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LA VOCE DI KAYFA

IL BLOG DI ENZO GIARRITIELLO

 

Messaggi di Giugno 2018

SALVINI E LA SUA SPALLA, LUIGI DI MAIO

Post n°1911 pubblicato il 17 Giugno 2018 da kayfakayfa

<<Ma chi è Salvini che tiene al guinzaglio di Maio? E chi è Di Maio, così soggetto al padrone?>>. Così Furio Colombo chiude il proprio pezzo di oggi su Il Fatto Quotidiano dall'eloquente titolo, GLI ORDINI DI SALVINI E IL SILENZIO DEI 5S.

Molto probabilmente la stessa domanda se la stanno ponendo gli oltre 11 milioni di elettori, tra cui chi scrive, che il 4 marzo hanno votato M5S. Infatti, da quando è nato, dopo quasi 90 giorni di patemi e sofferenze, il governo gialloverde presieduto dall'illustre sconosciuto professore Giuseppe Conte, l'unica voce governativa che ha iniziato a parlare - in alcuni casi, a straparlare - senza più smettere, amplificata dai media e dai social, è quella del Ministro degli Interni, nonché vice Premier in condominio con il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Luigi Di Maio, il leghista Matteo Salvini.

Di tutti gli altri membri dell'esecutivo, a iniziare dal capo (?) del governo, nessuna traccia. Seppure bisogna riconoscere a Conte di aver mostrato il pugno fermo nei confronti di Macron  - il Presidente francese aveva definito l'Italia "cinica", mentre il suo partito En Marche aveva giudicato "vomitevole" la scelta di Salvini di non concedere l'approdo in Italia all'Aquarius - mettendo in discussione il vertice Francia-Italia della scorsa settimana se la Francia non avesse chiesto ufficialmente scusa.   

Per quanto invece riguarda Di Maio, ora sotto tiro insieme al suo partito e alla sindaca Raggi  per la vicenda Lanzalone, le sue dichiarazioni sulla vicenda Aquarius sembrano essersi dissolte nell'etere e nella rete, quasi non fossero mai state pronunciate.

Mentre Salvini spopola agli occhi dell'opinione pubblica come un salvatore della patria, rilasciando interviste e tweet spot del tipo "è finita la pacchia", in riferimento agli immigrati clandestini; "stanno facendo una crociera", a proposito di 629 migranti imbarcati sull'Aquarius diretta a Valencia dopo il veto del ministro ad attraccare nei porti italiani, la voce del capo pentastellato sembra non risuonare nemmeno più su internet, da sempre luogo di comunicazione prediletto dei grillini, seppure Di Maio si affanni a scrivere post su face book o a rilanciare a sua volta tweet.

L'indifferenza che circonda il Ministro del Lavoro e il suo operato, malgrado l'impegno profuso da Di Maio nella vicenda TIM per evitare la cassa integrazione a 30 mila dipendenti - cosa non da poco! - conferma che il protagonista indiscusso del governo oggi è Salvini. Tutti gli altri,a cominciare da l Premier Conte e, soprattutto Di Maio, è come se fossero dei semplici comprimari.  Delle "spalle" di cui leader leghista sembra poter fare a meno.

Di conseguenza facciamo nostra la chiosa di Furio Colombo: "Ma chi è Salvini che tiene al guinzaglio Di Maio? E chi è Di Maio, così soggetto al padrone?" 

 
 
 

GLI ITALIANI NON SONO RAZZISTI MA STANCHI DI UNA CERTA POLITICA

Post n°1910 pubblicato il 12 Giugno 2018 da kayfakayfa

Com'era prevedibile, l'approvazione da parte di una buona fetta di opinione pubblica al veto del Ministro Salvini all'attracco nei porti italiani della nave Aquarius con il suo carico di 629 migranti, sta alimentando un'ampia discussione sul, presunto, razzismo degli italiani. Ma nessuno di coloro che sposano questa tesi si chiede il perché di ciò!?

