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L'amore ha il potere di fissare il passato in eterno presente.... Questa frase, annotata su un quaderno all'inizio del romanzo, è il tema conduttore della storia d'amore tra il giovane Kayfa e Miryam, donna matura e d'esperienza, che lo inizierà alle gioie e alle sofferenze dell'amore. Immersi in uno scenario da favola, facendosi scudo di una barriera di bugie e verità che metterà a rischio i loro affetti più cari, i protagonisti vivranno la loro passione senza freni con la complicità del mare e dell'intimità della casa di lei. Fondamentale la figura di Omar, pescatore egiziano con un intenso vissuto alle spalle, che attraverso la propria esperienza aiuterà Kayfa a districarsi nei meandri della mente e del cuore per avviarsi sul proprio cammino esistenziale.
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INIZIA COME UN FILM
Post n°116 pubblicato il 25 Giugno 2006 da kayfakayfa
L’appuntamento è per le cinque del pomeriggio. Nonostante da casa mia al centro di recupero per minori dove inizierò un laboratorio di scrittura creativa con un gruppo di ragazze rom ci vogliono giusto cinque minuti d’auto, mi avvio abbondantemente prima: essendo sabato, e una bella, afosa giornata d’estate, non posso escludere di trovare traffico sul lungomare. E poi, per abitudine, quando debbo recarmi a un appuntamento, non importa se di lavoro o di piacere, preferisco avviarmi sempre in anticipo per evitare di fare tardi. Farsi aspettare lo considero un gesto di cattivo gusto nonché mancanza di rispetto verso chi attende. La strada libera mi induce a guidare con rilassatezza. Arrivo al posto di blocco che mancano più di mezz’ora all’inizio dell’incontro. Due carabinieri dall’aria stanca mi fanno cenno di fermarmi. Abbasso il finestrino elettronico lato passeggero per mostrare loro l’autorizzazione. Dopo averla letta mi fanno cenno di passare. Quando arrivo davanti al cancello elettronico che immette nell’area militare, suono il clacson per farmi aprire. Mentre aspetto, noto che dall’altro lato abbassano la sbarra per impedire l’accesso alla strada che s’inerpica su alla casa di recupero. Finalmente il cancello si apre, entro. Abbasso nuovamente il finestrino, stavolta dal mio lato, e mi presento. Quantunque mostri l’autorizzazione e faccia alcuni nomi per dimostrare di essere atteso, mi obbligano a parcheggiare all’esterno perché sulla salita sono in atto dei lavori di contenimento per via di una frana. Il pensiero di dovermela fare a piedi con quel caldo non mi va proprio. Tuttavia penso che camminare mi aiuterà a sbollire la tensione di cui sono preda da giorni al pensiero di quanto dovrò fare: un conto è tenere un laboratorio di scrittura presso una libreria per ragazzi e una scuola elementare, un altro in un centro di recupero per minori. Finalmente giungo alla “casa”. Busso alla porta. Il custode apre per farmi entrare. Quando gli spiego chi sono e cosa devo fare, chiama in segreteria perché, controllando sull’ordine del giorno, non risulta alcun laboratorio di scrittura. Dopo aver parlato al telefono, mi dice che uno dei responsabili sarà da me tra cinque minuti. Sulla scrivania davanti a sé sono posti due telefoni e un televisore che trasmette un film anni sessanta. In alto, lateralmente al vetro dello sportello. due telecamare a circuito chiuso inquadrano in maniera fissa vari punti dell'area. Anche in quell'ufficio fa caldo, niente aria condizionata maledizione! Finalmente il responsabile di turno arriva. Si sorprende che il custode non abbia alcuna notizia in merito in quanto in segreteria c’è la regolare autorizzazione. Anche lì la burocrazia non funziona come dovrebbe... Quando usciamo dalla palazzina, mi intrattengo a parlare col responsabile per sapere una sua opinione sull'incontro. Mi risponde che secondo lui è andata bene visto che per più di un’ora sono riuscito a stimolare, a tenere viva l’attenzione delle ragazze tanto che stesso loro, alla fine, si sono ripromesse di scrivere qualcosa durante la settimana. Mi avverte che per il prossimo incontro lui non ci sarà, al suo posto ci sarà un'altra persona in quanto il sabato fanno a turno. Gli rispondo che non è un problema, l'importante è che via sia sempre qualcuno al mio fianco. Certo, mi rassicura. |
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