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ADOZIONI AI SINGLE

Post n°385 pubblicato il 12 Novembre 2007 da silvia.to
Foto di silvia.to









Il Tribunale di Perugia, con una sentenza che per la prima volta ha
detto si alle adozioni da parte di single, ha concesso a una giovane
donna di adottare un ragazzo di quindici anni che viveva in un
orfanotrofio a Cernobyl.
In una breve vacanza in Umbria il ragazzo aveva incontrato quella che
sarebbbe stata la sua futura mamma adottiva ed ha deciso di restare.
Un tempo i bambini venivano lasciati nella "ruota" della porta di una
chiesa o di un monastero, oggi c'è anche chi li lascia in qualche
cassonetto o davanti un supermercato: tempi che cambiano...! Certo
trovare una donna che ha il coraggio di affrontare la burocrazia per
dare il suo affetto a un ragazzo orfano suscita stupore e commozione.
Sta di fatto che il problema dei bambini non desiderati, abbandonati
oppure orfani, e con esso la necessità di trovare loro una
"sistemazione", è sempre esistito e continua a proporsi tal volta in
forme forse più drammatiche.
Tuttavia l'ottica con la quale l'adozione è stata affrontata ha assunto
diverse angolazioni soprattutto in relazione ai differenti contesti
storici e socio - culturali di riferimento.
In passato erano quasi sempre i religiosi a impegnarsi per trovare un
nucleo familiare che potesse accogliere i bambini orfani o abbandonati.
La loro cura e il loro sostentamento erano considerate attività di
beneficenza scevre da ogni dovere di carattere istituzionale o privato.
Oggi invece si è sempre più affermata l'esigenza di garantire il
preminente interesse del minore e la tutela dei suoi bisogni.
L'adozione si è così trasformata in un vero e proprio diritto del
minore alla famiglia.
Tutti noi dobbiamo sapere che la perdita delle figure genitoriali
rappresenta un evento drammatico che, per quanto possibile, deve essere
evitato.
Eppure la legge ancora oggi pone molteplici limitazioni all'adozione
dei minori.
Il primo passo per chi intende ottenere l'adozione consiste nel
presentare domanda preso il Tribunale dei minori.
Ma questa possibilità, fino ad ora, era stata riconosciuta solo alle
coppie "regolarmente" sposate.
E' indubbio che il legislatore dovrebbe riconsiderare il concetto di
famiglia, di nucleo familiare, specie perché esso sta cambiando
radicalmente e in maniera sempre più evidente nella coscienza sociale.
C'è da augurarsi insomma che la legge, in una materia così delicata,
sappia innanzitutto riconoscere il diritto del minore ad avere accanto
a sé persone che lo amano e lo aiutano nella crescita,
indipendentemente dal proprio stato civile.

 
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