Sirsasana

È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva. Anche se può sembrarvi sciocco o assurdo, ci dovete provare.
(Robin Williams nel film L’attimo fuggente)

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Śírsasana

Il suo nome completo è Salamba Shirshasana  deriva da SALAMBA, che sta per “supporto”, SÍRSA che significa “testa” e come sempre ASANA, “posizione”.

É considerata dai testi classici la “regina” delle posizioni. Nell’antichità si usava dire che “assicurasse l’immortalità”, ed oggi, la scienza moderna riconosce svariati benefici che si manifestano su tutto il sistema immunitario, sulla circolazione sanguigna e linfatica e sul sistema muscolare.

Śírsasana appartiene al gruppo delle inversioni, ovvero le posizioni in cui la testa è più in basso rispetto al livello del cuore.

La sensazione più forte che si ha in una pratica di inversioni è il senso di leggerezza e libertà, e i maggiori benefici sono legati proprio al capovolgimento della nostra stazione eretta.

Iniziamo con il dire una cosa fondamentale: non  esiste “il modo corretto” per eseguire un asana, ma ci sono varianti adatte a ogni individuo. Nelle inversioni questo aspetto è ancora più evidente perché ci si imbatte in un fattore particolare che è la paura. Non sempre, infatti, si ha facilità a cambiare il punto di vista, indipendentemente dalle capacità fisiche, ma questo non significa dover rinunciare ai tanti benefici delle inversioni.

Due sono i Vayu, (i soffi vitali), che vengono particolarmente attivati dalla pratica di questo asana: udana e vyana.

Udana significa “aria che si muove verso l’alto” e si concentra nella gola, nel torace, nei polmoni, nell’ombelico e nei seni nasali. È un soffio vitale che muove verso l’alto e controlla la nostra memoria, il controllo e la volontà.

Vyana letteralmente significa “aria diffusa o penetrante” e ha sede nel cuore, nei vasi sanguigni, nella cute, nelle ossa, nei muscoli e nei nervi. La sua funzione riguarda la circolazione del sangue dal cuore fino alle periferie e vi sono associati lo sbadigliare e sbattere le palpebre.

Le inversioni richiedono concentrazione e grande presenza, ed essendo posture dall’alto potenziale energetico è bene inserirle al centro di una  sequenza in modo da poter poi riportare in equilibrio corpo e mente.  Come si sottolineava prima a proposito delle paure legale a certe posizioni invertite bisognerebbe vederle come un’occasione eccezionale per guardare le cose e il mondo da un’altra angolazione.

Sirsasana può diventar, una volta presa padronanza della posizione, un’occasione di meditazione, perché, per mantenere l’equilibrio, bisogna far ricorso a una strategia respiratoria che aiuta a introvertire l’at­tenzione e dona calma e pace.

La Posizione sulla Testa apporta grandi benefici, alla funzione della tiroide, dell’ipotalamo e della pituitaria (controllore del sistema endocrino), migliorando la circolazione intracranica e rivitalizzando tutti i centri nervosi. Dunque, ricapitolando i benefici fisici vediamo che:

  • Migliora la circolazione sanguigna
  • È un potente tonico del sistema nervoso centrale
  • Regolarizza le funzioni dell’ipofisi e in generale di tutto il sistema endocrino
  • È un decongestionante degli organi addominali e aiuta a risolvere disturbi intestinali cronici come colite e stipsi
  • Aiuta la concentrazione e il buon umore come conseguenza di una maggiore sicurezza di sé

Nell’esecuzione teniamo ben fermi questi dettami:

La giusta distanza dei gomiti ed il ruolo delle mani

Dalla posizione dell’eroe, con le dita dei piedi puntate a terra, flettere il busto sulle cosce e portare i gomiti a terra davanti alle ginocchia. A questo punto, afferrare i gomiti con le mani :  questa è esattamente la distanza che deve essere mantenuta durante tutta la pratica di Sirsasana. Intrecciare le dita delle mani in modo che si formi una sorta di triangolo. E, tenendo i gomiti ben saldi al pavimento, portare gli avambracci e le mani avanti a formare un secondo triangolo i cui vertici sono i gomiti e le mani.

