Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
 

Messaggi del 12/09/2008

Appunto

Post n°250 pubblicato il 12 Settembre 2008 da middlemarch_g
Foto di middlemarch_g

Per quanto piccolo e insignificante tu possa essere, nulla vieta che la tua follia sia tra le più grandi

Firmino

 
 
 

Quel che resta di Anagni

Post n°248 pubblicato il 12 Settembre 2008 da middlemarch_g
 

Sento dire al tiggì 1 che Sarkozy ha modificato il cerimoniale di Stato per poter andare personalmente in aeroporto a rendere omaggio al papa. Io non conosco il cerimoniale di stato francese. In altre parole ignoro esattamente cosa prevedesse quello istituzionale, e in cosa consistano le modifiche. Sono però certa di non sbagliare se ipotizzo che anche quello precedente – trattandosi di protocollo di accoglienza di un capo di stato straniero - dovesse essere più che soddisfacente per le esigenze del papa, e che non contenesse nulla in grado di risultare anche solo minimamente insultante per lui. Del resto, se c’è gente che ha fatto fortuna coi salamelecchi pubblici e privati, quelli sono senz’altro i francesi. Non c’è motivo di supporre che senza le modifiche di Sarkozy il papa si sarebbe trovato a dover parcheggiare la papamobile a rue de Rivoli in fascia blu a 5 euro l’ora, o magari in periferia, e poi farsi in metro col ticket giornaliero i 30 km di distanza dall’Eliseo prima di essere ricevuto.

Io ci sono rimasta male, ve lo confesso. Avrei preferito senz’altro un’accoglienza alla vecchia maniera, rispettosa ma moderata, senza inutili e irritanti privilegi. Non per altro, è che ogni tanto mi piace vedere applicata nei confronti del pontefice e del cattolicesimo in genere, quella minima distanza di sicurezza richiesta perché il concetto di laicità possa avere ancora un senso per quelli di noi che si ostinano a sentirne forte nostalgia.

E siccome in Italia è statisticamente molto più probabile vedere piangere una madonna che assistere al miracolo della politica che prende le distanze dal braccio religioso dello Stato, quando il papa esce dai confini, specie se va in un paese con una tradizione di laicità davvero rispettabile come la Francia, in genere un po’ mi consolo. Vedi? Mi dico. Sono cose che possono ancora accadere…

Invece stavolta è andata male. Cosa ci vuoi fare, bisogna sapersi rassegnare. E lo farò. Ma certo non posso evitare di ripensare con affettuosa nostalgia ai tempi in cui a capo della Francia c'erano uomini capaci di dire a propri luogotenenti che il papa, in caso di necessità, potevano sentirsi serenamente autorizzati a pigliarlo a pizze. E vedersi ubbiditi.

 
 
 

Pagliuzze & travi

Post n°247 pubblicato il 12 Settembre 2008 da middlemarch_g

Comunque, dannati criticoni acidi, rilevo per l’ennesima volta che siete tutti accaniti come squali al primo apparire dell’ombra di un refuso e non vi fate mai pregare quando si tratta di aprire la stagione di caccia grossa contro un ‘d’ di troppo. Basta un  minimo sentore e siete pronti a partire all’alba in divisa da bracconieri coi cani da muta che vi latrano intorno! E quando invece sparo una cazzata seria, un’imprecisione peciona che hai voglia a lavorare di fantasia, non la puoi in nessun caso attribuire alle insidie della tastiera, d’improvviso vi fate muti e rispettosi come i devoti della processione di Santa Rosalia!

Ieri ho alluso al premio nobel vinto da Matilde Serao. Che col cavolo l’ha vinto. Fortuna che per queste cose ho un animus da umile ancella della filologia (ancella dei contenuti, non delle forme, dannati materialisti) e ho dato seguito allo scrupolo che mi ha spinto a controllare. M’ero confusa. Fu la Deledda a soffiarle la candidatura per l’Italia e poi a vincerlo, non la Serao.

E’ già la seconda volta che vi sfugge una cosa davvero grave. Posso sperare per il futuro da parte vostra in un po’ più di attenzione mirata?

 
 
 

Santo subito

Post n°246 pubblicato il 12 Settembre 2008 da middlemarch_g

Ho ricevuto un invito in pvt che è qualcosa di più di una comunicazione diretta. E’ esplicita in modo devastante, come se qualcuno mi avesse bussato alla porta e poi fosse entrato parcheggiandomi un Eurostar in salotto accanto alla stufa a pellet.