Tra editoriali e post dove, giustamente, si mettono in risalto le disumane condizioni in cui sono costretti a viaggiare questi disperati salpati dalle coste libiche e tunisine, pagando migliaia di dollari agli scafisti - ma tutti 'sti soldi da dove li prendono?... - per intraprendere un viaggio più disperato che della speranza, nessuno si sofferma sulle pessime condizioni igienico-sanitarie dei centri di prima accoglienza italiani in cui migranti vengono raggruppati come bestie una volta sbarcati; né sull'assoluta precarietà della vigilanza in questi centri da parte delle forze dell'ordine, al punto da consentire agli "ospiti" non solo di entrare e uscire a loro piacimento, contrariamente a quanto previsto dai regolamenti; ma addirittura consentendo a molti di loro di intraprendere vere e proprie attività criminali, tipo spaccio di droga o prostituzione, come denunciato in più di un servizio sui c.a.r.a. Pugliesi da Striscia La Notizia e da il settimanale L'Espresso. Senza tralasciare lo scandalo del c.a.r.a di Mineo in Sicilia né quello di Mafia capitale a dimostrazione di quanti interessi girino intorno agli immigrati.

E che dire delle tante aree del paese ormai diventate vere e proprie zone franche, ad esempio le piazze antistanti le stazioni o quelle dell'estrema periferia, dove gli immigrati, quasi tutti clandestini, organizzatisi in bande, hanno impiantato vere e proprie attività criminali in collaborazione o in lotta con le organizzazioni criminali locali? Che dire della tante ragazze di colore o di origine slava, per lo più minorenni, che si prostituiscono lungo nostre strade senza che nessuno intervenga in loro difesa, seppure esercitino la "vita" alla luce del giorno? E vogliamo parlare dei ragazzini rom che la sera si prostituiscono nei pressi delle stazioni centrali, i cui clienti sono mariti, padri di famiglia e insospettabili professionisti in cerca di trasgressione? E del degrado in cui versano i campi rom, nessuno sa niente?

Chi si indigna per la scelta di Salvini di dire no all'attracco in Italia dell'Aquarius, sarebbe il caso si indignasse prima di tutto per la totale mancanza di controlli da parte dello Stato verso chi sbarca dai barconi della speranza.

Il presunto razzismo che albergherebbe in una parte di italiani, a mio avviso, sarebbe conseguente a un'assoluta inefficienza palesata dalle autorità nel tutelare non solo la stragrande maggioranza di migranti onesti in cerca di rifarsi una vita, ma anche i cittadini i quali, sentendosi abbandonati da chi dovrebbe garantire loro la sicurezza, iniziano a identificare nello straniero un potenziale pericolo e a guardarlo di sbieco, senza distinguere il buono dal cattivo.

Lasciare che gente senza identità, in alcuni casi già oggetto di decreti di espulsione mai eseguiti, vaghi tranquillamente per le vie delle città, continuando a commettere reati - in alcuni casi addirittura intercettata al telefono mentre irride alla giustizia italiana per la troppa facilità con cui consente loro di farla franca dopo un arresto, invitando gli interlocutori a trasferirsi a loro volta in Italia per delinquere senza rischi - non può che alimentare la rabbia di molti connazionali.

Se lo Stato avesse finora fatto il proprio dovere, difficilmente la scelta di Salvini avrebbe riscontrato una vasta eco positiva nell'opinione pubblica. Anzi, molto probabilmente il leader leghista si sarebbe guardato bene dall'attuarla per non attirarsi addosso le antipatie dell'opinione pubblica. Viceversa, stando ai sondaggi, oggi Salvini sarebbe il politico italiano più "amato" dagli italiani. Uno smacco per tutti quei politici che, nel corso degli anni, si sono riempiti la bocca di belle e buone parole nei confronti dei migranti. Ma poi, all'atto dei fatti, hanno dato l'impressione dal guardarsi bene dall'attuare tutte le prassi necessarie alla tutela del territorio e dei cittadini, dando addirittura la sensazione di avere più a cuore la sorte dei migranti che non quella degli italiani. Spianando la strada a Salvini e a chi come lui, cavalcando l'onda della paura dello straniero, punta a governare il Paese.

