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L'amore ha il potere di fissare il passato in eterno presente.... Questa frase, annotata su un quaderno all'inizio del romanzo, è il tema conduttore della storia d'amore tra il giovane Kayfa e Miryam, donna matura e d'esperienza, che lo inizierà alle gioie e alle sofferenze dell'amore. Immersi in uno scenario da favola, facendosi scudo di una barriera di bugie e verità che metterà a rischio i loro affetti più cari, i protagonisti vivranno la loro passione senza freni con la complicità del mare e dell'intimità della casa di lei. Fondamentale la figura di Omar, pescatore egiziano con un intenso vissuto alle spalle, che attraverso la propria esperienza aiuterà Kayfa a districarsi nei meandri della mente e del cuore per avviarsi sul proprio cammino esistenziale.
« LA FORZA DI FORGIARE I SOGNI | COMUNICAZIONE DI SERVIZIO! » |
Da oltre una settimana in casa di Antonio, puntualmente, allo scoccare della mezzanotte, si udivano sinistri rumori di passi incalzati da un incessante frastuono di catene al suolo: era la morte che si divertiva a terrorizzare gli inquilini.
Per risolvere il problema, i genitori di Antonio giunsero finanche a convocare nell’appartamento uno dei medium più illustri della città, affinché esorcizzasse l’ambiente. Purtroppo, come sempre accade quando dalla pianta dell’ignoranza germogliano i fiori della superstizione, nulla si risolse al di fuori della totale estinzione del loro già esiguo conto in banca.
Durante una di quelle lunghe notti di travaglio, osservando alla televisione un mago rinchiudersi nella cassapanca e scomparirvi, ad Antonio balenò un’idea geniale.
Di corsa si precipitò nel soggiorno dove, mestamente, i genitori, assonnati, giocavano a carte con i tappi nelle orecchie per mettere loro a conoscenza del suo piano.
Dopo breve riflessione, entrambi convennero che, nonostante si trattasse di un’idea folle, metterla in atto non costava niente.
Un paio di giorni dopo, un mare di gente addolorata e piagnucolante si recò in casa per rendere l’estremo saluto ad Antonio morto d’infarto per la paura. La salma era composta nella bara di frassino, intarsiata da immagini raffiguranti il cammino dell’anima nell’oltretomba.
Poco prima della mezzanotte i visitatori, preceduti dai genitori di Antonio, abbandonarono la camera ardente, lasciando in totale solitudine la bara col suo triste peso.
Improvviso, dal nulla sorse il distinto rumore di passi che, accompagnandosi allo sferragliare di catene, avanzava incontro alla bara. Al cospetto del feretro si materializzò la donna dall’aspetto fuggevole, vestita in abito lungo da sera con eleganti tacchi a spillo di raso nero. “Che peccato” disse sconsolata fissando la salma. “Morire così giovane!”
“La colpa è tua” fece in tono severo Antonio levandosi a sedere di scatto nella bara. Spaventata, la morte indietreggiò. “L’opprimente tua presenza in questa casa mi ha soffocato fino ad uccidermi!” la rimproverò.
“Sono desolata” rispose turbata. Quindi, ripresasi dall’iniziale sorpresa, osservando compiaciuta la bara, disse:”Che bella, non né ho mai viste di tanto splendide. Scommetto che ci si sta comodi sdraiati.”
“Per niente” rispose Antonio fingendosi preoccupato. “A stento mi ci rivolto. E, considerando il rispetto che i vivi nutrono per i morti, il mio riposo non si prospetta per niente tranquillo!”
“Posso provarla?”
“Certo!” rispose uscendo dalla bara per cederle il posto.
“Ti sbagli” fece la morte, allorché si fu sdraiata nel feretro dopo essersi sfilate le scarpe. “C’è tutto lo spazio sufficiente perché ci si possa rivoltare magnificamente “ e, così dicendo, si rigirò più volte su se stessa.
“Ti credo, manca il coperchio!” disse Antonio. “Aspetta” aggiunse e si diresse verso la parete dove era appoggiato il coperchio del feretro. Stringendolo al petto, tornò presso la bara e la coprì. “Adesso?” domandò accostando la bocca al legno perché la propria voce si udisse chiaramente all’interno.
“C’è tutto lo spazio che vuoi” rispose la morte.
“E allora continua pure a rivoltarti quanto ti pare” disse Antonio inchiodando il coperchio sulla bara, avvolgendola poi nelle catene abbandonate dalla morte sul pavimento.
“Entrate!” urlò felice. I convenuti al suo funerale irruppero nella stanza con grida di gioia.
Mentre i festeggiamenti per la sconfitta della morte erano in corso, una signora intravide ai piedi del feretro le splendide scarpe di raso nero. Valutando che erano della sua stessa misura, le calzò per provarle.
Il sinistro rumore di passi si diffuse per la casa!…
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