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« I BAMBINI - 2° parteI GEROGLIFICI - Premessa »

I BAMBINI - ultima parte

Post n°73 pubblicato il 16 Settembre 2011 da OsirideDioDeiMorti2
 

 

 

Le pitture trovate nelle tombe ci mostrano

i più piccoli che zampettano per i campi

e giocano tra loro, o mentre fanno esercizi

di abilità circondati da animali domestici.

 

 

Durante la prima infanzia le madri portavano

i figli al petto, dentro una sacca che

permetteva loro di curarli mentre svolgevano

le attività quotidiane.

 

 

Poi, come si nota nella maggior parte delle

pitture e delle statue, dopo i primi passi e fino

al termine dell'infanzia i bambini andavano

in giro praticamente nudi, agghindati solo

da cinture e amuleti. Venivano generalmente

rappresentati in questo modo, ovvero in

piedi vicino ai genitori e con il dito indice

sulle labbra come segno di infanzia e innocenza.

 

 

DAL GIOCO AL LAVORO

 

Grazie ai corredi delle sepolture infantili

conosciamo i giochi usati dai bembini e dalle

bambine di migliaia di anni fa: bambole di

legno o stoffa con con capelli fatti di

perline infilate su fili di lino o con

braccia e gambe mobili; coccodrilli

di legno con piccole ruote e provvisti

di una corda per poterli trascinare;

palle in fibra vegetale ricoperte di lino 

o cuoio; barche di legno, trottole, carri

di terracotta; giochi da tavolo, tra cui

il popolarissimo Senet, un atenato del

backgammon, o il "gioco del serpente" una

scacchiera a forma di serpente su cui si

facevano rotolare delle biglie.

 

 

 

SENET

 

A mano a mano che i figli crescevano e a

seconda della posizione sociale delle famiglie,

venivano iniziati ai compiti proprio degli

adulti. Mentre le ragazze si occupavano del

confezionamento dei tessuti, della preparazione

di unguenti, della birra e del pane e dei

lavori domestici, i ragazzi venivano avviati

ai lavori agricoli e all'allevamento del

bestiame, alla pesca, alla caccia, alla

fabbricazione del vin e ai lavori artigianali.

 

 

 Contemporaneamente, a partire dall'età

di cinque anni, veniva insegnata loro

la scrittura geroglifica e il rispetto di Maat,

l'ordine cosmico e sociale, nelle scuole

ripartite per nomoi o provincie. Più tardi

i più fortunati, tra cui alcune bambine,

accedevano alle scuole dei templi dove

venivano istruiti per diventare scribi e

funzionari, per esercitare le libere professioni

o il sacerdozio.

 

 

Il libro di base degli studenti era la Kemit,

una specie di manuale simile ai nostri

sussidiari con un compendio di tutte le

materie che venivano insegnate.

L'educazione dei figli dei faraoni e dei

nobili era invece affidata a tutori che li

preparavano ai futuri compiti nel governo

attraverso lo studio di svariate discipline.

 

 

 
 
 
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