Gli italiani non sono razzisti. Gli italiani sono semplicemente stanchi di una politica che dà l'impressione d'essere disinteressata alle necessità e ai problemi dei cittadini; di una politica che, anziché ascoltare la disperazione della gente, volge la propria attenzione ai mercati e alle banche, trattando i cittadini come pezze da piedi cui rivolgere attenzione solo in campagna elettorale.

Agli occhi di tanti italiani il pregio di Salvini è quello di non aver disatteso alle proprie promesse elettorali.

Fa niente se questa coerenza avrebbe un vago sapore razzista.

Agli occhi dell'opinione pubblica è meglio chi tiene fede ai propri impegni, anche a costo di rischiare un incidente diplomatico prima con la Tunisia e poi con Malta, per salvaguardare la sicurezza nazionale, rispetto a chi oggi dice picche e poi, quando si tratta di agire, fa esattamente l'opposto, affamando ancora di più il popolo, "perché ce lo chiede l'Europa"!

 
 
 

LA LEGA VOLA SULLE ALI DELLA LOTTA ALL'IMMIGRAZIONE CLANDESTINA!

Post n°1909 pubblicato il 11 Giugno 2018 da kayfakayfa

 

In attesa di vedere come andrà a finire lo "scontro" diplomatico tra Italia e Malta su chi deve farsi carico dell'approdo della nave Aquarius e del suo carico umano di oltre 600 migranti, bisogna riconoscere al neo Ministro degli Interni Matteo Salvini, leader della Lega, che la sua strategia di bloccare gli sbarchi sulle coste italiane delle navi ONG che prendono a bordo, salvandoli da morte certa, migranti e profughi dai barconi in mare aperto salpati dalle coste libiche e tunisine, in termini elettorali ha dato esito più che positivo visto il risultato delle comunali di ieri: al primo turno la Lega s'è ripresa Treviso e Vicenza.

Appena preso possesso del Viminale, durante un comizio elettorale a Vicenza, Salvini aveva detto "è finita la pacchia per i clandestini: preparatevi a fare le valige".

Da quel momento in tanti c'eravamo chiesti se le sue parole fossero sintomo della campagna elettorale in cui il leader leghista era impegnato per le comunali; oppure una vera e propria strategia di governo tesa ad arginare gli sbarchi sulle nostre coste per far fronte a una situazione sempre più insostenibile per il nostro paese.

Lo scontro diplomatico in corso con Malta dimostrerebbe che le parole di Salvini non appartenevano a un copione da campagna elettorale, bensì sarebbero un punto fermo su cui si distinguerà la sua gestione ministeriale e quella del governo Conte per i prossimi mesi rispetto agli sbarchi e ai migranti.

A riguardo il Presidente del consiglio, di ritorno dal G7 canadese, ha preso una netta posizione di contrasto nei confronti dell'Europa, affermando che gli accordi di Dublino vanno rivisti, evidenziando l'indisponibilità di Malta a collaborare nella vicenda Aquarius.

Ieri sera, intervistata telefonicamente da Giletti, l'ambasciatrice maltese ha giustificato il no di Malta sostenendo che, essendo intervenute come primo soccorso all'Aquarius due motovedette italiane, per il diritto internazionale l'aiuto alla nave è di competenza italiana.

Al momento che scriviamo la situazione è in stallo. Mentre in nottata altre 800 migranti sono stati tratti in salvo da navi italiane e internazionali al largo delle coste libiche.

Come si concluderà la vicenda, non è dato saperlo.

Una cosa è certa, visto l'ulteriore successo elettorale della Lega, c'è da supporre che Salvini terrà il pugno fermo, ribadendo il suo no agli sbarchi e la lotta a chi commercerebbe sui migranti, Ong incluse.

