LA VOCE DI KAYFA

ITALIANE DONNE CON LE PALLE

Sono state centinaia di migliaia le donne, ma anche tanti gli uomini, che quest’oggi hanno invaso come un fiume in piena oltre 200 piazze italiane e estere, al grido SE NON ORA QUANDO? a difesa della propria dignità contro la mercificazione del corpo femminile tanto cara al Premier che - come ha denunciato dal palco di Piazza del Popolo a Roma Giulia Buongiorno - selezionerebbe la classe dirigente femminile del paese dopo che le “candidate” partecipano ai festini hard ad Arcore. Un boccone amaro, difficile da digerire per chi ha speso più della metà della propria vita imprenditoriale alla fondazione di un impero mediatico, prima televisivo e poi cartaceo, che addomesticasse le menti degli italiani illudendoli di vivere nel paese del bengodi, propinando loro programmi televisivi in cui si offrivano in visione tonnellate di tette e culi al vento; quiz dove per vincere cifre iperboliche bastava essere fortunati e non preparati alla stregua di un professore come accadeva per il mitico Rischiatutto di Mike Buongiorno; telefilm americani dalla violenza inaudita o dalla realtà sdolcinata che nulla aveva a che vedere con quella italiana, ma che seduceva gli spettatori, soprattutto i ragazzi e i giovani, spingendoli a desiderarla. Molte delle donne e, più in generale, di coloro che oggi sono scesi a migliaia in piazza – sbugiardando spudoratamente il Ministro Gelmini per la quale in piazza c’erano invece “solo poche radical chic con scopi politici” -  appartengono alla generazione di quindicenni/diciottenni che tra gli anni settanta e ottanta, quando in Italia comparve la televisione commerciale di cui Berlusconi è l’indiscusso pioniere, si abbeveravano a quei programmi.
Quanto è avvenuto oggi è la conferma che le menti dei cittadini, seppure addomesticate a regola d’arte, prima o poi si destano dal sogno se alle false promesse da imbonitore non seguono fatti concreti e la gente è costretta a tirare la cinghia per campare mentre c’è chi spende milioni di euro all’anno in festini per soddisfare le proprie passioni e il proprio ego in spregio alla miseria e alla dignità di chi si smazza dalla mattina alla sera per tirare avanti la carretta, spesso non riuscendoci nemmeno. Il fatto che oggi in diverse piazze d’Italia ci fossero donne e uomini di ogni età e ceto sociale – perfino preti e suore! - in molti casi in compagnia dei figli tenuti in braccio, per mano o nel passeggino,  per protestare contro il maschilismo del Premier contraddice quanti affermano che Berlusconi sia ancora ben visto dalla maggioranza degli italiani, che ne sia “il sogno”!
Non essendo quella di oggi una manifestazione politica, alla quale solitamente i partecipanti sono per lo più precettati dalle varie sezioni di partito sparse per il paese infarciti di slogan da esternare a comando, bensì un evento spontaneo a testimonianza di quanto la gente, non solo le donne, sia stanca di un certo modo di intendere e di fare politica da parte del nostro premier, sarebbe ora che Berlusconi tragga le dovute conseguenze e, se proprio non vuole dimettersi, compia un salto di qualità anteponendo alla riforma della giustizia - che tanto gli sta a cuore ma che poco frega alla stragrande maggioranza degli italiani - la soluzione del precariato nella scuola e in generale nel mondo del lavoro; della riforma della scuola pubblica, rivalutandola anziché distruggerla a favore di quella privata e cattolica; delle tasse che anziché diminuire, paradossalmente aumentano sempre di più riducendo all’ossa una busta paga dal lordo consistente; di garantire una speranza concreta ai giovani che vorrebbero lavorare o si affacciano nel mondo del lavoro.
Quella di oggi è stata l’evidente conferma che anche la pazienza delle italiane e degli italiani non è eterna!