto di non averne molta voglia, e che avrei trovato più gratificante fare qualche piccola variazione sul tema. Di seguito elenco quindi 5 strane abitudini nonostante le quali continuo a fare progetti di vita insieme con il Colui (© del nome colui: Fayaway), in ordine decrescente di gravità:
(Piccolo promemoria: Amore mio, in questo momento hai Q e Il Signore degli Anelli, che mi hai regalato tu; Pensiero greco e cultura araba, Opinioni di un clown e una grammatica araba che hai preso direttamente dalla mia libreria. Vedi un po' tu).
3. Poiché il mio fidanzato è un ometto emancipato, si occupa senza problemi delle faccende domestiche. Poiché è una
4. Quando ha fame, mangia. Dov’è la cattiva abitudine, si dirà?
Detto questo, per equità – e per evitare di restare zitella - devo aggiungere che anche lui mostra infinito affetto nei miei confronti in svariate occasioni. Ad |
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