Se davvero, come in molti presumono, questo governo avesse vita breve, Salvini si sta spianando in maniera impareggiabile il terreno per un ulteriore exploit elettorale a livello nazionale che ribalterebbe l'esito delle elezioni del 4 marzo, portando la Lega ai vertici della politica nazionale, davanti al M5S. E dunque ponendosi come traino di una nuova, ipotetica coalizione di centrodestra, subordinando a sé FI di Berlusconi e FdI della Meloni!

Vi pare poco?

 
 
 

CIVILTA' SOMMERSE: LE ORIGINI DELL'UOMO IN FONDO AL MARE

Post n°1908 pubblicato il 08 Giugno 2018 da kayfakayfa

 

Il 16 gennaio 2002 il ministro indiano per la Scienza e la Tecnologia ha reso noti i primi risultati relativi alla datazione con il carbonio 14 dei manufatti provenienti dalle città sommerse nel golfo di Cambay: ebbene, tali manufatti risalgono a 9500 anni fa, 5000 anni prima di qualsiasi città riconosciuta dagli archeologi.

Così  lo scrittore/studioso inglese Graham Hancock conclude il suo monumentale Civiltà Sommerse, dopo un excursus  di circa 900 pagine in cui, pagina dopo pagina, porta i lettore in giro per il mondo alla scoperta dei tanti siti archeologici sommersi che, a suo dire e a detta di autorevoli studiosi, si sarebbero inabissati, o comunque sarebbero stati ricoperti dal mare in un arco di tempo che va tra i 17000 e i 7000 anni fa a seguito della fine dell'ultima era glaciale, con relativo innalzamento del livello mare fino a 120 metri e conseguente scomparsa di città costiere letteralmente sprofondate nel mare; richiamando alla mente il mito del diluvio universale e quello di Atlantide il misterioso continente inabissatosi a seguito di un tremendo cataclisma di cui per la prima volta parlò Platone.

Partendo dal golfo del Bengala;, proseguendo per il mediterraneo, l'Oceano Atlantico e l'Oceano Pacifico a ridosso delle coste giapponesi, lo scrittore, riportando alla fine del libro la notizia diffusa dal ministro indiano per la Scienza e la Tecnologia, e taciuta dai media  mondiali, che i manufatti rinvenuti nelle città sommerse nel golfo di Cambay risalgono a 9500 anni fa anziché a 5000, come invece ritenevano e tuttora ritengono la stragrande maggioranza degli archeologi ortodossi, chiude il percosso circolare con cui ha impostato l'opera dato che il primo capitolo di Civiltà Sommerse, Resti, inizia parlando proprio della scoperta fatta nel marzo del 1991 da un team di archeologi subacquei del National Institute of Oceanography indiano, (NIO) che era a lavoro al largo della costa di Tranquebar Poompuhur dello stato del Tamil Nadu, nei pressi di Nagapattinam. Il 7 marzo del 1991effettuando rilevamenti con il sonar, gli scienziati rinvennero i resti di un naufragio alla profondità di 19 metri. L'8 e il 9 marzo del 1991 i sub si immersero e, scandagliando il fondale alla ricerca dei resti del relitto, rivennero  sul fondo del mare un'antica struttura opera dell'uomo. La struttura ha la forma di una U, come un enorme ferro di cavallo, il perimetro misura 85 metri e le mura sono spesse 1 metro e alte 2 metri.  

Da questo ritrovamento e le relative implicazioni che diedero vita a un conflitto intellettuale tra una parte degli archeologi che rinnegavano la presenza del sito sottomarino, o quanto meno lo ritenevano una struttura naturale anziché opera dell'uomo, e un'altra parte di studiosi invece pronti a rivedere le tesi ufficiali, prendendo in considerazione la probabilità che la struttura rinvenuta fosse di manifattura umana - per cui  non era da escludere che le città degli dei e le loro distruzioni conseguenti a inondazioni e terremoti di cui narrano gli antichi testi indiani non fossero "semplici" miti bensì la cronaca storica di eventi reali inerenti la scomparsa di una civiltà vissuta molti millenni prima dello scioglimento dei ghiacciai, la cui esistenza, se fosse confermata, imporrebbe di rivedere in blocco la storia ufficiale dell'umanità con conseguenze a dir poco impensabili.

