LA VOCE DI KAYFA

Capello, Bassanini e Monti: italiani da  esportazione

Ormai è ufficiale, Fabio Capello è il 13° allenatore della nazionale di calcio inglese; il secondo straniero dopo lo svedese Sven Goran Erikson a sedere sulla prestigiosa panchina. Una responsabilità mica da poco per don Fabio, pardon, mister Fabio, dopo aver allenato squadre del calibro di Milan, Juventus, Roma e Real Madrid, risultando sempre vincente sia a livello nazionale che internazionale. Forse in tanti avranno storto il naso, una volta appresa la notizia, chiedendosi perché la nazionale di calcio taliana sia stata affidata all’inesperienza di Donadoni, rischiando di non qualificarsi per gli Europei in Austria e Svizzera il prossimo anno, anziché a un allenatore navigato e vincente come Capello che tutto il mondo ci invidia (all'epoca Capello era impegnato su altri fronti)!?  
Eppure la scelta della federazione di calcio inglese di affidare a Capello la guida della propria nazionale per un compenso annuo di circa 5 milioni di euro netti a stagione fino ai mondiali del Sudafrica del 2010, deve inorgoglirci come italiani, soprattutto perché di questi tempi dell’Italia all’estero non hanno certo una opinione lusinghiera visto il teatrino che agita quotidianamente la politica italiana e gli scandali, o presunti tali, che la stampa nazionale spiattella senza alcun ritegno, spacciando per watergate le più turpi miserie umane che caratterizzano tanti politici nostrani!

La scelta degli inglesi di affidarsi alla professionalità e serietà di Capello per cercare di vincere finalmente qualcosa in quello sport di cui si reputavano maestri è la conferma che in Italia il calcio non è solo un bacino di violenza; di truffe a mezzo telefonini perpertrate da personaggi ambigui come Luciano Moggi che dopo aver fatto tanto male al calcio hanno la faccia tosta di spacciarsi per vittime, trovando chi è disposto a reggergli il gioco; di trasmissioni televisive dove il turpiloquio è gratuito, le offese tra gli ospiti da copione, la presenza di ex veline, bellone e personaggi che, pur non capendo nulla di calcio, dicono le loro castronerie, trovando l'accredito del conduttore di turno che per la pagnotta fa questo e altro, saturano l'etere, offendendo l'intelligenza degli spettatori. 

Come italiani dobbiamo essere grati a Capello perché egli è la testimonianza che in Italia, per grazia di Dio, ci sono professionisti seri e stimabilissimi al punto che all‘estero, non appena ne hanno bisogno, non si preoccupano di convocarli come salvatori della patria!
Altrettanto dobbiamo essere riconoscenti a Franco Bassanini e Mario Monti, "ingaggiati" dal Presidente Nicolas Sarkozy nella commissione Attali (il gruppo di lavoro dedicato alle misure per la crescita economica della Francia).

Sarebbe il momento che i politici italiani, anziché etichettare quel paese o quell'altro come sciovinista, tradizionalista e chissà cos'altro ancora, si sfrondassero da quella visione sclerotica e opportunistica della politica partigiana che da sempre li induce a preferire a capo di un ministero, allorché assurgono al Governo, un incompetente in materia, ma che appartiene alla propria sfera politica, anziché un esperto dotato di capacità realizzative e caratteriali, (ma che mai si calerà le braghe per meri giochi di potere, anteponendo il bene del partito a quello della nazione), perché è meglio badare alle pecore che non ai leoni, o, come si dice a Napoli, fare 'e vall' 'ncopp' 'a munnezza" (i galli sopra la spazzatura)!