Siccome, ormai lo sapete, io sono una donna capace di apprezzare gli eroici gesti sfrontati e le irragionevoli ambizioni, sono andata a vedermi il profilo.

Dice così:

Sono un ragazzo che ama troppo il sesso in ogni sue forme e sempre ho tanta voglia con le donne intelligente e carine.

Tre cose che mi piacciono:

amore

sesso in tutte le forme

donne

Tre cose che odio

chi non fa sesso

chi non ha tete

chi non mi da

Voglio che sappiate che questo ragazzo, che verosimilmente è straniero e malgrado questo si esprime meglio di un tronista medio della De Filippi, io lo amo incondizionatamente. Incondizionatamente. E vorrei che fosse chiaro che non c’è nessuna ironia. Gessummaria com’è liberatoria la sincerità…

Poi magari non lo faccio perché per schedulare gli impegni della mia vita sentimentale preferisco ancora autogestirmi in un altro modo. Però c’è molta più probabilità che finisca per darla a uno così, che alle legioni di segaioli che infestano il mondo senza sapere quello che vogliono.

 
 
 

Femmine da paura

Post n°245 pubblicato il 12 Settembre 2008 da middlemarch_g
 

Che poi noi stamo qui a perdere tempo speculando su quelle due mezze seghe della Carfagna e della Gelmini, quando magari a novembre le cose vanno nel peggiore dei modi - e non sarebbe la prima volta - poi metti che capita una disgrazia qualsiasi, che a 72 anni con quelll'overdose di stress è sempre possibile, e dalla sera alla mattina sulla plancia di comando ci ritroviamo questa.

A me fa spavento solo l'idea di ritrovarmela fuori dalla porta a consegnare i cartoni del latte. Figuriamoci il resto.

 
 
 

L'Amara e la Stella

Post n°244 pubblicato il 12 Settembre 2008 da middlemarch_g
 

Ieri l’ho anche vista in tivvù, l’Amara, e ho integrato le dichiarazioni ascoltate durante la giornata con le immagini di lei che le rilasciava. Mi ha fatto quasi tenerezza vederla impegnata sul fronte della sua disperata campagna militare per farsi prendere sul serio.

Aveva addosso un camicia di seta punitiva e improponibile, da vecchia zia, da vicepreside in pensione, da borghese di provincia appassita, appesantita e malmaritata. Le si addiceva  come un cilicio su una bambola gonfiabile.

Però una cosa ve la devo confessare. Al di là delle opinioni che ritengo non condivisibili nella maniera più assoluta, a me fa una certa pena. Mi fa pena quasi quanto mi fa rabbia. Perché si vede che ci crede. E’ cieca e sorda alle implicazioni ovvie per chiunque sull’incompatibilità tra la sua persona e il ruolo che occupa, ma si sta chiaramente sbattendo come una disperata per dimenticarlo. Non tanto per farlo dimenticare a noi, che ormai è un obiettivo secondario, ma per rimuoverlo dalla sua coscienza. Perché è lei quella che non ci dorme la notte pensando all’abisso concettuale fra il suo passato e il suo presente. A modo suo, è una bella figurina tragica. E’ incredibile fin dove possiamo spingerci quando siamo schiavi del potere della negazione.

In ogni caso sono d’accordo con Senza.Filtro sulla vera natura del ruolo che le hanno assegnato. Serve solo ad alimentare polemiche e distogliere l’attenzione da ben altre porcate.

E comunque, dovendo scegliere chi tirare giù dalla torre, preferirei duecento volte scagliare negli abissi la Gelmini coi suoi toni da sacra vestale della Repubblica. Si crede più titolata solo perché sul biglietto da visita c’è scritto avvocato,  ma patisce una tale carestia mentale da non rendersi conto che avere studiato è una scelta che aumenta gli oneri, non gli onori, e che semmai decuplica eticamente le responsabilità delle cazzate che fai. La Carfagna è un insulto alle istituzioni. Ma non peggiore di altri. E almeno dovrà sempre fare i conti con un passato che la rende vulnerabile, e lo sa. Ma la Gelmini si crede eletta per i suoi titoli e le sue virtù. Potenzialmente lo trovo molto più pericoloso.

 
 
 

Great expectations

Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.

Samuel Beckett

 

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