La sommità della fronte

Appoggiare la sommità della fronte (l’attaccatura dei capelli) in mezzo al triangolo formato dalle mani. Benché da più parti si sostenga l’opportunità di poggiare a terra la sommità del capo noi invece ribadiamo la necessità di poggiare delicatamente la sommità della fronte nel rispetto del tratto cervicale della colonna scaricando tutto il peso dell’esercizio solo sui gomiti, gli avambracci e le mani.

Il ruolo fondamentale degli addominali

La posizione finale si dovrà mantenere grazie a espirazioni prolungate, a un’antiversione del bacino e a un sapiente bilanciamento tra la muscolatura addominale e dorsale. Le gambe devono essere perfettamente tese e i piedi in flessione plantare (con le punte al soffitto). Il ritorno avviene esattamente come all’andata, con le gambe tese e riportate lentamente sul pavimento.

 

7 punti da non dimenticare (tratto da Yoga Journal)

  1. Più a lungo si tiene la posizione sulla testa meglio è! All’inizio è logico che non si supereranno che pochi secondi ma nel tempo bisognerebbe arrivare a tenerla per 5/10/30 minuti. Solo così, infatti, si mani­festeranno appieno i suoi potenti effetti.
  2. Eseguendo Sirsasana, il peso del corpo deve essere totalmente supportato dalle braccia, dalla posizione delle mani, da tutta la muscolatura addominale e dorsale (inclusa quella cervicale). Ciò non significa che il peso in qualche modo danneggi il tratto cervicale della colonna perché, quando il praticante ha ben compreso l’iter della posizione, sa che non deve scaricare il peso sulla testa. Addirittura la sommità della fronte dovrebbe appena sfiorare il pavimento. Ma è fondamentale sapere che i muscoli del tratto cervicale (sternocleidoma­stoideo, semispinale della testa, splenio, trapezio, etc.) debbono essere sempre tonici per reggere adeguatamente il ca­po che, da solo, pesa 7 Kg e mezzo circa!
  3. E ancora: i gomiti devono essere saldamente ancorati a terra. Se questi si sollevassero durante la pratica ci sarebbe il rischio di cadere e di farsi male. Non è detto che si debba arrivare immediatamente nella posizione finale: è prevista una fase intermedia in cui il praticante tiene le ginocchia raccolte al petto in attesa di allungarle verso il soffitto. Questa fase può durare parecchio, cioè fino a quando ci si sente pronti a completare Sirsasana.
  4. È altrettanto evidente che un principiante che affronta Sirsasana deve essere aiutato dal suo istruttore e che questi deve offrirgli la possibilità di appoggiarsi al muro fintanto che l’assunzione della postura sia diventata talmente facile e disinvolta da non costituire più un problema.
  5. Ogni asana si scioglie sempre esattamente come la si è assunta, ovvero seguendo il percorso inverso. Questo vale anche per Sirsasana.
  6. Nello yoga, le posizioni vanno sempre assunte e sciolte molto lentamente evitando di sommare disordinatamente dei passaggi. Ogni passaggio va eseguito sull’espirazione, perché è grazie a questa che i muscoli si rilassano quanto basta affinché la postura non risulti troppo faticosa per chi la esegue.
  7. Ricorda che Patañjali si è espresso molto chiaramente anche rispetto all’atteggiamento mentale da osservare durante la pratica dello yoga. Negli “Yoga Sutra”, sosteneva due concetti fondamentali:

I “stira sukham asanam”, che signi­fica “la postura deve essere stabile e comoda”;

II aparigraha, il “non possesso”, uno dei suoi precetti (yama).

Le posizioni rovesciate sono un ritorno su sé medesimo. Esse modificano i nostri abituali punti di riferimenti, implicano un lasciarsi andare. Simboleggiano l’equilibrio tra l’uomo e l’universo.
(Anonimo)

Sirsasanaultima modifica: 2021-04-09T11:59:42+02:00da almacondomini