LA VOCE DI KAYFA

IL BOOM DI GRILLO A GENOVA SPAVENTA LETTA & C.

Non importa se ieri in Piazza della Vittoria a Genova, al 3 V Day ribattezzato OLTRE, organizzato da Beppe Grillo, fossero presenti 40 mila (stima degli organizzatori) o 200 mila (stima di Grillo) persone.

Quel che importa, e non sarà sfuggito né a chi era nella piazza, né a chi ha seguito la diretta in televisione su LA SETTE, è l'incredibile colpo d'occhio di una piazza traboccante di gente accorsa in massa per ascoltare il leader del M5S.

È ovvio che sia in piazza che davanti al televisore oltre ai sostenitori, ai simpatizzanti del movimento e ai semplici curiosi, vi fossero anche i nostri politicanti. Quegli stessi che a più riprese Grillo ha ribadito di voler mandare a casa, Napolitano incluso per il quale ha detto di aver pronta la richiesta di impeachment.

C'è da scommettere che quella impressionante fiumana di gente li abbia allarmato in maniera trasversale. Tanto da indurre il premier Letta a dirsi preoccupato per la deriva estremista nel paese.

Se a ciò aggiungiamo che i sondaggi danno un M5S oscillante tra il 23 e il 25% se si votasse ora, è chiaro che, contrariamente a quanto speravano e sostenevano, più per scaramanzia che per convinzione, i nostri politicanti e i loro servi della stampa, il movimento non ha affatto perso forza nell'elettorato. Anzi, c'è la percezione che i consensi possano ulteriormente crescere. Anche in virtù dell'incapacità di questo governo che da lì dichiara l'abolizione dell'IMU e da lì la rimpiazza con un'altra tassa dal ridicolo acronimo di IUC; o che in materia lavoro dimostra di non avere alcuna soluzione efficace da proporre per cercare di risolvere il dramma disoccupazionale che attanaglia sempre più il paese.

Come già avvenne all'indomani delle elezioni di febbraio - allorché in presenza del successo elettorale di Grillo acclarato da oltre nove milioni di voti, invece di chiedersi il perché di quel risultato, i nostri politicanti lanciarono strali contro chi lo aveva determinato ossia gli elettori che avevano votato M5S - anche per la piazza gremita di ieri a Genova, i nostri politicanti e loro servitori della stampa, si soffermano a commentare in maniera preoccupata l'effetto, ovvero l'influenza convincente che il messaggio grillino sortisce sulle masse, trascurando di ricercarne la causa scatenante.

Probabilmente perché consapevoli che la causa sta nell'assoluta loro incapacità di essere credibili agli occhi dei cittadini (da oltre sette anni parlano di cambiare la legge elettorale, ma finora se la tengono ben stretta malgrado i moniti di Napolitano e la proposta del deputato del PD Giachetti di ripristinare il mattarelum al posto del porcellum, appoggiata dal M5S e bocciata dallo stesso PD!!!!); oppure, come ha rimarcato ieri dal palco Grillo, da lì si dicono solidali nell'abolire il finanziamento pubblico ai partito – cancellato dal referendum del 1993 ma reintrodotto con un trucchetto lessicale costituito dal sostituire la parola finanziamento con il vocabolo rimborso – per poi continuare a percepire soldi dallo stato. Mentre i Grillini vi hanno rinunciato, riducendosi per altro lo stipendio da parlamentari.

Per quanto poi riguarda l'ipotetica fuoriuscita dell'Italia dall'euro, (cosa che difficilmente potrà avvenire, e credo che il primo a esserne consapevole sia Grillo), si tenga presente che Grillo vuole proporre un referendum affinché siano i cittadini a decidere se rimanere con l'euro o ritornare alla vecchia lira. Non attuare un'azione arbitraria come fecero all'epoca dell'introduzione della nuova monete i politicanti d'allora, i quali non solo non tennero conto del parere dei cittadini su una scelta vitale per il proprio futuro e quello dei loro figli, ma informarono in maniera del tutto mistificante gli italiani, convincendoli che l'adozione dell'euro sarebbe stata la panacea dei loro mali mentre invece la moneta unica ha aggravato i mali di tante famiglie italiane. Anche perché, nel momento della sua entrata vigore, nessuno ebbe il buon senso di fare gli opportuni controlli per evitare la speculazione di molti commercianti i quali, anziché dimezzare i prezzi, convertirono il valore di un un euro a mille lire, facendo pagare ciò che costava mille lire un euro anziché cinquanta centesimi; mandando nel dramma tante famiglie che, da un giorno all'altro, si scoprirono incapaci di arrivare a fine mese.

E questi sono fatti, non favole.

Hanno voglia, i nostri politicanti, di definire populisti il messaggio di Grillo e le azioni dei grillini. La forza dei fatti gioca inesorabilmente a vantaggio del M5S. Anche grazie all'incapacità politica e avidità di molti di loro.

La piazza gremita di ieri ne è l'ulteriore testimonianza!