LA VOCE DI KAYFA

NAPOLI, EMERGENZA RIFIUTI: PREPARIAMOCI AL PEGGIO!

È ormai diventata una disperata corsa contro il tempo la ricerca di discariche alternative dove sversare la spazzatura di Napoli e provincia. Basta farsi un giro per le vie secondarie, ma non solo,  del capoluogo campano e di molti comuni limitrofi, ad esempio Quarto, per rendersi conto che l’emergenza rifiuti sta nuovamente raggiungendo livelli preoccupanti che rasentano quelli del 2008 quando, in alcuni casi,  le “montagne” di monnezza sfioravano i primi piani dei palazzi o invadevano per decine di metri i marciapiedi costringendo i pedoni a veri e propri slalom tra i rifiuti o a camminare per strada sfidando le auto. Tutto questo malgrado alla fine dello scorso mese di ottobre - quando fu evidente, prima di tutto a se stesso, che l’autoacclamazione di due anni fa del neo Premier Berlusconi di aver liberato Napoli dai rifiuti fu solo un bluff, uno spot propagandistico – il Presidente del Consiglio, costretto a scendere di nuovo a Napoli per arginare l’ennesima emergenza rifiuti promise che antro 10 giorni, scadenza 31 ottobre, la città sarebbe stata ripulita.

L’inadempienza da parte del Comune di Napoli e di altri trenta delle regole imposte dal governo all’indomani del 31 dicembre 2008 - data che decretò la fine dell’emergenza rifiuti, stabilendo che i comuni si sarebbero dovuti adoperare per trovare nuovi siti sul proprio territorio da adibire a discariche e su cui edificare un inceneritore, nonché impegnarsi perché si raggiungesse tra la popolazione un’alta percentuale di raccolta differenziata - cui non è seguita alcuna delle sanzioni disciplinare preveste tra cui il commissariamento, la dice lunga sulla corresponsabilità tra le autorità locali e quelle centrali per questa nuova situazione emergenziale.

Considerando che le discariche aperte all’epoca sono già sature, (Chiaiano); presidiate dai comitati civici perché causa di infiltrazioni nelle falde acquifere, (Terzigno), o perché, malgrado all’epoca fossero state ritenute inutilizzabili in quanto adibite a sito dove parcheggiare in eterno 6 milioni di balle di spazzatura non combustibile, oggi le si vuole invece riaprire contro il parere della magistratura per scaricarvi la spazzatura di Napoli, (Giugliano), la dice lunga sulla drammaticità della situazione.

Va riconosciuto al Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro di stare facendo i salti mortali per risolvere una situazione che, man mano che passano le ore, diventa sempre più drammatica, cercando il sostegno delle altre province affinché autorizzino a sversare sul proprio territorio parte della spazzatura di Napoli. Se però, nello stesso tempo, i comuni interessati, primo tra tutti Napoli, non si muovono concretamente per risolvere come si conviene la questione, non si capisce proprio come si possa uscire da questo impasse.

La sensazione è che il peggio ancora deve venire, e che, quando verrà, l’emergenza del 2008 sarà nulla a confronto!