LA VOCE DI KAYFA

GRILLO E MONTI I A RUOTA LIBERA, IN UN CASO TROPPA!

Così diversi e distanti tra di loro, Beppe Grillo e Mario Monti hanno un punto in comune: entrambi non sono politici di professione!

Entrati in politica il primo per caso, smanettando su internet dando vita a un blog che in poco tempo è diventato tra i più seguiti al mondo; l’altro preso in prestito dalla Bocconi per cercare di rimediare al disastro etico/economico in cui Berlusconi e il suo Ministro del Tesoro Tremonti avevano gettato il paese, l'uno e l'altro si sono lasciati prendere la mano dagli eventi cui partecipavano – Grillo dal comizio a Palermo dove presentava il candidato a sindaco del suo Movimento; Monti dal consiglio dei Ministri in cui si decideva il taglio alla spesa pubblica per 4,2 miliardi che seguiva di poche ore l’intervista di Tremonti al Corriere delle Sera contro la manovra economica del governo – e, ognuno a suo modo, hanno rilasciato dichiarazioni che hanno scatenato il putiferio.

Rivolgendosi alla piazza, Grillo ha urlato dal palco la mafia non ha mai strangolato i suoi clienti, si limita a prendere il pizzo, ma qua vediamo un’altra mafia che strangola la sua vittima, suscitando l’indignazione dei parenti delle vittime della mafia e quella dello showman siciliano Fiorello per il quale Beppe ha detto una cazzata.

Facendo tirare un sospiro di sollievo ai politici e ai loro baciapile editoriali, terrorizzati dall’ascesa elettorale di Beppe e del Movimento 5 Stelle, che hanno subito approfittato dell’inopportuna affermazione del comico genovese per “sparargli” addosso, con giusta ragione, dimostrando che è solo un demagogo che non sa quel che dice.

Se da un lato dispiace che Grillo si sia dato la zappa sui piedi da sé, dall’altro paradossalmente ci rincuora perché questa gaffe implicitamente testimonia la sincerità e l’istintività del comico genovese e del suo Movimento rispetto al mondo della politica e ai suoi protagonisti gonfi di cinismo e d’ipocrisia.

Se a questo aggiungiamo che per dieci anni siamo stati governati da un uomo che ha letteralmente massacrato e bridicolizzato le istituzioni comportandosi pubblicamente e privatamente come non si conviene a nessun un uomo di Stato, fa sorridere quest’accanimento bipartisan contro Grillo nonostante la sua infelice battuta vada stigmatizzata.    

Un politico navigato, pur pensandola, non avrebbe mai detto una cosa del genere sapendo che, se l’avesse fatto, avrebbe offerto il coltello dalla parte del manico ai suoi avversari che se ne sarebbero serviti per massacrarlo cosa che sta puntualmente accadendo.

Per quanto riguarda l’ira di Monti contro il precedente governo Berlusconi era inevitabile che, prima o poi, anche l’uomo più pacato e tollerante di questo mondo sarebbe scoppiato sentendosi ripetutamente oggetto di critiche da parte di chi dovrebbe avere almeno il buongusto di tacere considerando i tanti danni fatti al paese quando è stato al governo.

Se fino a oggi Monti si è dimostrato disponibili verso il centrodestra e le sue richieste, è stato per non mettere a rischi la fragile maggioranza politica che sostiene il suo esecutivo.

Nel momento in cui la disponibilità e l’educazione vengono confuse, come sempre accade in questa società governata dai furbi, per debolezza era ovvio che gli argini della pazienza crollassero lasciando spazio all’indignazione rabbiosa.

Con che criterio un ex Ministro delle finanze il quale, quando era in carica, ha sempre smentito che il paese rischiasse il default, portandolo a un passo dalla bancarotta, possa oggi permettersi di criticare le scelte finanziarie di un altro governo, francamente, non si capisce.

L’alterigia di Tremonti e di tutti gli altri membri dell’ex governo Berlusconi verso Monti ricorda tanto quegli allenatori di calcio che, esonerati dalla panchina perché incapaci di fare al meglio il loro mestiere, standosene comodamente seduti in poltrona in uno studio televisivo, si permettono di criticare e giudicare i loro colleghi in attività dando loro “consigli” sul come impostare la squadra dimenticandosi che quando toccò a loro non seppero farlo.

L’infelice battuta di Grillo sulla mafia e la rabbia contenuta, ma non tanto, di Monti verso Berlusconi e Tremonti paradossalmente sono un punto a loro favore perché garantiscono i cittadini che qualcosa di nuovo si sta affacciando nella politica italiana: l’ingenuità e la serietà.

Rispetto le legge a personam, le escort nei luoghi istituzionali, il tunnel dei neutrini, le case acquistate a propria insaputa, le nipoti di Mubarak, il bunga bunga e quant'altro vi sembra poco?