Il sound sulle strade di New York city 1a Puntata di Jankadjstrummer

Il sound sulle strade di New York city 1a Puntata di jankadjstrummer.

 

 

Il percorso musicale che voglio raccontarvi inizia sulla 42ma street di
Manhattan quando l’ascensore scende dal 24° piano dell’ Hyatt Hotel e mi
catapulta in una hall gigantesca affollata di gente di tutte le razze che
chiacchierano, mangiano e sorseggiano drinks,inservienti indaffarati nel carico e scarico di valigie di tutte le dimensioni, una frenesia che fa da contraltare ad un suono dolce e sofisticato che si diffonde per tutta la sala, il volume è abbastanza alto per non far percepire nessun fastidioso brusio, riconosco il brano ” Simpathique” dei Pink Martini una orchestrina composta da 13 elementi proveniente dall’Oregon che miscela vari stili musicali: dal ritmo latino al jazz per arrivare al genere lounge e poi in sequenza un paio di brani dei francesi Nuovelle Vague, un collettivo musicale che ripropone pezzi punk e new wave in stile bossa nova, riconoscibilissimi anche in questo  stile brani come “The guns of Brixton” dei Clash e “dance whit me” dei Lords of New Church. Appena esco in strada un via vai di gente mi ricorda che sono nella ” grande mela”, suoni di clacson, i tipici taxi gialli che affollano le strade e un suono di sax che fende l’aria ancora fresca di fine aprile, mi assale, mi avvicino in direzione di quel suono improvvisato, il musicista di colore si dimena dando il ritmo col piede, sono calamitato da quella figura e da quelle note mentre intorno i grattacieli che si perdono a vista d’occhio creano immagini riflesse ed ombre uniche; sono nei pressi della Gran Central Station considerata la più grande stazione ferroviaria del mondo, si sviluppa su due livelli sotterranei, da cui partono anche 4 linee della metropolitana, costruzione imponente con un atrio molto suggestivo che ti fa andare indietro nel tempo, la volta decorata con enormi segni zodiacali, dai lati due scalette in marmo conducono su di una terrazza che gira su tutto l’atrio, rifiniture dorate lo rendono un monumento oltre che un set cinematografico che ha visto recitare i grandi miti di Hollywood come Cary Grant in “Intrigo Internazionale” di Hitchcock, anche qui la musica domina, musicisti jazz che imprimono colori e suoni anni ’30, assoli di contrabasso e ritmi accattivanti in mezzo a gente distratta che in gran fretta deve prendere il treno. Ancora musica dagli altoparlanti, questa volta c’è molta west-coast, Crosby-Stills-Nash Young, Jackson Browne, Warren Zevon, canzoni leggere, allegre che mettono buon umore e che ci fanno volare con la mente alle grandi strade in mezzo al deserto americano, una musica che calza bene con il viaggio che gli avventori della Station dovranno intraprendere, dal cartellone luminoso vedo in partenza treni per Vancouver, Boston, Atlantic City ed ancora più a sud New Orleans e Miami, la mente non può che viaggiare al suono di quelle meravigliose chitarre. Uscire da quella stazione è difficile, ci sono molte cose da vedere, particolari su cui soffermarsi legati in qualche modo alla musica come il bar della catena Starbucks che spara rock dai video sparsi per tutto il locale, il cappuccino e il muffin che propinano non è male ma distante anni luce dal gusto del nostro caffè mentre i video trasmessi sono originali: un concerto tiratissimo dei Foo Fighters mi ricorda che mi trovo in una metropoli dalle mille facce e dalle mille culture mentre un video di Suzanne Vega mi suggerisce che, nonostante tutto, la città è pregna di romanticismo ed è un condensato di dolcezza. Sono di nuovo in strada, sono le 11:30 a.m. e mi avvio lungo la 5° avenue in cui è palpabile la grandezza del mito americano: negozi giganteschi, grandi firme anche italiane che mettono in mostra vestiti di classe, vetrine addobbate, marciapiedi lindi in cui è facile imbattersi sia in donne fatali dal look ricercatissimo che in donne sciatte e poco curate a dimostrazione che a New York gli eccessi si toccano, ma torniamo ai suoni: nei negozi in cui sono entrato molta dance e tanta musica da intrattenimento sparata a volume alto che, per quanto mi riguarda, anziché invogliarti ti spinge ad uscire. La piazza per antonomasia è il luogo di ritrovo e New York non fa eccezione: Union Square, è stracolma di persone che girano tra le bancarelle di fiori freschi e di souvenir per turisti alternativi: quadretti, foto ritoccate, profumi artigianali, amuleti, bigiotteria hippie, t-shirts colorate a mano sono gli acquisti di ogni buon europeo, gli artisti di strada sono tanti e particolarmente dotati, un cantautore con armonica e chitarra suona pezzi suoi ed alcune cover di James Blunt, è un giovane talento che riesce a catalizzare l’interesse di un nutrito stuolo di gente che lo ascolta in religioso silenzio, piace anche a me! Con un po’ di fortuna potrebbe diventar ricco e famoso. Cala sera i grattacieli si illuminano regalando panorami inconsueti, mi infilo in un ristorante suggerito per l’atmosfera e per la musica jazz suonata da un band stanziale ma molto professionale. I brani sono famosi e divenuti ormai quasi orecchiabili; brani di Max Roach, Charlie Parker e tanto swing afro-americano donano calore e familiarità alla grande sala illuminata solo dalle candele poste sui tavoli.
L’OYSTER CLUB è famoso non solo per la musica ma anche per la cucina: ostriche, scambi, aragoste che vi assicuro sono deliziose e con un prezzo accessibile mentre è proibitivo il vino che ha un costo medio di 50 dollari a bottiglia sic! anche l’acqua minerale non scherza 8 dollari, secondo i newyorchesi non bere l’acqua della fontana è da snob E’ ormai mezzanotte i fumi dell’alcool si fanno sentire ma per dirla alla Liza Minnelli di New York -New York questa è una città che non dorme mai per cui c’è ancora un po’ di tempo per infilarsi in un localino da dove proviene un suono potente che riconosco essere un brano dei mitici Ramones “rock & roll high school” la band che lo esegue è formata da giovanissimi ma molto agguerriti, il pubblico balla e poga al ritmo delle schitarrate punk a volume assordante, questi ragazzi sono divertenti, ironici suonano anche bene ma la stanchezza di una giornata a girovagare si fa sentire e poi il giorno dopo mi aspetta un giro lungo tra il Central-park e il quartiere di Harlem…….
Jankadjstrummer

Il sound sulle strade di New York city 1a Puntata di Jankadjstrummerultima modifica: 2020-04-09T09:10:53+02:00da giancarlopellegrino