Il libro non è "solo" un saggio in cui pazientemente si cerca di anticipare di qualche millennio la presenza umana in diversi luoghi della terra in virtù del ritrovamento, dello studio e all'analisi dei vari siti archeologici sommersi sparsi sul pianeta e ai resti rinvenuti in loco; il volume assume i toni di un vero e proprio thriller allorché si parla dei siti di Malta e dei manufatti rinvenuti durante gli scavi sull'isola. In particolare l'intrigo diventa palpabile quando Hancock racconta delle immersioni effettuate nelle acque maltesi alla ricerca di una struttura sommersa, la cui presenza a 8 metri di profondità a largo dell'isola sarebbe stata segnalata su una foto ripresa dall'alto da un aereo dell'aeronautica inglese effettuata alla fine della seconda guerra mondiale, e di alcuni resti scomparsi nel museo di Malta, malgrado fossero ufficialmente catalogati negli archivi del museo, lasciando presagire che qualcuno li avesse volutamente occultati...

Per chi abbia letto IMPRONTE DEGLI DEI, da molti ritenuto il capolavoro di Hancock, si fa presente che, contrariamente alla tesi esposta in questo precedente lavoro, secondo cui la mitica Atlantide sarebbe l'attuale Antartide, in Civiltà Sommerse tale supposizione non viene minimamente citata. Anzi, Hancock, a un certo punto, esplicitamente parla di un muro sommerso a largo dei caraibi, ipotizzando che fossero i resti di una struttura costruita su quelle che anticamente erano terre emerse, successivamente "sprofondate" nel mare a seguito dell'innalzamento del livello dell'acqua per via dello scioglimento dei ghiacciai. Sempre riferendoci a Impronte degli Dei, e poi di seguito in Civiltà Sommerse, l'autore parla delle mappe dell'amiraglio Piri Re is e di altre mappe risalenti all'epoca delle grandi esplorazioni marine tra la fine del XV secolo e gli inizi del XVI, sulle quali sarebbero disegnate zone del pianeta antecedenti l'era post glaciale. A sostegno di questa suggestiva supposizione l'autore compara alcune di queste mappe con quelle relative alle varie epoche glaciali e post-glaciali elaborate al computer da un esperto del settore da lui ingaggiato per  visualizzare l'evoluzione geografica di alcune zone del pianeta man mano che il livello del mare cresceva nel corso dei millenni. In virtù di queste comparazioni, e di altri fattori sui quali rinviamo il lettore alla lettura del libro, verrebbe confermata l'ipotesi, che trova un crescente numero di sostenitori, secondo cui Cristoforo Colombo intraprese il suo viaggio alla scoperta dell'America servendosi di una di queste mappe su cui era riprodotta la geografia terrestre in epoca remota. Per cui il navigatore genovese, contrariamente a quanto ci racconta da sempre la storia ufficiale, era consapevole che aldilà delle colonne d'Ercole esisteva un'enorme isola, l'attuale continente americano, da lui ufficialmente scoperto per "sbaglio mentre era in navigazione per tracciare una nuova rotta marina per le "indie"!

Il punto in cui però il libro assume credibilità disarmante è quando si parla del sito sommerso di Yonaguni a largo del Giappone. Basterebbe dare uno sguardo solo alle foto  o a qualche filmato presente su Youtube per farsi un'idea  di quanto sia probabile che in un'epoca antecedente lo scioglimento dei ghiacciai sul nostro pianeta esistessero delle civiltà avanzate, tipo quella giapponese dei Jomon risalente a non meno di 12000 anni fa. La cosa stupefacente è che alcuni manufatti praticamente identici a quelli della civiltà Jomon sono stati rinvenuti a Malta, con la differenza che, ufficialmente, a Malta l'uomo si sarebbe insediato non prima di 5000 anni fa, mentre i Jomon sono più antichi di almeno 7000 anni...

