LA VOCE DI KAYFA

Giovanni 8,11: Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. 2 Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava. 3 Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, 4 gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5 Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6 Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. 7 E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». 8 E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9 Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. 10 Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11 Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più».

Tra sabato 21 e domenica 22 ottobre sul Corriere della Sera sono apparsi diversi articoli, un paio firmati da Magdi Allam, che mettevano in risalto l’intolleranza islamica nei confronti della donna e di coloro che praticano le arti. A parte la scorta alla Santanchè, dopo che l’imam di Segrate l’aveva tacciata d’essere un’infedele per aver affermato durante una trasmissione televisiva “il velo non è un simbolo religioso, non è prescritto dal Corano”, sono due gli episodi in particolare che colpiscono: il primo narra dell’adultera di 22 anni lapidata a morte da un gruppo di seguaci Al Quaeda in un paese a più di 300 chilometri da Bagdad. Ecco il perché del sopraccitato passo del Vangelo di Giovanni. Dalla lettura del versetto evinciamo quanto da più parti si va da tempo affermando, ossia che la grandezza del Cristianesimo sta nel principio di tolleranza insito nel messaggio di Gesù. Se Egli avesse dovuto attenersi alla legge biblica, come suggerivano i farisei, la donna doveva essere lapidata a morte. Invece, pronunciando la famosa frase, “chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra”, mette con le spalle al muro i sacerdoti, dimostrando con la sola forza della Sua parola che nessun uomo è scevro dal peccato e pertanto può ergersi impunemente a giudice degli altri, sostituendosi così a Dio. Il secondo episodio riguarda un gruppo di musicisti somali costretti a fuggire dal paese perché nei loro confronti un imam ha emesso la fatwa, condanna a morte, solo perché la musica, secondo la sua interpretazione di un passo del Corano, il versetto 33, (“In verità la ricompensa di colro che combattono Iddio e il Suo Messaggero  e si danno a corrompere la terra, è che essi saranno massacrati, o crocifissi, o amputati delle mani e dei piedi dai lati opposti, o banditi dalla terra: questo sarà per loro ignominia in questo mondo e nel mondo a venire avranno immenso tormento”),  sarebbe aborrita da Maometto. Quanto è accaduta in Iraq e in Somalia, dispiace dirlo, conferma una volta di più quanto nella cultura islamica sia la donna sia gli artisti siano considerate creature infernali, pertanto del tutto prive di diritti. Ma soprattutto quanto arbitraria sia l’interpretazione che viene fatta dagli imam del Corano, al punto che spesso leggiamo dichiarazioni di qualcuno di loro  che sconfessano l'interpretazione dei versi coranici fatta precedentemente da un altro, spesso criticandole senza mezzi termini! Quel che è accaduto in Iraq e in Somalia, ci riporta con la mente al regime talebano che per anni ha soffocato l’Afghanistan, chiudendo cinema e radio e imponendo il burqa alle donne. Tutto ciò non solo impone un attenta riflessione, nonché un serio, approfondito studio del Corano per vedere non tanto se per l’adulterio della donna la legge di Maometto prevede la lapidazione, e invece quale punizione è prevista se a tradire fosse l’uomo. Ma soprattutto se davvero nel Libro Sacro degli islamici  si aborrisce la musica, condannando a morte chi la pratica. Gli episodi citati pongono una volta di più in risalto quanto sia difficile, se non addirittura impossibile importare la Democrazia, (quasi fosse merce di scambio, come pretendono il presidente Bush e altri politici occidentali per giustificare la seconda guerra del golfo), in una terra dove la parola tolleranza, sinonimo di Democrazia, sembrerebbe essere praticamente ignota finanche nei testi sacri