Riflessi nel vento

Ciao, mamma

Una settimana difficile, l'ultima.

Non ricordo bene, ma credo di esserci stata sempre io. Sì, sì... ricordo bene...

Niente più sguardi attenti, niente più cenni di reazione. Niente più forza, in quelle braccia che ultimamente avevano ripreso volontà. Uno sguardo vago, e una mano fragile. Ogni tanto, i Tuoi occhi si spalancavano, e chissà cosa sentivi...

"Solo per te
convinco le stelle
a disegnare nel cielo infinito
qualcosa che somigli a te...

solo per te
io cambierò pelle
per non sentir le stagioni passare
senza di te..."

Solo carezze, carezze e parole, parole ridenti, sussurrate, sonore, carezze tristi, dolci, scivolavano sulla pelle che sembrava carta velina, crespa, le falangi fragili tra le dita, lo sguardo vago, io che cantavo per Te, ogni tanto mi guardavi, io cantavo...

"...Come la neve non sa
coprire tutta la città
come la notte non faccio rumore
se cado è per te..."

E Ti sentivo, che T'abbandonavi... mi chiedevo se avessi paura e no, non avevi paura per Te, ma per noi... allora Ti dicevo che no, che non dovevi aver paura per noi che ce la saremmo cavata, che noi ce la caviamo sempre...

"...Come la neve non sa
coprire tutta la città
come la notte non faccio rumore
se cado è per te..."

E T'accarezzavo... Ti raccontavo qualcosa, poi stavo in silenzio e Ti guardavo... poi all'uscita sorridevo a babbo che mi sorrideva stanco. E in silenzio ce ne andavamo.

Troppo, stava diventando troppo. Litigo con Dio che forse neanche Lui ne aveva colpa, che Tu t'ostinavi a rimanere qui per noi...

Litigo con Dio che forse m'ascolta... chiamano dall'ospedale a notte fonda, dopo che ci avevano costretto a lasciarTi... il tuo corpo finalmente rilassato, ancora caldo, libero da tutti i tubi, da tutti gli aghi, da tutte le sofferenze, da tutti i limiti di quel cervello ferito, di quel sistema nervoso terremotato, libero da sè e dal suo peso...

libera, mia madre, finalmente...

Silenzio in una notte che si fà alba... ritorno ad una casa che vuota, sembrava in attesa.

La camera ardente, il vestito, il cimitero, la bara, la chiesa, i fiori, gli incensi, i parenti, gli amici, i conoscenti, il sole, il vento, il freddo, la fede al dito di mia madre, un corpo che già non riconosco, le parole, i silenzi, le lacrime, la commozione, i sorrisi, gli abbracci, i baci, il silenzio, di nuovo, e mentre parlavo con Te cercavo di dire a chi mi guardava che no, che non è la morte che separa le strade, che adesso và meglio, che sarà solo la mancanza fisica che farà male, che Tu sei libera, ora, che non sei già più in quella bara, che sei in tutte le parole, in tutti i racconti, in tutti gli sguardi, in tutte le emozioni che scaldano quella sala...

Mia madre era amata, era amata molto.

"Sai mamma, con tutte le manifestazioni d'affetto che stai ricevendo, al tuo posto sarei felice, di andarmene così..."
Glielo dissi un giorno di inizio febbraio, quando ci chiamarono per il sopraggiungere di una broncopolmonite che l'avrebbe dovuta portar via, una broncopolmonite che l'ha vista sopravvivere, due mesi ancora, glielo dissi mentre le accarezzavo i capelli e piangevo, con lei che, apparentemente incosciente, versava lacrime con me...

L'Insegnamento. Sì, lo vedo il Senso.
Mia Madre come una figlia, e al tempo stesso una madre, è sopravvissuta per darci il tempo di abituarci a vivere senza di Lei. Ci ha permesso di riappacificarci con lei, noi figlie che da troppo tempo non la comprendevamo più. Sei mesi di coma non sono stati inutili. Mia madre era mia madre, in un'altra forma e con un altro linguaggio... ma quanto ci ha parlato... quanto ci ha trasmesso.
Una famiglia distrutta e ricostruita, intorno a lei, e alla sua malattia.

Ci hai lasciato solo quando sei stata sicura che avessi fatto tutto quello che potevi.

E il funerale. I parenti. Gli Amici. Mamma ritorna finalmente a casa, che la saluta per l'ultima volta.

Ti hanno amata tanto, mamma. Incredibile quanto.

E' una gioia vedere tanta bellezza, dopo tutta questa sofferenza.

Non sei a più di un battito d'ali da me, e dopo tutto questo tempo, ti rivedo sorridere.

Ciao, mamma.