Per coloro che volessero saperne di più, in attesa di procurarsi il libro, segnalo il sito di Graham Hancock, in particolare il box Underworld (letteralmente, sotto il mondo) dove si approfondisce, con continui aggiornamenti di articoli e foto, l'argomento di cui abbiamo discusso. Il esito è in lingua inglese ma basta attivare il traduttore automatico di google per leggerne la traduzione in italiano; seppure, essendo letterale, essa impone un minimo sforzo di comprensione.

Buona lettura. Pardon, buona avventura!

 
 
 

CONTE, UN PREMIER AL SERVIZIO DI DUE PADRONI?

Post n°1907 pubblicato il 07 Giugno 2018 da kayfakayfa
 

 

Prima ancora che il governo Lega-M5S avesse la fiducia delle Camere per insediarsi e iniziare a governare a pieno titolo il paese, già si sprecavano le critiche preconfezionate a quello che le opposizioni e i loro sostenitori mediatici definiscono un governo di destra, se non addirittura di estrema destra. Senza non poche ragioni, visto le prime, infelici dichiarazioni del neo Ministro degli Interni Matteo Salvini sui migranti e sulla Tunisia che, a suo dire, manderebbe in Italia una marea di galeotti, alimentando un incidente diplomatico tra i due paese.

A parte la reprimenda del predecessore di Salvini al Viminale, Marco Minniti, il quale ha invitato il leader leghista a moderare i toni, non essendo più solo un leader di partito ma anche un Ministro della Repubblica, e il biasimo di più di un commentatore politico, anche di parte, sarebbe stato giusto se il monito a Salvini a pesare meglio le parole fosse giunto direttamente dal suo "titolare", ovvero il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Purtroppo sulla vicenda Conte non ha proferito parola, accrescendo il legittimo dubbio d'essere subordinato alla volontà dei due vice premier, Di Maio e Salvini, entrambi leader dei partiti che hanno stilato il contratto, alias l'alleanza di governo, M5s-Lega.

Pensare che a Palazzo Chigi sieda un premier teleguidato dai propri vice non depone a favore né del governo né del paese. Cosa dirà o farà Conte se si dovesse trovare al cospetto di una situazione di emergenza nazionale o internazionale dove necessita una sua immediata decisione? Si apparterrà per chiamare al telefono prima Salvini e poi Di Maio, chiedendo loro cosa fare? E se non fossero raggiungibili o avessero opposte visioni sulle decisioni da prendere? Che farà il Premier? Si servirà della monetina o deciderà autonomamente, soprattutto se la scelta suggerita da entrambi i suoi vice non lo convincesse?...

Sarebbe il caso che il Presidente del Consiglio avesse fatto sentire la propria voce, esprimendo un giudizio sulle esternazioni di Salvini, magari dissociandosene, per trasmettere l'idea, prima di tutto ai propri cittadini, che lui è davvero il Presidente del Consiglio, e dunque l'uomo più potente d'Italia dalle cui scelte dipendono le sorti del paese, anziché un burattino manovrato da Di Maio e Salvini, come da più parti si ipotizza. Una sorta di "Ambra" di "NON é la Rai" cui Boncompagni dettava le direttive attraverso l'auricolare.

Il silenzio non è solo degli innocenti o dei saggi ma anche dei servi. Vorremmo capire a quale di queste tre categorie appartiene Conte.

Speriamo che quanto prima il Premier Conte dia mostra della propria autonomia rispetto ai suoi vice. Non fosse altro per acquistare credibilità agli occhi dei cittadini e del mondo intero.

L'idea che l'Italia possa avere un Premier servo di due padroni non è affatto edificante. Anzi è ridicola. Per certi versi addirittura terrificante!

 
 
 

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