Riflessi nel vento

Mi intristisce molto vedere come troppo spesso nella nostra epoca si parla a sproposito della Bibbia: sono scritti che appartengono ad un arco temporale di millenni, a un popolo e a una cultura molto lontana dalla nostra, quindi di assai difficile comprensione ad una prima lettura per l'uomo occidentale contemporaneo. E' come dire che la pitture rupestri sono delle porcate che potrebbe fare anche la mia nipotina o prendere in mano la Divina Commedia e dire che non si capisce niente e quindi Dante era un gran ignorante. Bisognerebbe avere un po' più rispetto di qualcosa di grande e che non si conosce. Ripeto: non si può prendere in mano la Bibbia tradotta, mettersi a leggerla come fosse un romanzo di Dan Brown e trarre conclusioni...solo la traduzione introduce un filtro pesante, che qualche nota in calce non riesce ad arricchire pienamente. Il Dio della Bibbia non aizza massacri e guerre, quella è la proiezione di un popolo da sempre scacciato e inviso, che si crea una immagine che faccia comodo all'esigenza del momento, un'esigenza di violenza e vendetta. La Bibbia è il libro del rapporto con Dio di un popolo che di errori ne ha commessi tanti. Non è storia, sono insegnamenti e profezie, e andrebbero studiati prima che giudicati.