LA VOCE DI KAYFA

Aria nuova o aria fritta?

E mentre noi, umili cittadini che credono ancora in un barlume di ideale politico, ci scapigliamo verbalmente tra di noi per stabilire se sabato sera, durante la trasmissione televisiva Che Tempo Che FA condotta da Fabio Fazio, il giornalista Marco Travaglio abbia o no offeso il Presidente del Senato Renato Schifani facendo riferimento alle sue presunte amicizie mafiose e riferendosi al lombrico e alla muffa quali forme di vita successive a Schifani, ecco che questo pseudo clima guareschiano da Peppone e Don Camillo, di cui da tempo se ne sentiva la mancanza nel paese, è stato repentinamente sopito dalla telefonata di martedì sera fatta da Berlusconi a Veltroni in cui il neo Capo del Governo invitava a un incontro per giovedì il leader dell’opposizione per concordare insieme le riforme  di cui abbisogna il paese, e dai tiepidi applausi con cui l’opposizione ieri ha scandito per ben quattro volte alcuni passi del discorso di investitura alle Camere del Cavaliere, il quale a sua volta ha applaudito convinto Fassino al termine del suo intervento.

Che da novembre dello scorso anno, ossia da quando Berlusconi e Veltroni si incontrarono per concordare insieme sulla riforma della legge elettorale e su altre di cui necessitava il paese, si parlasse di Veltrusconi, (neologismo coniato non so da chi, forse da Grillo, ma non vorrei sbagliare) per significare che i due leader avrebbero governato a braccetto malgrado uno di loro sarebbe andato al Governo e l’altro all’opposizione allorché ci sarebbero state le elezioni, è cosa nota a tutti. E l’ipotetico incontro tra i due nella casa romana di Berlusconi il mercoledì sera successivo alle elezioni alla presenza di Gianni e Enrico Letta per ragionare insieme sulle  mosse da adottare per risollevare il paese, (da entrambe le segreterie di partito pallidamente smentito), a questo punto non si può escludere che ci sia stato davvero.

Il clima idilliaco con cui Berlusconi pare voglia ammantare il suo quarto Governo non può fare certo che bene al paese, premesso che l’intenzioni del Cavaliere siano davvero quelle di instaurare una collaborazione fattiva con l’opposizione. Del resto nel suo discorso di ieri alle Camere il Capo del Governo ha mostrato apprezzamento per il Governo Ombra del PD.  Quello che purtroppo non convince in quest’improvviso clima melenso è l’accanimento verbale con cui durante la campagna elettorale il Cavaliere ha ripetutamente attaccato Veltroni, spesso irridendolo per il suo impegno in Africa invitandolo a starsene lì e lasciando a lui il compito di risolvere i problemi dell’Italia.

Come può un cittadino che ha seguito con un minimo di attenzione la campagna elettorale credere davvero che Berlusconi, dopo quel che ha detto in termini poco lusinghieri nei confronti dell’avversario politico, abbia intenzione di sotterrare l’ascia di guerra e governare a braccetto con quelle stesse persone che aveva denigrato, paventando lo spettro che se fossero andate al governo per il paese sarebbe stata una vera iattura?

Personalmente se ciò avvenisse me ne rallegrerei perché sarebbe un segno di civiltà, di democrazia; significherebbe che finalmente in Italia qualcosa sta cambiando in positivo.

Purtroppo però, come Di Pietro, anch’io ho il timore che quest’improvviso tendere la mano di Berlusconi all’opposizione possa essere solo un gesto simbolico, frutto della sicurezza datagli dai seggi di cui dispone sia alla Camera che al Senato, e dalle nomine ministeriali, di poter governare per l’intera legislatura senza correre rischi di tradimenti da parte degli alleati tanto da potersi permettere il lusso di apparire come  l’uomo del dialogo, il salvatore della patria, colui che si rivolge con cordialità e rispetto anche all’altra sponda tanto non rischia nulla. Accreditando la sua immagine agli occhi dell’opinione pubblica nazionale e mondiale come quella di vero statista, etichetta che in questi quindici anni, cioè da quando è “sceso in campo”, in pochi gli hanno riconosciuto!

Speriamo che questa disponibilità verso l’avversario politico da parte del Cavaliere non sia solo, makeup di facciata. Bensì reale senso dello Stato, seria disponibilità a risolvere la crisi in cui versa il paese prima che si faccia la stessa fine dell’Argentina se non addirittura peggio.

Come Berlusconi ha giustamente detto ieri durante il suo discorso,
Non c'è tempo da perdere!